versione stampabile L’opinione/ No alle primarie per designare i candidati, un nuovo “soggetto”…Lista per la sinistra alle “Europee”
dopo il fallimento “Arcobaleno” Far tesoro dell’esperienza e degli errori. Il ruolo del
Pd e di Rifondazione
|
Savona - Il tentativo in atto, tra diversi soggetti della sinistra, di andare alla formazione di una lista per le prossime elezioni europee, capace di rappresentare una pluralità di istanze, contraddizioni, progetti ed iniziative che necessitano di una adeguata rappresentanza politica, dopo il fallimento dell'Arcobaleno, va seguito con grande interesse ed attenzione, cercando anche di aprire un dibattito il più possibile ampio sul piano dei contenuti ed esteso dal punto di vista dei partecipanti. Un dibattito che rappresenti
anche una prova importante di partecipazione democratica. |
Una vicenda, va detto subito
senza esitare, che nasce con un limite di fondo: all'appuntamento
arriviamo senza aver tracciato, almeno, l'itinerario per la costruzione
di un nuovo soggetto politico della sinistra italiana, come era stato
indicato diversi mesi fa e come sarebbe stato stato, in realtà,
assolutamente necessario. Dei “se” e dei “ma”, però,
sono piene le fosse ed è necessario guardare avanti. Precisando, schematicamente,
alcuni punti:
1)
Opzioni programmatiche e composizione della lista
non potranno rappresentare un assemblaggio dei “reduci di tutte le
sconfitte”, di chi si accorge adesso che “non c'è più la sinistra” dopo
aver lavorato scientemente alla sua distruzione da tutti i salotti
televisivi possibili, di scambiare per sinistra il mero movimentismo e
l'intreccio indistinto delle contraddizioni in elenchi della spesa
lunghissimi e scarsamente provvisti di senso (si veda quello che
accompagna la cosiddetta “apertura” delle liste di Rifondazione
Comunista). Non serve un cartello elettorale, ed i termini di
eventuali alleanze interne alla liste che possono risultare sicuramente
utili ed importanti, debbono essere definiti con precisione, da tutti i
punti di vista. Serve la visibilità piena, anche attraverso l'impegno
diretto di prestigiosi soggetti capaci di rappresentarla, di una
sinistra pronta a recuperare ruolo, forza, identità e che non prova
alcuna timidezza a sottolineare il vuoto che si è creato, soprattutto
per responsabilità di chi ha voluto costruire un Partito Democratico
diviso ed impotente, nel politicismo vanitoso del suo segretario. Il
riferimento, dal punto di vista dei contenuti e della collocazione
politica, al PSE appare, in questo senso, del tutto determinante;
2)
Occorre un equilibrio nelle candidature, tenendo
conto che non tutti i componenti della lista saranno collegabili con il
progetto di un nuovo soggetto, progetto che dovrà scattare subito dopo
le elezioni, augurandoci che risulti vitalizzato da un risultato
positivo, per il quale sarà necessario spendere il meglio delle risorse
umane disponibili. In questo senso serve un “mix” equilibrato tra
intellettuali e dirigenti politici, perché nella formazione delle liste,
al di chi potrà eventualmente essere eletto, si misuri già il futuro
gruppo dirigente che, ripeto, dovrà essere rappresentato in una
dimensione fortemente rinnovata rispetto
all'Arcobaleno;
3)
Sotto questo aspetto va prestata una particolare
attenzione ad un elemento che finora mi è parso abbastanza trascurato.
Prima di tutto va evitata, assolutamente, la scelta delle primarie per
designare i candidati, ma occorre tornare al metodo del confronto nelle
sedi proprie, alla costruzione di gruppi dirigenti nelle sedi
periferiche in modo che si identifichino i diversi livelli di
responsabilità per i singoli, fuori dal gioco dell'apparire e non
dell'essere. Occorre tenere conto che, sul territorio, sarà necessario
che una quota di candidati si misuri anche con l'utilizzo della campagna
elettorale come momento di riaggregazione di forze e quindi di
costruzione del nuovo soggetto politico. Il “cuore” delle liste, nelle
diverse circoscrizioni dovrà essere formato, cioè, da compagne e da
compagni fortemente radicati sul territorio, rappresentativi di istanza
ben precise, capaci anche sul piano personale di colmare ritardi e
difficoltà che pure sul territorio si potranno ritrovare (e che ci sono,
innegabilmente) con un lavoro di servizio che dovrà essere supportato
collettivamente, proprio nell'ottica della costruzione del nuovo
soggetto. Si tratta, nella sostanza, di evitare due rischi che
potrebbero essere esiziali: quello dell'apparire una negativa riedizione
di un cartello elettorale, e di rimanere schiacciati in una dimensione
di sbiadita identità della sinistra. Invece l'occasione deve
essere quella, senza infingimenti, di lanciare la sfida per l'egemonia a
sinistra, sia verso il PD, sia verso il cartello di
Rifondazione: fuori dalle ambiguità e dalle timidezze inopportune.
|