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L’opinione/ No alle primarie per designare i candidati, un nuovo “soggetto”…

Lista per la sinistra alle “Europee”

dopo il fallimento “Arcobaleno”

Far tesoro dell’esperienza e degli errori. Il ruolo del Pd e di Rifondazione

   

  di Franco Astengo

 


Savona - Il tentativo in atto, tra diversi soggetti della sinistra, di andare alla formazione di una lista per le prossime elezioni europee, capace di rappresentare una pluralità di istanze, contraddizioni, progetti ed iniziative che necessitano di una adeguata rappresentanza politica, dopo il fallimento dell'Arcobaleno, va seguito con grande interesse ed attenzione, cercando anche di aprire un dibattito il più possibile ampio sul piano dei contenuti ed esteso dal punto di vista dei partecipanti.

Un dibattito che rappresenti anche una prova importante di partecipazione democratica.

Una vicenda, va detto subito senza esitare, che nasce con un limite di fondo: all'appuntamento arriviamo senza aver tracciato, almeno, l'itinerario per la costruzione di un nuovo soggetto politico della sinistra italiana, come era stato indicato diversi mesi fa e come sarebbe stato stato, in realtà, assolutamente necessario.

Dei “se” e dei “ma”, però, sono piene le fosse ed è necessario guardare avanti.

Precisando, schematicamente, alcuni punti:

1)    Opzioni programmatiche e composizione della lista non potranno rappresentare un assemblaggio dei “reduci di tutte le sconfitte”, di chi si accorge adesso che “non c'è più la sinistra” dopo aver lavorato scientemente alla sua distruzione da tutti i salotti televisivi possibili, di scambiare per sinistra il mero movimentismo e l'intreccio indistinto delle contraddizioni in elenchi della spesa lunghissimi e scarsamente provvisti di senso (si veda quello che accompagna la cosiddetta “apertura” delle liste di Rifondazione Comunista). Non serve un cartello elettorale, ed i termini di eventuali alleanze interne alla liste che possono risultare sicuramente utili ed importanti, debbono essere definiti con precisione, da tutti i punti di vista. Serve la visibilità piena, anche attraverso l'impegno diretto di prestigiosi soggetti capaci di rappresentarla, di una sinistra pronta a recuperare ruolo, forza, identità e che non prova alcuna timidezza a sottolineare il vuoto che si è creato, soprattutto per responsabilità di chi ha voluto costruire un Partito Democratico diviso ed impotente, nel politicismo vanitoso del suo segretario. Il riferimento, dal punto di vista dei contenuti e della collocazione politica, al PSE appare, in questo senso, del tutto determinante;

2)    Occorre un equilibrio nelle candidature, tenendo conto che non tutti i componenti della lista saranno collegabili con il progetto di un nuovo soggetto, progetto che dovrà scattare subito dopo le elezioni, augurandoci che risulti vitalizzato da un risultato positivo, per il quale sarà necessario spendere il meglio delle risorse umane disponibili. In questo senso serve un “mix” equilibrato tra intellettuali e dirigenti politici, perché nella formazione delle liste, al di chi potrà eventualmente essere eletto, si misuri già il futuro gruppo dirigente che, ripeto, dovrà essere rappresentato in una dimensione fortemente rinnovata rispetto all'Arcobaleno;

3)    Sotto questo aspetto va prestata una particolare attenzione ad un elemento che finora mi è parso abbastanza trascurato. Prima di tutto va evitata, assolutamente, la scelta delle primarie per designare i candidati, ma occorre tornare al metodo del confronto nelle sedi proprie, alla costruzione di gruppi dirigenti nelle sedi periferiche in modo che si identifichino i diversi livelli di responsabilità per i singoli, fuori dal gioco dell'apparire e non dell'essere. Occorre tenere conto che, sul territorio, sarà necessario che una quota di candidati si misuri anche con l'utilizzo della campagna elettorale come momento di riaggregazione di forze e quindi di costruzione del nuovo soggetto politico. Il “cuore” delle liste, nelle diverse circoscrizioni dovrà essere formato, cioè, da compagne e da compagni fortemente radicati sul territorio, rappresentativi di istanza ben precise, capaci anche sul piano personale di colmare ritardi e difficoltà che pure sul territorio si potranno ritrovare (e che ci sono, innegabilmente) con un lavoro di servizio che dovrà essere supportato collettivamente, proprio nell'ottica della costruzione del nuovo soggetto. Si tratta, nella sostanza, di evitare due rischi che potrebbero essere esiziali: quello dell'apparire una negativa riedizione di un cartello elettorale, e di rimanere schiacciati in una dimensione di sbiadita identità della sinistra.

Invece l'occasione deve essere quella, senza infingimenti, di lanciare la sfida per l'egemonia a sinistra, sia verso il PD, sia verso il cartello di Rifondazione: fuori dalle ambiguità e dalle timidezze inopportune.

Savona, 14 Febbraio 2008                                                        Franco Astengo