il caso
Vincenzo Delfino
chiede il rispetto
della puntualità

Consiglieri comunali
ritardatari cronici

ERMANNO BRANCA  LA STAMPA

SAVONA
Consiglieri che arrivano in ritardo, che escono in anticipo e magari prendono il gettone di presenza partecipando una mezzoretta di dibattito mentre i colleghi subiscono impavidi 4-5 ore di interventi. A sollevare il caso è stato il consigliere della lista civica di opposizione Vincenzo Delfino ma in realtà la settimana precedente anche il professor Franco Bonfanti del Pd aveva protestato duramente per le cattive abitudini dei colleghi. Un caso che prescinde dall’appartenenza politica, dunque, ma attiene alla sfera comportamentale. Insomma, puntualità e senso delle istituzioni, non dipendono questioni di tessere.
«Alle 15, ora ufficiale di inizio del Consiglio comunale, in genere in aula siamo in tre, sempre gli stessi - protesta Vincenzo Delfino -. Dopo varie decine di minuti, cominciano ad arrivare altri consiglieri alla spicciolata e così si può dare inizio al Consiglio non prima di 35-40 minuti. Questo sistema di conduzione è del tutto assurdo. Capisco che i singoli consiglieri abbiano impegni personali e di lavoro ma quando hanno accettato di far parte del Consiglio, dovevano sapere a cosa andavano incontro. Continuare in questo modo è indice di maleducazione e di mancanza di rispetto per gli altri. Chiedo che questa mia lettera venga portata a conoscenza di tutti i consiglieri e che sia oggetto di un’apposita riunione della commissione capigruppo».
Il presidente del Consiglio Marco Pozzo, ammette che i rilievi del consigliere Delfino sono fondati: «C’è poco da dire. Delfino ha ragione. Gli orari non vengono rispettati ma se facessi l’appello subito, dovrei dichiarare nulla la seduta per mancanza di numero legale. Nè posso avviare i lavori del Consiglio con i primi venti che capitano perchè alla prima pratica controversa, qualcuno lascerebbe l’aula. Del resto, pochi mesi fa avevo io stesso inviato una lettera di sollecito ai consiglieri, richiamandoli alla puntualità».
La lettera diceva: «Si invitano i consiglieri a voler garantire la massima puntualità ed osservanza degli orari di convocazione. Si tratta di assicurare la propria disponibilità e collaborazione rispetto ad una misura organizzativa che non solo ha riflessi rilevanti sul piano giuridico e del regolare funzionamento del consesso, ma risponde altresì all’esigenza di un giusto rispetto reciproco».