Legacoop esce dalla giuntala crisi è sempre più grave |
camera di
commercio
Granero: tutte le imprese vanno rappresentate. Grasso:
rifletteremo |
IL
SCOLOXIX |
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Savona. Cronaca di una separazione
annunciata. Dopo aver dato ufficialmente
l'ultimatum a metà gennaio, la Legacoop esce
dalla Giunta della Camera di commercio. In
una lettera al presidente Giancarlo Grasso,
letta pubblicamente a conclusione del
Consiglio di ieri, il vice presidente
regionale della Lega ligure delle
cooperative e mutue, Gianluigi Granero,
afferma che «il dialogo da noi richiesto per
giungere alla definizione di un nuovo patto
di collaborazione tra le associazioni di
categoria savonesi non ha trovato pieno
accoglimento nell'azione da lei proposta».
«Patto che - prosegue Granero - auspicavamo
potesse avviare un processo di ripristino
della piena rappresentatività della Cciaa
come casa comune di tutte le imprese
savonesi». Due i riferimenti precisi: gli
Sos lanciati dalla Lega il 13 giugno 2008 e
il 16 gennaio. In particolare, lo scorso
giugno la Lega delle cooperative aveva
presentato un patto di collaborazione tra le
organizzazioni della Camera di commercio,
una piattaforma programmatica per superare
la situazione di crisi. «Per questo motivo -
aggiunge Granero - con grande rammarico
siamo a rimettere al Consiglio la nostra
delega come componenti della Giunta
camerale, nell'auspicio e con l'impegno di
continuare ad operare all'interno del
Consiglio per ricondurre a quell'unità di
intenti e a quello sforzo comune che, sempre
e in particolare in questa fase di grave
crisi economica, si sembrano necessari».
Con l'uscita di scena della Legacoop, la
Giunta camerale è sempre più"sottile". Dal
palco della Camera di commercio negli ultimi
mesi sono infatti già scese la Cna e, poche
settimane fa, l'Unione provinciale
albergatori, rappresentata da Massimo
Parodi. La Confcommercio è sempre rimasta
fuori dal Consiglio camerale.
Qualche cifra sulla Legacoop. In provincia
le cooperative sono 70. Considerato che
alcune cooperative hanno sede a Savona, ma
operano su tutto il territorio ligure, i
soci della Legacoop sono 464.773, i
dipendenti 4.074, il fatturato è 771.707.363
euro. I comparti sono i più disparati:
dall'edilizia ai servizi, dal turismo
all'agricoltura al sociale.
Ma che cos'ha spinto Granero a sbattere, se
pure con garbo, la porta? «Le mie dimissioni
non sono legate al Consiglio di oggi (ieri
per chi legge, ndr) - afferma il
rappresentante della Legacoop - . Da giugno
non partecipiamo più alle attività della
Giunta e del Consiglio poiché finora è
caduta nel vuoto la nostra richiesta di
rivedere il patto che aveva portato alla
formazione della Giunta: il nostro auspicio
è quello di vedere riunite nella Camera di
commercio tutte le associazioni. Infatti noi
crediamo che ogni organismo debba essere
rappresentato». «Abbiamo però partecipato
alla riunione dell'ultima Giunta e
dell'ultimo Consiglio perché si trattava di
prendere una decisione importante: il
sostegno da dare alle imprese della
provincia in seguito alla crisi economica
mondiale» conclude.
Per quanto riguarda la delibera approvata
ieri dal Consiglio (due sono state le
astensioni), in soldoni si tratta di
un'iniezione da un milione e 500 mila euro
alle imprese del Savonese. Un milione,
risorse della Camera di Commercio, andrà a
sostegno del credito alle imprese (di fatto
la disponibilità finanziaria per le imprese
sarà di circa 40 milioni di euro); 200 mila
euro (Regione Liguria e Camera di commercio)
concorreranno a formare un budget regionale
a favore delle garanzie alle imprese di
circa tre milioni di euro; 300 mila euro
saranno destinati alla patrimonializzazione
del sistema consorzi fidi.
Come ha perso le dimissioni della Lega il
presidente della Camera di commercio? «Le
dimissioni sono state presentate in senso
costruttivo per favorire una ricomposizione,
una ridefinizione della compagine in Giunta
- afferma Giancarlo Grasso -. Sono state
poste alla fine del Consiglio, non
all'inizio, per protesta. La Lega ha
condiviso l'azione a favore delle imprese,
non si è trattato di una misura ostativa».
Quale sarà la sua risposta? «Nei prossimi
giorni ci saranno riflessioni su come
rielaborare questa ricomposizione» continua
il presidente. Ma non vi sentite sempre più
soli con tutte queste fughe? «E perché? Il
Consiglio della Camera di commercio non deve
essere assimilato alle altre
amministrazioni. Ha una sua composizione
abbastanza ampia di rappresentanti di
categoria. Per quanto riguarda le
dimissioni, in alcuni casi si tratta di
decisioni personali, altre trovano
motivazioni diverse, come quest'ultima. Si
tratta di situazioni che devono essere
gestite con spirito costruttivo
nell'interesse dell'economia e dello
sviluppo, ma non creano problemi al
funzionamento dell'ente. La Camera di
commercio di Savona continua ad operare e a
svolgere la sua attività a favore delle
imprese».
Stefania Mordeglia
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