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MANIFESTO ELETTORALE?...

 NO GRAZIE

 

di Antonia Briuglia


Disegno di Serena Salino

Mentre a Savona e nelle cittadine della provincia, come in gran parte d’Italia, ci si muove già in una campagna elettorale dove si riconoscono i soliti tattici incontri, le polemiche giornalistiche, le aggressioni sistematiche e i logori mezzi persuasivi per accaparrarsi il governo locale o un seggio in più in quello europeo; in un’altra parte del nord dell’Italia, un Movimento nazionale di opinione per la difesa del territorio non cementificato nasce.

 

Stop al consumo di territorio.

 

Il 24 gennaio, 300 persone provenienti dalla Lombardia, l’Emilia Romagna, il Veneto, il Friuli, la Toscana e…la Liguria si incontrano in un piccolo comune in provincia di Milano: Cassinetta di Lugagnano, dove un eroico Sindaco sta  mettendo le basi per un progetto alternativo  che, se qualche tempo fa poteva sembrare pura utopia, oggi comincia ad essere realtà: un nuovo sviluppo che non debba più passare dal consumo del territorio.

 

Domenico Finiguerra è il primo Sindaco d’Italia ad avere concepito un Piano Regolatore a crescita zero. Basta nuovo cemento! “l’attuale patrimonio edilizio, ben gestito, può soddisfare le esigenze abitative e produttive del paese e contribuire così alla maturazione di una coscienza dei limiti fisici del territorio”.

Abbiamo già aderito, con entusiasmo, in oltre 3000 tra cui “urbanisti, architetti, giornalisti, divulgatori scientifici, Amministratori pubblici, ambientalisti e semplici cittadini…” e questo fa pensare che qualcosa di veramente importante stia accadendo.

 

 Proprio in questo momento storico e politico dove un Governo, lavora intento a difendere gli interessi del Premier e risulta, ogni giorno, sempre più inadeguato a rispondere alle sfide che altri Paesi stanno attrezzandosi ad affrontare.

Proprio in questo momento in cui i vecchi Partiti sono arrivati al capolinea, nei modi e nei contenuti della politica che dovrebbero perseguire e dove la Sinistra, sempre più lontana dalla gente, continua a parcellizzarsi nell’intento di trovare una ragione di esistere e un pezzo di “potere” alla sua, ormai inutile, classe politica.

CAMPAGNA NAZIONALE STOP AL CONSUMO DI TERRITORIOProprio in questo momento in cui lo scollamento tra i movimenti, che ormai sembrano rappresentare, a pieno titolo, le istanze e le aspettative delle popolazioni e gli amministratori interessati sempre più agli equilibri politici e le scadenze elettorali: un piccolo Comune, con il suo Sindaco, offre la spinta e la motivazione che sta diventando un collante tra Associazioni, Comitati, Gruppi organizzati e altri Comuni “Illuminati”, già  al lavoro per imitare l’Amministrazione di Cassinetta.

“Tutti hanno evidenziato quanto sia diffusa la consapevolezza generale sulla conclusione di quella fase storica per il nostro Paese che ha riposto una parte consistente dello sviluppo economico nel consumo di territori….”, la conclusione, quindi, di una fase dove sviluppo = cemento !!!

E’ quindi giunto il tempo che anche nel savonese, dove quest’ultima convinzione sembra essere sempre più l’indiscusso asse portante della politica delle nostre Amministrazioni, chi pensa che la cultura del territorio debba diventare un nuovo metro per misurare il nostro futuro e una nuova filosofia di vita: aderisca e continui quel “passaparola”, nato nella rete web, prima di Natale e oggi diventato ancora più concreto e diffuso.

Non è un manifesto elettorale, ma saranno le organizzazioni politiche e i politici che lo vorranno a fare propri i punti cardine di questo “Manifesto ideologico”, nato per riunificare un Movimento che sembra già riuscire, con le sue proposte e i contenuti, a creare una vera alternativa al sistema.


Domenico Finiguerra giovane e coraggioso sindaco

Il punto di partenza.

 

 Nell’assemblea del 24 gennaio 2009 si è fatto il punto, nevralgico, iniziale da cui partire per sviluppare il percorso di questo movimento di opinione:

 

“Sollevare la richiesta ufficiale dei cittadini ai loro amministratori, di ciascun comune italiano, affinché si sospendano i Piani Regolatori, le lottizzazioni in corso, le varianti in discussione e si provveda a una necessaria, e non più rinviabile, opera di censimento del patrimonio edilizio esistente e sulla base di quei dati (metri cubi cementificati di abitazioni vuote, di capannoni abbandonati o industrie dismesse) riconsiderare ogni tipo di pianificazione futura.”

 

Da Comunicato Stampa di “STOP AL CONSUMO DI  TERRITORIO”del 28/01/09

 

Progetto politico alternativo al sistema

 

Anche qui in Liguria, a Savona, nelle nostre cittadine della costa, così massacrate dal cemento e dalla congestione veicolare, anche qui dove ci si ammala per l’inquinamento atmosferico di una delle centrali a carbone più obsolete e grandi d’Italia, dove la raccolta differenziata dei rifiuti non riesce a decollare in attesa di chissà quale soluzione, vorremmo fosse possibile costruire un altro modello di società: un’alternativa finalizzata al vero benessere  nella decrescita.

Sì la decrescita. Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che non si può pensare ancora di crescere, non solo per una crisi economica incombente, ma soprattutto per andare dove?

Ci accorgiamo dell’inganno del mal sviluppo che si spaccia per benessere, quando ci accorgiamo della scarsa soddisfazione che proviamo nella richiesta equilibrata alle nostre quotidiane esigenze.

 

Spostarsi per andare al lavoro senza affrontare ore per la coda e la ricerca spasmodica di un parcheggio, mandare i nostri figli a scuola con i mezzi pubblici o con una bicicletta, poter fare spese senza utilizzare necessariamente l’auto, poter vivere in case, scuole, municipi e luoghi pubblici costruiti con le più moderne indicazioni ecologiche, poter buttare i rifiuti differenziati e non pensare necessariamente a discariche e termovalorizzatori, poter mangiare o bere senza necessariamente spostare container e mezzi da una parta all’altra del mondo, poter accendere il computer convinti che l’energia utilizzata possa venire da un pannello solare o da una pala eolica e non da una vecchia centrale a carbone, respirare aria libera da metalli e da polveri sottili e poter trascorrere il proprio tempo libero in un parco o in un giardino della nostra città, poter godere del nostro sole in una spiaggia libera senza necessariamente dover subire la vista di torri di cemento e di yacht, poter usare stimolanti luoghi di aggregazione chiusi o aperti della città come punti di riferimento di crescita culturale.

  

Il progetto, si sa, è di lungo respiro ed essendo complesso ha bisogno di uomini determinati e convinti di poterlo realizzare.

A Savona e nelle nostre cittadine, siamo lontani anni luce e la qualità della vita decade ogni giorno con l’insoddisfazione di moltissime persone che danno vita ai numerosi comitati nati per questo o per quel sopruso.

L’assioma tra sviluppo e consumo non convince più. Ci si sta rendendo conto che sta inghiottendo il nostro mondo e quello che vorremmo nel futuro dei nostri figli, che hanno diritto di godere di altre dimensioni della vita che non : la corsa agli acquisti, un sabato pomeriggio, nell’ipermercato della città.

 

                                                                     ANTONIA BRIUGLIA