E ora Lunardon "apre" al centro
provinciali, il segretario del pd fa il punto sulle questioni scottanti
«Avviati gli incontri, sarà il programma a determinare i confini della coalizione»
IL SECOLOXIX
antonella granero
Savona. La corsa per le Provinciali è iniziata. Con il candidato presidente Michele Boffa, il segretario del Pd Giovanni Lunardon ha chiuso il primo giro di consultazioni tra i potenziali alleati. Dice basta alle coalizioni omnibus e annuncia un «nuovo centrosinistra» basato su un programma condiviso senza se e senza ma. Corteggia centro e Udc. Poi scende sul terreno delle questioni risolte e irrisolte: Piaggio, Maersk, Università, Ferrania, carbone, rifiuti. La Margonara: «Si deve fare». La Regione? «La politica ha già detto il suo sì, Regione compresa».
Ha chiuso il primo giro di consultazioni per le Provinciali. L'esito?
Le Primarie sono state un punto di svolta. Hanno cambiato il clima politico e ci hanno convinto che le Provinciali si possono vincere. Ci hanno consentito di mettere in campo un candidato forte, autorevole, legittimato da un voto largo, come Michele Boffa. Stride con il fatto che il Pdl ha scelto i propri candidati in casa Scandroglio.
Oltre a Boffa, quali i nomi?
È prematuro: il lavoro che ci aspetta è costruire il nuovo centrosinistra. I nomi non potranno che arrivare dopo, in base alla coalizione che si farà.
Sottolinea con forza "nuovo centrosinistra". Cosa significa?
Abbiamo avviato una serie di incontri per costruire un'alleanza nuova: senza pregiudiziali nè a sinistra nè al centro. La pregiudiziale sarà il programma: sarà quello a determinare i confini della coalizione. Abbiamo incontrato Prc, PdCi, Sd, Verdi, Socialisti, IdV, Udc, Rosa Bianca e Udeur.
Un patto forte col centro?
Il modello cui guardiamo è quello costruito a Trento, ovvero il dialogo tra centro e Pd. Ma sul candidato c'è un diffuso giudizio positivo, la possibilità di dialogo credo ci sia con tutti. Certo non abbiamo più intenzione di fare una coalizione omnibus. Sarà una coalizione con un programma chiaro e condiviso. Senza se e senza ma.
Negli ultimi anni, questioni importanti erano rimaste fuori dal patto elettorale.
Appunto. Stiamo completando una serie di incontri e seminari con amministratori, esponenti delle organizzazioni sociali, stakeholders. A metà febbraio faremo il secondo ciclo di incontri presentando ai possibili alleati le nostre coordinate. È chiaro che questa volta le questioni strategiche non resteranno fuori dal programma.
C'è chi immagina intese solo al secondo turno con la sinistra radicale. È così?
Come per tutti gli altri, dipenderà da quanto condivideremo il programma.
Ci sono questioni sulle quali sembra incidere la corsa per Provinciali e Regionali: Margonara.
Il progetto è un'occasione di crescita per la città, sarebbe un errore lasciarlo cadere. Dico di più: il porto alla Margonara è un obiettivo strategico per questo comprensorio, non a caso è ricompreso in tutti gli strumenti pianificatori degli ultimi dieci anni. È una scommessa sull'intero porto di Savona: far coesistere funzioni commerciali, turistiche e cantieristiche.
La Regione è attendista.
Burlando ha indicato un terreno di confronto sul piano tecnico, il che è corretto perché il sì della politica è già acquisito ed è arrivato da tutti gli enti, compresa la Regione che ha approvato il porto sia nel Piano della Costa sia nel Piano regolatore portuale.
Ma si farà o no?
La commissione di Via ha sollevato un problema sullo scoglio della Madonnetta. Credo ci siano tutte le possibilità di trovare un intesa.
La Via dice che lo scoglio deve restare fuori dal bacino portuale.
E sbaglia. Le indicazioni del Ministero dell'ambiente non sono queste. E non è possibile far arretrare il porto, come dice qualcuno, perché ciò collide con un altro progetto, quello della cantieristica a Miramare.
Altro punto scottante: l'ampliamento a carbone della centrale.
Confermiamo la posizione di netta contrarietà, che è quella degli enti locali e della Regione. L'unica strada è investire sulle fonti rinnovabili e intervenire sui gruppi a carbone esistenti per ridurre le emissioni e aumentare il rendimento a parità di potenza.
Il ministro pare di avviso diverso.
È incredibile come l'unica ricetta di Scajola per questo territorio sia il carbone. La crisi energetica si affronta con un piano di investimenti che metta al centro l'innovazione e la ricerca intorno al Polo di Legino.
L'Università e Legino sono lo snodo del prossimo Puc.
Condividiamo lo sforzo di Comune e Spes per realizzare a Legino una cittadella dell'innovazione e dello sport. L'Universitàè uno dei cardini per il futuro della città. Ricerca sull'energia e sull'aeronautica sono due punti di eccellenza e di connessione con il tessuto produttivo. E bisogna proseguire sulla strada del legame con Erzelli.
Ancora tasti dolenti: Ferrania.
Due dei tre accordi di programma strategici, trasferimento Piaggio e piattaforma, sono già stati deliberati in conferenza dei servizi. Continua ad allarmarci la situazione di Ferrania e la disattenzione del ministero. Il tavolo è stato convocato in ritardo.
La sua ricetta?Occorre un progetto industriale forte che rilanci o sostituisca adeguatamente il progetto di laminatoio. Garantire la sicurezza per i 450 lavoratori sino al 2014. Accellerare i tempi sulla piattaforma tecnologica e biomasse.
I rifiuti. Un grande business che la politica non ha pianificato.
È stata la nostra ultima battaglia. La cosa più urgente, ora, è realizzare la piattaforma di trasferimento per i Comuni del Ponente. Resta da completare il Piano dei rifiuti, se possibile in questa fase, altrimenti con la prossima amministrazione provinciale.
Ma Passeggi è stata affondata.
Per noi rimane l'idea che il Piano si basi su due siti di smaltimento: uno è quello che c'è già, al Boscaccio, l'altro a regia pubblica. Ma non ho ancora capito qual è il modello del PdL: ha detto no all'inceneritore con Pesce, no alla differenziata con Filippi, ha ostacolato a corpo morto la ricerca di una discarica a Ponente, oggi è contro Passeggi. Deve scegliere: o di lotta o di governo.