TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni Binari a monte: c’è la “Cossi costruzioni”,
fu protagonista e vittima ad Albenga <Quella
tangentopoli senza tangenti dove la
politica muore> Storia della grande retata del 1996.
Personaggi delle cooperative e… assolti
E ancora nei titolo: <La vicenda della Cossi costruzioni prima stoppata e poi assolta per l’Antimafia>. (vedi…). Qualche
reazione? Ufficialmente nessuna. Nulla di male. Il nostro
compito è di informare i cittadini raccontando i fatti. Lo stupore
semmai nasce quando abbiamo chiesto ad alcuni albenganesi se
ricordassero qualche strascico ingauno della “Cossi
costruzioni”. Se, a loro avviso, c’era qualche
politico-pubblico amministratore di ieri e di oggi, capace di
spiegare cosa fosse accaduto. Perché! Un commento a menta
fredda, a distanza di anni. Stiamo
ancora attendendo che i “personaggi” contattati, informati della
richiesta, si facciano vivi. Di cosa hanno paura? Cosa devono
temere? E’ silenzio di opportunità o di “omertà diffusa”? Di
paura del potere, di chi comanda e può danneggiarti? Dalla
richiesta di rinvio a giudizio in data 24 giugno 1997 (La
“grande retata” ad Albenga è del 9 luglio 1996) si legge al
capo d’accusa n. 41: <…Cossi Renato e Piero Maria
Bottinelli….con artefizi e raggiri….nei lavori di prolungamento
di viale Olimpia nell’alveo del fiume Centa….nei lavori di
costruzione degli argini e della strada di …>. Ma si
legge anche che Cossi e l’allora socio in associazione di
impresa temporanea Bruno Damonte…erano parte lesa di una
concussione…<indotti a promettere a Silvano Parodi,
l’uomo delle cooperative rosse, un miliardo e 600 milioni per
una surrettizia provvigione per l’affidamento pilotato dei
lavori stradali tra Albenga e Villanova…>. Reato (tentata
concussione) che per il Pm firmatario, Alberto Landolfi,
vedeva coinvolto anche il sindaco in carica Angelo Viveri…. E’ utile e doveroso ricordare che quella maxi- retata (fin troppo spettacolare) si concluse con tortuosissimi processi a spezzatino. Tutti o quasi gli imputati (47) furono prosciolti al termine dell’iter giudiziario. In alcuni casi scattò la prescrizione. Non resse, insomma, il teorema accusatorio principale, il resto finì per sgretolarsi. Rimangono
nella storia gli atti e le dichiarazioni. I risultati di quella
microspia nascosta nell’ufficio di Angioletto Viveri,
tutti quei nomi tirati in ballo a torto o a ragione, compreso
l’allora ministro Claudio Burlando che chiese ed ottenne
di essere interrogato, come teste, da Landolfi a Roma.
Tra i nomi anche quello di un altro ministro, Antonio Di
Pietro, seppure per circostanze diverse rispetto ad altri. Lo
scenario può essere paragonato ai tempi dell’emergenza “morale”
di cui si parla con insistenza in questi mesi. Con titoli di
giornale (vedi la prima pagina de Il Sole 24 Ore di sabato 24
gennaio, dal titolo “Quella tangentopoli senza tangenti
dove la politica muore”. Alcuni
personaggi inquisiti ed assolti per lo storico “scandalo” di
Albenga furono inquisiti ed assolti per lo “scandalo del
depuratore” di Savona. Leggi, la lettera scritta dal dottor
Luciano Locci, socialista della prima ora e all’epoca
commissario straordinario dell’Usl savonese. Per la
cronaca abbiamo scritto che la “Cossi costruzione”
(da poco acquisita da un colosso nazionale) è impegnata,
in associazione di impresa, nel raddoppio della linea
ferroviaria . Molti personaggi di ieri. A volte ritornano. La
lezione è servita? Non a tutti.
<La politica è morta. Quella singolare materia che le è
sopravvissuta serve solo come sponda per gli affari>. La storia
savonese, imperiese? Forse, a scrutare bene l’orizzonte, a
mettere insime i puzzle. Per ora a fare questa dichiarazione è
un magistrato che
lavoro alla scandalo Global Service di Napoli di cui sono
piene le pagine dei giornali. Proprio come accadeva ai tempi del
ciclone Teardo, del ciclone-flop nella terra ingauna. Ai
cicloni dello “scandalo-flop” del Casinò Municipale di
Sanremo. Ai tanti che le cronache dimenticano, ai troppi che
non sono neppure scoppiati. Sono rimasti sotto la cenere. |