TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni Le belle notizie che non fanno notizia/Guida del
mangiar bene e spendere meglio
Undici
campioni al ristorante:
il low
cost di qualità in Liguria
Una
prestigiosa guida ha selezionato anche tre ristoranti savonesi e un
imperiese
E’ stata
diffusa, con Il Sole-24 Ore, quotidiano della
Confindustria, una nuova guida dal titolo “Ristoranti-
dove mangiare bene con meno di 30 euro”. Una diffusione
nazionale che è andata a ruba in poche ore, nelle edicole italiane.
Oltre 200 mila copie e soprattutto, riservate ad un lettore
particolare: quanti operano nel mondo delle imprese, della finanza,
delle professioni, delle banche. Un “cliente” da ristorante che
tutti vorrebbero avere perché ha un tenore di vita superiore alla
media nazionale. E’ spesso fuori casa per lavoro. Ha in famiglia
maggiori disponibilità di spesa e solitamente un livello culturale
medio-alto. Un ottimo passa-parola. Essere stati
inseriti nella “guida low cost della qualità” può
essere motivo di orgoglio, una nota decisamente positiva da
iscrivere nell’albo degli onori degli operatori liguri che hanno
saputo conquistare professionalità e fiducia sul campo. Anni di
impegno, serietà, correttezza. Magari senza avere quel primato di
annunci promozionali che spesso non premia i più meritevoli, ma gli
amici degli amici. Le conoscenze. Le pagine dei giornali e delle
televisioni sono fedele testimonianza dell’andazzo. Chi sono e come sono stati scelti gli undici “campioni” (in Liguria ristoranti e pizzerie sono 4.289, stando alle ultime statistiche, di cui 996 in provincia di Savona e 784 in provincia di Imperia)? Il lavoro di ricerca e selezione è di Davide Paolini, romagnolo, di mestiere il comunicatore. Collabora da oltre 20 anni alle pagine domenicali de Il Sole 24 Ore, con la rubrica “A me piace”. Conduce inoltre un programma settimanale su Radio 24 (tra le più ascoltate in Italia), Il Gastronauta, con un “audience” elevato e soprattutto di “qualità”, di esperti operatori. Paolini, ha firmato numerose guide su vini, olii ed ovviamente ristoranti. Ha scritto diversi libri tradotti in più lingue. Per la Garzanti, per Sperling & Kupfer .Lo scorso anno
è stato un successo la “Guida ai ristoranti de Il Sole 24 Ore
(euro 19,50) e l’obiettivo era la “fascia alta della
ristorazione”. Per la Liguria erano citati, con caratteristiche e tutto quanto è utile sapere: Ippogrifo (Genova), Cà de Peo ( Leivi-Genova), Baia Benjamin (Ventimiglia), Balzi Rossi (Ventimiglia), Locanda delle Tamerici (Ameglia), Parecchi Locanda dell’Angelo (Ameglia), Pescarino “Sapori di Terra e di Mare” (Montemarcello-La Spezia), Locanda della Marchesa (Ortonovo), Rosmarino e Bistro-La Meridiana (Garlenda), Lilliput (Noli), Doc (Borgio Verezzi), Muraglia Conchiglia d’Oro (Varigotti). Nel 2009 la
scelta è caduta su un selezionatissimo numero di ristoranti dove si
può pranzare e cenare nel limite dei 30 euro (vini esclusi),
ma tenendo soprattutto conto del rapporto qualità-prezzo, il vero
“pezzo forte” della clientela più attenta, più preparata, più
“colta” nella complessa materia della gastronomia a tavola. La
provincia di Savona può fregiarsi di tre ristoranti, tutti già
noti, ma non abbastanza dal sapere che hanno meritato di essere
inseriti in una guida a livello nazionale. Con un’alta diffusione
rispetto a tutte le altre “guide”, il costo in edicola 4,90 euro.
Una guida-manuale, dove, forse è il caso di ribadirlo, non si paga,
non si devono acquistare copie, né vengono proposti altri generi di
promozioni.
In ordine
alfabetico:
Gin (Castelbianco).
Questa la descrizione: <Ricche di innovazione sono le proposte che
troverete da Gin, un locale in cui tradizione e creatività
danno vita allo sformato di zucchine trombette su crema di maschera
d’alpeggio, al risotto alla gallina e liquirizia, alle troffie al
pecorino, menta di campo e zucchine trombette. Tra i secondi spicca
il medaglione di fassone con crema dolce di gongorzola e rucola. Si
termina con un parfait di Gran Marnier ed arance conquat in
caramello e fiori di zucca ripieni di ricotta e frutta secca con
gelato al pistacchio. Il locale è aperto solo la sera, e anche a
pranzo durante le festività>. Nota di colore. Il proprietario è
anche il sindaco del paese ed ha seguito numerosi corsi
professionali come degustatore di vino, olio e non solo. Dunque una
“competenza” che ha un valore aggiunto ai fornelli e a tavola.
Alla Vecchia
Maniera ( Finale Ligure, via Roma).
Questa
la descrizione¨<Nel centro storico di Finale Ligure, Chiara
Vallarono è autrice di una cucina a base di piatti realizzati
alla “vecchia maniera”, ovvero con ingredienti stagionali e
genuinità. Si serve la farinata, che potrebbe costituire
l’antipasto, insieme alle numerose proposte indicate sulla
lavagnetta: d’inverno buridda di stoccafisso e baccalà con le
patate, mentre in primavera zuppe di pesce, fritti misti, pesce al
cartoccio e acciughe fritte. Durante tutto l’anno fogli al pesto>.
Il Portico
(Orco Feglino):
Questa la
descrizione con prezzo ancora più conveniente, 25 euro: <Sette
antipasti, due primi e due secondi costituiscono insieme al dolce,
caffè e vino della casa, le proposte del menù che cambia
stagionalmente. Da assaggiare le focaccine del portico, conosciute
come “figafin”, ovvero frittelle di pane e patate; la sfogliatine ai
funghi, la pourpier-insalatina francese con scaglie di grana e
nocciole; gli gnocchetti di basilico alla provenzale; i taglierini
ai profumi del sottobosco, il vitello ai funghi porcini, le lumache
alla ligure. Durante l’inverno sono serviti invece cinghiale,
selvaggina e brasato>.
In
provincia di Imperia,
uno solo-
Germinal
(Taggia, via Gastaldi).
Questa la descrizione: <Enrica Borelli e Roberta Ciribilli
sono le anime di questo locale, informale ma curato. Troverete
piatti ispirati al territorio, realizzati con materie prime di
ottima qualità. Selezionate in base alla stagione, all’offerta del
mercato locale e dell’orto di casa. Si può dare inizio al tour con
polpo con fiori di zucca marinati e pomodori secchi, sformatine di
verza in salsa di baccalà, bagnun di acciughe, vellutata di fave con
triglie, stoccafisso accomodato. Serate musicali, di teatro e
poesia>. In Provincia di Genova indichiamo solo i nomi: Trattoria Balestro (Isola del Cantone), Osteria dell’Acqua Santa (Mele), La Campana di Angiò (Moneglia). In Provincia di La Spezia: Antica Hostaria Secondini (loc. Sarbia, La Spezia), Locanda della Marchesa (Ortonovo). Per comodità dei liguri che frequentano il cuneese aggiungiamo i quattro ristoranti consigliati della Provincia di Cuneo: Marsupio (Briglia), Italia (Ceva), La Rosa Rossa (Cherasco), Osteria dell’Unione (Treiso). Scrive nella
prefazione del libro(202 pagine)
Davide Paolini: <…Lo
stop non è arrivato dalla crisi finanziaria mondiale, dai crack, ma
già da tempo molti ristoratori avevano capito che era chiuso il
periodo delle vacche grasse…certo restono tuttora i locali con menù
degustazione da 150-180
euro, ma stanno crescendo chi ha scelto una politica diversa…pochi
piatti per concentrare gli acquisti di materie prime e non fare
sprechi o resti….Soprattutto locali famigliari in grado di offrire
pasti low cost
perché privi di grandi costi nel personale di cucina e di
sala…Locali dove si privilegia la sostanza e l’offerta nel piatto
anziché l’apparenza, l’eleganza, il servizio…la qualità può essere,
per alcune ricette,
addirittura superiore a certi locali di grido…>. Infine
Paolini conclude: <La ricerca per
combinare qualità con il prezzo non è cosi facile ed immediata, ma
in giro per l’Italia il campione positivo è presente. Locali,
infine, dove l’incomprensibile balzello chiamato “pane e
coperto” è stato messo
doverosamente in soffitta>. L.Cor.
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