TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

Il male e il bene di una vicenda

che ha protagonista anche un avvocato

Savona – Il 18 dicembre “Uomini Liberi” ha messo in rete la notizia dal titolo “Notizie irriverenti da “Uomini Liberi”: Silenzio per favore, l’avvocatessa si discolpi”. Una notizia di cronaca (vedi…), con le cautele possibili e l’auspicio che tutto possa essere chiarito. Il giorno dopo abbiamo ospitato la lettera-commento dell’avvocato Mauro Cerulli (vedi…). Il legale savonese, di sua iniziativa, peraltro non smentito, attribuiva l’articolo, sull’avvocatessa inquisita, a Luciano Corrado che da due anni collabora, all’insegna del volontariato come tutte le altre coraggiose firme, a Uomini Liberi e Trucioli Savonesi.

Seconda parte. Alla “posta” di Uomini Liberi è pervenuta, il 23 dicembre, la lettera che abbiamo integralmente pubblicato (senza replica) di Enrica Bellenda, avvocato del Foro di Savona. Lettera indirizzata anche alle redazioni di Savona de La Stampa e Il Secolo XIX che nulla avevano scritto sul caso.

Un chiarimento, non richiesto, ma forse doveroso, nonostante il nome di Bellenda non fosse fino a quel momento di pubblico dominio. Né erano stati pubblicati molti particolari dell’inchiesta. 

Terza parte. L’avvocatessa Bellenda esordisce mettendo in risalto che gli <avvocati del foro di Savona hanno ricevuto, sulle loro caselle di posta elettronica, una comunicazione firmata da un anonimo estensore e, una ripresa del pezzo da parte dell’avvocato Mauro Cerulli…>.  Chi non ha letto gli articoli precedenti, dal testo dell’avvocato Bellenda trae confusione, può farsi l’idea che la professionista sia rimasta vittima di un “fantasma”, senza volto e senza nome. Vittima di una macchinazione oscura, di carbonari. Al lettore dobbiamo perciò un chiarimento. Non abbiamo neppure zone grigie da proteggere. Cerchiamo di essere al servizio di chi vuole conoscere i fatti senza censure o autocensure. Nel rispetto dei diritti e dei doveri dell’informazione. Spieghiamoci meglio.

1)    Uomini Liberi, al pari di tanti giornali e blog, pubblicati in Italia, non firma e non è obbligato a firmare tutte le notizie. Il motivo? Non certo per vigliaccheria, semmai in qualche caso a tutela di chi scrive e della fonte, a volte tra qualche rischio personale. Stendiamo un velo pietoso…

L’avvocato Cerulli ha ritenuto di attribuire il pezzo, scrivendo nome e cognome. Non ci interessa sapere la ragione. Sta di fatto che Uomini Liberi non è un sito “fantasma”. Il suo fondatore, Antonio Signorile, non si deve nascondere. Non è portatore di interessi o élite inconfessabili, consorterie, da spazio a tutte le voci purchè rispettino la legalità democratica e non siano palesemente diffamatorie. Uomini Liberi è citato, con i nomi dei più affezionati collaboratori, nel libro “Il partito del cemento”.  L’ex senatore Aldo Pastore ha preso ha prestito il nome di Trucioli Savonesi per un libro di successo e di denuncia. Presentato nel Palazzo della Provincia tra un folto pubblico.

Siamo stati citati di recente dalle pagine nazionali de La Stampa, con un servizio di Ferruccio Sansa. E’ stato citato, a esempio di “libertà”, di battaglie e di volontariato giornalistico, dal periodico diocesano Il Letimbro. In passato anche da Il Secolo XIX. Ognuno fa la parte che ritiene più giusta.

Antonio Signorile che non è “iscritto” alla “nomenclatura”, non intende esporre più di tanto chi scrive spesso di vicende taciute (e nascoste?) da più potenti, autorevoli e “protetti” mezzi di comunicazione. Continuerà a farlo nonostante gli avvertimenti, i tentativi malcelati di delegittimazione. Sapendo che chi scrive sui due blog non riceverà medaglie, assessorati, prebende di enti, presidenze, incarichi professionali o sindacali, consulenze, magari ben retribuite. Non ha favori da elargire.

Anzi, può accadere di trovarsi convocati, dall’oggi al domani, magari proprio da un avvocato. Non uno qualunque. Non il “ragazzino” di primo pelo. Solo per aver “osato” scrivere senza riverenze di un “intoccabile”, uno dei potenti di turno riverito. Con inviti e consigli “amichevoli”, carenti persino di buon gusto.

2)    Uomini Liberi”, ribadiamo, dando notizia dell’avvocato sotto inchiesta, non ha mandato “comunicazioni” anonime agli avvocati del foro di Savona. Semmai ha pubblicato senza firma una notizia, contestualmente ad un’altra di sapore politico, dal titolo: “L’incontro “segreto” tra Nan e l’ex rivale Balestra: Qui si fa la pace o si muore, dal ridere”. E che ha fatto arrabbiare qualcuno!

Due articoli messi in rete ed inviati insieme ai destinatari dell’archivio di lettori dei due blog, come sempre accade quando i contenuti sono considerati delle “chicche-esclusive”. Non solo, non è la prima volta che gli avvocati savonesi ricevono Trucioli Savonesi e Uomini Liberi. Infatti da due mesi ai professionisti del foro inviamo, a scopo “promozionale”, come ad altre categorie di cittadini, o attività ricettive e commerciali della nostra provincia, dell’imperiese e di Genova, i due blog. Accade la stessa cosa per numerosi enti pubblici. Un’iniziativa senza scopi di lucro. Non da oggi. Contando solo sulle nostre piccole forze.

3)    Uomini Liberi e Trucioli Savonesi hanno inizialmente omesso il nome dell’avvocato Bellenda soltanto perché le informazioni indicavano l’esistenza di altri possibili indagati nell’inchiesta. A noi sconosciuti. Non volevamo fare figli e figliastri. Non sarebbe stato corretto mettere “in piazza” solo uno dei protagonisti.

4)    Dopo la nostra pubblicazione,  l’avvocato Bellenda ha ritenuto di informare ufficialmente anche a Il Secolo XIX e La Stampa, edizione di Savona. Ha dato “facoltà” ai due più diffusi quotidiani della provincia, di rendere nota una notizia che avevano taciuto. Non conosciamo la ragione, possiamo solo immaginarla.

5)    Uomini Liberi, Trucioli Savonesi, pur nei limiti di blog gestiti all’insegna del volontariato, orfani del potere e dei potentati,  sono fieri di esercitare una libera informazione giornalistica – condivisibile o meno, criticabile o meno- , ma che fino ad oggi non ha ricevuto condanne in sede penale o civile. Due piccole controversie - peraltro  squisitamente di stampo partitico - si sono risolte senza processi e senza transazioni extragiudiziali, ma col buon senso delle parti. Chi è in buona fede sa che Antonio Signorile non tira volate a nessuno. Non sponsorizza fazioni o gruppi. Gli amici che scrivono e collaborano sono consapevoli, orgogliosi di essere liberi di scrivere, informare, criticare, magari sbagliare.

6)    L’avvocato Bellenda, come abbiamo fedelmente riportato senza replica, ha ritenuto di tacere che la notizia, fonte del suo intervento chiarificatore, con la “sua verità”, come ha titolato La Stampa, proveniva da “Uomini Liberi”, prima e Trucioli Savonesi, poi. Due blog con quattro anni di vita.

7)    L’avvocato Enrica Bellenda  è tra le professioniste più affermate di quello che è  considerato ormai il maggiore studio legale della provincia di Savona, con sedi anche a Genova e a Milano. E’ la moglie del capo redattore de Il Secolo XIX- edizione di Savona, Roberto Sangalli. Il papà, Franco Bellenda, è stato per molti anni un apprezzato personaggio pubblico. Da esponente Dc ha retto, in particolare, un grande ospedale, il Santa Corona, ereditando una fase travagliata della sua storia. E’ stato presidente di Arte (già Istituto autonomo Case popolari della provincia di Savona), ereditando la gestione di un ente che era stato definito ai tempi del processo Teardo, <l’ente pubblico più corrotto dell’intera provincia di Savona>. E’ scritto in una sentenza passata in giudicato anni or sono.

Franco Bellenda ha lasciato la presidenza di Arte per fine mandato, in concomitanza con la “vicenda delle quattro torri di Albenga”, culminata in decine di infiammati articoli di giornale e col processo per diffamazione ed assoluzione piena, in tribunale, di Antonio Ricci e Mediaset, a seguito di servizi giornalistici di “Striscia la notizia” e dichiarazioni pubbliche, per quello che veniva definito <un nuovo scempio edilizio, un insulto alla storia di Albenga>. Paragonato perfino, come paradosso, ad un “Mangia Mangia”.

Dal giugno scorso Franco Bellenda fa parte del rinnovato consiglio direttivo del “Circolo della Libertà” della Volbormida.

Tutto questo a completezza di informazione, un chiarimento dovuto ai lettori e a chi leggendo su La Stampa e Il Secolo XIX la lettera di Bellenda può essere indotto a pensare che in questa provincia, ormai risparmiata da anni dalla corruzione e dal malaffare che tanto impensieriscono gli amici di Di Pietro e pochi altri, si muovano fantasmi che <spediscono alle caselle di posta elettronica degli avvocati savonesi comunicazioni firmate da un anonimo>. L’anonimo non è anonimo, scusate il bisticcio di parole, anche perché davanti ad ogni articolo sono indicati www.uominiliberi.eu, politica savonese oline, oppure www.truciolisavonesi.it, con tanto di telefono cellulare per comunicare. E in compagnia dell’indicazione di link di altri blog liguri che ci fanno sentire meno soli.

La redazione