11 Dicembre 2008 LA STAMPA
VERTICE IERI IN PREFETTURA
«ACCORDO ENTRO IL 15 GENNAIO O NIENTE
RICAPITALIZZAZIONE»
Ferrania, ultimatum del
gruppo Messina
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Di fronte alle
perplessità di sindacati, istituzioni e dello stesso
ministero, la Ferrania rilancia: o ci sarà accordo sul
piano industriale entro il prossimo 15 gennaio o
l’azionista potrà decidere, questa volta, di non
ricapitalizzare. La minaccia è stata ribadita, ieri, in
prefettura, presenti il direttore della segreteria
Tecnica del ministro dello Sviluppo Claudio Scajola,
Bilotti, i sindacati, l’azienda, la Regione,l’Unione
Industriali, il sindaco di Cairo, Briano e l’azienda.
Un vertice inizialmente incentrato sugli aiuti alle
piccole e medie imprese, ma che poi si è allargato alla
questione più generale del piano industriale presentato
da Messina e giudicato non idoneo a soddisfare le
esigenze occupazionali garantite dall’accordo di
programma. Dice Fulvio Berruti, della Cgil: «C’è un
piano d’impresa importante, che prevede 100 milioni di
euro di investimenti e 280 posti di lavoro, ma non
sufficiente a risolvere il problema occupazionale, con
un gap di 180 posti di lavoro. L’auspicio, ribadito
anche dallo stesso Bilotti, è che ci possa essere
un’integrazione al piano, o anticipando la terza fase
del fotovoltaico (che dovrebbe passare da 200 a 380
occupati), o verificando un percorso che attraverso gli
incentivi alle piccole e medie imprese porti nel sito
nuovi investitori, dal ministero si parla di
imprenditori provenienti da Piemonte e Lombardia».
Insomma, come ribadisce anche Pino Congiu, della Uil,
«quello di ieri è stato un tavolo tecnico che ha
palesato i problemi contingenti rimarcando la necessità
di un vertice a livello ministeriale».
Nessun commento, invece, sul dictat dell’azienda,
giudicato «una semplice provocazione».
L’Unione
Industriali
Pasquale: «Una base
concreta
per l’occupazione e l’economia»
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«Un incontro positivo per la
concretezza con cui i dirigenti del ministero
dello Sviluppo hanno saputo individuare un
percorso che offre possibilità occupazionali ed
economiche per la Valbormida». Così il direttore
dell’Unione industriali Luciano Pasquale valuta
la riunione che si è svolta ieri in prefettura
per esaminare il Piano industriale presentato
dal gruppo Messina: «E’ vero che il laminatoio è
in stand by per la crisi internazionale ma il
resto è valido - sostiene Pasquale -. Il
fotovoltaico, la centrale a biomasse e lo
sviluppo di alcuni rami di attività tradizionale
sono una base solida da cui partire. I 110
milioni di investimenti messi in campo da
Messina sono un’opportunità da cogliere al volo
e spero che il Comune di Cairo e la Regione si
pronuncino al più presto. Non credo che esistano
tanti altri imprenditori che in questo momento
sono disposti a investire. E’ una base di
partenza su cui si potrà lavorare per creare
nuovi insediamenti produttivi». |
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