«Provincia, si cambia»
oggi pd al voto per decidere chi sfiderà il pdl
Scajola annuncia: il candidato sarà scelto in primavera e senza imposizioni dall'alto
IL SECOLOXIX
Varazze. Nel giorno in cui il Pd savonese celebra le primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Provincia, il ministro Claudio Scajola lancia la strategia del PdL per la conquista di Palazzo Nervi e della Regione: lo ha fatto ieri pomeriggio a Varazze, agli Stati generali del PdL ligure, prendendo visibilmente in contropiede tutto il suo stato maggiore. «Le primarie? Quelle di Veltroni sono state primarie finte - ha scandito - Ma i candidati non vanno neppure scelti in tre, nel chiuso di una stanza». Poi ha aggiunto, rispondendo indirettamente alle critiche di chi ha accusato il centrodestra di decisioni verticistiche: «Non c'è l'investitura con la bacchetta magica». A decidere il nome saranno gli Stati generali del partito nascente, riconvocati allo scopo nella prossima primavera. Con quali modalità? Il ministro non lo dice: «Vedremo», si limita a commentare. I tempi? «Nei primi mesi dell'anno». Marzo potrebbe essere già tardi per Savona, lo stato maggiore trema: febbraio è l'ipotesi più plausibile, la scelta slitterebbe così di circa un mese e mezzo rispetto a quanto sinora previsto: «La fibrillazione è già altissima - si lascia scappare qualche colonnello - se si va troppo per le lunghe qualcuno si scanna».
Insomma: oggi il Pd sceglie il candidato Presidente tra Paolo Apicella, Michele Boffa, Ferdinando Molteni, Pierluigi Pesce, Giovanni Ragazzini e Remo Zunino (58 seggi aperti in provincia, si vota dalle 9 alle 19, con l'incognita neve), il PdL allunga invece i tempi della sua scelta. La strategia è chiara: in gergo calcistico, è l'atteggiamento della squadra che, una volta in vantaggio, "chiama" l'avversario in attacco per provare a colpirlo con le ripartenze. Il PdL si sente forte del bottino di voti di vantaggio totalizzato alle scorse Politiche (16 mila voti) e quindi preferisce attendere tutte le mosse del centrosinistra, prima di fare le proprie. Non sente il bisogno di attaccare, insomma, ma preferisce studiare le mosse dell'avversario e difendere, per provare a trafiggere in contropiede. In ballo ci sono i candidati, ma anche e soprattutto le scelte di coalizione. Non a caso Scajola traccia un parallelo con il governo Prodi: «A Savona ci sono buone probabilità di vincere. È una realtà di sinistra, la sinistra estrema ha creato ingovernabilità».
Detto questo, il ministro non si è lasciato scappare neppure una parola sul possibile candidato del PdL. Ha lodato il coordinatore provinciale Angelo Vaccarezza per l'impeccabile organizzazione dell'evento all'hotel El Chico ai Piani d'Invrea, ma non è andato oltre. Forza Italia, com'è noto, ha presentato al tavolo degli alleati una rosa di otto nomi: Federico Delfino, Angelo Vaccarezza, Carlo Cipollina, Ileana Romagnoli, Livio Bracco, Marco Melgrati, Pietro Oliva e Matteo Marcenaro. A questi si aggiungeranno i candidati "di bandiera" di An (il consigliere regionale Angelo Barbero e l'assessore finalese Nicola Viassolo) e della Lega Nord (sicuramente l'ex sindaco alassino Roberto Avogadro). Il ministro e il suo entourage starebbero però continuando anche altri sondaggi: si è parlato di Francesco Ruffino, figlio del senatore Giancarlo, che avrebbe però già declinato l'offerta. La corsa, al momento, sembra ristretta a Federico Delfino e Angelo Vaccarezza, anche se la carta a sorpresa Ruffino dimostra che la mano non è ancora servita o, se lo è, è tenuta copertissima. Tanto più ora che i tempi si allungano. Scajola e il PdL sembrano volersi prendere tutto il tempo necessario per decidere, il più possibile a ridosso delle elezioni, quale sia il profilo più adatto in quel preciso momento: «Anche Totti se non è in forma, non gioca». Molto dipenderà delle vicende politiche savonesi dei prossimi mesi, ma anche da quelle nazionali. L'election day - Scajola l'ha detto con chiarezza - trasformerà le votazioni in un primo esame sul gradimento del governo. Inoltre, è impossibile prevedere oggi gli effetti politici della crisi economica: «C'è un effetto psicologico - ha detto il ministro - La crisi è difficile, ma non c'è motivo per ridurre i consumi. Oggi l'inflazione è in calo e alcuni generi importanti, come la benzina, sono diminuiti di prezzo. Dunque, a parità di stipendio, c'è maggiore potere d'acquisto. Se crollano i consumi, invece, crolla il Paese».
Scajola, con i giornalisti, ha poi commentato la questione controversa dell'ampliamento della centrale Tirreno Power con un nuovo gruppo a carbone. Ieri a Vado si è manifestato contro l'ok della commissione di "Via" del ministero dell'ambiente. «L'energia è un tema centrale per il governo - ha detto - dobbiamo produrre più energia e difendere l'ambiente. Valuteremo il progetto, vedremo se aumenta la produzione e limita le emissioni. Ma se il progetto di ampliamento fosse compatibile con le leggi e le norme, credo si debba procedere: i cittadini italiani sono stanchi di pagare l'energia il 30% in più rispetto al resto d'Europa».
Antonella Granero
ai lavoratori preferisce le gare di bellezza»
lunardon (pd)
savona. «Il ministro Claudio Scajola viene a Savona e invece di incontrare i lavoratori come sarebbe suo dovere, preferisce il concorso di bellezza che si svolge in questi giorni a Varazze con gli stati generali del Pdl». Lo ha detto Giovanni Lunardon, segretario provinciale Pd di Savona che non risparmia accuse al Governo di fronte alla situazione di crisi che sta investendo la provincia. «Evidentemente - ha detto ancora Lunardon - il ministro agli interessi dei lavoratori e di una azienda strategica come Ferrania preferisce lo stanco rito dell'assemblea varazzina». Lunardon ricorda la grande partecipazione, ieri, al corteo indetto dalla Cgil. «Credo - ha detto - che, soprattutto nei momenti di crisi, occorra essere tutti uniti e che vada ripreso al più presto il dialogo unitario tra le diverse confederazioni sindacali». Lunardon ha poi stigmatizzato il «disinteresse che circonda una grande emergenza come Ferrania: dal Governo solo silenzio. A Savona sino ad ora si sono visti solo i funzionari del ministero».