![]() versione stampabile
mail della
settimana/il
perito edile, troppo perito, che ha girato l’Europa Depuratori, impariamo
da Marsiglia? No, meglio sprecare i
soldi pubblici Nella città francese hanno rimediato gli errori. Tre
condotte fognarie distinte
di
Guido Luccini |
![]() Guido Luccini |
Molti anni or sono
Londra si dotò di un depuratore, su questo esempio e dello stesso
tipo, nella nostra Liguria, ne costruimmo che sappia io, uno a
Genova, uno a Bergeggi, un altro a Savona assorbendo
quello di Bergeggi. Oggi è un unico depuratore comprensoriale da
Varazze a Finale. Pochi sanno che tutte le vecchie Città hanno difficoltà a separare nettamente le acque bianche (piovane) dalle nere (tutte le altre), per cui quando piove i depuratori ricevono molte acque bianche, non previste, riempiendosi fino all’orlo. |
Quando ciò accadeva a Londra, si dovevano aprire le condutture a valle del depuratore, e senza la necessaria filtrazione dei prodotti organici convenientemente impastati con detersivi e quant’altro, si verificava una moria di pesci nel Tamigi. Ora non so cosa abbia
fatto in seguito l’Inghilterra, posso assicurare che Marsiglia,
nel 1972, ha abbandonato questo tipo di depurazione in quanto dopo
un’esperienza decennale si ritrovò con il problema di Londra, stavano
infatti morendo i pesci sul litorale marino. Partendo dal presupposto del francese Lavosier “nulla si crea e nulla si distrugge”, immaginarono che se il risultato di una fossa settica (sostanze organiche più detersivi) non si può usare come concime pena la morte dell’utilizzatore, il risultato di un depuratore come quello di Londra, Genova, Savona (sostanze organiche più detersivi ed altro) non si può impunemente distribuirlo ai pesci pena la loro distruzione. L’ingegnere capo del
Comune di Marsiglia mi condusse a vedere che cosa avevano deciso di
fare. |
![]() Il Depuratore di Savona |
1)
Provvisoriamente
era stato individuato un sito marino abbastanza profondo ove convogliare la
fogna nera senza alcun trattamento preventivo in modo che il prodotto
organico, più leggero e non inquinante veniva digerito dal mare, mentre i
detersivi più pesanti e non trattati si assestavano formando una lastra
abbastanza compatta, sul fondale individuato a 2000 metri di
profondità, provocando un inquinamento molto limitato. |
1)
Nel
frattempo la Città stava costruendo tre tipi di condotte fognarie. La bianca
(acque piovane), la grigia (tutte le acque contenenti detersivo ed altro),
la nera (il prodotto organico con precisa istruzione di lavare la “tazza”
con sapone “logicamente di
Marsiglia”.
2)
Ed il vecchio
depuratore, opportunamente svuotato di tutti gli impianti di macinazione e
filtraggio, stava diventando un semplice contenitore delle acque grigie, ove
i detersivi formando una piastra tenera alla base dello stesso contenitore,
lasciavano le acque cosi decantate inviabili direttamente al mare. Si
evidenzia un problema non facile per lo smaltimento dei detersivi e
l’ingegnere mi accennò a possibilità di compostaggi.
3)
La
nera (solo prodotto organico) sarebbe stata finalmente trattata come nei
secoli precedenti i nostri, trasformandola convenientemente in “letame” Mi sono deciso a
rendere pubbliche queste riflessioni in quanto nessun pubblico
amministratore savonese o del nostro ponente, a mia conoscenza, recepiva le
soluzioni adottate dai
Francesi, adducendo priorità di eminenti decani preposti da anni alla
soluzione dei problemi dell’uomo. Sui giornali,
purtroppo, si continua a leggere il solito cumulo di scempiaggini con
dichiarazioni di pubblici amministratori che fanno uso di parole strane, con
paragoni a mari tropicali ove tutti vanno, pagando,
e non trovando né alghe assassine, né acque che disturbino la loro
vacanza. Credo sia
giunto il momento di dire le cose come stanno veramente. Magari non
interessa a nessuno! Intanto paga pantalone e poi, meglio “mugugnare” che
realizzare. Anche i savonesi, i liguri sono “italiani”? Guido Luccini
|