L’ essere umano è portato a credere più a ciò che vede che a ciò che legge.

L’HO VISTO IN TELEVISIONE, QUINDI E’ VERO.

Era meglio una volta, quando le campagne elettorali erano fatte solo con qualche manifesto e di tanti comizi nelle piazze

Il luogo comune “ Se  l’ha detto la televisione è vero” è sempre più attuale, l’ essere umano è portato a credere più a ciò che vede  che a ciò che legge.

Analizzando le reazioni che si scatenano nella pubblica opinione in seguito a disgrazie, tragedie, massacri, si può dire  che un morto italiano non  vale un morto  straniero, l’assassinio di un amico addolora più di quello di uno sconosciuto; evidentemente c’è una gerarchia anche nel dolore ma è il  fattore mediatico  che più avvicina ai drammi: niente  esiste, e quindi niente ci impressiona, se la televisione lo ignora.

I politici  conoscono bene la potenza della televisione.
Da anni ormai  essa  usa la prassi dell’” agenda setting” ovvero,  la capacità  dei media di stabilire  su cosa concentrare l’attenzione del pubblico, come  spiega  Giuseppe  Granieri, uno dei massimi esperti di comunicazione, nel suo libro “ blog generation".
Questo strumento potentissimo è usato continuamente  dalla Tv,  pensiamo ad esempio a uno degli ultimi scioperi generali ( mi pare quello sull’ abolizione dell’ articolo 18)  venne dato risalto all’ arresto di alcuni brigatisti  e la notizia dello sciopero passò in secondo piano.

Per coprire l’approvazione di leggi antipopolari si punta su una notizia drammatica che emozioni il pubblico e lo distolga  dalle altre notizie.

 

 

Un’ apparizione  televisiva  può spostare milioni di voti e i politici lo sanno; anni fa D’alema , Presidente del Consiglio , partecipò allo show del sabato sera  di Morandi,  Berlusconi, alcuni giorni fa,  decide che Porta a porta  e’ più importante del Parlamento e annuncia la riduzione  delle truppe  italiane In Iraq  nella trasmissione di Vespa.
A proposito di dichiarazioni,  Mario Perniola nel suo libro “ contro la comunicazione”  scrive:  un leader politico  fa una dichiarazione, in  serata  la ritratta, la mattina dopo  afferma che c’è una parte di verità ,  più tardi dice che scherzava  e infine conclude dicendo che è stato male interpretato.
Ogni volta raggiunge  una parte diversa di pubblico.
Un altro esempio della potenza televisiva è il  fatto che  Beppe  Grillo  e molti altri non danno fastidio se fanno spettacoli teatrali o scrivono sui giornali, ma  è molto difficile vederli in TV.  

 La politica  fatta con  sempre  più messaggi  mediatici  ci deve far riflettere:  tutte queste  informazioni ci rendono davvero liberi di scegliere  o, come pensa qualcuno, ” l’information overload”, cioè l’eccesso di informazioni, può portare a una situazione paradossale in cui  si realizza l’equazione: infinito= nulla?

Non  era meglio una volta , quando le campagne elettorali erano fatte solo con  qualche manifesto e  di tanti comizi nelle piazze ( a proposito che fine hanno fatto  questi  comizi)? 

Diego della Vega