Savona è stata, in passato, grazie al “caso Teardo”, il centro della “questione morale”
QUESTIONE MORALE
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Savona è
stata, in passato, grazie al “caso Teardo” il centro della “questione
morale”, ed il fenomeno ha sempre continuato ad interessarci. Abbiamo pensato di riportare alcune affermazioni e alcuni dati, contenuti nell'articolo in questione. La bustarella, va da sé, non ha colore. Ma si è infiltrata nei gangli vitali degli uffici pubblici, preoccupa la sua deriva nella sanità, intacca il mondo dell'economia privata e turba persino le gerarchie ecclesiastiche. E' l'impressione, meglio la “percezione” di manager, dirigenti e cittadini tutti intervistati dalla società di ricerca Gallup, per conto dell'organizzazione internazionale Transparency International (sede a Berlino, con filiale italiana a Milano), che ci dice di anno in anno che non proprio tutto il mondo è paese. E L'Itala, purtroppo, lo è più degli altri. L'incrocio di quest dati è uno strumento formidabile, che non può e non deve essere piegato a letture e logiche politiche. Uno strumento del quale fare un corretto uso e una buona lettura, insomma. Transparency che apparecchia il tavolo con i numeri sulla percezione della corruzione nel mondo, e relativa elaborazione in un indice analitico, sa bene come l'etica, di cui la lotta alla corruzione è certamente un sostanziale capitolo, possa essere una lama affilata: anche in virtù della sua eterna attualità, tanto che l'Onu ha voluto “celebrare” lo scorso 9 Dicembre, la giornata mondiale della corruzione. Il capitolo italiano, guidato da Maria Teresa Brassiolo,
ha recentemente diffuso i numeri del Barometro 2004 della corruzione
percepita. |
Seguono, con una media del 2,4 le utility e le organizzazioni religiose. Ma come sta l'Italia, nel suo complesso? Questo non significa, però, che gli episodi di corruzione siano per forza in crescita nel nostro Paese. Semplicemente, i dati ci ricordano come l'opinione pubblica, che si forma non solo su elementi giuridici ma anche con la lettura di giornali o guardando la TV, percepisca ancora la presenza, importante, del problema. Certo, questo modo di “sentire” della pubblica opinione può anche influire sugli investimenti esteri. Con un danno economico potenzialmente molto rilevante. In compagnia di Spagna e Francia, l'Italia è anche il peggiore in classifica (3,5) per quanto riguarda le bustarelle del settore privato. Di converso,nel nostro Paese, sono percepiti relativamente bene,cioè sotto la media dei paesi dell'Europa Occidentale, le forze di polizia(2,5),le ONG (2,4) e gli organismi religiosi (2,2). L'indice è stato ottenuto da Transparency attraverso
risultati di ricerche ed interviste a esperti nel mondo degli affari, di
enti e istituzioni. In questo modo l'organizzazione ha potuto misurare, per ogni singolo segmento dell'amministrazione pubblica preso in esame, oltre che per il settore privato, la “propensione” a chiedere e ricevere tangenti. Se, considerando tutti i settori, l'incidenza delle tangenti viene stimata dalla Banca Mondiale attorno al 5% del reddito planetario. Per l'Italia, Transparency valuta che l'ammontare delle bustarelle sia di circa settanta miliardi di Euro l'anno (centoquarantamila miliardi delle vecchie Lire: nemmeno Amato con le sue famose Finanziarie!). Se guardiamo alle 15 nazioni dell'Europa Occidentale la nazione che risulta meno permeabile alla bustarella è la Danimarca con l'1,98. Seconda è la Finlandia con 2,10. L'Italia, in questo modo, arriva dodicesima (3,07). Mentre spetta al Portogallo l'ultimo gradino della scala, con una media di 3,16. Il rigorista |