Regione: carbone,parlamentari chiamati a rapporto |
l'ampliamento
dI tirreno power: «decisione illegittima»
Partiti, sindacati, amministratori e ambientalisti
preparano una manifestazione di protesta per il 13 |
IL
SECOLOXIX |
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Savona.
La Regione si appresta a dare battaglia
sull'ampliamento a carbone della centrale
elettrica Tirreno Power. La giunta
presieduta da Claudio Burlando - riunita per
discutere del tema - avrebbe infatti
riscontrato «profili di illeggittimità»
nell'assenso della commissione di "Via"
nazionale al progetto di Tirreno Power. «Su
questa linea ci siamo trovati tutti concordi
- spiega l'assessore regionale all'ambiente
Franco Zunino - e abbiamo affidato agli
uffici legali lo studio della pratica». Per
la fine della settimana, o all'inizio della
prossima, il presidente Burlando convocherà
a Genova i rappresentanti degli enti locali
interessati e i parlamentari savonesi Franco
Orsi, Massimo Zunino e Guido Bonino.
Intanto, associazioni ambientaliste,
istituzioni locali, sindacati e partiti
(riuniti ieri sera a Valleggia) hanno deciso
un pacchetto di iniziative che sfocerà, con
ogni probabilità, in una manifestazione
pubblica di protesta il prossimo 13
dicembre.
Tutto ruota - in attesa della firma sul
decreto da parte del ministro Stefania
Prestigiacomo - sulla esclusione della
Regione dalla votazione finale da parte
della commissione di "Via", a Roma:
«Ribadisco che non siamo stati invitati -
puntualizza l'assessore Zunino anche a
proposito delle voce secondo le quali, in
realtà, la Regione sarebbe stata invitata ma
non avrebbe partecipato - Abbiamo mancato,
questo sì, la terza presentazione del
progetto, reiterato varie volte a causa
della progressiva sostituzione, da parte del
governo, dei membri della commissione di
"Via". Ci sembrava una presenza del tutto
inutile. Ma alla seduta che conta, quella
sulla votazione finale della pratica, non
siamo stati invitati».
Poi Zunino entra nel merito della presunta
illeggittimità: «Sinceramente, eravamo
convinti che la presenza della Regione alla
scelta finale della commissione di "Via"
fosse una prassi consolidata di buon senso e
cortesia istituzionale. In realtà abbiamo
scoperto che le cose non stanno così».
Spiega l'assessore: «In realtà, un decreto
emanato nel 2007 dall'allora ministro
Pecoraro Scanio, prevede l'obbligatorietà
della presenza della Regione durante la
seduta finale». Aggiunge. «Un obbligo che
non è stato ottemperato e che, ad avviso di
tutta la giunta, potrebbe profilarsi come
una palese illeggitimità. Questo a
prescindere dal decreto, che valuteremo
quando arriverà». La Regione vuole infatti
sapere come la commissione di "Via" abbia
superato le obiezioni di merito: «Il
ministro Scajola ha già detto che sul tema
dell'energia è intenzione del governo
avocare a sè le decisioni. Ma allo stato
attuale della normativa questo non è
possibile. Tutta la giunta, presidente
compreso, è molto decisa nell'andare a
fondo, sia sul metodo, sia nel merito».
Conclude Zunino: «La Regione non solo ha
ripreso le avversità dei due Comuni di Vado
e Quiliano e della Provincia, facendole
proprie, ma ha anche sottolineato una serie
di questioni che contrastano con la
pianificazione regionale e, allo stato delle
norme, non possono essere superate: il
progetto contrasta infatti con il Piano
energetico, con il Piano di risanamento
della qualità dell'aria».
Intanto il "Moda" si scaglia contro gli enti
locali e la stessa Regione, accusandoli di
essere «complici nei fatti con Tirreno Power
per l'ampliamento a carbone della centrale
di Vado, mentre a parole ne contestano il
progetto». Secondo Virginio Fadda e Agostino
Torcello, infatti, gli enti locali non
avrebbero accolto, già nel 2007, l'invito
dello stesso Moda a «respingere sin da
subito il progetto basato
sull'Autorizzazione unica ministeriale». Non
avrebbero cioè contestato la procedura
scelta che «li esautora», rendendo il loro
parere solo «consultivo». Attacca il Moda:
«Oggi gli enti locali possono
tranquillamente inscenare la farsa di
strenui oppositori dell'ampliamento a
carbone, ben sapendo che la decisione sarà
presa dal Ministero senza alcuna possibilità
di bloccare il progetto».
An. Gran.
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