Documenti inediti/ 29 anni fa un “prete coraggio” fu costretto ad andarsene

Scripta manent: ha vinto l’antiVangelo

A Loano i veri “fedeli del cemento”

<Sono disgustato, lascio…>. Chi sono i seguaci (farisei?) che vanno a Messa, alle processioni. Sindaco, assessori, architetti, ingegneri, geometri, costruttori e….

   di Luciano Corrado


Loano – Una città deve essere a misura d’uomo, non il luogo per speculare, arricchirsi, distruggere le bellezze naturali. Gli alloggi non devono essere dei ripostigli, chi la abita deve avere gli spazi per muoversi e le stanze necessarie per i figli. Chi scriveva questi giudizi non era un comunista, un prete operaio, un figlio di papà che aveva sposato la rivoluzione. Era un sacerdote, don Alessandro Ranoisio, arrivato a Loano nel 1972, alla parrocchia di San Pio X. Laureato in teologia, era stato vice rettore del Seminario Vescovile di Albenga, un’intelligenza non comune ai tempi degli studi, originario dell’immediato entroterra di Imperia, cresciuto in un’umile, dignitosa, onesta famiglia di campagna.

<Loano – scriveva nel marzo 1979, sul Cupolone, il bollettino parrocchiale che si stampa ancora oggi e viene inviato a tutte le famiglie – da anni coltiva nella più assoluta in indifferenza la forsennata costruzione di seconde case, di piccoli alloggi, senza una programmazione cittadina e senza criteri; l’unico incentivo è il denaro. Il frutto del denaro è la morte dell’uomo. Il cristiano ha la sua linea di condotta che dovrebbe mantenere in ogni campo. E il giudizio morale non è buono. …

Architetti, ingegneri, geometri e costruttori, i responsabili dell’edilizia cittadina…hanno avuto una grande responsabilità non usata in favore dell’uomo e della famiglia e questo non è cristiano…Anche un operaio ha diritto a comperare una casa?  No, perché il costo di un bene cosi prezioso per la famiglia vale quanto guadagna in tutta la sua vita lavorativa. Anche questo è anticristiano. …E a fronte di tutto questo – proseguiva il pastore di anime sul Cupolone – c’è un continuo fiorire di seconde case, a Loano, come in altre località, Borghetto, Pietra Ligure, Boissano…si è pensato soprattutto a incentivare questo mercato…incuranti di chi cerca casa per abitarvi tutto l’anno, incuranti delle giovani coppie che non sono figlie di papà, incuranti degli sfratti, di chi disperatamente cerca un tetto ed un affitto che si possa pagare…in parrocchia ho decine di esempi, di giovani  che hanno varcato la soglie delle 22 agenzie immobiliari di Loano…>.


Don Alessandro Ranoisio

Ci racconta Giuseppe Morchio in un servizio, del 1979, a quattro colonne in cronaca nazionale, su La Stampa di Torino, che le <tre puntate scritte da don Ranoisio in collaborazione con alcuni giovani per il Cupolone hanno suscitato scalpore negli ambienti immobiliari e dei costruttori edili….ed una polemica per le scelte dell’amministrazione  comunale democristiana che ha dato la preferenza alle lottizzazioni private, invece che preoccuparsi anche  dell’edilizia economica popolare; il gruppo comunista ha rivolto un’interpellanza al sindaco Elio Garassini, utilizzando proprio le argomentazioni di don Alessandro>.

Già, don Ranoisio, un “prete rosso”? Niente di più inverosimile. Il sacerdote era cresciuto come tanti seminaristi dell’epoca, tra essi il fratello maggiore di quello che diventerà sindaco un altro sindaco cementiere di Loano, Francesco Cenere,  a quella scuola (rettore don Giacomo Contestabile di Pornassio, vice rettore don Leandro Caviglia che diventerà poi parroco di Ceriale, inviso alle sinistre, tra gli insegnanti pure don Fiorenzo Gerini, per anni amministratore, economo Diocesano)  di rigoroso anticomunismo, antimarxismo.

 Basti pensare che in periodo elettorale, in seminario ad Albenga, si recitava il rosario <affinché il comunismo non prevalga in Italia e nel mondo>. Lo ricorsa anche l’attuale prevosto della principale parrocchia di Loano, don Pino Zunino, pure lui seminarista all’epoca di don Ranoisio e suo prefetto. Altro testimone, oggi loanese emerito, Tarcisio Rossi, avvocato tributarista.

Don Ranoisio era un democristiano destroide, idealista, rigoroso e vero galantuomo. Ricco di ideali  e soprattutto di coerenza di vita pastorale, sacerdotale. Non stravedeva e non lo nascondeva, per quei pubblici amministratori e politici che presenziavano alle feste comandate, alle processioni, alle parate, raccoglievano voti per lo scudo crociato e poi erano il “monumento”, il collante, alle ingiustizie sociali.

Uno schivo prete che all’ottimo giornalista Giuseppe Morchio (compianto albenganese, fedele testimone dei tempi, la cui moglie loanese si è recentemente tolta la vita sotto il treno) dichiarava: <Quello che mi ha seccato di più è stata la strumentalizzazione politica. Anziché rispondermi nel merito delle cose…è vero o non è vero che….Loano è in queste condizioni, ha scelto finora la politica del cemento, mi hanno voluto etichettare….Le mie conclusioni sono esclusivamente ispirate ai principi cristiani, all’insegnamento di papa Giovanni Paolo II…è carità cristiana affittare una casa a chi non ne ha…e a Loano il 9 febbraio, in piena stagione invernale, in tutte le agenzie immobiliari non si offriva un solo appartamento. Solo alloggi ammobiliati e per soli tre mesi, con un canone di 500 mila lire al mese. Ecco perché ho scritto che i responsabili dell’edilizia cittadina, gli amministratori pubblici, hanno una grande responsabilità non usata a favore dell’uomo e delle famiglie, questo non è cristiano>.

Don Alessandro aggiungeva che secondo stime attendibili servivano con urgenza almeno 150 alloggi. Non solo, dava notizie che <una quarantina di aziende commerciali e artigiane debbono a loro volta trasferirsi a causa di sfratti imminenti>.

A Loano da decenni vincono e stravincono alleanze di centro destra. Quei missini duri e puri che di notte attaccavano i manifesti e ai comizi rischiavano di essere pestati, oggi sono un ricordo davvero nostalgico. Perché anche quel gruppo locale, perso i “padri” e con una forte spinta sociale, è finito in pasto al potere, alla sopraffazione del denaro. O comunque non è stato in grado di imporre nulla di quella radicata politica sociale. Calpestando persino il socialismo di alcuni genitori allora impegnati in politica.

Concludeva il parroco: <L’edilizia speculativa non ha mai provocato una riduzione del prezzo e anche a Loano ha alimentato soprattutto il mercato della seconda casa, non accessibile agli inquilini residenti in città>.

E poi  dati precisi, per dimostrare le sue tesi, da persona seria ed attendibile. Scriveva sempre il Cupolone: <Da un’indagine del 1977, condotta su 6456 alloggi risulta che 3655 pari al 56,6 per cento sono occupati da residenti, gli altri 2801, pari al 43, 4 per cento sono a disposizione di non residenti.  Dei 3655 alloggi occupati dai residenti, 1937 pari al 53 per cento sono utilizzati dai proprietari, mentre 1718 pari al 47 per cento sono occupati da inquilini sui quali potrebbe incombere la minaccia dello sfratto>.

Da allora nessun parroco o politico loanese ha sentito il bisogno di fare “osservatorio” a questa primaria esigenza sociale. Il ritornello: ci penserà lo Stato, la Regione, la Provincia. Intanto dal basso, dal Comune, più vicino alla gente, nulla si è fatto di concreto e con priorità dovuta. I meno abbienti possono attendere, soffrire.

Molti dei protagonisti di queste pagine davvero tristi della storia cittadina sono gli stessi che pensano di “lavarsi” in pubblico partecipando a storiche e benemerite Confraternite, ed esibizioni religiose. Sono gli stessi che, di domenica, li vediamo in chiesa, magari a fare la comunione.

Un altro testimone da “scripta manent”, uomo di destra, come il dottor Maurizio Strada, benestante, polemizzava con lo stesso don Ranoisio perché si era “accorto troppo tardi di come andavano le cose a Loano”. Strada definiva <baciapile che pendono dalle cotte nere del clero secolare, che li votano e li fanno votare nonostante lo scempio urbanistico, finanziario e sociale>.

Ancora Strada: <Quando nel 1968 iniziai la mia campagna contro il partito del cemento, mi davano del qualunquista e del matto, oggi gli stessi parroci si accorgono che…almeno riconoscano i propri errori…dal pulpito mi avversarono (il riferimento era rivolto al monsignor Lanteri, allora parroco di San Giovanni Battista che alla sua morte lasciò agli eredi un appartamento di quasi 200 mq. in piazza Mazzini, poi frazionato, ndr). Io mi battevo non contro il progresso, ma affinchè Loano non si autodistrugesse, restasse una città a misura d’uomo, senza perdere le sue caratteristiche, e non finire in pasto della vorace ed abbietta speculazione>.

<Mi battevo – concludeva Strada nella lettera – affinché il gruppo di fabbricieri, esteso tra pochi professionisti, costruttori, agenti immobiliari, con l’arroganza e la forza del potere, del denaro, non rubassero a man bassa gli indici di edificabilità degli altri, in una città poverissima di infrastrutture, ad iniziare dall’assenza di un’adeguata rete viaria, spazi verdi, una raccolta rifiuti carente e senza inceneritore da paese civile>.

Già,cosa è cambiato in 30 anni? Chiedetelo agli storici di Loano che scrivono sulla Gazzetta di Loano, pagata anche con i soldi dei contribuenti. Si legga il giornalino del Comune, a carico di chi non evade il fisco, dove il paradiso Loano sembra realtà e “tutto va bene”.

Un’orchestra del consenso. Fanno parte di quella cultura cristiana da città che non offre opportunità di lavoro ai giovani laureati e diplomati; che ha favorito di fatto la chiusura di metà degli alberghi esistenti gli unici che assicuravano un’occupazione non necessariamente a chi non aveva raggiunto un titolo di studio. Ha avuto come unica prospettiva la raccomandazione per un posto in Comune, al Santa Corona, in un’azienda o in enti pubblici. Se questo è essere “cittadini cristiani”, significa che don Alessandro Ranoisio era maoista. Precursore dei talebani. O se volete un martire dell’ingiustizia e dell’ingordigia terrena. Della peggiore specie.

Luciano Corrado