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Stato dell'aria in Città
Perché questa paura a trattare il tema dell’inquinamento?

Daniela Pongiglione (Noi per Savona) 



Antonella Frugoni Presidente della V circoscrizione

La V Circ. aveva  progettato un  Convegno su “Ambiente e salute”. L’iniziativa, alla cui organizzazione si era lavorato già da mesi, è stata annullata  dalla presidenza. con la motivazione che sarebbe stato “troppo politicizzata” (in realtà erano stati invitati numerosi esperti di diversi ambiti).

Annullato il nostro Convegno, decidiamo come Commissione  di partecipare almeno alla tavola rotonda organizzata in quei giorni  dal Comune “sullo stato dell’aria”e fissiamo una riunione per preparare un documento comune.

Alla data stabilita saremo presenti solo in tre. La Commissione perciò non sarà valida e non potremo presentare quesiti da parte della Circoscrizione.

Con i due colleghi decidiamo di partecipare comunque come consiglieri della V.

A nostra disposizione avevamo tre documenti ufficiali: 1) il comunicato stampa della Regione, distribuito il 17/ 7/ 08 in occasione della presentazione dello studio di IST e ARPAL  su “ Stato dell’arte della salute nella Provincia di Savona”; 2) sintesi dei risultati definitivi dell’”Indagine epidemiologica sulla mortalità in relazione alla causa nei Comuni della Provincia di Savona”dell’IST; 3) Verbale  di delibera della Giunta comunale del 25/ 9/06.

A monte avevamo anche i dati dell’IST (campagna di rilevamento dati 1988/ 1998) dai quali risultava che, per certi tumori , Savona (e in particolare la V circ.) presentava dati assai superiori alla media regionale, con cifre seconde solo a  quelle di Vado. Anche dai dati più recenti (doc. n. 1 e 2) risulta che nella V circ. c’è una percentuale anomala di tumori al cervello.

Nel doc. n. 2 si dice che “la mortalità generale della Provincia di SV risulta superiore alla media regionale”. Il documento imputa la causa di ciò alle particolari condizioni climatiche della Liguria per le quali molti anziani  migrano qui. Questo provoca un innalzamento degli indici di mortalità, in particolare per le patologie legate agli stili di vita e alle esposizioni ambientali e professionali pregresse nelle aree di origine. Ciò significa che per l’IST si muore per problemi cardio-circolatori, diabete, ecc. e per tumori che si sono presi nelle aree di origine, non certo qui.

Il documento prosegue: “In alcuni distretti della Provincia la situazione è in miglioramento, in particolare per gli indici di mortalità di altre patologie degenerative rilevanti, quali ad es. i tumori, i cui indici di mortalità in taluni distretti sembrano essere sensibilmente diminuiti”. Nel Savonese, in particolare: “Il Comune di Savona mostra maggiore mortalità in entrambi i sessi coerentemente con le ipotesi di incremento maggiore della mortalità generale in ambito urbano ( in particolare per infarto e ictus). Non si rileva invece una maggiore concentrazione di neoplasie, anzi si rileva per i maschi una tendenza alla diminuzione rispetto alle rilevazioni precedenti di tumori (stomaco, colon-retto, prostata, pleura, leucemie). Sembrano fare eccezione i tumori cerebrali, riscontrati elevati nella V circ., ma il dato è da sottoporre ad attenta valutazione, considerati i numerosi fattori eziologici della patologia (tra cui quelli genetici) (ecc.)”.

A questo proposito è da sottolineare come i dati forniti parlino di “mortalità” e non di “incidenza”. Oggi, per nostra fortuna, i progressi della Scienza medica  consentono prolungamento di vita e guarigione da tumori, per cui il vero dato interessante  per riflettere sulla relazione “ambiente- salute” è quanti cittadini si ammalino di tumore e non quanti ne muoiano.

E siccome c’è “scarsa conoscenza della correlazione tra questi tipi di tumore ed i fattori ambientali” (doc.2), tanto vale non prenderla neppure in considerazione. In questo documento c’è anche la bella scoperta che chi sta meglio economicamente ed è culturalmente più avanzato, si cura di più e perciò sta meglio. Forse lo avevamo già immaginato.


(I sei consiglieri circoscrizionali di Noi per Savona da sinistra a destra: Angelo Mottola, 3a Circ.; Doris Zanatta, 2a Circ.;  Daniela Pongiglione, 1a Circ.;  Giacinta Ferrero, 4a Circ.;  Fulvio Parodi, 3a Circ.; Rinaldo Massucco, 3a Circ.)

Nel  doc. 3 (Verbale Giunta comunale) si elencano le cause dell’inquinamento in città. Per l’emissione in particolare di PM10, si dice:” E’ ragionevole sostenere che i due contributi principali sono dovuti agli impianti di combustione non industriale (impianti termici civili) e ai trasporti (motorini e moto)”.

A proposito del rilevamento delle polveri sottili, nel Comunicato stampa della Regione (doc.n.1) si dice: “L’IST ha condotto un’indagine epidemiologica sulla mortalità in relazione alla causa tra i residenti  dei vari Comuni della Provincia. ARPAL si è invece occupata dell’analisi della qualità dell’aria, approfondendo in particolare, con misure molto sofisticate, la ricerca di eventuali polveri sottili (PM 10;  PM 2,5; PM 1).

Ma questo è assolutamente falso, perché a Savona viene rilevato soltanto il PM10 nella unica stazione di rilevamento funzionante (Via Amendola). Nel 2004 c’erano quattro centraline (Corso Ricci, Corso Colombo, Via Stalingrado e Via L.Corsi) e nel 2006 risultava funzionante solo quella di corso Ricci  (doc.3).

Alla tavola rotonda in Sala rossa (22 settembre 2008) partecipavano Giancarlo Onnis, Giampiero Aschero, la dott.ssa Costi dell’IST e Jorg Costantino.. In quella sede Onnis ha detto che oggi funziona solo la centralina di Via Amendola, e che la legge attuale prevede che il monitoraggio avvenga proprio così, con una centralina in Savona (in Liguria ce ne sono 8). La dott.ssa Costi  dal canto suo ha confermato che la normativa vigente non ha ancora recepito le indicazioni europee per il rilevamento delle polveri sottili, perciò, raccogliendo solo PM10, noi siamo a posto ( ma perché, allora, affermare una cosa diversa?).

Nella delibera di Giunta (pag.1) si dice: “Il Piano regionale di risanamento e tutela della qualità dell’aria e per la riduzione dei gas serra […]inserisce la città di Savona in zona 2  (=Aree urbane con fonti emittenti miste) insieme a Vado, Quiliano, La Spezia.  Anche in questo caso la valutazione della qualità dell’aria ha messo in evidenza il superamento di alcuni limiti normativi, ma l’entità dei superamenti e il territorio interessato all’interno dei Comuni risulta molto minore rispetto a Genova”.  E nel Comunicato stampa: “I dati riscontrati non presentano particolari criticità. Da un raffronto con i dati nazionali le zone oggetto dell’indagine presentano una situazione analoga, ed in alcuni casi migliore, rispetto a zone dell’Italia simili per concentrazione di insediamenti urbani e industriali”.

Allora “Mal comune mezzo gaudio”? non sono per niente rassicurata dal confronto con Genova. E poi dove sono gli insediamenti industriali a Savona?

La  dott.ssa Costi prospettava addirittura uno spostamento dei limiti temporali per il rispetto dei parametri di legge (per gli inquinanti) da parte dei Comuni. Ma non sarebbe invece necessario esigere con maggiore rigore il rispetto dei tempi pattuiti?

In Sala rossa il deserto: nel pubblico ci saranno state 10- 12 persone tra cui 3 consiglieri della V, qualche familiare di relatori  e il Presidente della IV .

Desolante l’affluenza del pubblico (frutto, secondo me, di una sordina imposta all’argomento delicato), ma assai più desolante la sensazione di come l’Amministrazione non sia in grado di risolvere i gravi problemi dell’inquinamento e della salute  pubblica per la sua incapacità ( o non volontà) a inquadrarne correttamente le cause.

E’ vero che, come dice Onnis, bisogna consumare meno, molto meno, oppure che, come sostiene Aschero, con il nuovo Regolamento edilizio e con le piste ciclabili  le cose miglioreranno. Però non condivido l’analisi delle cause dell’inquinamento urbano. Nei documenti ufficiali e nelle parole dei quattro relatori non viene mai , proprio mai, citato l’inquinamento prodotto dalla centrale ENEL. E’ come se riguardasse solo il comune di Vado. Solo Zunino, nel Comunicato stampa  (doc.1), la cita indirettamente:”Risulta indispensabile progettare un futuro sostenibile per il territorio ligure e quello savonese in particolare, percorrendo la strada della riduzione degli impatti ambientali negativi, a cominciare dal sostegno alla produzione di energia da fonti rinnovabili in alternativa a quelle fossili”.

 L’assessore Costantino ha fatto l’elenco delle iniziative che il Comune di Savona metterà in atto per “abbattere l’uso di combustibili ad alto impatto” (come richiesto dal Piano regionale sulla qualità dell’aria): trasformazione  dell’impianto da benzina a GPL per 17 vetture ACTS; limite a 30 Km/h in città; creazione di un  unico terminal degli autobus (c/o stazione FFSS); mobilità ciclabile; car sharing intercomunale; rinnovo parco mezzi del Comune; piano energetico comunale; eliminazione caldaie private non a  GPL; efficienza energetica uffici pubblici; limitazione orario impianti riscaldamento. Ci ha anche informato che c’è il progetto di collegare all’impianto ENEL  le navi  attraccate in porto, come sta avvenendo a Genova.

 A conclusione di quanto detto sopra, restano soprattutto delle domande aperte (e un po’ retoriche):

1) perché questa paura a trattare il tema dell’inquinamento?

2) perché questa paura è trasversale? La Presidente della V Circoscrizione non poteva cogliere l’ occasione per toccare il tempo alla Giunta Berruti e per offrire finalmente ai Cittadini una vera opportunità di informazione e di partecipazione?

3) come facciamo a stare tranquilli  con la situazione dei controlli sopra descritta?

4) sono proprio questi controlli a collocare Savona in fascia 2 , che non richiede piani speciali di intervento, ma, dato il livello di mortalità (e secondo l’Ordine dei Medici soprattutto di incidenza) per tumori ecc. forse  ci si deve chiedere se non ci sia qualcosa che non funziona nel monitoraggio degli inquinanti , nelle misure finora adottate.

5) la salute non è un problema di destra o di sinistra. Deve essere tutelata per tutti da parte dei responsabili (Amministratori,  in primis il Sindaco e Ordine dei Medici).

E la Politica  deve ritrovare la propria dignità istituzionale e la forza di dettare le regole a tutti gli ambiti della società. Quando sono gli interessi economici a imporre i loro criteri  alla collettività, il benessere e la salute dei Cittadini non sono molto importanti.

 Daniela Pongiglione (Noi per Savona)