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Un ex comunista (appartenenza ignorata) che sapeva essere un liberale moderno

Peluffo, “Post mortem”

ricoperto di elogi

E’ una moda dimenticare chi “da vivo” era stato massacrato dagli avversari


   
  Roberto Peluffo

Vado Ligure – Magari da vivo era stato la “bestia nera” dei cosiddetti “benpensanti”. Da morto non si contano le dichiarazioni di riconoscimento dell’onestà intellettuale, politica, amministrativa. L’educazione e l’etica dei comportamenti. Il distinguersi da altri compagni di cordata, eppure non molti se ne accorsero e furono conseguenti, coerenti. Lettura: come persona che ci ha lasciato era carico di meriti e benemerenze. Perchè ce ne siamo accorti cosi poco, quando era cittadino vivente, con responsabilità pubbliche?

E’ troppo fresca la ferita per riproporre (forse è anche una questione di buon gusto) le pagine dei giornali d’archivio con gli attacchi, anche personali o beceri, al politico, al pubblico amministratore, all’uomo Peluffo. Al suo carisma di persona mite e moderata. Alle sue lotte. Al suo credo politico. Alla coerenza di ieri e di oggi, pur nell’evolversi dei tempi, delle condizioni, delle alleanze.

Riproduciamo per i lettori di Trucioli Savonesi – come siamo soliti fare – un documento-testimonianza della “scuola di pensiero” e visione politica di Peluffo, ripresi dalla pubblicazione ufficiale della Provincia di Savona nel numero di agosto 2008. Due pagine scritte da Valeria Pretari. Sintetiche, fedeli, efficaci.

Una sola mancanza, lacuna. Non conosciamo la motivazione. Non c’è una sola parola che ricordi il “credo politico” di Roberto Peluffo, classe 1954, perito chimico con diploma all’Istituto Galileo Ferrraris, tecnico di laboratorio dal 1975 al 1987, dal 1987 al 1990 responsabile di zona per la Confcoltivatori, consigliere comunale di Vado dal 1975 e successivamente assessore fino al 1990. Eletto e riconfermato sindaco dal ’90 al 2004. Quindi assessore provinciale con deleghe all’industria, alla programmazione, alla pianificazione territoriale ed urbanistica, al sistema informativo territoriale.


I funerali di Roberto Peluffo
Trucioli Savonesi l’aveva contattato il 7 luglio 2008 e nei giorni successivi, per un franco scambio di idee su alcune realtà edilizie della Provincia, alcune vicende più che chiacchierate, oppure al centro di inchieste giudiziarie. Il ruolo di controllo e prevenzione, soprattutto, della Provincia stessa.
Una materia delicatissima, una bomba innescata in qualche situazione, un’impunità ed illegalità diffusa anche per carenza di adeguati controlli, non sulla carta (questo il nocciolo), bensì ispezioni tecniche in loco. Edilizia ed urbanistica con tutto ciò che rappresentano in quanto business (mattoni ed aree, edificabili o meno) in grado di assicurare profitti ingenti, con conseguenze e strascichi nel bene (benessere) e nel male (corruzione), ma non solo.

 Peluffo non si era né nascosto, né si era negato al confronto schietto. Aveva dimostrato, ancora una volta, sensibilità e soprattutto trasparenza. Capace di quell’umorismo che non guastava di fronte allo scenario “edilizia selvaggia”, intesa come distruzione di un patrimonio che da risorsa stava sempre più trasformandosi in ghigliottina per le future generazioni. La morte certa del turismo di qualità.  Peluffo non si era ostinato a negare le evidenze, a giustificare. Con le mie forze e nel mio contesto, aveva concluso, di più non posso e non sono capace di fare. Ogni aiuto, consiglio, segnalazione, sono ben accetti. Con i miei limiti e poteri di cui dispongo. Una lezione di stile, umiltà, ammissione della difficoltà.

Ma resta assai più utile concludere laddove Peluffo risponde ai problemi di chi cerca lavoro, delle aspirazioni dei giovani savonesi con laurea e diploma. E ancora, lo sviluppo delle attività produttive, il dramma della Ferrania. La decennale carenza di infrastrutture che aggrava la cementizzazione da sviluppo drogato. Per altri la “ricchezza immobiliare” di cui lui stesso fa cenno, era soprattutto “ricchezza del proprio portafogli”, per lui restava un “continuo lavoro di cucitura e mediazione”.

Spontanea una domanda: ai tanti farisei (si dice così?) perché Roberto Peluffo non è stato valorizzato da vivo, lasciandogli spazio per una sua presenza in Parlamento, oppure in Regione, magari all’assessorato all’Urbanistica? Preferendogli altri personaggi lontani anni luce dalla sua “statura”?

LEGGI L'INTERVISTA A PELUFFO  IN PDF
dalla pubblicazione ufficiale della Provincia di Savona