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Ho assistito alla riunione di lunedì a Valleggia, e mi sono rafforzata nelle mie convinzioni.
La protesta non può andare a traino dei politici, di questi politici, o diventa bolsa

La matassa ingarbugliata

di Milena De Benedetti 


Milena De Benedetti

Parlo di quella del carbone. Ma il discorso sul cemento è abbastanza simile.

Ora, ci è piovuta tra capo e collo l’ autorizzazione diretta del VIA nazionale, rimaneggiato e riaggiustato ad usum delphini, al nuovo gruppo per la centrale di Vado. Ma possiamo credere allo sconcerto e all’indignazione dei politici locali, che avevano dato parere negativo, regione, provincia, comuni del comprensorio?

Prima di tutto, la forma in cui questo no era stato generalmente espresso, così delicata, educatina, attenta a non disturbare troppo, altro che la fermezza indignata di chi dice: ma non vi pare di averci avvelenato abbastanza? Non vi pare che la nostra parte l’abbiamo fatta e la stiamo facendo, esportando molta energia fuori regione e tenendoci inquinamento e malattie? Non dovremmo essere zona turistica, in teoria? Altro che la durezza che sarebbe stata necessaria già allora, chiamando a raccolta e sostegno i cittadini!

Invece no, moderati e buonini, quasi un no per educazione come quando ti offrono un pasticcino e sei sazio, per cui era lecito avere dubbi e riserve. In più, i politici non potevano ignorare allora, come non lo ignoravo io cittadinucola qualsiasi, che dai tempi del black out del pino svizzero erano state varate nuove norme per accentrare e sveltire le questioni energetiche, ritenute strategiche e di importanza nazionale. Per cui, volendo, la pratica andava avanti, enti locali o no. Per cui, anche se tutti se ne stavano tranquilli, tranquilli non si poteva stare. Lo dicevano anche  quegli autentici eroi incrollabili del MODA. Tanto che nel settembre 2007 scrivevo su Trucioli:

“Sostanzialmente sembra che tutto proceda di pari passo e di buona lena, porti porticcioli piattaforme e grattacieli, con la sola eccezione misteriosa del raddoppio della centrale, sul quale non si capisce chi è contro cosa,  apparentemente non lo vuole nessuno, tutti lo biasimano ma… chissà perché, ho la strana impressione che qualcosa proceda comunque, zitto zitto, per vie traverse…Come si chiamava, quel film horror con Kevin Bacon, quello coi vermoni sotterranei? “Tremors”, ecco sì. Chissà perché, quando penso alla centrale ho l’impressione di trovarmi in una scena di quel film. Tutti tranquilli, sicuri, a fare un picnic sul prato in una bella giornata di sole, convinti che non ci siano pericoli, e poi, piano piano, un rumore sordo, un’ondulazione nel terreno, una crepa, un terremoto… e puff! Spunta una ciminiera, già bella e pronta, spazzando via i campeggiatori. Mah. Strani deliri.“

Mica me le sognavo, queste impressioni. Mica ho doti profetiche.

Ma torniamo al discorso matassa ingarbugliata e non nascondiamoci dietro un dito, un mignolino scheletrico. E’ chiaro che il centrodestra ha empiti di simpatia commossa per carbone e nucleare e quanto di più antiquato, arretrato, inquinante e deleterio ci possa essere al mondo. Anzi, ostenta fiero queste simpatie come medaglie al valore sul petto. Si vede che al suo elettorato sta bene così, contenti di essere avvelenati con motivazioni serie e attuali del tipo: sono i combustibili più economici, dobbiamo pur mangiare, se no fermiamo il progresso, lo sviluppo, il consumo, tanto in Cina o in India inquinano lo stesso, e allora tanto vale  anche noi… e via piacevolezze della ragione e dell’etica e del semplice buon senso. Per non parlare del fatto che per loro gli ambientalisti vanno menati a prescindere, in una logica da stadio.

Rimarrebbe il discorso di una certa lega Nord che in teoria a volte si direbbe contro, in nome di fierezze e mugugni locali, ma poi  nella pratica si contraddice senza preoccupazione: magari riesce nel miracolo di addossare tutto alla sinistra, al solito. Infatti basta dire che la colpa è dell’amministrazione vadese (tanto la odiano già tutti) e il problema è bello che sviato. Curioso, però: ai tempi in cui i leghisti locali contrapponevano il no alla centrale al sì alla Margonara, si basavano molto sul fatto che il proprietario della centrale sarebbe stato un finanziatore della sinistra, argomento  tanto strombazzato quando c’era Prodi, tanto taciuto ora che Scajola e il governo dei loro autorizzano. Chissà come mai. Purtroppo l’elettorato di bocca buona ha memoria corta e ci casca comunque.


Claudio Burlando

Dunque, avanti a rotta di collo, e alla via così.

Ma il centro sinistra…può proprio fare l’innocente? Dobbiamo credere alla favoletta preelettorale della svolta ambientalista di Burlando, a buoi fuggiti ormai a Samarcanda? Sappiamo tutti che il carbone piaceva tanto anche a Prodi e Bersani, in nome di precisi interessi economici,  forniture cinesi a basso prezzo (e pessima qualità), riapertura delle miniere sarde con annesse sovvenzioni statali e poetica proletaria del minatore nero di carbone tornato a scavare, interessi economici di alcuni simpatizzanti/finanziatori come sopra.

Non voglio gridare alla mala fede né gettare croci addosso a chicchessia, però è chiaro che in politica ci si deve destreggiare fra opposte pressioni, e questo spiega imbarazzi e cautele.

 E allora? E allora ho assistito alla riunione di lunedì a Valleggia, e mi sono rafforzata nelle mie convinzioni.

La protesta non può andare a traino dei politici, di questi politici, o diventa bolsa. Non dico andare contro, non dico muro contro muro, ma collaboriamo separatamente, ciascuno il suo.

Le amministrazioni a fare azioni politiche precise e compatte, quello che si vorrebbe da loro come elettori, e sarebbe tanto bello vederli uniti e decisi in questo, che non badassero a schieramenti ma a salute e benessere e interessi dei cittadini;  noi, come persone critiche e movimenti, a organizzare proteste civili, democratiche, efficaci. Dimostrando che esiste ormai un fermento, una cittadinanza attiva e consapevole, una rete che collabora. E chissà, magari un domani creando liste civiche che possano far pressione a questi politici preistorici, scalzarli o comunque riportare il dibattito sui nodi presenti e futuri. E chissà, riuscire persino a infiltrare il concetto rivoluzionario che il tempo della crescita infinita dei consumi (e quindi dei bisogni energetici conseguenti) è bello che andato e chissà se mai tornerà, altro che momentanea crisi!

Iniziative unitarie, sarebbe l’ideale, coinvolgendo altri comitati e altri problemi seri.

Ma soprattutto libere. Libere da pastoie e condizionamenti politici, libere da controproducenti cautele.

Marciare da Vado a Valleggia il giorno di Santa Lucia sa più di presa in giro che altro. Di una azione di facciata più che di sostanza, tanto per fare.

Per carità, se capita ci sarò, vorrei fare comunque la mia parte. Ma preferirei farla meglio e più utilmente.

Lunedì (con eccezioni, certo), ho visto parlare troppi di noi vecchietti, pieni di riserve e cautele e giri di parole e informazioni superficiali, politici nei modi se non nella sostanza, e troppi politici veri e propri,imbarazzati o stentorei o dediti a formulari prestampati mentalmente, modi e toni vecchi, vecchissimi, decrepiti.

Un giovane ha fatto una proposta, bella, seria, originale: perché non manifestare il 10, giorno di celebrazione dei diritti dell’uomo?

Imbarazzo in sala: eh no, sarebbe bello,  ma è lavorativo, non viene nessuno… Perché, S. Lucia è meglio? Non mi direte che era tutto già deciso prima, vero?

E Savona non coinvolta? Per non svegliare altri cagnetti che dormono, cagnetti cementizi e portuali, magari?

Se in una manifestazione così importante, per un tema così drammatico, temiamo scarsa partecipazione, non riusciamo a coinvolgere a sufficienza, magari a rinunciare a una mezza giornata di ferie in cambio del futuro dei nostri figli…

Allora, purtroppo, ci meritiamo di tutto e di più.

P.S: Piccola nota a margine, ma inerente. Su Facebook è stata lanciato un gruppo su Vado:

http://www.facebook.com/home.php?#/group.php?gid=45622614186

 Sempre su Facebook, per chi lo frequenta, si può trovare una petizione internazionale, è statunitense ma la possono firmare tutti, in cui si richiede al governo americano nei primi cento giorni un impegno contro carbone e petrolio e per le rinnovabili:

 http://apps.facebook.com/causes/petitions/10?m=d0d72069

 dove si parla di “dirty coal”. Piccolo inciso: dopo due ore dalla mia firma, c’erano già 2000 persone in più. Il giorno dopo, 11000 in più. Vedete un po’ voi la potenza di questi mezzi. E in Italia siamo al giurassico. Altro che digitale terrestre!

Nonna Abelarda alias Milena De Benedetti