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Chi sono i protagonisti di un dibattito che non ha precedenti in città

Il cemento che fa bene a Savona,

15 mila alloggi sfitti

e la reputazione del “signor pantofole”

Da Molteni a Granero, da Angelini a Cuneo, da Martino a Di Tullio, a Ruggeri, Turchi, Franco Zunino. Un errore trascinare nella mischia la Procura della Repubblica  



L'assessore Molteni

Savona - Cronaca novembrina di uno spaccato savonese di politica, cultura, giornalismo. Per alcuni un dibattito serio, utile, riflessivo, ponderato, alla luce del sole. Per altri l’emblema perfetto dell’arroganza (anche del potere) quando si esercita per schiacciare gli altri.

Umilissima ricetta-risposta di Trucioli Savonesi e Uomini Liberi? Approfondire le notizie, nei limiti dell’informazione “volontaria”, senza vincoli di pubblicità o finanziari, realizzando inchieste, ospitando opinioni e commenti, ragionando su ciò che accade. Essere utili unicamente ai lettori, non avendo doveri di riguardo o riconoscenza.

 Non nascondere le notizie a metà. Raccontando quelle liete, ma anche sgradevoli, senza “filtri” interessati al variegato mondo degli affari&politica&banche. Infine l’impegno a non fare informazione per isolare qualcuno, dire cattiverie, malignità, insinuazioni (sport assai pratica). Quando è possibile, meglio documentare, soccorrere gli eterni smemorati.

Ha sollevato reazioni, un vespaio, vuoi di consenso o di indignazione, l’intervista di un personaggio pubblico, chiamato a servire la comunità, pur senza il consenso del voto popolare.  Parliamo delle dichiarazioni dell’assessore alla Cultura di Savona, Ferdinando Molteni. Non è il solo cooptato nella giunta di centro di sinistra di Federico Berruti, anche Paolo Caviglia, ha usufruito della “chiamata diretta”, suscitando nel recente passato la “romanzina” del suo ex compagno di partito Piero Pesce, già vice sindaco di Loano ed assessore provinciale di lungo corso. A Molteni, invece, dedica altre riflessioni, a riguardo, Franco Astengo (vedi il suo articolo) proprio su questo numero di Trucioli.

Ed ora le tappe salienti che hanno suscitato il “Molteni day”, il “Ciclone Molteni”.

DOMENICA 5 OTTOBRE SCRIVE LUCIANO ANGELINI

Non è il primo articolo che Luciano Angelini, già a capo della redazione savonese del Secolo XIX, poi condirettore (con un esordio professionale da collaboratore sportivo dell’Unità da Savona),  dedica al caldissimo  tema dell’edilizia nella città che gli ha dato i natali. Ha scritto con toni ora pungenti, ora sferzanti, ma sempre in punta di penna, documentato, soprattutto su “Repubblica”. L’ultimo pezzo, titolato “Il futuro di Savona? Solido. Di cemento”, apparso su Trucioli (5 ottobre scorso), non lascia spazio né a opinioni, né a commenti generici. E’ la cronaca, la descrizione (con spiegazioni) dei maggiori interventi edilizi realizzati nel recente passato e quelli in programma. Un dato per tutti, ricorda Angelini: <La città, poco più di 60 mila abitanti, contro i quasi 80 mila di 30 anni fa, dispone di 15 mila alloggi sfitti> . E rimarca: <Vogliamo ricordarlo ai presunti ingenui e distratti che marciano senza incertezze sotto le insegne del mattone?>. E un finale provocatorio: <A chi ha disegnato il futuro della città vogliamo sommessamente ricordare…che a 20 minuti da Savona, in quel di Vesima, c’è lo studio di Renzo Piano, l’architetto del Centro Pompidou di Parigi….)>. E giù un lungo elenco di progettazioni negli angoli più prestigiosi del pianeta. <Tutte opere realizzate – concludeva Angelini – sempre nel rispetto dell’ambiente, della storia e della cultura di quei paesi e di quelle città: forse prima di pensare alla Margonara (e non solo) una capatina a Vesima qualcuno avrebbe potuto farla. Era chiedere troppo?>


La giornalista Antonella Granero

SABATO 15 NOVEMBRE L’ANNUNCIO DI LIVIO DI TULLIO

Il Secolo XIX titola: <Margonara, via libera ma senza alloggi>. Il testo scritto da Antonella Granero: <…Il preliminare – spiega l’assessore – prevede che il “faro” sia destinato per metà ad albergo e per metà residenziale. (5100 mq per albergo e 4500 per residenze), una proposta diversa  da quanto annunciato dagli imprenditori in consiglio comunale nel marzo 2007. Nella logica di dare corpo ad un progetto di sviluppo e di lavoro, il residenziale non ci deve essere, ma ci devono essere  Residenze turistiche alberghiere o comunque attività nel campo turistico>.

 Sarebbe utile spiegare, facendo parlare i documenti (largo agli smemorati!) la sorte che in tutti questi anni hanno fatto alcuni grandiosi o pomposi progetti di “residenza turistica alberghiera”, ad iniziare dal “Merello” di Bergeggi, svenduto come bene pubblico, deprezzato nel valore perché doveva ospitare “turisti e posti di lavoro”. L’elenco è lungo, per fortuna che non andrà al macero come è accaduto per la documentazione delle aree Italsider. Altrimenti  potrebbero farci credere…

DOMENICA 16 NOVEMBRE I DUBBI DI ROBERTO CUNEO

L’ingegnere Roberto Cuneo è sempre stato, a modo suo, un personaggio scomodo, al punto che il suo stesso partito di centro destra lo boicottò, neppure in modo tanto occulto, quando doveva diventare primo cittadino di Savona. Fu messo inoltre alla porta dai politici che lo vollero all’Asl, vinse la causa di lavoro e la comunità pagò un bel gruzzolo di quattrini. Cuneo, al Secolo XIX, a proposito del via libera alla Margonara, solleva un piccolo dubbio, proprio alla luce di passate esperienze in tutta la provincia: <Molte volte abbiamo visto in Riviera che edifici, costruiti con destinazione di recettività (residence) hanno poi ottenuto di mutare la destinazione diventando residenze, con forti incrementi di margine per i costruttori…il vincolo Margonara è sospetto…il dubbio nasce dal fatto che i porticcioli turistici hanno entrate che, con i valori di mercato, garantiscono il pareggio di bilancio, ma non riescono a pagare il debito fatto per la diga foranea. Il porticciolo della Margonara costa 14 milioni di euro solo per la diga foranea, per finanziare il costo è necessario ipotizzare una vendita significativa di residenze…>.

L’ingegnere Cuneo non lo saprà come pure i lettori di Trucioli; qualche anno fa un autorevole ingegnere-progettista savonese, al termine della sua carriera e della sua “missione attiva” nella massoneria che conta (non la truppa) scrisse per Il Secolo XIX un saggio-testimonianza in cui descriveva, da esperto (e consulente della Regione), cosa era accaduto finora con porticcioli e residenze turistiche-alberghiere. Un “giochetto” a trucchi quasi per bambini, se non fosse la drammatica e lucida testimonianza dell’intreccio perverso tra affarismo e politica, con “mangia mangia” (selezionatissimi e da non generalizzare).

Sempre Cuneo, da un anno presidente della sezione di “Italia Nostra” di Savona, il giorno dopo, lunedì 17 novembre, sul Secolo XIX: <Le nuove case nel porto antico vanno bene per Segrate. Il Crescent? Un biscione di cemento che avvilisce il cielo, non c’è più visione del mare, snatura e nasconde la sagoma dei Priamar>. Doveroso chiedersi: è visionario, un talebano anticemento dell’ultima ora, è falso ciò che denuncia? Cuneo: <Ormai la frittata è fatta e non sono di consolazione i mugugni di tanti cittadini…anche nel quartiere di Zinola, ci sono cantieri navali in disarmo, dismessi, il piano regolatore prevede nuovi palazzi. A Bari demoliscono, qui vogliono costruire…>. E giù, come sa fare un tecnico, tutta una serie di dati, di cifre sulle scelte “pro cemento”.


Il sindaco Berruti

GIOVEDI’ 20 OTTOBRE, LA SCOMUNICA DI MOLTENI

E’ ancora Antonella Granero che firma un’intervista, diciamo senza “peli” o da “vuota il sacco” all’ex collega di redazione, Ferdinando Molteni, diventato assessore, nonostante alcune opposizioni interne alla stessa giunta (Caviglia). Esordisce l’articolo, con l’elenco dei “bubboni” o “bocconi”: Margonara, Crescent, Parco Doria, Metalmetron, Binario Blu, Legino. La spiegazione di una delle più acute giornaliste del Decimonono parte da premesse ed analisi incontrovertibili.

La politica culturale della giunta Berruti non può essere un mondo a se stante. Ma concepita  come uno dei pilastri per  fondare sviluppo e rilancio (se ne parla invano da mezzo secolo)…nell’era post-industriale.

E qui iniziano le note dolenti. Un illuminato (senza sarcasmo) Molteni  prende di mira quella che definisce la <borghesia dalla pancia piena o se si vuole l’intellighenzia arrivata soddisfatta e seduta…una minoranza  rumorosa ed in pantofole…che si spaccia per maggioranza…>. Avete capito bene? Lo spieghiamo senza giri di parole. In questo “nucleo di ipocriti privilegiati”, magari privi di etica e di meritocrazia (le parole sono nostre), miracolati da immeritate pensioni professionali figurano: (le persone sono citate da Molteni) Roberto Cuneo, Nanni Russo (avvocato, ex parlamentare Pds).

Poi, grazie al giornalismo da autocensura, si indicano, testuali: <personaggi televisivi con ville in collina (leggi Fabio Fazio, il conduttore di “che tempo che fa”, trasmissione anticulturale? ovviamente). Si citano <giudici da prima pagina> (leggi doppio intervento alla presentazione prima del libro di Bruno Lugaro, “Il fallimento perfetto”, storia tristissima della sorte dell’Italsider e delle aree, ora Crescent, poi al “Partito del cemento dei giornalisti Sansa e Preve) ad opera del procuratore della Repubblica di Savona, per 8 anni e fino al 6 novembre, Vincenzo Scolastico.,Interventi che suscitarono “rumore” e polemiche da prima pagina.

Tra esse uno sferzante ed in gran parte condivisibile (per argomentazioni) articolo della stessa Granero. In particolare, la bistrattata speculazione immobiliare che risposta ha avuto dal magistrato Scolastico, il quale aveva l’obbligo di esercitare in prima persona l’azione penale?

Altro attacco, sbagliato nella forma e nella sostanza, come è facilmente documentabile dalla denuncia dei redditi dei savonesi, <ad ex giornalisti con sontuose pensioni Inpgi> (leggi al singolare Luciano Angelini). Tra gli ex parlamentari citati, oltre al menzionato Russo, c’è da aggiungere Aldo Pastore, collaboratore fedele di Trucioli Savonesi, autore di un libro che non ha neppure avuto libero accesso in certe scuole e nessun sostegno dal Comune, assente persino alla presentazione nel Palazzo della Provincia. Presente, a titolo personale, Lirosi.

Nessuno può negare a Molteni di essere aperto “come un libro”, di non stare al solito “dico e non dico”. Ha fatto bene, tutti sanno da che parte stava e starà. Ha fatto una coraggiosa scelta di campo, condivisibile o meno.


Il Procuratore Francantonio Granero

Semmai potrebbe aver creato qualche imbarazzo alla sua intervistatrice. Per la cronaca è la figlia del neo insediato procuratore della Repubblica, Francantonio Granero (al quale per la sua statura morale e caratura professionale dimostrata sul campo, in tanti anni, sono rivolte molte speranze di una ripresa anche in questa provincia di pulizia e legalità).

Che senso ha, se non  di creare difficoltà, attaccare, via intervista, il procuratore uscente Scolastico? Che senso ha attaccare persone come Nanni Russo, già presidente dell’Ordine degli avvocati, in servizio attivo e Aldo Pastore?
Che senso ha attaccare Roberto Cuneo che per il suo incarico dovrà magari presentare esposti e il cui titolare dell’azione penale è il procuratore Granero? Un attacco vero, ma la questione come ha ricordato la “Casa della Legalità” di Genova (impegnata in mille battaglie, condivisibili o meno nella forma) è delicatissima per l’aspetto istituzionale. Per palesi ragioni di opportunità.

21 E 22 NOVEMBRE CONSENSI E DISSENSI

Stando agli auspici di aprire un dibattito su un tema “scottante” e aggiungiamo, per molti aspetti misterioso, ma non troppo (vogliamo parlare dell’ingente evasione fiscale che sta dietro al mercato immobiliare certificata in tutta Italia, vedi documentazione de Il Secolo 24 Ore), scendono in campo Patrizia Turchi,  consigliere di minoranza di “A Sinistra per Savona” sconfitti alle elezioni, nonostante le rosee previsioni della vigilia, per dire: <Non siamo sudditi e voi non siete re…Molteni? Un dipendente del sindaco che deve la sua attività a fior di sponsor…>.

Prende le distanze da Molteni,  dal contenuto di quell’intervista, l’assessore Livio Di Tullio: <Io non mi sento nel mirino contrariamente a Molteni, trovo naturale e giusto che gli avversari politici manifestino il loro dissenso per le nostre scelte urbanistiche…>.

Condivide invece pressoché integralmente il contenuto-intervista di Molteni, l’assessore Luca Martino, personaggio noto già dall’epoca del Pci-Pds per i suoi rapporti poco idilliaci (come ha documentato proprio Trucioli Savonesi) con l’ex giudice e poi Parlamentare della sinistra, Michele Del Gaudio (caso Teardo). Per fortuna che solo un massone screditato e socialista accusò  Del Gaudio di <essere un affarista>.

Altro neo “vip” di Savona in aperta difesa delle tesi, del messaggio Molteni, è Carlo Ruggeri, ex sindaco, che però premette: cittadini abbiate fiducia in noi (chissà se quei fallimenti a catena di cooperative che lui presiedeva, come fece notare anni fa l’attuale consigliere regionale Pietro Oliva, la pensano allo stesso modo); nel volgere di qualche anno Savona sarà una città bellissima…sta intraprendendo un cammino di sviluppo e di progresso, gli avversari anziché il confronto costruttivo, sono maestri in insinuazioni gratuite. Parola di Ruggeri, persino gratificato più volte con dichiarazioni ai giornali da ammiratore di un sindaco, Angelo Vaccarezza, che ha dato un formidabile contributo nella distruzione di una città come Loano (vedi se ce n’era bisogno l’intervista all’ex Dc di Savona, Attilio Melone in questo blog).

L’altro assessore regionale, Franco Zunino, di Rifondazione comunista, prosegue nella sua altalena che lo contraddistingue (incollato alla poltrona secondo i suoi critici, nonostante tutto…) e dichiara: <Sul cemento ci sono posizioni strumentali (dei pantofolai? Ndr). Ma sono legittime le critiche al passato; le dichiarazioni di Molteni a mio avviso sottovalutano pesantemente il malessere diffuso tra i cittadini, per le scelte effettuate negli ultimi 10-15 anni..>. Forse il tecnico Zunino non è bene informato, ma la devastazione non conosce soste: dalla ville in zona agricola e con contributi Europei a Verzi di Loano, al largo abuso dei sottotetti (si scopre solo se si controlla in loco, non sulla carta, Albenga docet), alle lottizzazioni mascherate (Albissola), agli alberghi-residence trasformati di fatto in “pre alloggi”. Al disastro idrogeologico, con la scomparsa dei geologi di sinistra, impegnati in progetti e consulenze milionarie. In recuperi di aree ferroviarie dismesse, a suon di box, ad opera di ottime società lussemburghesi ed altrettanti bravissimi amministratori di aree (già delle Ferrovie) dove investendo 5, ottieni 1000. 

23 NOVEMBRE: CHI SCRIVE E’ UN EX GIORNALISTA?

L’assessore alla Cultura, Molteni, già corrispondente del Secolo XIX da Finale (prese il posto della Granero che ha avuto un’esperienza anche di consigliere comunale in una maggioranza di centro sinistra a Borgio, col sindaco anticemento per fama, Enrico Rembado), poi collaboratore fisso alla redazione di Savona, diventato nel frattempo giornalista professionista in attesa di un futuro migliore, ha invece parlato nell’intervista di “ex giornalisti”. Forse una svista. Perché un medico resta medico, un avvocato resta avvocato, e cosi via…un giornalista resta giornalista, anche perché paga ogni anno la quota di iscrizione all’Ordine e in molti anche quella all’Associazione sindacale, in percentuale sul reddito da pensione.

Ed ecco che Angelini, firmandosi <giornalista, già condirettore de Il Secolo XIX>, scrive, tra l’altro, dopo cinque anni di assenza dal giornale che aveva contribuito a rilanciare (oggi in piena crisi vendite, sempre più giù): <Un grande maestro di giornalismo cosi era solito catechizzare i giovani aspiranti  giornalisti in cerca di spazio e visibilità: mai polemizzare con chi non è in grado di ribattere a tono e tenere alto e qualificato il livello del dibattito e delle idee. Faccio violenza e mi scuso con il mio maestro- bacchetta Angelini - se rispondo al signor assessore alla Cultura…Io, giornalista, ancorché in pantofole, resto in trincea per difendere la mia città da maneggioni, affaristi, teatranti della politica, intrallazzatori, corrotti e corruttori, devastatori del territorio e dell’ambiente, dimentichi della nostra storia e delle nostre tradizioni. Non da rivoluzionario, ma da semplice savonese>.

Luciano Angelini memoria storica di Savona, del Secolo XIX, della Liguria, si illudeva di aver assestato un colpo, come quando giocava nel Savona-Calcio? Neanche per sogno! Lo dimentichi. Quei politici hanno subito provveduto, hanno “promosso” ed indicato “al voto popolare” il compagno Ferdinando Molteni, candidato per il Pd (ex Pci) alla carica di presidente di quella  Provincia che il centro sinistra ha governato in modo disastroso per quindici anni consecutivi. Almeno Molteni-giornalista, uscirà dalle urne, senza dove essere etichettato come l’assessore “spinto da una collega pure giornalista, promosso dall’ambiente e dal potere vero delle cooperative rosse”. Non è certo un’infamia. E’ la cronaca di come si fanno certe scelte a Savona, quella che <non ha la pancia piena> e non appartiene alla “lobby dei pantofolai”.

L.Cor.