Savona. No a nuovi alloggi nel Faro di
Fuksas, che dovrà essere interamente
dedicato ad attività di tipo produttivo
connesse con il turismo, la cultura, il
benessere. La giunta Berruti ha approvato
giovedì sera la proposta di delibera
consiliare che dà il via libera al progetto
preliminare del porto della Margonara, ma lo
ha fatto con una serie di prescrizioni -
affatto di maniera - che si riallacciano
all'ordine del giorno approvato dal
consiglio comunale nel marzo 2007. Da
Albissola, giungono venti di tempesta: «Il
Faro è sul nostro territorio e noi le case
le vogliamo», manda a dire il sindaco Parodi
(vedi box). Intanto, però, Palazzo Sisto ha
rimarcato la sua scelta di campo e l'ha
tradotta in un segnale ai partiti
contrapposti del "no" e del "sì"
pregiudiziale al cemento.
Il sindaco Federico Berruti, infatti, ha
inquadrato la scelta dentro il contesto più
vasto delle scelte pianificatorie che
disegneranno la città dei prossimi vent'anni
(da Parco Doria alla Metalmetron per
approdare al Puc): «Compiamo scelte di
pianificazione che riqualificano i siti
dismessi e tutelano le aree non ancora
insediate. Le eccezioni a questo secondo
punto le facciamo o per motivi sociali (Mongrifone)
o per motivi produttivi. E questo è il caso
della Margonara». Margonara che non dovrà
dunque essere un nuovo agglomerato di prime
o seconde case, ma un centro di sviluppo e
di lavoro legato al mare e alla sua
vocazione turistica e cantieristica.
Dice Berruti: «Porteremo in consiglio
(probabilmente il 25 novembre, ndc) una
proposta di approvazione del progetto con
prescrizioni. Una proposta conseguente e
coerente con l'ordine del giorno approvato
nel marzo 2007». Prosegue: «Abbiamo ritenuto
che questo progetto rappresenti
un'importante opportunità sotto il profilo
dello sviluppo turistico e dell'offerta di
posti di lavoro». Ha aggiunto l'assessore
all'urbanistica Livio Di Tullio: «Riteniamo
che il profilo architettonico del progetto
risponda all'alta qualità richiesta. Le
criticità non sono state ritenute così
rilevanti da dover dire no al progetto, anzi
apprezzabile, ma sono diventate oggetto di
prescrizioni: prescrizioni che non sono
negoziabili e vanno risolte prima
dell'approvazione del progetto definitivo».
Le prescrizioni di sostanza sono tre. Il
residenziale: «Il preliminare - spiega Di
Tullio - prevede che il Faro sia destinato
per metà ad albergo e per metà a
residenziale (5.100 metri quadrati per
l'albergo e 4.500 per le residenze, ndc),
una proposta diversa da quanto annunciato
dagli imprenditori in consiglio comunale nel
marzo 2007. Nella logica di dar corpo ad un
progetto di sviluppo e di lavoro, il
residenziale non ci deve essere, ma ci
devono essere Residenze turistico
alberghiere o comunque attività nel campo
turistico». La seconda prescrizione riguarda
la passeggiata tra la Torretta ed Albissola:
«L'imprenditore si dovrà far carico della
realizzazione della passeggiata, dopo averne
concertato la progettazione con noi e
l'Autorità portuale». Il terzo punto
riguarda la viabilità: l'imprenditore dovrà
realizzare il raccordo tra il nuovo porto e
la viabilità pubblica (Aurelia bis).
Un'altra serie di prescrizioni riguardano
l'aumento della dotazione pubblica di
parcheggi, la definizione dell'utilizzo
pubblico della Nuvola, il libero accesso
senza vincoli all'ultimo piano del Faro, i
libero accesso alle aree portuali, la
disponibilità di posti barca per la nautica
sociale (disabili, Mare Forza Dieci); lo
sviluppo di un autentico "polo del mare";
l'incremento delle misure per il risparmio
energetico e, infine, l'aumento dei posti
barca disponibili per i mezzi di oltre 24
metri (nel preliminare sono 30 posti), in
modo da sostenere la cantieristica di
pregio, ad alta intensità di manodopera, già
insediata a Savona. Gli aspetti politici:
«La Margonara non faceva parte dell'accordo
di coalizione con il Prc e i Verdi - hanno
detto Berruti, Di Tullio e il vicesindaco
Caviglia - è una situazione nota e
concordata. Il Prc ha votato no a marzo 2007
e riconferma la sua contrarietà. Questa non
è e non sarà un motivo di incrinatura della
coalizione, ma un dissenso concertato».
Infine, un appello al centrodestra: «Su un
progetto che ha a che fare con lo sviluppo
del territorio è bene che ci sia la più
ampia convergenza possibile. Auspichiamo la
si possa trovare».
Una nota a margine: la Regione - diventata
molto prudente in tema di porti turistici e
cemento annesso - avrebbe espresso
recentemente perplessità per non aver avuto
visione del progetto. In realtà, già il 20
dicembre 2007, l'Autorità portuale
distribuiva il preliminare a tutti i
soggetti interessati: compresa la Regione,
rappresentata dall'architetto Antonio
Gorgoni.
Antonella Granero
«nostra delibera fermerà il crescent» |
il sindaco parodi |
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Albissola. La scelta
della giunta savonese di
porre come condizione
alla realizzazione del
porticciolo turistico lo
stop alle seconde case
ha lasciato stupiti gli
amministratori
albissolesi, sul cui
territorio sorgerebbe la
torre di Fuksas. «Un
altro strano volo
pindarico di Savona -
commenta il sindaco
albissolese Stefano
Parodi -, quasi quasi
potrei convocare una
riunione della mia
giunta e decidere che il
Crescent di Bofill non
dovrà avere parti
residenziali. A parte le
battute, l'assessore
savonese Livio Di Tullio
mi aveva anticipato
questa eventualità, si
può considerare che
Savona non voglia altre
seconde case sul proprio
territorio. A noi invece
questo progetto
interessa. Lunedì sera
faremo una riunione ad
Albissola per analizzare
la situazione». Il
Comune ha posto ai
progettisti quattro
punti fermi: nella torre
dovrà esserci un albergo
di qualità, dovranno
essere previsti spazi
pubblici per ospitare il
museo civico, si
dovranno prevedere altri
elementi di richiamo
turistico e culturale,
una parte residenziale.
«Quest'ultima non ci
spaventa - spiega Parodi
-, purché non sia
l'elemento dominante, in
quanto consentirebbe di
disporre dei fondi per
molti altri interventi
pubblici».
G. V.
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quella torre è un
insulto, non serve» |
i verdi |
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«IL PROGETTO della
Margonara è un insulto
che non serve a niente e
non va perpetrato».
È categorico il
consigliere regionale e
presidente provinciale
dei Verdi Carlo Vasconi
quando gli si parla del
progetto per la
costruzione di un
porticciolo turistico
con annessi spazi
residenziali e di
servizio sul tratto di
costa fra Savona e
Albissola.
«Chiediamoci se servono
tutte queste seconde
case - prosegue Vasconi
-, io temo che questa
regione sia finita in
mano al mattone e ai
costruttori. Abbiamo un
terzo dei posti barca di
tutta l'Italia. Sulle
seconde case ce lo
dicono i nostri occhi: a
cosa servono? Abbiamo
visto i dati del
turismo, chi può aver
voglia di venire a
vedere del cemento al
posto della costa? Noi
continueremo la
battaglia per salvare il
litorale, non ci tiriamo
indietro».
Tra l'altro la Regione
ha lanciato una rassegna
di tre giorni per
rivalutare l'ambiente, e
la giunta savonese del
sindaco Federico Berruti
ha deciso di dare il
benestare al porticciolo
purché non ci siano
seconde case. «Devo
verificare con
precisione - commenta
Vasconi -, l'idea che
Savona dica sì perché le
case sono ad Abissola è
agghiacciante. Se la
politica continua così i
cittadini non ci
considereranno più.
Provo un grande
imbarazzo».
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