TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni Seconda tappa/ Pianeta Santa Corona e sanità: quando parlavano i medici“Operai” della salute?No, specializzati in favoleScrivete, intanto chi si ricorda! Tre casi, documentati, di smemorati. Carlo Ruggeri: <Se Levaggi fosse un amministratore serio…>. Vaccarezza: <L’imprenditore Campostano dovrebbe fare meglio il suo mestiere e meno politica…>. Scrivano: <Svolta storica…> Pietra Ligure –
Loro scrivono? Chi se ne frega, intanto chi va a verificare
dichiarazioni, impegni, prese di posizione, programmi? Oggi bianco,
domani nero, tra un paio d’anni rosso. Primo esempio:
8 ottobre 2006. Il Secolo
XIX: <Promuovere e garantire la migliore assistenza sanitaria per i
cittadini…per questo pensiamo sia giusto in provincia di
Savona una Asl
unica e che quindi l’Ospedale Santa Corona
ne entri a far parte a pieno titolo e prestigio. Solo cosi potranno
essere razionalizzate le spese e gli investimenti, evitando una
concorrenza inutile e talora dannosa tra Asl
confinanti o tra Asl e
ospedali autonomi> (vedi l’articolo…). Osservazione di
cronaca: ma non si è fatto il diavolo a quattro per dimostrare che
il Santa Corona senza
autonomia avrebbe perso prestigio, funzionalità, soprattutto a
discapito degli utenti?
Ora azzoppato, con il nuovissimo ospedale di Albenga
dove si sono trasferiti bravi medici del Santa Corona. Non sono stati
messi in croce (nessun osanna per il presidente savonese della
Commissione sanità regionale, Antonino Miceli,
prima di tutto uomo dell’apparato, poi amministratore pubblico)
personaggi, appunto, come Miceli,
che hanno avuto il coraggio di portare avanti, persino tra
vergognosi insulti, quel progetto sponsorizzato e richiesto da cento
camici bianchi dei nosocomi di Savona, Cairo e Albenga? E si perché sul
carro dell’autonomia aziendale e manageriale pietrese sono saliti
destra e parte della sinistra, e molti “professionisti della
politica” sul trampolino di lancio in Forza Italia,
un futuro da “grande
fratello” con gli ex missini e fuoriusciti vari in cerca di poltrone
e potere. E pensare alle
delegazioni in pellegrinaggio, in quel di Imperia, da “papà
Scajola”: si sono sentite
rispondere (tutti, nessuno escluso) che lui era per il Santa
Corona assorbito a livello
provinciale nell’unica Asl.
Non rispondeva a requisiti di risparmi e funzionalità tenere in
piedi due “governace”. Peccato sia mancato il coraggio dei
berluscones e dei “camici bianchi in missione imperiese”, raccontare
l’esito di quegli incontri. Il verdetto di un potente vero che sa
essere concreto. Un plauso. Non l’hanno
fatto neppure, i sempre informati quotidiani locali. Le vie del
signore sono infinete, era solito ripetere agli amici monsignor
Rembado. Bisogna avere
fede. Secondo esempio:
un passo indietro al 27 gennaio 2005.
Il Secolo XIX titola: <Cardiochirurgia si farà a Pietra.
Levaggi esclude soluzioni
alternative al Santa Corona>.
(vedi….). Furiosa (vedi….) la reazione dell’allora sindaco di
Savona (oggi nella più
confortevole posizione di assessore regionale, soprattutto all’Urbanistica),
Carlo Ruggeri: <Se
Levaggi fosse un amministratore
serio avrebbe dovuto dire a Pietra
quello che aveva dichiarato a Savona
e cioè che il progetto Santa Corona
non sta in piedi e deve essere rigettato. Invece sembra che
l’assessore sia impegnato a fare altro…>. Papale, papale.
Se qualcuno sente e vede Levaggi
(vive ancora?) chieda un giudizio di merito. Non politico. Ma ecco il
“polemico”, Angelo Vaccarezza,
sindaco di Loano, lo definiva Il Secolo XIX (sbagliando, avrebbe
dovuto aggiungere “professore, maestro di polemiche”) prendersela
con l’amico fedele di Alberto Teardo
che prima di diventare presidente “emerito” della Regione, aveva
retto con “ottimi risultati” l’assessorato alla Sanità
della Liguria. Vaccarezza
sputando fuoco e onore alla franchezza: <Si erano infilati nel
discorso della cardiochirurgia a Savona,
anziché a Pietra,
addirittura imprenditori come Paolo Campostano,
persone che dovrebbero fare bene il loro mestiere e fare meno
politica>. Signor Campostano
ha ubbidito u disubbidito? Guardi che l’intimazione è arrivata dal
“delfino” di “capitan Scajola”,
non da un Bertolotto
missionario in Africa. Carlo Scrivano
infaticabile promoter di “cause perse”, sempre in sintonia col
presidente “vincente” della Provincia: <…I risultati? Ottenuti
grazie alla sinergia tra tutte le forze politiche che hanno
sostenuto il territorio>. Politichese perfetto. Terzo esempio.
Non perdetevi d’animo, ecco che Il Secolo XIX del 22
settembre 2006,
che annuncia: <Garassini in
corsa per l’Asl del
ponente. L’ex presidente della Provincia aggiunge “Sarebbe
interessante occuparmi di sanità>. Non solo si è
rivelato un progetto assurdo, campanilistico (alla stregua delle
campagne della Lega Nord
che nonostante il sì di Berlusconi, Veltroni, Alemanno,
Casini e Confindustria,
si ostina a dire “no” all’abolizione delle Province), ma
Alessandro Garassini si è trovato
“isolato” soprattutto nella campagna per la ben più emergente
moralizzazione ed etica della politica savonese e ligure, intesa
come servizio al cittadino. Non di affari ed arricchimento
personale. Chi se ne frega ha subito risposta di fatto l’esercito antimoralizzazione; parli pure, dica, dica, il brillante avvocato di Loano-Toirano, già stretto collaboratore del collegato a lungo deputato Enrico Nan. Continuiamo a fare i “fatti” nostri e dei nostri amici, più di prima. Siamo più forti e potenti di voi. Da Ventimiglia a La Spezia. A partire dal
mai cantato business, avviato dal 2001, della aree ferroviarie
dismesse e Area 24 (che Trucioli documenterà quanto prima, tra un
presidente romano,
Tullio Russo
un vice imperiese, l’architetto Carmen Lanteri,
costruzioni di box interrati by
Arma di Taggia, con
Millennium, società lussemburghese
che avanza verso Savona). A proposito per quale ragionevole motivo
si è ceduto ad una ditta privata, senza bando di gara, aree con tre
piani di parcheggio e uno ceduto al Comune? L’ottimo
Ruggeri- pensiero (non cemento
vangelo) ha reso noto, via mass media, che l’edilizia, in
Liguria, con lui assessore, è in
costante calo. Sia in cubatura, sia in vani. Tirino pure i remi in
barca i vari Sansa&Preve.
Troppo “talebani” li ha definiti in una pubblica presentazione de Il
partito del cemento, il coraggioso direttore de Il Secolo XIX,
Lanfranco Vaccari. Non importa se
l’ex fortunatissimo presidente di Coop fallite, a catena,
Ruggeri, non rivela quanti siano
stati i nuovi vani abitabili e non, realizzati negli ultimi 10-20
anni nel ponente ligure. Comprese ristrutturazioni e trasformazioni
che hanno moltiplicato anche per 20-30-100 il quoziente abitativo. A quanto
ammontino le trasformazioni nei centri storici e dei sottotetti, con
legge bellissima benedetta da un ”massone” buono, in camice bianco. Non importa se
Ruggeri evita di fare un
raffronto del nostro povero entroterra, con quello, ad esempio,
dell’Aldo Adige che non è
sottosviluppato, abbandonato, nonostante l’assenza rigorosa di nuove
costruzioni (in montagna sono da anni bandite) e concesse solo
ristrutturazioni di scopo, non di comodo. Agriturismi veri, non
fasulli o finanziati per
“grazia di Dio”. Stalle e malghe, masi, abitati davvero da
pastori. Parchi alpini (questo riguarda l’assessore di Rifondazione
comunista,
Franco Zunino)
con organismi non clientelari e superstipendiati, con oltre 3
mila euro al mese). Ma stiamo
andando troppo fuori tema Santa Corona,
Asl, ospedali. Accade pure
nella Sanità, tutti si sentono in diritto di parlare, sparlare,
intanto si sa come va a finire.
Un domani nessuno ti chiede conto, ti mette sotto il naso
come ha fatto in tivù il sindaco di Roma, Alemanno
con Rutelli, dichiarazioni
solenni, promesse, progetti. Tra evidenti imbarazzi e
giustificazioni di circostanza. E l’elettorato (dis)informato,
quando vota, non sbaglia. E’ fedele. Fa coincidere i suoi interessi
con quelli del candidato al potere, alla corte del momento. Gli
interessi generali arriveranno, prima o poi o forse mai, o soltanto
un pochino. A che punto è,
ad esempio, il capitolo cardiochirurgia in provincia di Savona?
Bisogna sempre emigrare a Villa Azzurra di Rapallo
(struttura privata convenzionata e bistrattata) per non avere
sorprese, amarezze di cuore? (vedi statistiche mortalità) Colpa
dell’imprenditoria privata? O dell’incapacità del “pubblico”? E infine, quale
bilancio (dati alla mano, meglio sarebbe se ci fosse una
certificazione indipendente) può essere fatto dopo la perdita di
autonomia del Santa Corona?
E’ davvero strategica come molti ritengono? Non si è più saputo
nulla, soprattutto in termini di risparmi,
di antispreco, di assistenza e servizi agli utenti. Primo
metro di misura, quest’ultimo. Nonostante sia abituale anteporre
prima la politica di parte, poi le varie caste, per ultimo il
cittadino (raccomandati esclusi). E già si è iniziato a parlare del
nuovo Santa Corona. In tribuna le prime trombe. La platea ascolti la
musica, in silenzio. Luciano Corrado
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