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Retroscena di storia imperiese e savonese raccontati con una pagina di giornale Una volta c’erano i fratelli Manfredi Oggi ci sono i fratelli ScajolaCome sono cambiati potere ed atteggiamenti. Il ruolo, all’epoca, dei giornali locali
 Manfredo Manfredi | Imperia – Sembra ieri, invece sono trascorsi 15 anni. Una generazione di giovani che ha perso alcune pagine di storia “moderna” imperiese. Riproponiamo una pagina significativa, non per rinvangare, aprire ferite. Inutile e sciocco. Semmai per aprire conoscenza e coscienza; destinatari gli amministratori pubblici di oggi e domani. Manfredo Manfredi, allora un potente parlamentare e per un breve periodo sottosegretario (sicuramente meno forte del club Scajola anni 2000, anche perché Manfredi non aveva casate alle spalle), è sempre stato un “gran signore” quando doveva parlare con giornalisti “non schierati”, scomodi, ficcanaso, indipendenti. E non mancavano. |
Almeno cosi l’ha conosciuto una generazione di cronisti liguri, forse gli imperiesi veri dell’allora carta stampata, radio e (poco tivù), qualcosa di più sapevano e conoscevano. Con inevitabili tensioni. Anche nei comportamenti riservati ai “nemici” dell’allora “deus ex machina” della Dc ponentina, non si ricordano sfuriate pubbliche, caduta di stile Scajola-ministro. Manfredo Manfredi che si ricordi non ha mai “inveito” contro i “giornalisti schierati”. Contro i terroristi della comunicazione “rossa”, definiti di recente autori di tazebao. Tutti i retroscena, ancora nascosti, li racconteremo in un prossimo servizio. |
Manfredo Manfredi in una foto del 1976 | La vicenda che riproponiamo in questa pagina del Secolo XIX del 16 giugno 1993 venne scritta dall’allora redazione del Decimono di Imperia. Che, ricordano i colleghi anziani, non faceva sconti praticamente a nessuno. E’ vero che, in quella redazione, circolava un “fratello muratore”, ma aveva il fiuto della cronaca e della diffusione del giornale. Manfredo Manfredi, cortese anche verso i magistrati che non attaccava (lui uomo delle Istituzioni e per questo di radicale scuola scudocrociata) mai a testa bassa. Nonostante qualche sgarbatezza di troppo, come diffondere telefonate strettamente confidenziali con la figlia di un sindaco Dc supercementiere, antesignano della pioggia, del tappeto, di seconde case lungo la Riviera savonese e imperiese. |
Tipiche le sue risposte : <Non rilascio dichiarazioni. Se il magistrato (era Alberto Landolfi, sostituto procuratore di Savona che seguiva le storie di mazzette dell’imprenditore savonese Licio Lombardini ndr) riterrà opportuno sentirmi, io sono disponibile. In altre sedi non intendo parlare o polemizzare>. Manfredi, persona dai modi affabili che non trascorre una vecchia da poverello, origini della sua Pieve di Teco, per anni feudo, era accusato di <aver indotto Licio Lombardini , imprenditore interessato a grandi lavori stradali, a rifornirsi di materiali primi, quali cemento e altri, presso la ditta del proprio fratello Sebastiano Manfredi>. Oggi i fratelli si sistemano (e come!) in posti chiave del potere finanziario ed economico ligure. Non quisquiglie, viene quasi voglia di dire, da famiglia Manfredi e C., che pure non trattava caramelle. Nella pagina ci sono altre notizie di Savona, di cronaca giudiziaria. Ci preme, per completezza di informazione, scrivere che l’impresa Bogliolo di Alassio, dopo essere stata dichiarata fallita, ha ottenuto giustizia con la revoca del fallimento e la totale riabilitazione del suo amministratore Brosito Bogliolo. Con la restituzione di beni e aziende sequestrate. Un epilogo clamoroso in anni recenti, ovviamente non degno di menzione sui giornali. Che forse neppure ne sono venuti a conoscenza. Un caso, singolare, per i molti risvolti e strascichi.  
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