TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
I PROBLEMI SOCIALI DEL FUTURO
QUARANTATREESIMA PUNTATA
IL CASO "ISTITUTO FERRERO" DI VADO LIGURE
(seconda parte)
Aldo Pastore
Carissimi amici di "Trucioli Savonesi",
i quotidiani locali di oggi (22 ottobre2008) hanno riportato la seguente
notizia:
"Il Prefetto della Provincia di Cuneo, Dottor Bruno D'Alfonso,
nell' esercizio dell'attività di controllo governativo sulle Fondazioni,
con Decreto, ha sciolto gli organi sociali della "Fondazione Giovanni ed
Ottavia Ferrero" con sede in Alba via De Amicis 16 ed ha provveduto alla
contestuale nomina del Dottor Salvatore La Rosa, quale
Commissario Straordinario per la provvisoria gestione dell' Ente.Il
provvedimento, che è stato adottato a conclusione di una approfondita
verifica ispettiva presso l' Ente, effettuata anche con il qualificato
apporto della Guardia di Finanza, si è reso necessario a causa della situazione
di grave crisi economico finanziaria in cui versa la Fondazione."
Nel servizio giornalistico odierno de "La Stampa" è, inoltre, possibile
leggere la seguente dichiarazione dell' Avvocato Roberto Ponzio,
legale della fondazione:
"Il Commissariamento non sorprende, ma è la logica conseguenza di quanto
avvenuto in questi mesi. Il Commissario potrà esaminare la situazione
contabile e valutare la legittimità e opportunità delle scelte adottate dal
Consiglio di Amministrazione, prima di tutte la
dismissione della Struttura di Vado, ritenuta la causa principale della
crisi."
Nella parte conclusiva dell' articolo odierno de "Il SecoloXIX"
(vertente sullo stesso argomento) viene, in particolare, evidenziato che:
"Sul fronte cuneese erano emerse voci (negate dal presidente
Sacchetto) su un "BUCO" DI QUARANTA MILIONI
DI EURO COMPLESSIVI, mentre a Vado i crediti
nei confronti di fornitori e cooperative di servizio sfiorano i TRE MILIONI
DI EURO"
- E' calato, quindi, il Sipario sul primo Atto di
questo Dramma tragico e surreale.
- Ma quale situazione è residuata, oggi, all'interno dell' "Istituto
Ferrero" di VADO LIGURE?
Dalle notizie raccolte da diverse fonti (sicuramente attendibili) è
possibile delineare la condizione esistenziale attuale di questa Struttura,
nel modo seguente:
- PROPRIETA'
DELL' IMMOBILE: è stata
ceduta, attraverso una forma di LEASE-BACK comportante un costo
economico di 42 Milioni di Euro, più l'IVA, ad una Società
Finanziaria: la CORDEA SAVILS INVESTMENTS
- COSTI DI
GESTIONE APPROSSIMATIVI (CALCOLATI MENSILMENTE):
ENTRATE:
360.000 EURO (provenienti dalle Convenzioni con diverse
Istituzioni ed Enti)
USCITE:
AFFITTO 250.000
EURO
AMMORTAMENTO DEGLI INVESTIMENTI: 50.000 EURO
GESTIONE CORRENTE: 450.000
EURO
TOTALE:
710.000 EURO
- POSTI DI
DEGENZA DISPONIBILI IN CONVENZIONE:
Su di una Potenziale Disponibilità di 320
POSTI LETTO, ai quali vanno aggiunti
20 POSTI DEL CENTRO DIURNO, sono
previsti IN CONVENZIONE 173 POSTI LETTO, così suddivisi:
29 in R.S.A. (Residenza Sanitaria Assistita)
84 in R.P. (Residenza Protetta)
20 inseriti nel PROGRETTO ALZHEIMER
20 nel contesto della Convenzione con l' INPDAP
20 in TERAPIA RIABILITATIVA
- POSTI DI
DEGENZA EFFETTIVAMENTE ATTIVATI:
133 POSTI
LETTO (per mancata copertura
di 40 POSTI in Residenza Protetta)
- PERSONALE
DIPENDENTE PREVISTO:
FONDAZIONE FERRERO: circa 40
Dipendenti (tra i quali: 2 MEDICI, 4 Fisioterapisti, Infermieri
ed Ausiliari)
COOPERARCI: circa 25 Dipendenti
(Infermieri ed Ausiliari)
PROGETTO CITTA': 15 Dipendenti
(Educatori ed Ausiliari)
COOP ARCOBALENO: 20 Unità di
Personale Ausiliario
WELFARE SYSTEM: 15 Infermieri
DIPENDENTI COLLEGATI AGLI APPALTI:
circa 40 Unità (Servizi di Pulizia e di Ristorazione)
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Desidero evidenziare che, sul numero del personale impiegato nella
Struttura, permane (e si è ulteriormente accentuata) la pesante incognita
del disimpegno "Ferrero"; inoltre, nell' attuale, difficile situazione
gestionale ed amministrativa dell' Istituto, anche il numero dei dipendenti
delle Cooperative dei Servizi può continuamente modificarsi, registrando,
addirittura, cambiamenti con ritmi giornalieri.
In conclusione: come si può facilmente notare esiste uno
squilibrio finanziario (e, quindi gestionale) di notevole entità,
addirittura insanabile nella situazione attuale; le conseguenze negative di
un tale
dissesto si sono ripercosse immediatamente sugli Ospiti della Struttura
e sui Dipendenti, i quali (è bene ricordarlo) sono in attesa di Stipendio
dallo scorso Luglio, pur continuando, con grande spirito umanitario la loro
attività lavorativa per garantire l' assistenza ai Degenti dell'Istituto.
Secondo le notizie pervenute nei giorni scorsi, Due importanti Gruppi
Imprenditoriali avrebbero espresso l'intenzione di subentrare nella gestione
dell' intero complesso; il Comune di vado Ligure e la II° ASL si sarebbero
riservati di verificare i requisiti operativi e finanziari dei Due Gruppi,
per garantire una gestione sufficientemente dignitosa per il futuro; ma
debbo, ancora una volta, ribadire che esistono, a mio modo di vedere, da
parte della Fondazione Ferrero, precise responsabilità, che dovranno essere
chiarite (ed, eventualmente, perseguite) nei prossimi mesi.
- Ma non è su questo specifico aspetto che io desidero svolgere le mie
personali considerazioni finali; desidero, con questo Articolo, sottoporre
ai nostri lettori alcune riflessioni di carattere più generale (e, quindi,
più complesso), che vengono a coinvolgere, simultaneamente, il Settore
Assistenziale Socio-Sanitario ed il variegato Mondo dell'Urbanistica e dell'
Architettura.
Incomincio, allora dalla TIPOLOGIA DELL' ISTITUTO.
Che cos'è l'Istituto "Ferrero"?
Come si rapporta con le Tipologie definite dalla Regione Liguria e da me
riportate all'inizio del precedente Articolo del 20 ottobre 2008?
La risposta a questa duplice domanda è relativamente semplice: l'Istituto
"Ferrero"è al di fuori di questi elementari parametri; è, in effetti,
UN ASSEMBLAGGIO DI MOLTEPLICI TIPOLOGIE per
cui, al suo interno, troviamo la Residenza Protetta, la Residenza Sanitaria
Assistita, il Centro Diurno (specifico per lo studio e la cura
dell'Alzheimer ed, inoltre, per Terapie Polifunzionali) ed, addirittura,
intravvediamo, in itinere, la creazione di un Ospedale di Distretto, dotato
di 15 Posti - Letto.
Intendiamoci, carissimi amici: questa scelta operativa non era e non è
lesiva delle Leggi vigenti, per la semplice ragione che l'Intero Complesso è
stato articolato in Sedici Nuclei Modulari, ognuno dei quali dovrebbe avere
una sua specifica funzione ed, in questo contesto, rispondere ai requisiti
logistici ed operativi, previsti dalle leggi vigenti, sia in ambito
nazionale che regionale.
Tuttavia, sorge, a questo punto, un altro Problema, che è conseguenziale al
Primo e cioè: QUALE STRUTTURA ARCHITETTONICA ASSEGNARE
ALL'INTERO COMPLESSO per ospitare, al suo interno, la diverse
Tipologie, previste dalla Legge?
E qui Casca l' Asino, come si dice comunemente in termini metaforici; si è
PROCEDUTO (come già ho avuto modo di osservare per altri complessi
architettonici sorti nel nostro Comprensorio savonese)
ALLA RICERCA OSSESSIVA E QUASI MANIACALE DELLA GRANDEZZA, che, in
termini psichiatrici, si identifica con il CONCETTO DI PARANOIA;
si è, infatti, instaurata, in tema di politica urbanistica, una tendenza
alla ricerca di soluzioni eclatanti e sontuose e tali, comunque, da
esorbitare dal contesto urbano tradizionale; è questo (diceva John
Mc Neill ) un tipico atteggiamento di chi vuole mascherare la
propria povertà culturale con progetti e soluzioni, molto appariscenti
esteriormente innovative, ma, in realtà, vuote di un reale contenuto e,
soprattutto socialmente disumanizzanti.
Invito, a questo punto, i nostri amici lettori ad esaminare, dall'esterno,
l'intero complesso: un edificio enorme, articolato in cinque piani
sovrapposti, privo di poggioli e terrazze e, soprattutto, privo di area
verde circostante (malgrado la promessa, esistente nel progetto iniziale,
di dedicare 7.000 Metri Quadrati dell'area edificatoria alla creazione di
Giardini).
Ma, andate oltre, carissimi amici; mettetevi nei panni di un anziano
(maschio o femmina, che sia) costretto a varcare la soglia di questo
Istituto e domandatevi: QUALE UMANIZZAZIONE
sarà possibile trovare in un contesto architettonico di questo tipo, quali
RAPPORTI INTERPERSONALI si potranno instaurare
nell'interno di questa struttura, ma, soprattutto, come sarà possibile
COMUNICARE CON L'ESTERNO e, cioè, con il
CONTESTO COMPLESSIVO DELLA CITTA'?
Mentre scrivo queste parole, fatalmente tornano alla mente: "I CINQUE
ANZIANI ATTORNO ALLA STUFA" di Eso Peluzzi, dove ogni
anziano, pur essendo in gruppo, tende irrimediabilmente a chiudersi nella
propria solitudine e dove, di conseguenza, la dignità umana viene fatalmente
ad avvilirsi ed a degradarsi.
Posso facilmente comprendere che qualche mio oppositore potrà dire che
quanto da me ora affermato non corrisponde a verità, nel senso che,
all'interno della
Struttura, vi sono spazi dedicati alla vita collettiva (dalle sale di
animazione ai laboratori di ludoterapia e di musicoterapia; ma mi permetto
di obiettare che tutto questo non è sufficiente, perchè l'anziano, con
l'incedere inesorabile degli anni, è portato a chiudersi nel suo piccolo
mondo tradizionale (dalla famiglia, al gruppo amicale, alle Società di Mutuo
Soccorso) ed in un ambiente grandioso e mastodontico (quale è quello dell'
Istituto "Ferrero) tende sempre più a disperdersi, a perdere i contatti con
la realtà quotidiana, a rinchiudersi, sempre di più, nel suo angusto angolo
esistenziale, privo di affetti umanitari; di conseguenza, continuo a
sostenere che l'anziano va aiutato, sostenuto e curato, per quanto è
possibile, nella sua abitazione e nel contesto famigliare e non deve essere
rinchiuso nelle Residenze Protette, le quali sono semplicemente la versione
un po' più moderna dei vecchi ospizi.
- Questo mio ragionamento (condiviso, peraltro, dalla grande maggioranza dei
psicologi e dei sociologi) vale per tutti gli anziani, ma acquista ulteriore
valore, allorquando noi pensiamo ai soggetti colpiti dall' Alzheimer.
Riporto, in proposito, le considerazioni recentemente svolte dal Prof.
Gianluigi Mancardi ( Coordinatore della Commissione
Alzheimer della Regione Liguria e Direttore della Clinica Neurologica II
dell' Università di Genova):
"In Liguria, il problema dell' Assistenza a
questi pazienti è sicuramente più sentito rispetto alle altre
Regioni Italiane, perchè è elevata la percentuale di anziani della
popolazione.
Questa malattia dura almeno cinque o sette
anni ed ha un percorso complesso e drammatico
che coinvolge diversi nodi e figure, che agiscono con compiti
specifici, ma che è necessario collegare tra loro per realizzare una
vera rete di assistenza, che non deve essere solo medica, ma anche
socio-sanitaria, perchè ha lo scopo di accompagnare il
paziente e la famiglia lungo i diversi problemi che la malattia
inevitabilmente crea."
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Queste parole sono estremamente chiare:
BEN VENGANO I CENTRI DIURNI,
tenuto conto che, attualmente, nella nostra Regione, di fronte ad un
fabbisogno di 1.700 Posti, esiste una carenza di almeno 1.200 Posti;
BEN VENGANO LE R.S.A. (RESIDENZE SANITARIE ASSISTITE),
le quali offrono appena 5.000 Posti Letto, rispetto ad una necessità di
7.000; BEN VENGA LA RICERCA SCIENTIFICA,
il cui obiettivo finale è quello di guarire la malattia (risultato che sarà
raggiunto, allorquando riusciremo ad inibire l'accumulo nei neuroni della
BETA-AMILOIDE, vale a dire della sostanza tossica che blocca, di fatto, le
più alte funzioni cerebrali ed è quindi, a ragione, considerata la causa
prima dell' Alzheimer).
Ma è nostro preciso dovere creare
anche ADEGUATI SERVIZI SOCIO-SANITARI DI BASE
e collegare questi ultimi alle
UNITA' DI VALUTAZIONE ALZHEIMER (UVA) ed agli
altri servizi, sopra citati, al fine di ottenere non già interventi
settoriali ed episodici, bensì di creare un assetto organico di Assistenza,
con uno sguardo rivolto congiuntamente al progresso scientifico ed all'
umanizzazione dei servizi.
- Per quanto riguarda il futuro dell' Istituto "Ferrero", auspico che il
sipario sul Secondo atto si apra con le seguenti prospettive:
- Ripresa gestionale ed amministrativa,
attraverso il fondamentale apporto delle Pubbliche Istituzioni
(Comuni e II° ASL, in particolare), il concorso del settore
Privato e, soprattutto, del volontariato;
- Netta riduzione dei POSTI LETTO ed, in
particolare, quelli destinati alla RP (Residenza Protetta);
- Aumento dei Posti-Letto in RSA (Residenza
Sanitaria Assistita) e conseguenziale miglioramento delle
modalità di cura e di assistenza nei confronti dei soggetti NON
ASUTOSUFFICIENTI;
- Potenziamento dell' operato
tecnico-scientifico del CENTRO DIURNO, al fine di poter
contribuire a raggiungere i traguardi sopra auspicati nella
Terapia dell' ALZHEIMER;
- Cooperazione ed integrazione dei Nuclei
Modulari dell' Istituto con gli attuali e futuribili Servizi
Socio-Sanitari Territoriali;
- Apertura della Struttura all'intera Comunità
di Vado Ligure e Comuni viciniori, attraverso la trasformazione
dei locali lasciati liberi, mediante lo sfoltimento dei Posti
Letto, in Servizi Culturali e Ricreativi, finalizzati, in
particolare, all'integrazione degli Ospiti con l'intera
popolazione locale.
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22 Ottobre 2008
Aldo Pastore
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