Se si pensa che il 90 per cento dei tumori sono
causati da fattori ambientali, che interagiscono in modo non
sommatorio, ma sinergico, cioè moltiplicativo.
A tuttoggi non esiste la dose-soglia al di sotto
della quale si possa escludere un effetto biologico e qualora tale
effetto ci sia, è chiaro che sarà irreversibile. Ragione per cui
quando assumiamo delle decisioni, esse saranno irreversibili.
Dopo questa forte affermazione, rispondendo alle
domande del pubblico, ha accennato al nostro problema contingente,
alla presenza di una cabina di trasformazione elettrica nei pressi
dell’edificio scolastico e al sito di San Michele ipotizzato
per gli impianti di telefonia mobile, frontale rispetto a tutte le
scuole.
Il sindaco è intervenuto chiarendo di non aver
“dato” tale sito, ma di riservarsi di esaminare il progetto del
gestore sottoponendolo al giudizio dell’Università e
presentandolo poi all’assemblea dei cittadini.
La presidente del Comitato cittadino non ha
potuto far seguire alla dichiarazione del sindaco una precisazione
perché giudicata non inerente al tema e cioè che l’esame del
progetto appartiene ad una fase successiva rispetto a quanto
richiesto in due assemblee pubbliche e attraverso un documento
accompagnato da una raccolta di firme.
No al sito di San Michele, no al sito di
Zuglieno. Quest’ultimo, per il quale TIM ha vinto il
ricorso al Tar, è stato giudicato universalmente un errore
che si andrebbe a correggere riproducendolo sulla collina opposta,
quella di San Michele, appunto, e per di più con una
concentrazione di impianti, gli esistenti (ad eccezione di
Vodafone, autorizzata sull’Hotel Capo Noli) e i futuri,
ad analoga altezza e distanza dal centro abitato e scuole, con gli
stessi vincoli paesaggistici, storici e monumentali.
No, a prescindere da qualsiasi progetto o
accorgimento tecnico perché sarebbero impossibili delle garanzie
viste le caratteristiche del sito e l’attuale stato della materia
generale.
Non si è mai affermato che San Michele sia
stato “dato” dall’amministrazione (del resto il piano non è pronto)
bensì “proposto” e infatti il sindaco aspetta dal gestore un
progetto relativo a “quel” sito, mentre è chiaro che in discussione
c’è sempre stata, fin dall’inizio, la scelta del sito stesso ed è
stata manifestata la contrarietà
alla suddetta proposta.
L’opinione espressa dai cittadini, la precisa e
pressante richiesta di centinaia di loro costituisce un passo
precedente alla posizione dichiarata dal sindaco.
E questa precedenza non va mai baypassata. Tanto
più che nel documento che accompagnava le firme si proponevano
soluzioni alternative, meno impattanti, sia per la salute che per
l’ambiente e si metteva in evidenza come la collina di San
Michele debba essere preservata nella sua valenza paesistica e
monumentale per continuare ad essere fruita da studenti e turisti.
L’Università alla quale si chiederà un
giudizio, non potrà che adeguarsi ai parametri ufficiali, l’ARPAL
constaterà, attraverso simulazioni di campo il rispetto dei limiti
di legge. Il gestore avrà tutto l’interesse a presentare un progetto
perfetto come è avvenuto per Zuglieno, salvo per chiedere gli
“adeguamenti” per esigenze di servizio – e sappiamo quanto va
crescendo l’offerta, a parte quest’ultimo aspetto e non è poco –
potrebbe sembrare tutto accettabile.
Limiti e parametri sono messi in discussione, non
è stato ancora possibile provare l’innocuità dei campi
elettromagnetici che anche le piccole dosi continue possono avere
effetti. E comunque non esiste un limite minimo sotto il quale essi
si possono escludere. Che la legge di mercato è forte.
Dopo quanto abbiamo sentito dal dr. Di
Giovannantonio e letto in anni di impegno, dopo che persino un
tecnico, l’ingegner Poggi, nell’incontro del 15 marzo, ha
chiaramente parlato di impossibilità di fissare in questa materia
dei limiti reali. Limiti che bisogna pur stabilire, ma che si basano
su una pura convenzione. Dopo che lo stesso Parlamento europeo non
solo li ha definiti
“obsoleti”, ma ha rivelato nelle sue conclusioni i “pericoli per la
salute” derivanti dalle emissioni di tipo telefonia mobile quali il
telefono portatile, le emissioni UMTS-WIFI-WIMAX-BLUETOTH – e
il telefono a base fissa “DECT”, saremo tentati di chiedere
di non appesantire il nostro territorio oltre la copertura che ha
già.
Soprattutto chiediamo: che garanzie sanitarie ci
possono dare i nostri amministratori in base all’articolo 32 della
Costituzione? Dobbiamo essere sempre noi cittadini a pagare in
termini di rischio, errori, pregressi se nuovamente ripetuti e la
nostra voce, sostanzialmente, secondo un principio democratico, è
ascoltata in modo che come cittadini possiamo condividere le scelte
territoriali e sanitarie che ci riguardano?
*Maria Vincenti,
presidente del Comitato cittadino per la difesa della salute e
dell’ambiente.
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