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Intervento del presidente del Comitato Cittadino dopo un dibattito pubblico

Noli, il “prezzo” della salute?

Quanto ci costa l’indifferenza

Inquinamento elettromagnetico e polveri sottili. I giovani? Come evitare errori irreversibili


 
di Maria Vincenti*

 

CO.NA.CEM

Noli – Si è svolto a Noli (9 ottobre scorso), presso la Fondazione culturale S, Antonio, un incontro pubblico sulle tematiche dell’inquinamento ambientale: elettromagnetico e da polveri sottili. Sono state date informazioni mediche da parte dei due relatori, il dr.  Di Giovannantonio, medico responsabile CO.NA.CEM (Coordinamento nazionale campi elettromagnetici)  ed il dr. Franceschi, pneumologo dell’ISDE (Associazioni italiana medici per l’ambiente).

Sul primo tema (inquinamento elettromagnetico) Di Giovannantonio ha citato le prese di posizione dei vari enti istituzionali, per dimostrare come la materia sia tuttora in “attenzione” da parte di organismi internazionali. Sia tutt’altro da sottovalutare e sia ancora in evoluzione il collegamento fra esposizione ed insorgenza di patologie nel lungo termine.

Mentre le onde generate  da impianti a bassa frequenza (elettrodotti, cabine di trasformazione elettrica) sono già stati catalogati dall’IARC come potenziali cancerogeni. Per le onde generate dalle alte frequenze (cellulari, impianti di telefonia mobile, impianti Rai-tivù) c’è ancora contraddizione tra studi definiti “positivi” che provano la correlazione tra esposizione ed insorgenza di patologie a carico di cervello, midollo osseo, mammella eccetera e studi “negativi” che non vedono tali correlazioni.

Non esistono studi epidemiologici sui bambini, mentre l’esposizione è in continuo incremento e si sa, bambini e adolescenti sono maggiormente sensibili.

Non si dispone di dati sull’uso prolungato del cellulare oltre un periodo di dieci anni. Insomma, non è passato un periodo di tempo adeguato dall’inizio dell’uso generalizzato e massiccio di queste tecnologie per trarre conclusioni definitive.

Ma esistono correlazioni statisticamente significative ed innumerevoli studi internazionali che, all’interno dell’incertezza finale sugli effetti a lungo termine, danno delle certezze sui rischi.

Infatti il medico ha ribadito questo concetto, con forza, rispondendo ad una domanda del pubblico. Ha inoltre messo in guardia dall’uscire dall’incontro con delle incertezze dicendo agli amministratori pubblici che tra il rispetto della norma ed il rispetto della salute possono scegliere – e ne ha lasciato intravedere la possibilità -  un modo di governare il proprio territorio che concili le due cose, privilegiando la seconda ed assumendosi le proprie responsabilità di fronte agli elettori.

Di Giovannantonio ha messo in evidenza come recentemente il Parlamento europeo abbia invitato la Commissione europea a rivedere i limiti di sicurezza “ormai obsoleti” e attuare norme maggiormente cautelative, come lo stesso Parlamento abbia affermato che tali limiti non affrontano la questione dei gruppi vulnerabili, ad esempio le donne incinte, i neonati, i bambini.


Sindaco di Noli Ambrogio Repetto

Ha ricordato, come già precedentemente, il 21 –03-07, il Comitato scientifico sui rischi emergenti aveva fatto riferimento ai possibili effetti a lungo termine dei campi elettromagnetici anche a bassi livelli di intensità. Lo stesso Piano sanitario nazionale con formulazioni di organismi medici qualificati come l’I.S.P.E.S.L. (medicina del lavoro) e l’I.S.S. , Istituto Superiore Sanità, aveva parlato di prevenzione appellandosi al principio di cautela per gli effetti a lungo termine.

Attraverso una metafora animata, ha fatto presente come l’uomo di oggi si trovi in una situazione simile a quella dell’uomo primitivo davanti a fenomeni sconosciuti che potrebbero racchiudere pericolose insidie.

Se si pensa che il 90 per cento dei tumori sono causati da fattori ambientali, che interagiscono in modo non sommatorio, ma sinergico, cioè moltiplicativo.

A tuttoggi non esiste la dose-soglia al di sotto della quale si possa escludere un effetto biologico e qualora tale effetto ci sia, è chiaro che sarà irreversibile. Ragione per cui quando assumiamo delle decisioni, esse saranno irreversibili.

Dopo questa forte affermazione, rispondendo alle domande del pubblico, ha accennato al nostro problema contingente, alla presenza di una cabina di trasformazione elettrica nei pressi dell’edificio scolastico e al sito di San Michele ipotizzato per gli impianti di telefonia mobile, frontale rispetto a tutte le scuole.

Il sindaco è intervenuto chiarendo di non aver “dato” tale sito, ma di riservarsi di esaminare il progetto del gestore sottoponendolo al giudizio dell’Università e presentandolo poi all’assemblea dei cittadini.

La presidente del Comitato cittadino non ha potuto far seguire alla dichiarazione del sindaco una precisazione perché giudicata non inerente al tema e cioè che l’esame del progetto appartiene ad una fase successiva rispetto a quanto richiesto in due assemblee pubbliche e attraverso un documento accompagnato da una raccolta di firme.

No al sito di San Michele, no al sito di Zuglieno. Quest’ultimo, per il quale TIM ha vinto il ricorso al Tar, è stato giudicato universalmente un errore che si andrebbe a correggere riproducendolo sulla collina opposta, quella di San Michele, appunto, e per di più con una concentrazione di impianti, gli esistenti (ad eccezione di Vodafone, autorizzata sull’Hotel Capo Noli) e i futuri, ad analoga altezza e distanza dal centro abitato e scuole, con gli stessi vincoli paesaggistici, storici e monumentali.

No, a prescindere da qualsiasi progetto o accorgimento tecnico perché sarebbero impossibili delle garanzie viste le caratteristiche del sito e l’attuale stato della materia generale.

Non si è mai affermato che San Michele sia stato “dato” dall’amministrazione (del resto il piano non è pronto) bensì “proposto” e infatti il sindaco aspetta dal gestore un progetto relativo a “quel” sito, mentre è chiaro che in discussione c’è sempre stata, fin dall’inizio, la scelta del sito stesso ed è stata manifestata la contrarietà  alla suddetta proposta.

L’opinione espressa dai cittadini, la precisa e pressante richiesta di centinaia di loro costituisce un passo precedente alla posizione dichiarata dal sindaco.

E questa precedenza non va mai baypassata. Tanto più che nel documento che accompagnava le firme si proponevano soluzioni alternative, meno impattanti, sia per la salute che per l’ambiente e si metteva in evidenza come la collina di San Michele debba essere preservata nella sua valenza paesistica e monumentale per continuare ad essere fruita da studenti e turisti.

L’Università alla quale si chiederà un giudizio, non potrà che adeguarsi ai parametri ufficiali, l’ARPAL constaterà, attraverso simulazioni di campo il rispetto dei limiti di legge. Il gestore avrà tutto l’interesse a presentare un progetto perfetto come è avvenuto per Zuglieno, salvo per chiedere gli “adeguamenti” per esigenze di servizio – e sappiamo quanto va crescendo l’offerta, a parte quest’ultimo aspetto e non è poco – potrebbe sembrare tutto accettabile.

Limiti e parametri sono messi in discussione, non è stato ancora possibile provare l’innocuità dei campi elettromagnetici che anche le piccole dosi continue possono avere effetti. E comunque non esiste un limite minimo sotto il quale essi si possono escludere. Che la legge di mercato è forte.

Dopo quanto abbiamo sentito dal dr. Di Giovannantonio e letto in anni di impegno, dopo che persino un tecnico, l’ingegner Poggi, nell’incontro del 15 marzo, ha chiaramente parlato di impossibilità di fissare in questa materia dei limiti reali. Limiti che bisogna pur stabilire, ma che si basano su una pura convenzione. Dopo che lo stesso Parlamento europeo non solo li ha definiti  “obsoleti”, ma ha rivelato nelle sue conclusioni i “pericoli per la salute” derivanti dalle emissioni di tipo telefonia mobile quali il telefono portatile, le emissioni UMTS-WIFI-WIMAX-BLUETOTH – e il telefono a base fissa “DECT”, saremo tentati di chiedere di non appesantire il nostro territorio oltre la copertura che ha già.

Soprattutto chiediamo: che garanzie sanitarie ci possono dare i nostri amministratori in base all’articolo 32 della Costituzione? Dobbiamo essere sempre noi cittadini a pagare in termini di rischio, errori, pregressi se nuovamente ripetuti e la nostra voce, sostanzialmente, secondo un principio democratico, è ascoltata in modo che come cittadini possiamo condividere le scelte territoriali e sanitarie che ci riguardano?

 *Maria Vincenti, presidente del Comitato cittadino per la difesa della salute e dell’ambiente.