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La presente crisi, assieme ai crack di Parmalat, Enron, Halliburton
etc., sta imponendo l'evidenza di tre primi dati di fatto fondamentali:
-le grandi truffe finanziarie, il gonfiaggio delle bolle e il loro
scoppio, le fasi di recessione,
non sono eventi naturali o
accidentali, ma un potente strumento di profitto per una
ristretta cerchia finanziaria globale;
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- la dottrina economica proclamata dalla scuola
mercatista, sostenuta dal sistema bancario (comprese le banche
centrali), sposata dai governi, era non solo falsa, ma
strumentale al business delle bolle e delle truffe finanziarie;
- banche e agenzie di rating, nell’inerzia di autorità monetarie e di
borsa, hanno inondato i mercati e i mass media di informazioni false per
favorire quel medesimo
business.
Dietro il crollo del castello della carta-straccia, appare un secondo
castello, altrettanto pericolante: il castello della moneta-straccia,
della banca straccia – e soprattutto del Dollaro straccio. Ed è questo
il vero problema, che la politica e i mass media esitano ancora a
menzionare. Ma è anche il principio della soluzione.
Comunemente si crede che le banche prestino
il denaro esistente, che raccolgono dai risparmiatori. Ciò non
corrisponde alla realtà economica moderna. Le banche innanzitutto
ricevono in deposito pochissimo denaro contante, quasi solo strumenti di
credito di altre banche: assegni, bonifici, giroconti, lettere di
credito, etc. E poi non prestano denaro, ma creano direttamente i mezzi
monetari sottoforma di assegni, accrediti, note, etc. Solo l’8% di ciò
che usiamo come denaro è denaro reale – il restante 92% è costituito da
promesse di pagamento bancarie denominate in valuta legale. Quindi
questo 92% è scoperto: non rappresenta denaro legale esistente, non può
essere ‘ritirato’ in forma di banconote. Il mondo funziona con le
promesse di pagamento che si scambiano le banche, direttamente o via
loro clienti. Il 92% dei mezzi monetari esiste solo come circolazione
interbancaria di promesse di pagamento bancarie. Se quella circolazione
si ferma, se le banche saltano o non accettano più, tra di loro,
tali promesse, allora i nostri soldi semplicemente svaniscono e
l’economia si ferma. Le banche stanno saltando perché in realtà sono già
quasi tutte decotte: da un lato sono esposte con operazioni di derivati
per circa un milione di miliardi di Dollari solo in area USA, dall’altro
hanno copertura solo per l’1 per mille circa del totale delle promesse
di pagamento che hanno messo in circolazione. Assegni circolari, saldi
di conto corrente, garanzie bancarie, sono tutti scoperti al 999 per
mille.
Questa è la tremenda verità: non solo i derivati
finanziari, ma anche il denaro bancario è spazzatura, o diventa
spazzatura nei periodi di crisi, perché è generato, senza copertura
reale, da un ingannevole gioco di sponda
tra le banche, autorizzate a ciò da leggi fatte nel loro interesse. La
fiducia nel sistema bancario e nella sua ‘onestà’, è basata su una
gigantesca illusione, di cui sono coautori governi e banche centrali.
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Oggi, dato che questo segreto minaccia di emergere, le banche hanno
una tale sfiducia reciproca, che sono riluttanti a prestarsi soldi
tra loro e lo fanno a tassi altissimi. Ciò ne fa fallire molte.
Quando la Northern Rock, la Lehman Brothers etc. sono saltate, si è
visto che dentro non avevano soldi. Ma tutte le banche sono così. Le
banche contengono solo debiti e aspettative. La loro è una realtà
psicologica. Oggettivamente, sono scatole vuote. Guadagnano denaro
dai clienti fingendo di prestare soldi che non hanno e facendosi
pagare interessi su questi soldi inesistenti. I banchieri
trasferiscono i profitti nei paradisi fiscali scaricando sui governi
la scelta se lasciar fallire le banche e crollare il sistema, oppure
ripianare le bancarotte a spese dei contribuenti.
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Questo è buona parte del core
business dell’attività bancaria. La finanziarizzazione
dell’economia, le frodi finanziarie e il signoraggio sono gli
strumenti che oggettivamente danno il massimo profitto ai banchieri;
e i banchieri, nell’attuale sistema monetario, controllano le banche
centrali e sono creditori dei partiti, degli Stati e delle imprese,
quindi possono guidare la politica economica e sociale producendo
alternamente espansioni e recessioni a loro vantaggio. Ogni teoria o
riforma economica che non tenga presente tutto ciò, viene smentita
dai fatti.
Con queste premesse, si può capire come la ricapitalizzazione delle
banche con denaro pubblico, presentata come una manovra
intelligente, in realtà ristabilisce e protegge solo l’illusione con
cui i banchieri sistematicamente defraudano la gente, ma non
rivitalizza il credito, le banche, la circolazione monetaria.
Inoltre, aumenta l’indebitamento pubblico e la spesa per interessi,
traducendosi in più tasse, rincari dei prezzi, tagli agli
investimenti. Solo che questi effetti negativi sono differiti,
mentre l’apparente beneficio è immediato, sebbene caduco; perciò
l’opinione pubblica accetta tali manovre, che non capisce.
Come non capisce che gli Stati potrebbero ricapitalizzare l’economia
evitando la recessione senza indebitarsi, se solo nazionalizzassero
le banche centrali di emissione ed emettessero denaro direttamente
in proprio. Per capire questa possibilità bisogna capire l’essenza
economica e giuridica della moneta e delle funzioni bancarie, le
quali solo marginalmente hanno a che fare con la raccolta e il
prestito della raccolta, e primariamente consistono nella
creazione e nel
mantenimento ‘in vita’ dei mezzi monetari. La violenza e la
multiformità di questa crisi hanno il merito di imporre l’evidenza
della natura della moneta, la cui essenza è la capacità di mettere
in cooperazione i fattori di produzione, la domanda, l’offerta,
senza bisogno che la sua emissione sia coperta o garantita da altro
che dall’impiego produttivo della moneta stessa. La moneta, cioè,
non ha bisogno di essere pagata alle banche, bensì si crea a costo
zero e va posta a disposizione gratuitamente, ma solo di chi la usa
per produzione, infrastrutture, ricerca.
È possibile che l’attuale sistema monetario crolli e sia sostituito
con nuove monete private, emesse a costo zero (per loro) dagli
stessi banchieri che hanno prodotto a loro vantaggio l’attuale
crisi, e che, con i relativi profitti, rafforzano il loro potere
politico e rastrellano le attività produttive e le risorse naturali.
Chi ha defraudato il mondo, lo dominerà presto. A meno che la
cultura sociale ed economica compia la rivoluzione copernicana della
moneta, passando da un sistema socioeconomico banco-centrico, che
guadagna da una falsa scarsità e disinformazione istituzionale, a un
sistema antropocentrico, che usi una moneta democratica e libera da
debito per realizzare il potenziale produttivo dell’uomo e della sua
tecnologia.
Il peggio deve ancora venire. I provvedimenti monetari adottati
sinora fanno fronte, se va bene, a meno di un centesimo del valore
della bolla finanziaria e monetaria. Hanno una funzione cosmetica e
dilatoria.
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Ora si delinea all’orizzonte lo tsunami delle polizze di garanzia
dei mutui subprime –
polizze stipulate dalle banche a garanzia dei loro crediti
ipotecari, per garantirsi contro difficoltà o lungaggini o
insufficienti ricavi nella vendita delle case ipotecate. Quelle
polizze sono state cartolarizzate e vendute perlopiù a fondi
pensione. Quando i fondi pensione dovranno far fronte all’escussione
delle polizze da parte delle banche o delle società di recupero
crediti, saranno costretti a vendere titoli che hanno in
portafoglio (causando ribassi in borsa) e a tagliare le pensioni.
Molti pensionati saranno alla fame o dovranno tornare a lavorare.
Molti lavoratori dovranno differire il pensionamento fino alla
vecchiaia inoltrata. I governi saranno sollecitati a sostenere i
redditi di pensionati e pensionandi con ulteriore spesa a deficit.
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Al momento, il mondo è minacciato da tre crolli: quello della
finanza, quello della moneta e del sistema bancario, quello
dell’economia reale. La crisi di quest’ultima, l’impoverimento, il
calo dei consumi e degli investimenti, etc., derivano principalmente
dalla rarefazione della liquidità disponibile per produzione e
consumi. Tale rarefazione è causata:
-dal fatto che il settore speculativo improduttivo ha prima
assorbito, poi distrutto, gran parte del
money supply,
distogliendolo dagli impieghi per consumi e investimenti;
-dalla esponenziale crescita del costo del servizio del debito
pubblico e privato rispetto al reddito, crescita a sua volta dovuta
al meccanismo dell’interesse composto applicato sul denaro-debito;
tale costo assorbe il reddito disponibile e rende non più redditizi
gli investimenti, incoraggiando quindi al disinvestimento.
Ma il fosco scenario sopra delineato non è inevitabile. Proprio la
crisi in atto offre ottime possibilità di capire le cause di fondo
dei problemi. E soprattutto di cogliere il potenziale monetario come
risorsa per lo sviluppo. L’economia ora, proprio ora, può compiere
una rivoluzione copernicana, per invertire la recessione in atto e
prevenire la catastrofe altrimenti inevitabile entro pochissimi
anni. Dalle analisi e dal nuovo paradigma economico svolte nel
saggio La Moneta
Copernicana, derivano alcuni principi applicativi, che
possono porre fine strutturalmente alla recessione e al declino
della qualità della vita:
-restituire innanzitutto alla produzione e ai consumi un’adeguata
liquidità, che sia libera da debito;
-ciò si può ottenere attribuendo allo Stato, o all’Unione Europea,
la sovranità monetaria, ossia la potestà di creare direttamente,
senza doverli coprire con emissioni di titoli di debito pubblico,
tutti i mezzi monetari aventi valore legale, nonché la proprietà di
tali mezzi al momento della loro emissione;
-finanziare la spesa pubblica per investimenti, infrastrutture e
nazionalizzazione di imprese strategiche con l’emissione di denaro
senza debito e non con le tasse;
-evidenziare contabilmente ogni creazione di mezzi monetari come un
reddito;
-riservare alle banche la sola funzione di prestare, a interesse,
denaro esistente e da loro posseduto, escludendo che possano creare
mezzi monetari;
-adeguare la produzione e la disponibilità monetaria alla capacità
che il mercato ha di assorbirla traducendola in impieghi produttivi
effettivamente utili e richiesti dal mercato e dalla società, e non
finalizzati al mero aumento numerico del p.i.l.;
-dichiarare pubblicamente e regolare, mantenendola in equilibrio col
sistema complessivo e con l’andamento dell’economia reale, la quota
di mezzi monetari disponibili per il settore speculativo
finanziario;
-sostituire al p.i.l., come criterio-guida essenzialmente generatore
di insostenibili “bolle”, il p.i.n. o prodotto interno netto (netto
dagli ammortamenti e da ogni imposta);
-integrare tale criterio con indici dello stato dell’ambiente, della
salute, dell’ordine pubblico, della giustizia, etc.;
-garantire e regolare, per i privati e gli enti pubblici, la facoltà
di creare monete complementari o alternative aventi base
contrattuale;
-tutelare tali monete in una riorganizzazione delle attività
produttive e degli scambi in favore di economie corte (produzioni e
consumi locali, scambi e competizione solo per le eccedenze).
Deve cessare la pirateria di una Fed che, in un primo tempo, emette
maree di Dollari per consentire abnormi profitti elitari attraverso
la creazione di bolle speculative, e in un secondo tempo altre maree
di Dollari per scaricare sugli Americani e sul mondo le conseguenze
del loro scoppio. E parimenti deve cessare il salasso degli anemici,
ossia l’assurdo di una BCE che non solo non emette il denaro per
attivare i fattori di produzione e consumo di un’economia europea in
seria crisi di liquidità, ma alza i tassi, strangolandola,
diffondendo insolvenze a catena e inducendo rialzi dei prezzi.
Devono cessare tutte le manovre che, per salvare il settore
finanziario, tolgono liquidità a quello produttivo e ai consumi, già
gravemente demonetizzati. E la tolgono sia le ricapitalizzazioni
delle banche mediante emissioni obbligazionarie o azionarie, sia le
attuali emissioni di liquidità delle banche centrali contro
emissione di titoli del debito pubblico, che si traducono in
massicce collocazione sul mercato di titoli, quindi in un
assorbimento di liquidità, che viene così sottratta all’investimento
e ai consumi.
Marco Della Luna
22 ottobre 2008
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Marco Della Luna, avvocato e saggista, è autore di
diverse opere sul sistema monetario e politico: Euroschiavi (Arianna
2007, terza edizione, oltre 22.000 copie vendute), Basta Italia!
(Arianna 2008), Polli da Spennare (Nexus 2008) e del saggio sulla
presente crisi
La Moneta Copernicana (con A. Galloni), in
uscita questa settimana con Nexus. >
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