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UNA RIVOLUZIONE CONTRO

 LA RECESSIONE

Marco Della Luna *   

La presente crisi, assieme ai crack di Parmalat, Enron, Halliburton etc., sta imponendo l'evidenza di tre primi dati di fatto fondamentali:

-le grandi truffe finanziarie, il gonfiaggio delle bolle e il loro scoppio, le fasi di recessione, non sono eventi naturali o accidentali, ma un potente strumento di profitto per una ristretta cerchia finanziaria globale;

- la dottrina economica proclamata dalla scuola mercatista, sostenuta dal sistema bancario (comprese le banche centrali), sposata dai governi, era non solo falsa, ma strumentale al business delle bolle e delle truffe finanziarie;

- banche e agenzie di rating, nell’inerzia di autorità monetarie e di borsa, hanno inondato i mercati e i mass media di informazioni false per favorire quel medesimo business.

Dietro il crollo del castello della carta-straccia, appare un secondo castello, altrettanto pericolante: il castello della moneta-straccia, della banca straccia – e soprattutto del Dollaro straccio.  Ed è questo il vero problema, che la politica e i mass media esitano ancora a menzionare. Ma è anche il principio della soluzione.

        Comunemente si crede che le banche prestino il denaro esistente, che raccolgono dai risparmiatori. Ciò non corrisponde alla realtà economica moderna. Le banche innanzitutto ricevono in deposito pochissimo denaro contante, quasi solo strumenti di credito di altre banche: assegni, bonifici, giroconti, lettere di credito, etc. E poi non prestano denaro, ma creano direttamente i mezzi monetari sottoforma di assegni, accrediti, note, etc. Solo l’8% di ciò che usiamo come denaro è denaro reale – il restante 92% è costituito da promesse di pagamento bancarie denominate in valuta legale. Quindi questo 92% è scoperto: non rappresenta denaro legale esistente, non può essere ‘ritirato’ in forma di banconote. Il mondo funziona con le promesse di pagamento che si scambiano le banche, direttamente o via loro clienti. Il 92% dei mezzi monetari esiste solo come circolazione interbancaria di promesse di pagamento bancarie. Se quella circolazione si ferma,  se le banche saltano o non accettano più, tra di loro, tali promesse, allora i nostri soldi semplicemente svaniscono e l’economia si ferma. Le banche stanno saltando perché in realtà sono già quasi tutte decotte: da un lato sono esposte con operazioni di derivati per circa un milione di miliardi di Dollari solo in area USA, dall’altro hanno copertura solo per l’1 per mille circa del totale delle promesse di pagamento che hanno messo in circolazione. Assegni circolari, saldi di conto corrente, garanzie bancarie, sono tutti scoperti al 999 per mille.

Questa è la tremenda verità: non solo i derivati finanziari, ma anche il denaro bancario è spazzatura, o diventa spazzatura nei periodi di crisi, perché è generato, senza copertura reale, da un ingannevole gioco di sponda tra le banche, autorizzate a ciò da leggi fatte nel loro interesse. La fiducia nel sistema bancario e nella sua ‘onestà’, è basata su una gigantesca illusione, di cui sono coautori governi e banche centrali.

Oggi, dato che questo segreto minaccia di emergere, le banche hanno una tale sfiducia reciproca, che sono riluttanti a prestarsi soldi tra loro e lo fanno a tassi altissimi. Ciò ne fa fallire molte. Quando la Northern Rock, la Lehman Brothers etc. sono saltate, si è visto che dentro non avevano soldi. Ma tutte le banche sono così. Le banche contengono solo debiti e aspettative. La loro è una realtà psicologica. Oggettivamente, sono scatole vuote. Guadagnano denaro dai clienti fingendo di prestare soldi che non hanno e facendosi pagare interessi su questi soldi inesistenti. I banchieri trasferiscono i profitti nei paradisi fiscali scaricando sui governi la scelta se lasciar fallire le banche e crollare il sistema, oppure ripianare le bancarotte a spese dei contribuenti.

Questo è buona parte del core business dell’attività bancaria. La finanziarizzazione dell’economia, le frodi finanziarie e il signoraggio sono gli strumenti che oggettivamente danno il massimo profitto ai banchieri; e i banchieri, nell’attuale sistema monetario, controllano le banche centrali e sono creditori dei partiti, degli Stati e delle imprese, quindi possono guidare la politica economica e sociale producendo alternamente espansioni e recessioni a loro vantaggio. Ogni teoria o riforma economica che non tenga presente tutto ciò, viene smentita dai fatti.

Con queste premesse, si può capire come la ricapitalizzazione delle banche con denaro pubblico, presentata come una manovra intelligente, in realtà ristabilisce e protegge solo l’illusione con cui i banchieri sistematicamente defraudano la gente, ma non rivitalizza il credito, le banche, la circolazione monetaria. Inoltre, aumenta l’indebitamento pubblico e la spesa per interessi, traducendosi in più tasse, rincari dei prezzi, tagli agli investimenti. Solo che questi effetti negativi sono differiti, mentre l’apparente beneficio è immediato, sebbene caduco; perciò l’opinione pubblica accetta tali manovre, che non capisce.

Come non capisce che gli Stati potrebbero ricapitalizzare l’economia evitando la recessione senza indebitarsi, se solo nazionalizzassero le banche centrali di emissione ed emettessero denaro direttamente in proprio. Per capire questa possibilità bisogna capire l’essenza economica e giuridica della moneta e delle funzioni bancarie, le quali solo marginalmente hanno a che fare con la raccolta e il prestito della raccolta, e primariamente consistono nella creazione e nel mantenimento ‘in vita’ dei mezzi monetari. La violenza e la multiformità di questa crisi hanno il merito di imporre l’evidenza della natura della moneta, la cui essenza è la capacità di mettere in cooperazione i fattori di produzione, la domanda, l’offerta, senza bisogno che la sua emissione sia coperta o garantita da altro che dall’impiego produttivo della moneta stessa. La moneta, cioè, non ha bisogno di essere pagata alle banche, bensì si crea a costo zero e va posta a disposizione gratuitamente, ma solo di chi la usa per produzione, infrastrutture, ricerca.

 È possibile che l’attuale sistema monetario crolli e sia sostituito con nuove monete private, emesse a costo zero (per loro) dagli stessi banchieri che hanno prodotto a loro vantaggio l’attuale crisi, e che, con i relativi profitti, rafforzano il loro potere politico e rastrellano le attività produttive e le risorse naturali. Chi ha defraudato il mondo, lo dominerà presto. A meno che la cultura sociale ed economica compia la rivoluzione copernicana della moneta, passando da un sistema socioeconomico banco-centrico, che guadagna da una falsa scarsità e disinformazione istituzionale, a un sistema antropocentrico, che usi una moneta democratica e libera da debito per realizzare il potenziale produttivo dell’uomo e della sua tecnologia.

Il peggio deve ancora venire. I provvedimenti monetari adottati sinora fanno fronte, se va bene, a meno di un centesimo del valore della bolla finanziaria e monetaria. Hanno una funzione cosmetica e dilatoria.

Ora si delinea all’orizzonte lo tsunami delle polizze di garanzia dei mutui subprime – polizze stipulate dalle banche a garanzia dei loro crediti ipotecari, per garantirsi contro difficoltà o lungaggini o insufficienti ricavi nella vendita delle case ipotecate. Quelle polizze sono state cartolarizzate e vendute perlopiù a fondi pensione. Quando i fondi pensione dovranno far fronte all’escussione delle polizze da parte delle banche o delle società di recupero crediti,  saranno costretti a vendere titoli che hanno in portafoglio (causando ribassi in borsa) e a tagliare le pensioni. Molti pensionati saranno alla fame o dovranno tornare a lavorare. Molti lavoratori dovranno differire il pensionamento fino alla vecchiaia inoltrata. I governi saranno sollecitati a sostenere i redditi di pensionati e pensionandi con ulteriore spesa a deficit.  

Al momento, il mondo è minacciato da tre crolli: quello della finanza, quello della moneta e del sistema bancario, quello dell’economia reale. La crisi di quest’ultima, l’impoverimento, il calo dei consumi e degli investimenti, etc., derivano principalmente dalla rarefazione della liquidità disponibile per produzione e consumi. Tale rarefazione è causata:

-dal fatto che il settore speculativo improduttivo ha prima assorbito, poi distrutto, gran parte del money supply, distogliendolo dagli impieghi per consumi e investimenti;

-dalla esponenziale crescita del costo del servizio del debito pubblico e privato rispetto al reddito, crescita a sua volta dovuta al meccanismo dell’interesse composto applicato sul denaro-debito; tale costo assorbe il reddito disponibile e rende non più redditizi gli investimenti, incoraggiando quindi al disinvestimento. 

Ma il fosco scenario sopra delineato non è inevitabile. Proprio la crisi in atto offre ottime possibilità di capire le cause di fondo dei problemi. E soprattutto di cogliere il potenziale monetario come risorsa per lo sviluppo. L’economia ora, proprio ora, può compiere una rivoluzione copernicana, per invertire la recessione in atto e prevenire la catastrofe altrimenti inevitabile entro pochissimi anni. Dalle analisi e dal nuovo paradigma economico svolte nel saggio La Moneta Copernicana, derivano alcuni principi applicativi, che possono porre fine strutturalmente alla recessione e al declino della qualità della vita:

-restituire innanzitutto alla produzione e ai consumi un’adeguata liquidità, che sia libera da debito;

-ciò si può ottenere attribuendo allo Stato, o all’Unione Europea, la sovranità monetaria, ossia la potestà di creare direttamente, senza doverli coprire con emissioni di titoli di debito pubblico, tutti i mezzi monetari aventi valore legale, nonché la proprietà di tali mezzi al momento della loro emissione;

-finanziare la spesa pubblica per investimenti, infrastrutture e nazionalizzazione di imprese strategiche con l’emissione di denaro senza debito e non con le tasse;

-evidenziare contabilmente ogni creazione di mezzi monetari come un reddito;

-riservare alle banche la sola funzione di prestare, a interesse, denaro esistente e da loro posseduto, escludendo che possano creare mezzi monetari;

-adeguare la produzione e la disponibilità monetaria alla capacità che il mercato ha di assorbirla traducendola in impieghi produttivi effettivamente utili e richiesti dal mercato e dalla società, e non finalizzati al mero aumento numerico del p.i.l.;

-dichiarare pubblicamente e regolare, mantenendola in equilibrio col sistema complessivo e con l’andamento dell’economia reale, la quota di mezzi monetari disponibili per il settore speculativo finanziario;

-sostituire al p.i.l., come criterio-guida essenzialmente generatore di insostenibili “bolle”, il p.i.n. o prodotto interno netto (netto dagli ammortamenti e da ogni imposta);

-integrare tale criterio con indici dello stato dell’ambiente, della salute, dell’ordine pubblico, della giustizia, etc.;

-garantire e regolare, per i privati e gli enti pubblici, la facoltà di creare monete complementari o alternative aventi base contrattuale;

-tutelare tali monete in una riorganizzazione delle attività produttive e degli scambi in favore di economie corte (produzioni e consumi locali, scambi e competizione solo per le eccedenze).

Deve cessare la pirateria di una Fed che, in un primo tempo, emette maree di Dollari per consentire abnormi profitti elitari attraverso la creazione di bolle speculative, e in un secondo tempo altre maree di Dollari per scaricare sugli Americani e sul mondo le conseguenze del loro scoppio. E parimenti deve cessare il salasso degli anemici, ossia l’assurdo di una BCE che non solo non emette il denaro per attivare i fattori di produzione e consumo di un’economia europea in seria crisi di liquidità, ma alza i tassi, strangolandola, diffondendo insolvenze a catena e inducendo rialzi dei prezzi. Devono cessare tutte le manovre che, per salvare il settore finanziario, tolgono liquidità a quello produttivo e ai consumi, già gravemente demonetizzati. E la tolgono sia le ricapitalizzazioni delle banche mediante emissioni obbligazionarie o azionarie, sia le attuali emissioni di liquidità delle banche centrali contro emissione di titoli del debito pubblico, che si traducono in massicce collocazione sul mercato di titoli, quindi in un assorbimento di liquidità, che viene così sottratta all’investimento e ai consumi.

Marco Della Luna                                                                     22 ottobre 2008

   * Marco Della Luna, avvocato e saggista, è autore di diverse opere sul sistema monetario e politico: Euroschiavi (Arianna 2007, terza edizione, oltre 22.000 copie vendute), Basta Italia! (Arianna 2008), Polli da Spennare (Nexus 2008) e del saggio sulla presente crisi La Moneta Copernicana (con A. Galloni), in uscita questa settimana con Nexus. >