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Su “La 7” in onda cemento, record di porti, distrazione di fondi, scempio del verde

Liguria “favelas”, in Tv l’orrore a metà

manca la “bomba idrogeologica

In Sardegna l’ultimo caso di disastro da “pioggia”. E la Liguria? Chi pagherà? Enormi rischi alluvioni, nel savonese ed imperiese, da anni denunciati e sempre ignorati. Il quadro descritto da Roberto Castelli (Lega Nord), Vittorio Sgarbi, Ferruccio Sansa.
Burlandiani e scajolani, persone diverse, unite da un hobby, il “mattone” li fa ricchi


Ferruccio Sansa

 Chi ha avuto, mercoledì sera, la possibilità di ascoltare “La 7” (vedi…) ha arricchito il bagaglio di conoscenze sullo stato edilizio della Liguria e dei porticcioli. La loro genesi. Perché rappresentano il “miele”. Gli attori principali, in nome del benessere. Ha ascoltato, tra gli altri, gli interventi di Ferruccio Sansa, coautore con Marco Preve de “Il partito del cemento”, di Vittorio Sgarbi, già sottosegretario con  Berlusconi premier , di Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia ed attuale sottosegretario. Un intervento, il suo, molto efficace, lucido, schietto. Ignorato, a quanto pare, dai leghisti di casa nostra.

Negli ultimi 20 anni, in Liguria, 115 mila ettari di aree verdi sono stati coperti dal cemento. Il peggio non è finito. In arrivo tre milioni di metri cubi di nuove costruzioni, mentre la stessa Liguria è scesa di pari passo al 15° posto nella graduatoria turistica.

Nessuno ha ancora reso noti quanti vani abitabili sono stati ricavati dalle nuove costruzioni e dalle diffuse ristrutturazioni, ampliamenti. Dalla “bellissima” legge del “recupero” dei sottotetti. Dai centri storici alla periferia. E saperlo sarà molto arduo perché non ci sono stati controlli, neppure nel caso di richieste di condono edilizio. I progetti approvati non sono attendibili. Ad ogni controllo effettuato sono emerse, nel 95 per cento dei casi, difformità e questo lo aggiungiamo noi. Lo sanno bene del resto gli addetti ai lavori. Più vani significa più potenzialità abitativa. Più profitti per chi vende o possiede.

Conseguenze? Standard urbanistici (strade, parcheggi, reti fognarie, reti idriche, verde pubblico, servizi…) non aderenti alla realtà. Al patrimonio noto. Ecco perché intere aree urbane diventano invivibili a causa del sovraffollamento da seconde case. Sull’arenile, durante alcuni week-end, si sta pigiati come acciughe. Strade sono perennemente ingolfate. I parcheggi non bastano mai. Sempre più insufficienti. E poi si (stra)parla di “turismo di qualità”, di “qualità delle vacanze” e di “qualità della vita”. Di valorizzare l’ambiente Liguria.


Vittorio Sgarbi

Roberto Castelli

E ancora, la Liguria sarà la Regione, se tutti i progetti andranno a buon fine, con il record di posti barca in Italia. Un vanto per la giunta di centro sinistra del presidente Claudio Burlando e dei suoi sponsor. Quasi ovunque sono previste cubature a terra, soprattutto su aree demaniali (dunque dello Stato), messe a disposizione di privati investitori con concessioni pluridecennali. Un grande affare quello di “mattone & porti”. Ben descritto, in un incontro pubblico a Genova, dal prof. Coletti, imperiese doc. Il cemento ti fa ricco. E fa ricchi molti politici, la politica amica.

Nelle stesse giornate di mercoledì, giovedì e venerdì il piccolo schermo ha mandato in onda scene di dramma, con la catastrofe ambientale che  ha avuto come teatro un’area della Sardegna.

Tre, quattro ore di pioggia eccezionale ha causato frane, allagamenti di strade, piazze, ma anche di box, garage, crolli, distruzione, esondazioni di torrenti, vittime. Tanta rabbia e indignazione. Solite scene di desolazione e scempi orrenti ai danni della natura.

In Liguria, nel ponente ligure, nel savonese, si parla, si polemizza, sul tema edilizia e speculazione, devastazione del territorio, delle bellezze naturali con secoli di storia. Si distrugge ciò che intere generazioni, i nostri avi hanno preservato. Tutti, o quasi, dimenticano il dissesto idrogeologico. Continuo, costante, sempre più insidioso, pericoloso, immane. A partire dalle “bombe” potenziali dei fiumi e torrenti. Chi pagherà i danni? Chi sarà chiamato a rispondere? In Sardegna le immagini e le cronache ci hanno offerto lo spaccato di cittadini che gridavano la loro indignazione: <Chi ha dato il permesso di costruire…avevamo già vissuto in passato …nessuno ne ha tenuto conto…>. 

Trucioli Savonesi due anni fa aveva messo in rete una serie di servizi sui pericoli descritti in più servizi giornalistici, ripetuti nel tempo, anni ’70, ’80 e ’90, ad opera di geologi in modo particolare. Di esponenti politici, di giornalisti e scrittori. Le conseguenze disastrose di tre alluvioni, da Varazze a Ventimiglia, ma anche a Genova, in Liguria. Quella stessa Liguria che dimentica. Distratti e smemorati. Liberi di sconvolgere. Che oscura l’informazione scomoda e, come sostiene Belle Grillo, ti “prendono anche per il culo”. Ti mettono nella “lista nera”. 


Alluvione a Savona

Riproponiamo il tema della “bomba idrogeologica”  proprio perché continua ad essere sottovalutato, a passare in secondo piano. Non c’è area che sia stata risparmiata. Eppure è tra le conseguenze più gravi (il turismo è già stato in gran parte distrutto e depotenziato alla sua fonte, nonostante fosse la prima risorsa naturale) che incombe su gran parte della Liguria, città costiere soprattutto.

Aree edificate senza tener conto di possibili straripamenti di fiumi ed i torrenti. Aree edificate in zone a rischio frane, smottamenti. Intere aree urbanizzate senza aver provveduto ad adeguati incanalamenti delle acque piovane. Ma soprattutto non ci sono più i terreni capaci di assorbire le piogge. I geologi, in questa nazione, esistono ancora?

La pervicacia che persiste nella cementizzazione, come principale cultura dello sviluppo, non fa  ben sperare.

Attendiamo la catastrofe, lo choc, il dramma, il disastro. Allora inizierà la ricerca delle responsabilità. Con editoriali di fuoco. Con opinionisti, da prima pagina, scatenati.

La giustizia penale, in tanti casi di “cemento selvaggio”, non ha raggiunto risultati. Resta il fatto che privati cittadini, associazioni molto attive in questa zona, come il WWF, potrebbero chiedere i danni a chi quelle concessioni edilizie le ha firmate. Autorizzate. Funzionari pubblici ed amministratori. Rischiano loro. Dovrebbero essere chiamati in causa.

Ci troviamo di fronte ad un caso di “sconvolgimento delle libertà civili”. Da una parte si distrugge e si creano gravissime situazioni di pericolo oggettivo, dall’altra tutto accade nell’esercizio del potere politico.

L’ingegner Roberto Castelli, col suo passato di ministro ed esponente della Lega Nord, durante la trasmissione ha ricordato: <Hanno cementificato coste e montagne, dalle Alpi alla Sicilia. Hanno eretto a sistema il primato delle seconde case. Creando danni enormi all’intero paese. Un disastro totale. I soldi, per lo sviluppo e la crescita economica, potevano essere investiti certamente in modo migliore, tutelando in via prioritaria l’ambiente. I sindaci hanno responsabilità gigantesche. Che ci porteremo per i prossimi secoli. Il risultato più evidente è che stiamo perdendo quote di turismo, i turistici non vengono più. Molti sindaci sono stati costretti a fare ciò per far quadrare i bilanci…>.

Durante la trasmissione si è parlato di un altro “tabù” poco divulgato e spiegato. Come sono utilizzati gli “oneri di urbanizzazione”.  Per costruire, ristrutturare, si paga al Comune un tot.. a metro mq. E’ diventato non da oggi una robusta fonte di introito. Soldi per infrastrutture, per opere (a scomputo del cemento), ma anche per far funzionare la macchina comunale, pagare stipendi a dipendenti, per consulenze esterne, prebende e gettorni ai politici, agli amministratori eletti.

Ferruccio Sansa ha parlato pure di “distrazione di fondi”. In questo settore non esistono dati, né informazioni ufficiali, statistiche. A quanto ammontano gli “oneri” versati ai Comuni liguri?

Vittorio Sgarbi ha dato una sua risposta:  <Molto dipende dalla capacità e dalla cultura politica, ambientale dei sindaci>. Poi un esempio e la citazione di Savona: <Le favelas brasiliane sono orribili, ma abusive, illegali, da noi si costruiscono città catastrofiche, ma il tutto è ammantato dalle autorizzazioni, dal beneplacito  dei sindaci, e accade anche a Savona, che di fronte all’orrore, penso al grattacielo che vuole Fuksas, mettono la loro firma>.

L.Cor.