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Personaggi della settimana/ Un ritratto tra affari (rifiuti), edilizia, calcio

A Varazze famiglia anticrisi

I Vedeo, dall’Apt agli Emirati Arabi

Il capostipite Giancarlo era Tavianeo doc, ex commissario Apt, è anche console della Costa d’Avorio. Successi ed hobby del figlio Marco, cittadino a Montecarlo. Le interviste a…

 

Varazze- L’intervista al Secolo XIX è del 27 febbraio 1992 e porta la firma di Sergio Del Santo, il giornalista savonese più addentro al mondo imprenditoriale ed economico della provincia. E’ stato a capo della redazione locale. A Giancarlo Vedeo, allora nominato commissario dell’Apt, chiede: <Vacazione turistica di Savona, lei ci crede?>. Vedeo risponde: <La vocazione lasciamola ai Santi in Paradiso. E se avanza qualche spicciolo per il turismo diamolo agli albergatori. Savona non ha vocazione…>.

Del Santo chiede: <Da Savona sono partite, con le agevolazioni colombiane, alcune tra le più interessanti proposte di potenziamento alberghiero…>.

 Vedeo risponde: <Si sono partiti. Però mi risulta che si sono anche fermate, a parte un caso. Nessuno ha più ritirato in Comune la licenza di costruzione. Altro che notti a cinque stelle a Legino. Qui, se viene qualcuno, dorme all’addiaccio…Bisogna che i nostri amministratori, nel rifare i piani regolatori, attribuiscano alle zone alberghiere degli indici di edificabilità più alti. Punto e basta>.

Sarebbe interessante conoscere quanti comuni hanno seguito questa “ricetta”. A partire dalla stessa Varazze e soprattutto cosa ha prodotto in concreto. Non promesse, progetti, previsioni, ma nella sostanza del problema. Nella loro efficacia.

E si legga cosa Giancarlo Vedeo dichiarava a proposito della qualità alberghiera che tutti invocano, a parole.

Come se a ridurre in macerie il turismo savonese sia stata solo opera degli albergatori. Semmai sono gli ultimi della piramide, anzi le vittime perché è la categoria fino ad oggi più penalizzata dal cancro dell’espansione edilizia e dalla mancanza di infrastrutture, con la dequalificazione costante, progressiva del turismo stesso.

Ebbene un Vedeo in veste di “veggente” dichiarava a Del Santo: <Pensi che nell’Apt savonese gli alberghi ad una stella (eravamo nel 1992) sono la maggioranza, 82 su 220. Come si fa a parlare di qualità, a competere con la Costa Azzurra. Ma a Nizza, nel centro storico, ci sono alberghi a 15 piani e c’è un porto turistico per ogni paese>.

Verissimo, ma in provincia di Savona i porti turistici ci sono, non uno ogni paese per fortuna, ma di nuovi alberghi, di catene alberghiere che investono, di industriali, di finanzieri che aprono il portafogli in questo settore non se ne vedono. C’è qualche raro caso di costruttore interessato a compensare lucrose lottizzazioni. Baciati da generose varianti ad hoc di “sindaci amici”. Benefattori.


Marco Vedeo

Del resto neppure la “Vedeo company”, fiorente per utili ed attività, ha pensato di investire in alberghi, veri alberghi, non residenze turistico-alberghiere che non creano neppure occupazione nel tempo. Diciamo, almeno investire, non necessariamente fare gli albergatori tradizionali. 

Uno spaccato l’ha offerto un articolo dell’informatissimo Angelo Regazzoni, tra le poche memorie storiche di Varazze, addentro anche alle “segrete cose”, proprio per la sua decennale attività di corrispondente, cronista de Il Secolo XIX e per la sua attività di artigiano del ferro.

Ecco cosa scriveva il 13 luglio 2007. <La “Lavajet” di Varazze, azienda savonese leader nel settore dei servizi ecologici, dallo smaltimento dei rifiuti solidi urbani alla manutenzione del verde, sbarca nei paesi arabi, nell’emirato del Dubai. Il presidente della società, Giancarlo Vedeo, ha siglato un accordo  con il rappresentante del Comune di Al Ain per la gestione del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi, della pulizia delle strade. Il valore del contratto stipulato  ammonta all’equivalente di 85 milioni e avrà una durata di sette anni (168 miliardi delle vecchie lirette)….Vedeo con il figlio Marco dirige l’industria del Lungoteiro…durante il primo anno del contratto la società varazzina fornirà una flotta di macchine e soprattutto nuovi metodi di raccolta e trasporto rifiuti…per coprire una superficie di 5634 chilometri quadrati e 220 mila persone…>

Sempre dall’articolo di Regazzoni: <Svilupperemo nuove metodologie di riciclaggio dei rifiuti, seguendo i dettami più moderni…faremo opera di sensibilizzazione e saranno occupati nel settore mille dipendenti locali. Il contratto include la gestione delle discariche che il Comune ha appena costruito e che sono composte da una stazione per la differenziazione di 1200 tonnellate di rifiuti giornalieri, e un inceneritore di rifiuti pericolosi con capacità di 250 kg all’ora. Inoltre saranno attivi un inceneritore di carcasse di animali infestanti, una discarica di due milioni e mezzo di tonnellate e una macchina rompi rifiuti di materiale di costruzione e demolizione>.

Infine: <La “Lavajet” ha sedici anni (oggi 17) di attività. Occupa più di cento maestranze e dispone di un parco mezzi attrezzati prossimo alle cento unità. Ha diversi cantieri mobili  sulla rete autostradale italiana. In Liguria sulla A7, A10. A 12, ma anche sulla A 1, sull’Auto Brennero e sulla Milano-Venezia>.

Viene spontanea una domanda: visto il dramma, meglio melodramma in cui si dibatte il problema irrisolto dei rifiuti della nostra Provincia (può consolare che nella scajolana e superazzurra Imperia va ancora peggio) il “team Vedeo” è stato tagliato fuori o si è autoemarginato? Perché chi ha dimostrato capacità, competenza, ha saputo innovarsi ed esportare ingegno e professionalità, nel savonese è considerato quasi, quasi il “signor nessuno”? Non paga “mazzette”? Non fa parte del “partito degli affari” di Forza Italia, come è recentemente emerso in una trasmissione (Anno Zero) di Michele Santoro, per il business della costruzione di ospedali e cliniche private in Lombardia? E nella quale si è fatto il nome di un ministro ligure?

Chi conosce Giancarlo Vedeo ricorda il suo “terrore” a dover varcare la soglia degli uffici giudiziari, persino da semplice testimone, magari in vicende delicate di appalti.

C’è un altro interessante affresco che era apparso sull’edizione di barese di Repubblica, a firma di Lorenza Pleuteri. E’ ricco di notizie inedite per i savonesi su Vedo junior, ricco di patos, sul rampollo varazzino, ricco di informazioni di cronaca.

Il giornale titolava: <Il Bari? Vale quanto tre case di Montecarlo>.

Catenaccio: <Ecco chi sono i due immobiliaristi che danno la scalata alla società>.

Il testo: <Marco Vedeo, 43 anni compiuti, l’apripista degli imprenditori monegaschi interessati all’acquisto della società, racconta che un giorno Paolo Stancarone, antiquario che si muove tra il Principato di Monaco e Madrid, viene da me e propone, perché non compriamo il Bari? E’ inziata cosi l’avventura di Marco Vedeo nell’intervallo tra un viaggio a Dubai ed uno scalo a Malpensa. Parla di milioni di euro come fossero noccioline. Insiste “le mie credenziali bancarie le ho consegnate al rappresentante della proprietà, i Matarrese”.

L’articolo di Repubblica: <E non capisce perché gli si possa chiedere di presentarsi e far capire che cosa c’è dietro gli occhiali griffati ed una faccia da ragioniere. Marco Vedeo si racconta “Sono un immobiliarista, da 14 anni abito a Montecarlo. Ho una moglie ed un figlio di cinque anni. Giro con una Audi A 6. Compro, vendo. Un metro quadrato nel principato di Monaco costa 70 mila euro. Fate voi i conti. Una squadra di calcio  può valere tre appartamenti di lusso.. …Il resto sono la passione per le belle macchine e per il denaro…Tifa Savona, la provincia dove ha sede il cuore e gli affari italiani di famiglia, ramo rifiuti e servizi ecologici…Ho giocato a calcio – prosegue Marco Vedeo - , a livello amatoriale, nel Varazze. A 14 anni ho cambiato, sono passato al motocross>.

E ancora da Repubblica: <Marco lavora col padre, Giancarlo, console onorario della Costa d’Avorio. Presa e mollata la carica di consigliere in una finanziaria del Lussemburgo, si chiama Lavajet srl e Ramognino srl. La prima è quella che gli consente di andare nel Dubai, per siglare accordi e firmare contratti per la spazzatura. La seconda, sedi tra Genova e Varazze, gestisce le discariche di una manciata di comuni del Savonese. Un vecchio socio, il costruttore Pietro Pesce, nel 2005 ….con Gianpiero Fiorani…ex patron del Banco di Lodi….Storie antiche che non andrebbero nemmeno sfiorate – ammonisce Vedeo jr – con la Spa di quel signor non abbiamo rapporti da sette anni>.

Il papà, da personaggio assai più “navigato” in quanto ad esperienze di vita e di politica, lui preferiva far la corte all’allora gruppo di Paolo Emilio Taviani, ovvero Secondo Olimpio. E le sue tappe domenicali erano in quel di Bardineto. Da anni il potere ha cambiato colore e personaggi, il lungimirante Giancarlo, il patriarca buono di Varazze, benemerito checchè se ne dica, si è adeguato in punta di piedi e con gran fiuto.

L.Cor.