Ciclone Teardo/ Pubblichiamo la seconda puntata del “dossier logge”

La storia: primi atti ufficiali

sulla massoneria savonese

Due esposti di Bailini, poi Trivelloni, le scoperte del giudice Maffeo. Gli interrogatori, le confessioni. Il primo processo con assoluzioni e decreti penali.  Protagonisti, retroscena, documenti. Da Sanremo inedita vicenda di “truffa” milionaria di un “fratello”ai danni di esattori delle tasse, millantando conoscenze in Parlamento.  I misteri mai svelati

                 di Luciano Corrado

Savona –  Il libro, la squadra, il compasso, i simboli del sapere, dell’uguaglianza e rettitudine, e della giustizia. Non era proprio cosi. Sono centinaia di pagine di storia, decine di allegati, di fascicoli. Quasi dieci anni di indagini tra il 1980 e 1990. Ormai andati al macero. Esistono soltanto gli archivi “personali” e articoli, incompleti e parziali, di giornali. Il voluminoso “dossier massoneria”, nella sua interezza, con i suoi misteri senza risposta, l’hanno letto solo gli addetti ai lavori. E qualche “interessato”.

Nella Teardo-story la  “fratellanza” occupa un posto di rilievo, anche se mancano, diciamolo subito, risvolti penali di rilievo. Quindici imputati in conseguenza di attività massoniche, otto hanno fatto domanda di ”oblazione” (prevista dal codice penale). Sette i decreti penali, uno ha pagato, gli altri si sono opposti e sono stati assolti.

 Essere massone non è reato, non è vietato. Semmai esiste un problema per le “associazioni segrete”, ma occorre dimostrarlo. In Sicilia e in Calabria ne sanno qualcosa. Come è  successo nelle indagini di Savona. Vennero rinviati a giudizio anche cinque funzionari pubblici, ma “In nome del popolo italiano”, con sentenza depositata il 5 febbraio 1985, firmata dal vice pretore onorario, avvocato Sergio Traverso, furono scagionati  <perché il fatto non è previsto dalla legge come reato>. Con una minuziosa motivazione di 8 pagine.

Come nacque quell’indagine che proseguì di pari passo con il “ciclone Teardo”? Ciò che non era finora pubblicamente emerso è un particolare curioso. In origine fu Renzo Bailini (a fine ottobre 1981, firmerà anche l’esposto sui finanziamenti illeciti al Savona-Calcio che diede origine alla maxi inchiesta e ai clamorosi arresti), corrispondente de Il Lavoro di Genova e di periodici locali, ad inviare prima uno, poi un secondo esposto (vedi…la prima facciata). Era il 3 luglio 1981.

Bailini era entrato in una loggia savonese, ma subito “dirottato” a Imperia (vedi la lettera-documento…). Tralasciamo di raccontare, trattandosi di sfera personale, perché fece quella scelta e chi lo convinse. Diciamo soltanto che si trattava di un affermato professionista savonese.

Per quale ragione  Renzo Bailini (socialista di ferro, di famiglia socialista, milite infaticabile della Croce Rossa a Loano e di altre associazioni del volontariato) decise di denunciare, ribellarsi?

Ripercorriamo alcuni passi del secondo esposto (tralasciamo il primo in quanto contiene molti riferimenti personali e fu inviato all’allora presidente Sandro Pertini, in data 15 giugno 1981). Bailini scriveva al Procuratore della Repubblica di Savona e alla Procura generale di Genova: <…In particolare chiedo di accertare se dette associazioni o circoli che indico….perseguono fini e scopi segreti e politici, in contrasto con la Costituzione…Oltre a quanto da me indicato chiedo di procedere all’immediata acquisizione  dell’atto costitutivo, l’elenco nominativo delle cariche sociali, dei soci e l’attività svolta a partire dal 1975. Poiché, come indicato nel precedente memoriale, in Loggia si versano somme di denaro chiedo di accertare a quale uso siano destinati i fondi…se non sussistano eventuali illeciti fiscali…per la loggia Acacie si accertino presunti interessi privati in atti d’ufficio ad opera dell’ex sindaco…acquisendo delibere di giunta e di consiglio, licenze edilizie, concessioni demaniali…e legami tra iscritti alla stessa loggia. Stessa richiesta avanzo per Le Agavi srl, società registrata al repertorio 6047 e n. raccolta 7431…. Al sottoscritto risulta non abbia presentato i bilanci per gli anni 1978- ’79 e ’80. Dubito, inoltre, siano state presentate le dichiarazioni annuali o il modello 760 all’Ufficio Imposte dirette di Finale Ligure>


Renzo Bailini

Cosa  succedeva in quel periodo?  Abbiamo scritto che l’esposto di Bailini è del luglio 1981. C’è un documento ufficiale  del 12 ottobre 1982 e porta la firma del sostituto procuratore della Repubblica di Savona, Filippo Maffeo.

Il magistrato scriveva al Procuratore generale della Corte d’appello di Genova, a seguito dell’esposto di un maestro venerabile, Enrico Califano, in data 28 novembre 1981.

Il dottor Maffeo indicava il rapporto  del dottor Bianchi dirigente della locale Uigos, nonché copia dei verbali di interrogatorio dei massoni savonesi Renata De Nicolai, Lelio Pedaggi, Delfino Molino, in data 23 novembre 1981. Ecco il testo:

<Ai fini di una corretta ricostruzione dei fatti (sorsero dure contestazioni all’operato di Maffeo ndr) il magistrato faceva presente che:

1)    In data 6 novembre 1981 si presentava spontaneamente allo scrivente (Maffeo) l’avvocato Carlo Trivelloni, consigliere comunale di Savona, che segnalava l’attività probabilmente illecita di logge massoniche, i cui membri avrebbero ricoperto importanti cariche…

2)    In data 10 novembre gli atti venivano trasmessi alla questura per indagini e rapporto.

3)    In data 21 novembre quando le indagini di polizia non avevano consentito l’acquisizione di elementi utili,  si presentava nuovamente  Trivelloni per riferire di aver accertato  che “una loggia massonica occulta” aveva sede in via Famagosta 1, a Savona.

4)    Con l’ausilio del dottor Giambattista Bianchi e del dottor Alessandro Branda della locale questura e di altri poliziotti, lo scrivente si portava in via Famagosta e dall’amministratore del condominio, Saverio Tallariti, si veniva a conoscenza che all’interno n. 4 si trovava un circolo culturale, locato da Lelio Pedaggi, consulente del lavoro. Tale immobile era utilizzato da logge massoniche aderenti all’obbedienza di Piazza del Gesù, con sede centrale in Roma.

5)    Con l’interrogatorio di Delfino Molino, Renata De Nicolai e del Pedaggi, attraverso l’esame di documenti, consegnati dai predetti e da Raffaele Giuffrè si accertava che essi erano maestri venerabili delle logge denominate “Anton Gino Domenighini”, “Figli della Vittoria Italica”, “Silentium ed Opus” e “Mistral”. ..I cui elenchi si allegano in copia. Si accertava che la “Mistral” era definita “coperta”, che i membri stessi non erano completamente noti ai maestri delle altre tre logge e che a ciascuna loggia avevano aderito esponenti politici, amministratori di enti territoriali e dipendenti pubblici.

6)    Alla “Silentium ed Opus” era iscritto Domenico Abrate, presidente della giunta provinciale, Nicolò Citriniti di Spotorno e Renato Frisardi, membri del Comitato provinciale della Dc.

7)    Ai “ Figli delle Vittoria Italica” erano iscritti  Stelvio Imassi, assessore socialista del Comune di Savona, Mauro Ferro, funzionario della Regione Liguria e sindaco di Serole (Asti), Franco Iacovacci, medico dipendente della locale Usl. Risulta altresì che nel 1977 aveva aderito alla loggia  Angelo Nari  consigliere regionale Dc (poi presidente Carisa, dell’Usl Albenganese, a lungo sindaco di Calizzano ndr) e Massimo De Domenicis, assessore socialista del  Comune di Savona.

8)     Della “ A.G. Domenighini” facevano parte Umberto Ramella, avvocato e segretario provinciale del Psdi, Giovanni Daga, impiegato del Comune di Savona; Luigi Prefumo, funzionario dell’Inail  e Mario Sasso Del Verme, assessore del Comune di Laigueglia.

9)    Alla “Mistral” erano iscritti Gian Domenico Bianco, presidente dell’Associazione Industriali di Savona; i medici dipendenti dell’Usl, Ugo Nicosia e Lino Truffelli; il cassiere capo provinciale delle Poste, Carlo  Rondoni; il capo ufficio Mario Marchi del Comune di Genova;  Raffaele Giuffrè, membro del direttivo provinciale Dc di Savona e che nel 1975 era stato iscritto alla loggia Alberto Teardo, attuale presidente della Giunta regionale della Liguria.

10)    La  proprietaria dell’alloggio Carla Maria Grignolo, l’amministratore Tallariti e l’inquilino dirimpettaio, Gianpaolo Giamello, ignoravano l’esistenza  di sede di logge massoniche.  

11)    Nei verbali delle riunioni  traspare l’evidente preoccupazione ed attenzione prestata alla “copertura del tempio”, vale a dire segretezza delle riunioni; nei verbali, inoltre, non viene mai indicato, usando invece la frase “sotto il punto geometrico noto silo ai figli della Vedova”.

12)     Nel verbale del 23 marzo 1977, i membri della Silentium ed Opus” e della “Figli della Vittoria Italica” decidevano  di osteggiare l’avvento del compromesso storico al quale intendevano contrapporre una “nuova forza ….”.

13)     L’esistenza delle predette logge era ignorata da massoni di altre obbedienze. Vedi verbali di interrogatorio di Renzo Brunetti, avvocato, Componente Centrale del Grande Oriente d’Italia, dal notaio Enzo Motta, maestro Venerabile e da Maria Giuseppe Rosso, grado 33…

14)     I carabinieri e la polizia non avevano notizie, neppure informali, dell’esistenza di dette logge. Da aggiungere che tutta l’attività della massoneria nel circondario è poco nota, vedi rapporto della questura del 12 febbraio 1982 e dei carabinieri del 12 marzo 1982.

15)     Le logge di via Famagosta avevano operato sotto la siglia di copertura di centro sociologico, come da dichiarazioni di Patrizia Pluvio.

16)     Le logge in questione, su espressa richiesta degli organi centrali massonici di Piazza del Gesù, avevano consegnato ai membri un formulario per descrivere l’attività espletata nella società civile e rispettive opere di influenza…>.

 Il dottor Filippo Maffeo, già giovane consigliere comunale Dc, a Loano,  tirava le somme: <Ai sensi della legge 25 gennaio 1982 n. 17 pare di poter concludere che le logge in esame siano segrete e che la loro attività non era esclusivamente filosofica e culturale, ma era finalizzata  al controllo o all’intervento in vari settori: magistratura, banche, enti pubblici, stampa….(due, tra l’altro, erano i giornalisti savonesi iscritti di cui daremo conto quando pubblicheremo tutti gli elenchi ndr).

 Nel corso delle indagini è emerso che all’obbedienza di Piazza del Gesu – generale Ghinazzi, facevano capo altre quattro logge operanti nel Ponente Savonese e alla quale aveva già fatto cenno l’ex massone Renzo Bailini nel memoriale inviato alla Signoria Vostra in data 15 giugno 1981. Vale a dire: Le Acacie, Le Agavi, Le Ginestre, Le Palme….significativo l’atto costitutivo  del Circolo Culturale Riviera delle Palme, che in realtà copriva l’attività delle predette logge.

Va inoltre evidenziato – scriveva ancora Maffeo – che alcuni membri della loggia Le Agavi, avevano costituito una srl, con finalità speculative, come si legge nell’atto costitutivo. Società, peraltro, che non ha mai operato….>.

Quindi è il momento di  una chicca mai svelata dai media. Maffeo: <Nel verbale  del 26 febbraio 1979 della Silentium ed Opus” si parla genericamente di “furti di milioni… discorsi di treni… e di misfatti di un tal Anfosso. …Interrogato dallo scrivente Carlo Rondone, presente alla riunione e supervisore a livello provinciale delle logge di Piazza del Gesù, ha riferito  che trattasi di G.B. Anfosso, nato ad Arma di Taggia il 24 giugno 1926, residente a Sanremo in corso Mazzini…che avrebbe millantato credito in Parlamento, ottenuto da vari esattori delle tasse somme per alcuni milioni, con la promessa dell’emanazione di una legge a loro favorevole.

Lo scrivente ha emesso comunicazione giudiziaria per il reato di cui all’articolo 346 del codice penale (millantato credito ndr) e convocato alcuni massoni che avevano partecipato alla riunione di cui sopra…. Si trasmette stralcio dei reati ascrivibili all’Anfosso e altri, si trasmette gli atti al pretore sede per il reato …articolo 7-212 Tulps, ipotizzabile a carico di funzionari e dipendenti pubblici>.

Finirono sotto processo solo questi ultimi: Roberto Isacco, classe 1934, Varigotti di Finale: Giovanni Daga, classe 1935, di Savona; Giuseppe Dealexandris, classe 1934, di Savona; Giampaolo Ambanelli, classe 1941 di Savona; Walter Musso, classe 1945, di Vado Ligure.

Nella motivazione della sentenza, il vice pretore Traverso, ricorda gli atti esperiti da Maffeo, che la pretura aveva inviato 15 comunicazione giudiziarie con l’avviso della possibilità di presentare domanda di oblazione. Otto degli imputati si sono avvalsi di tale facoltà. Contro sette il pretore ha emesso decreto penale di condanna in data 10 novembre 1984. Uno ha pagato, gli altri sei si sono opposti. Da qui il dibattimento in aula. Uno di questi Isacco ha chiesto piena assoluzione in quanto erroneamente indicato pubblico dipendente.

Traverso ha, con impegno e scrupolo, svolto una disamina  (correnti di pensiero) sul tema centrale dell’”associazione segreta”. <Occorre dimostrare – riporta la sentenza – che essa è stata volutamente costituita come tale, al fine di nascondere e mantenere la propria esistenza…il Tulps richiamato per il dipendente pubblico costituisce semmai illecito disciplinare e col legge del 25 gennaio 1982 n 17 è stato abrogato l’articolo 212 per l’applicazione dei casi pregressi.

Sono seguite alcune pronunce-citazioni dei giudici del Tribunale di Messina, di Firenze,  del Consiglio di Stato laddove ricorda che <non esiste nella legislazione vigente una norma penale che preveda e punisca un reato ipotizzabile come di associazione segreta>.

Ormai da anni (seguirono indagini di Granero, Russo e Landolfi) non si parla più sui giornali ed in tivu di “vicende massoniche” savonesi, imperiesi (dove è presente in forza e nei gagli di molti enti), liguri. Era seguita, dopo l’alluvione Teardo, una certa pulizia. Molti finirono in “sonno”, anche volontariamente. Si sono allontanati. Logge “ristrutturate”, aperti nuovi templi. Gli ideali massonici restano.  Ma per molti rimane un’opportunità di lavoro (Asl, enti pubblici, aziende), di centri di potere, di conoscere le “segrete cose”, di non essere tagliato fuori nelle professioni. Un grimaldello antimeritocrazia. Con lo specchio di una società sempre più povera di valori, sempre più esaltata dal “dio denaro” e dall’edonismo, sempre più corrotta. 

Luciano Corrado

(segue la prossima puntata)