TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni


 

 

L’intervista della settimana/ Enzo Motta, 42 anni di professione e di vela

La testimonianza del notaio

<La mia Savona, gioie e delusioni>

Parla di “poteri forti”, di porto, banche, edilizia, politici, imprenditori, cooperative. Da Canavese a Campostano, Orsero, Noberasco, ma anche di Schiesaro, Peluffo, Cerrato

 

         di Luciano Corrado

 

Savona – E’ cittadino di Savona da 42 anni. Aveva 31 anni il giovanissimo notaio Enzo Motta quando prese “servizio” nello studio del più anziano Alfonso Marchese. Dalla Sicilia, dalla terra che gli ha dato i natali, Raffadali in provincia di Agrigento, il suo primo incarico fu a Biella. E’ diventato uno dei personaggi, savonese d’adozione, più popolari, più amati ed apprezzati. Un volto amico anche se non è entrato in politica, non ha indossato “casacche” in enti pubblici. Si è, invece, tuffato anima e corpo nella sua creatura. Il Circolo Pirandello, fondato nel 1977, di cui è da sempre presidente. Un’ottantina di soci: unica missione, l’interscambio culturale nord-sud.

Il notaio Enzo Motta ha ricevuto il riconoscimento del Coni come “Benemerito dello Sport”, nel 2002. IL Secolo XIX l’ha proclamato “Uomo dell’Anno”. Ha coltivato la passione del “rally” automobilistico e in 8 anni ha partecipato a 40 gare. La sua grande passione è l’amore per la “vela”, il mare. Nel suo studio, di via Ratti 3, che frequenta saltuariamente e dove riceve gli amici, dopo essere andato in pensione a 70 anni, alla parete c’è una pergamena incorniciata: <La Vela è un dono del Signore ai suoi figli più belli…>.

D) Notaio, che sorpresa ascoltare che parla  al telefono il dialetto siciliano! Orgoglioso delle origini…della famiglia…

Siamo Longobardi…ci sono zone della Sicilia dove si parla il gallo-siculo…al paese siamo gli unici col cognome Motta…papà era il veterinario comunale e un formidabile matematico. Ho un fratello ingegnere che vive a Livorno.

D) Notaio, dal suo palcoscenico professionale e di vita, cosa risponde a chi parla  e scrive dei poteri forti che comandano…A Savona, ci sono? Contano davvero?

Non è un segreto inconfessabile: Unione Industriali, Ente Porto ed entourage, Lega Cooperative. Io aggiungerei l’Università di Savona e poi spiegherò…

D) Chi comanda ha peso nell’economia di Savona e provincia, nelle scelte (strategiche?). Resiste ancora “Genova matrigna”?

La prima azienda di Savona, il volano dell’economia, è il Porto con le sue 24 imprese che lavorano direttamente, altre 370 dell’indotto, un milione 75 mila passeggeri transitati, robusti e milionari investimenti ed interventi. Crea occupazione e movimento di denaro. Tra i maggiori protagonisti c’è il Presidente dell’Autorità Portuale, Rino Cavanese. Il gruppo di imprenditori che l’ha sostenuto e lo sostiene. Sono riusciti a sganciarsi dal predominio di Genova che non ha più famiglie come i Costa…

Possiamo convenire che la scalata di Canavese sia avvenuta con una certa spregiudicatezza, forse con qualche tassello di troppo. Ha fatto il saltimbanco tra diversi partiti, schieramenti, ma contano i fatti, i risultati. Ha dimostrato capacità e al momento opportuno decisionismo.

Altro motore dell’economia savonese è senza dubbio l’Asl 2, l’ospedale, seppure più soggetto all’influenza dei partiti, della politica a volte pasticciona, inconcludente, litigiosa.

Nella professione ho potuto constatare che infermieri professionali e portuali, parliamo ovviamente di un determinato livello sociale, sono le categorie che possono permettersi un discreto tenore di vita. Penso all’acquisto della casa.  Mentre altri lavoratori dipendenti arrancano, con le immancabili eccezioni.

D) Che ruolo hanno avuto le banche, il credito…

Quando, nel 1966, sono arrivato a Savona, eravamo in pieno boom edilizio. Una manna, una miniera per molti, soprattutto per i proprietari di aree che oltre ai soldi, permutavano con alloggi, locali per negozi, garage. Ci sono stati parecchi arricchimento in quel periodo. Ecco perché molti savonesi, memori, riescono a convivere, ad accettare il ritorno al boom del cemento. Li definirei innamorati del mattone. Le banche, tutte, senza distinzione, hanno partecipato alla torta, non per beneficenza. Un clima che ha portato, ad esempio, alla sciagurata perdita dell’Italsider senza quasi batter ciglio. Poi sono seguiti gli anni dello smantellamento di altre aziende vitali, come la Fiat di Vado.

Quindi gli anni dei vincoli edilizi e dell’immobilismo. Ma soprattutto del continuo calo demografico di Savona.

Se dovessi dare dei meriti all’indice dell’occupazione, dello sviluppo, dovremmo inserire a ragion veduta la Lega delle Cooperative, iniziando dall’Ipercoop. Per proseguire con un’altra realtà importante sul fronte occupazionale, come il Depuratore Consortile. Penso anche all’ampliamento di attività come quella della famiglia Bagnasco impegnata in settori innovativi ed ambientali.

Vedo come “uomo forte”, Luciano Pasquale, grazie al fatto che rappresenta le aziende più importanti nel tessuto economico provinciale. Vorrei rimarcare il ruolo importantissimo nelle cooperative, con un personaggio molto schivo alle cronache, Sergio Cerrato, oggi in pensione. Uno dei pochi che a Savona ha agito senza coltivare interessi personali.

Credo molto nel ruolo sociale delle cooperative. Rappresentano un’importante realtà che ho vissuto pure come notaio. Sia chiaro parlo delle cooperative serie, ripeto serie, a scanso di equivoci.

D) Chi sono stati i savonesi più penalizzati.

Non c’è una prevalenza assoluta.  Quasi tutti hanno avuto la loro “fetta”. Occorre aggiungere che con la scomparsa delle industrie manifatturiere e del loro indotto, si è fatto scempio di insostituibili posti di lavoro.

D) Cosa pensa di chi parla di subalternità del ruolo dei media, carta stampata e televisione, anche in questa nostra provincia.  Un modello informativo molto attento a non disturbare…

In effetti di fronte ai “poteri forti” non si riesce a fare sempre libera informazione e si retrocede in certi casi. Penso alla Torre Orsero, ingoiamo la scelta, ma  sulla torre Fuksas inutile continuare ad aggrapparsi agli specchi. Il “no” non dovrebbe avere “sordine”. Invece…

D) Dal suo osservatorio, a Savona c’è stato un ricambio della classe politica, dirigente…

La stagione del sindaco Gervasio, dirigente d’azienda non politico, aveva fatto ben sperare. Ha fallito per una serie di ragioni, alcune le conosco bene. Sono stato testimone. Analoga speranza era sorta con l’avvento del sindaco Berruti. Ci speravo, per il bene di Savona. Poi ha dovuto prendere la tessera, come ha fatto il bravo assessore Molteni. Credevo avessero la forza di una maggiore indipendenza.  Sono stati risucchiati dal partito egemone in città. E’ Lunardon che comanda, dispone. E’ la segreteria politica che manda “messaggi” e non solo. Posso dire che preferivo il vecchio Pci, almeno si sapeva dove volevano arrivare e chi erano. Oggi navigano anche sotto coperta. Non mi pare vada meglio di ieri.

D) Parliamo del ruolo nell’economia di enti come la Provincia, la Camera di Commercio, dei sindacati.

Sarei stato più contento se avessero perseguito un ruolo più incisivo, nei risultati ovviamente. Sono sparite le fabbriche manifatturiere, penso pure alla Metalmetron. Come alternativa abbiamo “cemento” e centri commerciali.

D) L’avvocato Renzo Brunetti, dalla sua lunga esperienza, militanza politica, già assessore comunale, ha espresso nel corso di un’intervista a Trucioli la sua meraviglia sul “mattone che avanza” pur restando in gran parte invenduto. Sul ruolo di banche. Lei ha una spiegazione?

La storia ci insegna che l’immobile non ha mai tradito l’investitore. Orsero si è riservato gli ultimi 4 piani del grattacielo.  Il Crescent va meglio, in quanto a vendite, per i prezzi più contenuti. Tra gli acquirenti ci sono alcuni che hanno la barca in porto. E’ un altro aspetto positivo, di vocazione turistica. Diverso quanto accade a Vado con la “piattaforma” in mare. Quello è un ricatto occupazionale. Dal punto di vista paesaggistico è una mazzata tremenda. Pensiamo solo ai cinque piani di container. C’e chi ha già iniziato a vendere casa e li capisco.

D) L’ex senatore Aldo Pastore, alla presentazione del suo libro “Trucioli Savonesi”, ha lanciato un grido d’allarme sull’abbandono e sull’assistenza agli anziani. Gli errori della Regione in tema di sanità verso gli anziani…

Per esperienza posso dire che a Savona, grazie alle Opere Sociali, la realtà non è cosi allarmante.  La qualità dei servizi è buona. Qualificata, inoltre, la presenza di cooperative come Cooperarci.

D) Il Vecchio Ospedale San Paolo. Si trascina da anni una soluzione, assisteremo allo stesso film per l’immobile della Banca d’Italia?

Avrei visto nel vecchio San Paolo un grande contenitore culturale, ma bisogna pur tenere conto del Priamar. E poi è assurdo coltivare utopie. Vorrei, invece, sollevare una questione di cui non si parla. L’acquisto da parte di un ente pubblico del vecchio teatro Colombo, già Sacco, in via Guarda, della famiglia Levati, i due fratelli uno avvocato, l’altro geometra. E’ un immobile da riscattare prima che sia troppo tardi. Tornando al vecchio ospedale il super attico progettato da Bofil è una grossa stonatura. Un pugno in un occhio. Un intervento da grattacielo e non da vecchio immobile da rivalutare. Certamente il ritardo dell’intervento è abissale e non fa onore alla politica. Per l’immobile della Banca d’Italia intanto bisogna stabilire a chi appartiene la proprietà.  Può benissimo essere destinato ad uffici pubblici, oppure a qualche banca dandolo in affitto, se non se la sentono di gestirlo in proprio.

D) Come funziona la giustizia a Savona, visto che, per motivi professionali, era tra gli habitué del palazzo?

Purtroppo come nel resto d’Italia, una lentezza mostruosa. Con una piccola considerazione. Non serve mandare 7 nuovi giudici, se poi la prevalenza di donne giovani, per oggettive ragioni di maternità, deve assentarsi per mesi, anni.

D) Il ruolo della Curia a Savona…

I poteri forti della città hanno sempre fanno una gran corte alla Curia. Avevo letto della robusta delegazione a Roma…Non vedo davvero grossi contrasti, ma un’ampia collaborazione. Penso alla massiccia campagna per il restauro del Santuario.

D) La Carisa, il suo ruolo nell’edilizia come aveva vantato il presidente Bartolini. La memorabile sfida Carige - Monte dei Paschi.  I retroscena mai svelati.

La Carige si è battuta, in modo comprensibile, per non avere un concorrente. La Carisa oggettivamente rimane subalterna alla Carige. La Carisa resta comunque uno stimolo, anche se con un ruolo minore rispetto alla Fondazione che ha una presenza determinante sul territorio, soprattutto nel sociale e nella cultura. Bartolini era un insegnante di lettere, non di economia, ma gli va riconosciuta coerenza, fedeltà alla Carige. E alla Carige deve ubbidire. 

D) Ci sono persone che più ha apprezzato per il ruolo pubblico ricoperto.

Difficile dirlo a braccia, sono tanti. Penso a Canavese, a Pasquale (seppure abbia più vincoli). Ripeto l’apprezzamento per Gervasio che intendeva portare a palazzo Sisto una ventata di rinnovamento reale. Penso a Sergio Cerrato, ad Orsero, Campostano, Vitelli (Azimut), Bagnasco..

D) Fare del bene, aiutare il prossimo, nella vita e nella professione, paga…

Sono sincero, pur vivendo a Savona ho avuto più riconoscimenti in Sicilia. Aggiungo che la mia attività nel campo della promozione culturale, nell’integrazione nord-sud mi ha dato parecchie soddisfazioni.

D) Fabio Fazio, tra i savonesi più noti in Italia per via del piccolo schermo, ricordava che quando scegliamo la meta delle nostre vacanze si privilegiano le zone meno devastate. Meno contaminate dal caos, dalla distruzione. La Riviera, schiacciata tra mare e collina, è stata teatro di un grande scempio. Chiudono alberghi a ripetizione, turismo sempre più dequalificato. Tante illusioni…eppure i sindaci, gli assessori amici del “partito del cemento” restano i più votati. Parlamentari compresi.

Direi che i cittadini hanno digerito la cementizzazione, in molti casi davvero sconsiderata. Però non dimentichiamo che località come Cancun o la stessa Miami, mete turistiche, sono un formicolaio. Un orrore urbanistico. Si aggiunga che chi ha comprato la seconda casa da lavoro e fa girare denaro. Spende. Fazio ha ragione, la partita del turismo davvero qualificato ormai è persa.  E rispetto all’Emilia Romagna non siamo preparati al turismo di massa. Posso fare una confidenza? Per molti savonesi è prevalso l’escamotage di iscriversi ad un circolo sportivo che spesso ha spiagge riservate. Almeno non si è obbligati a stare pigiati per prendere il sole. L’altra nota dolente del nostro turismo è il rapporto qualità-prezzo, siamo sfavoriti rispetto all’Emilia Romagna che non ha beneficiato della corsa all’acquisto della seconda casa dei Lombardi e dei Piemontesi.

D) Perché ad amministrare le città sono chiamati spesso dei falliti nella vita, o dei mediocri…

Un professionista che cura il lavoro non può permettersi di dividere il suo tempo, la sua giornata. Stessa cosa per un imprenditore. A Savona prevale ancora la “scuola di partito”. In qualche caso ci sono persone capaci. Penso all’Arci, al Circolo degli Artisti.

D) E’ fiducioso sul futuro di Savona…

Direi che in quanto a sicurezza e vitalità della cultura, Savona ha una buona pagella. Bisogna pagari dei prezzi, come i grattacieli, forzature come quella alla Massimiliano Fuksas, tra coloro che avevano contribuito a pagare una pagina di giornale pro  Sergio Cofferati, e quando l’assessore regionale Zunino si è messo contro un suo progetto, ha lasciato Rifondazione comunista per il Pd. A Savona, Fuksas ha trovato una buona spalla,  l’ex sindaco ed assessore regionale  Carlo Ruggeri, buon amico del cemento. Promosso. Io dovrei stare zitto perché i notai sulla cementificazione hanno fatto i soldi. Ora si “contendono” i clienti. Tempi di magra.

D) La politica dimentica i meno abbienti, le fasce più deboli…

Direi che a Savona sono più tutelati che altrove, stesso discorso per gli immigrati. C’è la presenza lodevole, forte della Caritas, dell’Arci. Del resto, con la massa di anziani di Savona senza le badanti sarebbe un bel guaio.

D) La sanità pubblica. Funziona?

Al San Paolo abbiamo ottimi reparti, forse non tutti, con eccellenti primari. La mala sanità è davvero rara. La sanità pubblica da noi non è soggetta, contrariamente a quando accade in modo scandaloso in Sicilia, ai ricatti della sanità privata.

D) La cosa peggiore che le è capitato a Savona…

Un palazzo-mostro all’Olivetta. Un palazzo con una facciata di 85 metri. Dovevano essere tutte palazzine. Invece è cambiato…Con un comitato di cittadini residenti abbiamo perso tutti i ricorsi.

D) Ci sono, a Savona e provincia, categorie privilegiate, che non temono crisi…

Sicuramente quelli che fanno gli imprenditori nel porto. Penso ai Campostano, agli Orsero, a Noberasco, ma anche ad operatori dell’edilizia come Bagnasco, Ragogna, Accinelli.

D) Tante domande, speriamo di non aver annoiato i lettori. Vorrebbe dire qualcosa che non ho chiesto.

Un pensiero per un paio di illustri e meritevoli, sul campo, cittadini savonesi, forse troppo dimenticati. Paolo Peluffo, giornalista e soprattutto a lungo braccio destro di Carlo Azelio Ciampi. Assai più vicino a noi Alessandro Schiesaro, amministratore delegato della Spes (Università), lui di sinistra, scelto dal ministro Gelmini, di centro destra, per la riforma scolastica. Due personaggi, onore al merito. Sono fiducioso, inoltre, per le potenzialità di AltraSavona che raccoglie quanti sono rimasti delusi dalla “troppo politica” nella pubblica amministrazione, iniziando dal Comune. Forse i consensi che il neo schieramento sta conquistando hanno una spiegazione razionale. Non faccio mistero a rivelare che avevo dato il mio voto all’ingegner Buscaglia, tra i più tenaci assertori che l’edilizia non può più risolvere i problemi del rilancio della città come era accaduto negli anni sessanta. Il mio era un voto di stima, ma non è servito. Eravamo in nettissima minoranza.

D) Come vorrebbe essere ricordato il notaio Enzo Motta…

Un promotore culturale. Un amico di Savona, pur rimanendo legato alle origini siciliane. Ho già pensato di essere sepolto a Savona, ma sto facendo un pensierino alle mie ceneri disperse in mare. Da marinaio!

Luciano Corrado