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L'intervento che ho fatto sul palco a Vado a nome degli Amici di Beppe Grillo di Savona

 Nonna Abelarda  

Milena De Benedetti

In un momento di crisi delle ideologie e spesso purtroppo anche delle idee, i partiti tradizionali tendono sempre più a intese trasversali blindate, in un intreccio fra politica e affari che lascia ai margini i cittadini.

A volte si ha di fronte un muro di gomma ed è difficile far  ascoltare le proprie istanze da parte di coloro che amministrano, trovandosi di fronte a decisioni già prese se non al fatto compiuto, in un dialogo sempre più difficile.

I cittadini cercano di reagire, si  formano gruppi spontanei, comitati, di protesta o di presa di coscienza su singoli problemi, ma pur con intenti e risultati ammirevoli rischiano sempre di essere isolati e attaccabili, bollati come quattro gatti, irriducibili, negazionisti o estremisti anche quando cercano solo di far rispettare i loro sacrosanti diritti.

Sarebbe fondamentale cercare maggiore coesione, consapevoli anche del fatto che dietro molte di queste speculazioni e devastazioni ci sono spesso le stesse persone o gruppi di potere dell’intreccio di cui sopra.

Certo molti comitati hanno timore di perdere la propria individualità, di smarrire gli obiettivi e le motivazioni se non focalizzati ma inseriti in un contesto generico, e anche questo dubbio può essere legittimo.

Una soluzione esiste, ed è quella che in altre parti del mondo è già in fase avanzata di sperimentazione, e può essere il futuro, il modo per rivoluzionare il mondo della politica e catalizzare questi fermenti: si chiama democrazia diretta. Una democrazia sempre più capillare, sempre più diffusa e articolata, superando  la delega totale ai partiti data con il semplice voto e il conseguente verticismo, una democrazia dove cittadini e movimenti siano collegati in una rete comune di obiettivi e intenti, grazie ai mezzi di comunicazione tempestiva e di informazione veloce di cui disponiamo, ma mantengano la propria indipendenza e individualità.

In alcune realtà del Sud America sta già accadendo che dei presidenti siano eletti da un agglomerato di forze che non è un partito o una coalizione di partiti, ma una somma di movimenti che si aggregano senza fondersi in alcun modo, un qualcosa di  molto più agile, vivace e partecipato della democrazia ingessata che conosciamo.

Milena De Benedetti
Foto da La Stampa

L’espressione diretta e attiva di tutto questo sono le liste civiche, che partendo da realtà locali tentano di ricuperare una qualità amministrativa e di vita migliore, e una politica più sana.

In questo modo non si sarebbe più bollati come quelli del no, gli immobilisti, quelli dell’antipolitica, ma si diventerebbe a buon diritto autentici soggetti politici con un loro peso concreto.

Dove il no, quando c’è, è pesante e motivato e generalizzato, non è il no a un singolo progetto,  ma a un modello sbagliato di cosiddetto sviluppo;

 e dove si può affermare, cosa molto importante e fondamentale, anche e soprattutto il sì, inteso come presentazione di programmi alternativi, di forme di sviluppo sostenibile che tengano conto in primo luogo dei bisogni di crescita e di qualità della vita della comunità, oltre che di maggiore rispetto dell’ambiente. E che devono essere alla base di una nuova e più moderna e flessibile idea della politica.

La lezione liste civiche sta avanzando anche qui in Europa. In Baviera alle ultime elezioni il partito della Merkel che aveva una maggioranza schiacciante da sempre è crollato per l’arrivo di una lista nuova. Sull’informazione la si presenta genericamente come una lista di transfughi democristiani, ma da altre fonti meno ufficiali sembrerebbe forse un esempio di aggregato lista civica.

Ricordiamoci anche che il non affrettare questo processo virtuoso e democratico, l’unico che può traghettarci fuori dalla crisi o almeno darci delle buone stampelle per affrontarla, l’unico che può ridare voce ai cittadini informati e consapevoli, il continuare a viaggiare ciascuno per la propria strada e rinunciare a riprenderci la nostra voce tutti insieme,  porta a conseguenze pericolosissime, come uno scadere della vita  civica, un degrado, una deriva dei fermenti peggiori della società, lasciando spazio indisturbato a intolleranza, razzismo, autoritarismi, come già sta accadendo qui in Italia e non solo.

In Austria, contemporaneamente alle elezioni bavaresi, era l’estrema destra a trionfare.

Perciò occorre trovare basi solide, basi comuni di dialogo e di costruzione ideale, se abbiamo a cuore la vita della nostra comunità e il futuro dei nostri figli e dell’ambiente. Costruire questa federazione indipendente, questa rete flessibile ma interconnessa.

Oggi, qui nel savonese, grazie a quest’ottima iniziativa di Vado, potrebbe essere il primo passo importante in questa direzione.

Aggregarsi, fare rete, cercare uno sbocco politico, rimanendo indipendenti.

  Nonna Abelarda alias Milena De benedetti