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Ciò che quasi mai si legge sulla sorte del terziario ponentino. Silenzio colpevole?

Agriturismo in auge, hotel in lacrime

Intanto la Costa Azzurra brinda

Il gruppo Percassi (proprietario del Castello Doria a Loano) in Sicilia fa miracoli

In rapida successione gli ultimi avvenimenti di rilievo e che dovrebbero interessare albergatori ed operatori turistici, spesso e volentieri inondati di letture, di notizie per ogni gusto. Un giorno leggono che prossimamente sarà costruito un nuovo albergo a 4-5 stelle, il giorno dopo rileggono che chiude un loro collega.

Non manca chi annuncia (attenzione, di annunci gli albergatori ormai sono diventati esperti sulla loro pelle) che quanto prima il rilancio turistico del ponente ligure sarà affidato ad un importante operatore di viaggi di Arcore (ma lui, precisa, Berlusconi non lo conosce), impegnato in modo proficuo nel rilancio dell’aeroporto di Villanova d’Albenga. 

  Come ? Piccola premessa, l’operatore di Arcore ha annunciato querela nei confronti di   Michele Santoro per una sua trasmissione su AnnoZero, Rai 2, giovedì sera, in cui ridicolizzava il sottoutilizzo dello scalo, i costi, metteva a confronto la vicinanza tra la lussuosa e spettacolare (beato lui!) villa sulla collina imperiese di Claudio Scajola, con i voli per Roma, quasi sempre ad occupazione ridotta. Il loro beneficio effettivo per il subaffitto scontatissimo di un velivolo Alitalia, già dissestata. Ed alcune altre chicche finora non smentite da Santoro, con la sola esclusione che il ministro ha scritto a Corrado Augias, su Repubblica, per fargli osservare che lui quel volo in realtà non lo utilizza quasi mai. E che, comunque, in passato è stato un successo.

Torniamo, a bomba. A ciò che può interessare chi deve stringere denti e cinghia per  far quadre i conti dell’attività ricettiva.

Il neo operatore per voli charter (uno dei tanti che si sono avvicendati in quel di Villanova) ha promesso: sto trattando per far arrivare in Riviera turisti cinesi e russi. Allegria, amici albergatori savonesi ed imperiesi! Allegria, cari dipendenti di strutture ricettive che temete di perdere il lavoro o dovete rispettare periodi di sospensione!

Adesso, tra qualche mese, forse prima, sarete invasi da turisti con portafogli pieno. Preparatevi. Gioite, se ci riuscite e non vi scappa da ridere. O da piangere di gioia.

Pensate che i russi, anni fa, avevano già invaso alcune località della costa romagnola. Si gridava al miracolo.

Chi ha già lavorato con la clientela russa sa che ci sono alcuni problemi legati al loro comportamento. Nel mangiare, a tavola, nel bere, in camera. Altre abitudini, altra educazione da clienti. Sta di fatto che sulla Costa Romagnola, con i russi in hotel, sono via via scomparsi i tedeschi, gli austriaci, gli svizzeri, ma anche gli italiani. La clientela tradizionale e che tornava ogni anno.

Difficile convivenza, non razziale, sia chiaro. Ma di notte c’è chi ad una certa ora vuol dormire. I russi, spesso e volentieri, fanno baldoria. Si scambiano magari le camere. A tavola, poi, è tutto da raccontare sulle loro usanze.

La storia si è ripetuta sulla Costa Azzurra, Nizza e Cannes, in particolare. Ma qui hanno le spalle grosse, in quanto a polo d’attrazione. Hanno presto rimediato. Non così, informatevi bene, per quelle strutture della Costa Adriatica, poi della Versilia, di Ischia, che credevano di aver finalmente risolto il problema dell’occupazione delle camere. Strapagate. 

Nessun timore, comunque, a Villanova sbarcheranno i turisti russi di ultima generazione. Speriamo che abbiano cambiato abitudini. Resta da sapere quali sono i periodi dell’anno, quale tipo di strutture sceglierà il “signor Arcore”.

A tutti gli operatori è noto che nel Savonese, ad esempio, i quattro stelle sono inflazionati. Davvero troppi! Basta recarsi ad Andora, Borghetto, Ceriale, Pietra Ligure, Noli, la stessa Albenga dove ce n’era inizialmente uno (Cà di Berta), ottimo, ma il proprietario ha pensato bene, dopo qualche anno, di trasformarlo in “camere e colazione”.

Comunque, stando sempre al “signor Arcore”, ci saranno i cinesi a riempire eventuali spazi vuoti lasciati dai russi. O in alternativa.

Forse è per tutte queste ragioni ed altre che è noioso elencare, che non passa giorno senza che i nostri organi di informazione locale e blog vari, annuncino un’operazione edilizia, nuova, inedita, affascinante, sbalorditiva, con la ciliegina dell’albergo di lusso all’orizzonte.

Non perdetevi d’animo dunque. C’è chi nel turismo alberghiero ci crede ed investe. Cercatelo, ad apertura avvenuta, dipendenti assunti e fatelo sapere a questo blog.

Nel frattempo non scandalizzatevi. Se da noi la crisi turistica colpisce duro, chi più, chi meno, come ha documentato un esemplare servizio  di Repubblica del 28 settembre scorso (e ripreso dal Blog savonese Uomini Liberi), Il Sole 24 Ore, quotidiano della Confindustria, ha pubblicato in solitudine questa interessante (speriamo) notizia: <L’estate del 2008 è salva nella maggior parte delle regioni francesi>. Il segretario di Stato al Turismo, Hervè Novelli, ha diffuso dati e statistiche.  Compresi quelli sulla Costa Azzura che non indicano cifre in negativo, contrariamente a quanto è accaduto in Liguria, visto che parliamo di casa nostra.

Sarà per caso una manovra per screditare il turismo ligure ed italiano?

Non pare, il quotidiano economico italiano ha ripreso un articolo scritto dal francese “Les Echos” dove, a leggere bene, non c’è stato un calo, nonostante la crisi generale, ma un progresso complessivo del movimento turistico dello 0+5 rispetto al 2007, con una flessione di presenze negli alberghi. Soggiorni si, però più brevi. Altro servizio del Sole 24 Ore (vedi…) sulla stagione turistica italiana. Crisi nera. 


L'assessore regionale al turismo  Margherita Bozzano

La Regione Liguria, da parte sua, almeno l’attuale assessore non merita di essere messo in croce un giorno sì e l’altro pure, soprattutto se ad opera di una classe politica che quando era al governo della Regione non ha dimostrato di distinguersi per capacità e strategie vincenti. Allora non c’era neanche la scusante della crisi economica mondiale. 

La Regione è tuttavia fiduciosa sul fronte dell’agriturismo. Gli operatori del settore meglio di chiunque altro potranno giudicare l’ultimo regolamento attuativo (vedi …l’articolo de Il Sole 24 Ore). A lume di naso non ha i “piedi a terra”. Non conosce bene la realtà. Lo stato delle cose degli agriturismo o almeno della loro maggioranza. Il prevedibile futuro, l’evoluzione. Scrivere che l’attività agricola <deve essere prevalente ed il 40 per cento del cibo servito sarà costituito da prodotti di provenienza locale>, è un’ottima teoria. In pratica è davvero una strada in salita. Un sogno scritto e non realizzato. E non solo per questo aspetto.

Speriamo bene, che dire?

A proposito, e per concludere, di operatori turistici. A Loano, i tre fratelli Percassi, ottimi ed infaticabili imprenditori, a capo di un colosso del Nord Est, con molti interessi in ballo, avevano acquistato per 5-6 miliardi il magnifico Castello dei Doria, da Daniela Frey, dopo la morte di papà Max, miliardario svizzero, con qualche brutto incontro quando acquistò in origine il porticciolo di Loano.

Il castello è circondato da un gradioso parco alberato e  vecchi ruderi che sono stati oggetto di un’opera di riqualificazione e trasformazione in “seconde case” al mare (castello escluso). Un intervento senza aumento di volumi, semmai di moltiplicazione di vani abitabili, con carenza di parcheggi.

Il 17 settembre Il Sole 24 Ore ha dedicato un servizio dal titolo : <A Enna un outlet per tre milioni di clienti>. Occhiello: <La città dello shopping del gruppo Percassi sarà ultimata entro il 2010>. Poi la spiegazione che il nuovo centro darà lavoro a 750 persone, tra i 600 impiegati direttamente ed i 110 dell’indotto. Con 3 milioni di visitatori l’anno ha annunciato Antonio Percassi, presidente del gruppo. Su 25 mila metri quadrati, sorgeranno un centinaio tra negozi, punti di ristoro e centri servizi, con 2.200 posti auto. Nell’iniziativa saranno investiti cento milioni. L’intero progetto è gestito da Premium Retail, società del gruppo Percassi stesso.

Il villaggio commerciale sarà chiamato “Sicilia outlet village”. Sorge esattamente ad Agira, 11 mila abitanti, centro dell’Ennese. La stessa popolazione di Loano dove i Percassi trascorrono, raramente, ore di relax con le famiglie.

A Loano c’è un’area alberghiera che da 15 anni attende di decollare. Gli annunci sono tuttavia sempre puntuali, quasi precisi. Nessuno imprenditore, a ragione, vuole “lasciarci le penne”. E’ stato recalcitrante alle insistenze lo stesso big dei big Salvatore Ligresti, patron del maxi-porto turistico, il più grande della Liguria. E’ disposto a comprare le aree, ma alle sue condizioni. I proprietari hanno detto “no grazie”. Mentre il Comune ha ridotto di parecchio le sue pretese (oneri).

Neppure un gruppo attivo e ammirevole come i Percassi ha fatto un pensierino, concreto, di investire nel turismo savonese. In  una cittadina che conoscono.

Che abbiano letto, nel pensiero, quanto avrebbe scritto (e da sottoscrivere) Paolo Arvati su Repubblica? Leggete e se non siete d’accordo, potete controbattere. E’ utile a tutti.

 <A La Spezia, grazie alle Cinque Terre e alla valorizzazione-tutela dell’ambiente, la quasi metà del movimento turistico è composta da stranieri (47,0%9. Nel Savonese, invece, la componente estera (18,5 delle presenze) appare marginale; ad Imperia è stagnante (30,2). Resta la flessione della componente italiana che varia tra Savona ed Imperia tra il 18 ed il 29 per cento….>. Riflessione scritta su Repubblica: <Da più parti è riconosciuto il declino del modello dominante di sviluppo turistico ligure….il dubbio è che si sia perso qualcosa di più di una quota di mercato.  E il dubbio è confermato dai successi di alcune nicchie liguri che hanno investito nella propria identità culturale ed ambientale.  Il rischio aprite gli occhi cari albergatori – è che si sia persa l’anima, nell’illusione micidiale, specie sulla Riviera di Ponente, che le rendite storiche non si perdono mai. Questa Liguria, invece, a ponente, piace sempre meno  perché è stata abbruttita, oppressa com’è dalle seconde case e dagli affari del partito del cemento>.

E, diciamo noi, dagli albergatori in quanto associati, è mancata per troppi anni, un’azione di contrasto a “cemento selvaggio” che doveva essere chiara, senza tentennamenti, plebiscitaria, come plebiscitaria è la crisi degli operatori. Come la chiusura di centinaia di alberghi grandi e piccoli. Sul mare e lungo la fascia costiera. Nell’entroterra. Questi sono fatti. Incontrovertibili e dolorosi. Domani sarà luce?

L. Cor.