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AnnoZero ha
spiazzato corte e cortigiani dell’aeroporto di Villanova
Dove volano i “rapaci”
Santoro scatena gli immortali
Nessuno ha mai
scritto quanti soldi pubblici, in 45 anni, sono stati ingoiati.
Nessuno
ha mai querelato Viveri per i “mangia mangia”
di Luciano Corrado

Aeroporto di Albenga
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Villanova d’Albenga
– AnnoZero (sul secondo canale Rai a controllo leghista) condotto dal
giornalista “rosso”, ex deputato al parlamento Europeo,
Michele Santoro,
“processa” 45 anni di “sperperi” (bilanci in passivo
documentati, ripianati con il denaro dei
contribuenti) all’aeroporto di Villanova?
AnnoZero,
chiama in causa, spara, come aveva già esordito il moderatissimo
quotidiano cattolico-episcopale l’Avvenire
(19 agosto) che aveva titolato, “Scajola ha
finanziato il “suo” aeroporto” .
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Dopo il servizio Rai è scattata la contraerea
per difendere il buon nome, distruggere faziosi e diffamatori,
annientare i nemici degli onesti e coraggiosi amministratori.
La contraerea non è tutta “azzurra” e
berlusconiana.
Per l’occasione porta il
nome del tandem:
Gianni Giuliano
e Marco Bertolotto.
Il primo è avvocato, ultima tessera di assoluta fede forzista,
presidente della Provincia di Imperia,
tra le “vittime illustri dell’ingiustizia Italia”, avendogli fatto
scattare le manette ai polsi, con ordine di cattura, eseguito nel
1983, quando era assessore al turismo, nell’ambito dello scandalo al
Casinò di Sanremo.
Tra gli innocenti incarcerati, manco a dirlo, anche
Claudio Scajola.
Il secondo,
Marco Bertolotto,
ex, ex, ex (Pci, consigliere comunale a
Ceriale, poi sindaco di sinistra a
Toirano,
infine presidente della Provincia in quota Margherita- Popolari- Pd,
per approdare di recente con AltraSavona
dove il carnevale dei colori, di tessere, di ideologie, di cambio di
casacche, esplode e si amalgama).
Bertolotto,
inoltre, nominato primario-dirigente al
Santa Corona, mentre è presidente della
Provincia. Tutto legale, s’intende. Al centro dell’inchiesta (in
attesa di verità processuali) inoltre a seguito del business
milionario delle aree artigianali di Toirano, baciate dalla fortuna.
Lui, sostiene, forse a ragione, che è come la moglie di
Cesare. Fa di più,
è da anni missionario-benefattore in Africa.
Con queste invidiabili
credenziali, eletti dal popolo sovrano,
Bertolotto e
Giuliano
(presidente di una Provincia dove oltre il 95 per cento dei
funzionari e dei dirigenti non sono stati scelti con concorso
pubblico) hanno lanciato un anatema via stampa contro <la
rappresentazione, faziosa e caricaturale di un aeroporto e di un
servizio aereo ad uso e consumo personale di un ministro, che tra
l’altro non utilizza quasi mai il volo in questione…>.
E’ nel loro pieno diritto.
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Inaugurazione dell' Aeroporto |
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Ma sull’aeroporto story,
l’autore del servizio Corrado Formigli,
con molte probabilità non può aver messo
le mani sul “dossier stampa”, ritagli di giornali, che descrivono,
raccontano, la “verità giornalistica” dello storico
Panero di Villanova.
Ci sono centinaia di articoli (che mettiamo volentieri a
disposizione e come già annunciato in passato descrivono la sorte
ingloriosa di questo scalo), ci sono centinaia di dichiarazioni, di
titoli.
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Dove si annuncia di tutto ed il contrario, dove si
annunciano successi e poco dopo disfatte. Dove la tattica prediletta
e favorita (anche da uno o due giornalisti in palese conflitto di
interessi per soldi ricevuti dalla società dell’aeroporto) sembra
essere “drogare le notizie”.
Garantire che il rilancio
è prossimo, arriva domani, dopodomani, che il risanamento dei
bilanci è cosa fatta, che ci saranno potenziamenti di voli di linea,
di operatori interessati. Una “promozione” che se può essere
discutibile per un’azienda privata, diventa molto imbarazzante per
una società a capitale pubblico. E’ andata avanti cosi per oltre
40 anni.
Gli articoli di giornale sono testimoni fedeli ed
implacabili.
Ne prendiamo uno, a caso.
E’ l’8 novembre 1981.
La Stampa, a firma di Stefano Delfino,
oggi capo della redazione di Imperia, titola:
<Villanova, una proposta per salvare
l’aeroporto. L’hanno presentata Scajola
(Dc) e Pastore
(Pci). Hanno aderito anche altri parlamentari
Manfredi, Revelli,
il comunista Dulbecco….>.
Ci sono articoli del 1977
(Il Secolo XIX) in cui si scrive: <…dopo
una lunga agonia, esistono ormai poche speranze di sopravvivenza del
vecchio aeroporto di Villanova.
Il 18 giugno 1977,
nella sala riunioni al terzo piano dell’edificio della Camera di
Commercio, all’ordine del giorno
della Seava che gestisce l’aeroporto
figura la <messa in liquidazione della società>.
Sentenza che sarà procrastinata.
L’aveva invocata, con
molta chiarezza, il presidente dell’azienda autonoma di soggiorno,
ing. Giancarlo Garassino,
Dc<: Non possiamo continuare a
rischiare, come amministratori, di finire in tribunale. Per il 1977
ci vogliono 180 milioni (2 miliardi ai valori attuali? Ndr) a
copertura della gestione. E oggi, con certezza, sappiamo che non
potranno essere coperti>.
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 Marco Bertolotto |
 Gianni Giuliano |
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Alla fine della seduta camerale vinse il presidente, dott.
Gianetto Beniscelli (illustre collaboratore de Il Secolo XIX)
che mise sul piatto il dramma, ovvero
il lastrico per 14 dipendenti Seava;
appoggiato, senza riserve, dall’assessore provinciale, geom.
Gianfranco Sangalli, socialista: <Se sciogliamo la Seava
seguirà subito la revoca
ministeriale. Chiediamo l’intervento finanziario di Carisa e Carige,
delle Camere di Commercio di Imperia e Savona. Inoltre – aveva
rimarcato – emerge che non tutti i presenti hanno il mandato per
la liquidazione. Decisione finale: nuovi aumenti del capitale
sociale>. E’ accaduto almeno una ventina di volte |
Cosa è successo in questi
anni?Nessuno nega sforzi, buona volontà, impegno, progressi. Però in
40 e più anni, magari può scriverlo il decano dell’informazione
dell’aeroporto, Romano Strizioli,
quanti soldi pubblici (denaro dei contribuenti) sono stati immessi
nella Seava-Ava?
Visto i risultati finali (ottimi se si parla
dell’arrivo dei privati nella maggioranza della società) quei soldi
era meglio spenderli diversamente? Nei tanti bisogni, esigenze
primarie, di cui tanto si discute?
Ad
AnnoZero possiamo
indicare uno delle tante “chicche” del dossier-aeroporto.
L’Angioletto Viveri,
a tutti era noto per il difetto di non “avere peli sulla lingua”,
fece anche questa dichiarazione, precursore di
Antonio Ricci, in
occasione della polemica sulle
<nuove torri nella sede del vecchio
ospedale>: <I mangia, mangia hanno
ingoiato in tutti questi anni, centinaia di milioni nei bilanci
dell’aeroporto, non hanno mai pagato di tasca propria, ma hanno
preso i soldi della comunità. Ci hanno promesso decine di volte…ci
hanno fatto credere altre decine di volte….
Non si saranno arricchiti alle spalle
dei contribuenti, ma lo sperpero del denaro pubblico è sotto gli
occhi di tutti. Uno scandalo>.
Volarono gli stracci:
<Domattina andiamo dall’avvocato per
presentare querela e una richiesta danni milionaria…>.
Tuonavano alla società di gestione diventata “Ava”.
Nessuno ha più saputo come è andata a finire.
Minacciare, annunciare querele nel mondo politico è lo spot
preferito. Possiamo documentarlo.
E’ stata un’ottima scelta
quella di Ivg
di mettere in rete i minuti di trasmissione che riguardano
l’aeroporto.
Rendersi conto di persona del
contenuto, di immagini eloquenti. Degli
imbarazzati silenzi e della difesa alle corde.
Chi ha voglia vada a
rileggersi l’articolo scritto su La Stampa, da
Romano Strizioli,
uscito proprio il 25 settembre, giorno della trasmissione. Dalla
bugia del costo del biglietto (200 euro andata e ritorno
Villanova-Albenga), mentre il giornalista ha documentato la
richiesta-pagata, via internet, di 265 euro a volo. Al silenzio
totale, nell’articolo, abituale anche in altri servizi,
sull’occupazione dei posti. 4 passeggeri, 4 membri d’equipaggio, con
lo 0 passeggeri il 16 settembre, i tre giorni abituali di sosta
forzata dell’aereo, dal venerdi al martedì, i costi del personale
Alitalia,
l’intervista al signor Ciro My,
de La Stampa,
dove non si parla di spese e ritorno dei costi, della sua
provenienza, causale, da Arcore,
terra di dimora di Berlusconi
(My in tivu dirà di non avere la
fortuna di conoscerlo). Non svela come è arrivato a
Villanova dove il
mercato viaggiatori non offre guadagni. Chi ha avuto come referenti,
senza dubbio disinteressati. Le sue attività, oltre a quella di
operatore turistico.
My parla di potenzialità
turistiche in un ponente ligure dove (Sanremo esclusa) gli alberghi
non riescono a sopravvivere, con aperture annuali. Dove non
risultano ricerche di mercato che scommettano il successo di quel
asset. Dunque bufale da chi le racconta e le sostiene, anche se in
buona fede.
Nel servizio Tv si è
parlato molto di Scajola
che non ha bisogno dei difensori d’occasione (Bertolotto
e Giuliano) per poter dire eventualmente
la sua sull’aeroporto. Ad esempio, che se due imprenditori alla
stregua di Orsero
e Bassani
(con la Sarl) hanno accettato di investire e rischiare di proprio
all’aeroporto, è l’unica vera svolta storica. Basta soldi pubblici,
quando si deve risparmiare persino su chi vive nella miseria e nella
disperazione. Quando si deve risparmiare (Asl) sul bene primario
della salute. Per Scajola,
questo si che è un successo, ma negare l’evidenza raccontata
fedelmente da AnnoZero
(il signor My
di Arcore
paga 6-7 mila euro all’Alitalia
per l’affitto giornaliero dell’aero, oberata dai debiti e pagati dai
cittadini, cio che ogni altra compagnia di bandiera stima in
34 mila euro al
giorno) è un inutile violenza alla verità.
E’ buio pesto: della memoria, del buon governo e
dell’etica pubblica.
Luciano Corrado
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