versione stampabile

RIPRENDERSI IL DIRITTO DI VIVERE

Antonia Briuglia


Roberto Peluffo

“Abbiamo perso troppo tempo confondendo la ricchezza immobiliare con quella produttiva. Ora è giunto il momento di tornare seriamente a impegnarci sulla dorsale produttiva….Piaggio, Ferrania, la piattaforma portuale, sono eccezionali opportunità per il territorio della provincia”

  Roberto Peluffo   Assessore alle attività produttive della Provincia di Savona

Tratto da SV magazine –agosto 2008-09-27

In questa eloquente intervista l’assessore esalta soprattutto la capacità di fare squadra tra imprenditori, sindacati ed enti pubblici nel decidere il futuro di un territorio. E’ pur vero, però, che questa capacità si è mostrata straordinariamente efficace, a Savona e in tutta la provincia, proprio nel far conciliare le trasformazioni produttive con la ricchezza immobiliare di cui parla.

Le vicende strettamente correlate di trasferimenti industriali come la Piaggio a Finale, la Gavarry ad Albisola, e altre aree dismesse come la Metalmetron, l’Italsider nella zona portuale e le conseguenti cementificazioni delle aree, sembrano dimostrare l’esatto contrario di ciò che viene dichiarato dall’Assessore.

I gravi problemi infrastrutturali, poi, sono diventati solo argomento da salotto o da Convegno, dove ogni tanto, imprenditori, sindacati e amministratori si ritrovano per una simpatica rimpatriata.

La vera tradizione industriale, a Savona, è da qualche tempo svanita, lasciando il posto a un’anticultura e a un’evidente altrettanto scarsa professionalità: terreno fertile per “avventurosi arrembaggi”!

 L’Assessore Peluffo non perde poi l’occasione di porre l’accento sui recenti studi condotti dall’ARPAL, i cui risultati ”ci confermano come il peso ambientale dell’attività industriale sia, a oggi, sul territorio assolutamente sotto controllo”.

Inutili e inattendibili studi, quelli dell’ARPAL, pagati dai cittadini che ricevono in cambio informazioni falsamente rassicuranti sullo stato dell’inquinamento atmosferico. Le stesse che offrono alibi a chi attende prontamente di potersene avvalere

Il Dott. Franceschi ci fornisce un dettagliato, quanto interessante studio che prova come l’ARPAL abbia lavorato in modo superficiale e poco professionale. I troppo limitati rilevamenti delle centraline sulle polveri sottili, posizionate solo in alcune postazioni del territorio non sono sufficienti a provare, ad esempio, l’innocuità delle emissioni in atmosfera della Centrale a carbone di Vado. 

L’Assessore Peluffo nato proprio a Vado, dove è stato Consigliere Comunale e Assessore dal 1975 al 1990, ed è stato Sindaco dal 1990 al 2004, conosce benissimo la vicenda della Centrale a carbone. Conosce sicuramente le disattese disposizioni che prevedevano il suo ridimensionamento e le “gentili” concessioni offerte in cambio d’inesistenti vantaggi per la cittadinanza.

Conosce anche benissimo la vicenda della piattaforma portuale, oggetto di un referendum indetto dal suo compagno di partito, attuale Sindaco e che insieme con quest’ultimo ha deciso di  disattendere, ignorando la volontà popolare e i presupposti del suo mandato.

Eppure l’Assessore continua a parlare di “ logica collaborativa” proprio “nel vadese”, testimoniando l’evidente e irrecuperabile scollamento delle forze politiche con la cittadinanza. Lo stesso scollamento testimoniato dai fischi e dagli improperi lanciati dai cittadini agli amministratori di Vado all’uscita del Consiglio Comunale che ne approvava il progetto.

Chi amministra, ancora una volta, ignora ciò che sta accadendo sul suo territorio , ignora la fitta rete di legami che si sta alimentando impostata su diverse esperienze, ma che in comune ha la messa in discussione del concetto di sviluppo, esaltato da chi governa il territorio, come fine indispensabile per qualsiasi operazione, legittimando anche la più aberrante.

 Lo sviluppo, che giustifica gli inutili “ecomostri” sul mare e sulla costa, lo spostamento d’importanti realtà industriali come Piaggio per far posto a pesanti lottizzazioni immobiliari, il potenziamento di Centrali a carbone e il progetto di “speudovalorizzatori orfani di riciclo”, la cementificazione di tratti di costa per ospitare muraglie di container, la trasformazione territoriale di zone della città per nuove considerevoli lottizzazioni che vanno ad appesantire le problematiche ambientali e territoriali già esistenti.

I nostri politici continuano ad amministrare come trent’anni fa, ignorando che dal basso, dalla cosiddetta base, è già partita la messa in discussione del mancato progetto di un territorio e della qualità della vita, quel falso concetto di sviluppo che con tutte le sue evoluzioni formali è diventato il punto di rottura del movimento di critica. 

 Da una lettura superficiale qualcuno potrebbe dire che per alcuni lo sviluppo potrebbe essere la causa di tutti i mali, mentre per altri è la soluzione di tutti i problemi, così i politici più illuminati, cercano di schierarsi per un “altro” tipo di sviluppo, quello che è spesso definito compatibile.

Quest’ultimo si è rivelato spesso ancora incerto e difficile per la scarsa determinazione e rigore di chi deve farsi portatore o spesso vanificato da chi cerca di vederne il business.

E’ quindi necessario evidenziare i veri presupposti dello sviluppo e rimettere in discussione i concetti di “ crescita”, di povertà, di bisogni fondamentali, di salute, di tenore e qualità della vita.

E’ proprio in realtà come Vado, Savona, dove il fallimento della politica ha determinato il distacco dal concetto di democrazia, che si può ripensare in modo nuovo a una società alternativa a quella di mercato, una società che vuole partecipare direttamente alla sua costruzione.

Questo può essere il cambiamento sociale, politico, culturale di Vado e della Provincia.

 Il momento sembra favorevole, anche a livello nazionale, proprio mentre un Ministro della Repubblica si reca al Parlamento Europeo per chiedere deroghe da parte degli industriali italiani nel perseguire gli obiettivi prefissati in materia di difesa ambientale, motivando tutto ciò con la possibilità di essere più competitivi.

La salute della gente barattata con la cosiddetta competitività!!!

Forse in questo maldestro modo di perseguire lo sviluppo c’è chi pensa di potersi riscrivere le regole, di volta in volta, creandosi una propria legittimità.

Il momento sembra favorevole anche a livello mondiale quando l’avventura liberista e sviluppista sembra essere morta in qualche banca americana.

 E’ sempre più chiaro che lo sviluppo che la gente si attende, con sempre più convinzione, è fatto di: vera modernizzazione, di difesa della salute, di coerenza e giustizia, di buona amministrazione. L’aggressione e lo sfruttamento dissennato del territorio e del mare,  porterà inesorabilmente profitto a pochi a discapito dei più.

La colonizzazione della Maersk non porterà ricaduta sociale e benefici se non per la Maersk stessa e pochi altri.

C’è da chiedersi poi :per quale durata e a  quale prezzo?

 E’ giunto il tempo di smascherare l’ipocrisia dello “sviluppismo savonese” così come hanno fatto, in altre zone del nostro Paese.

 E’ giunto il tempo di rivendicare un ritorno al plurale, la voglia di democrazia, di richiesta e realizzazione collettiva dove non si privilegerà un benessere materiale distruttivo dell’ambiente e dei legami sociali.

 E’ giunto il tempo di reclamare il progresso nella bellezza della nostra città, nella potabilità della nostra acqua, nella trasparenza dei nostri fiumi e del nostro mare, nella pulizia dell’aria che respiriamo, nel sapore dei cibi che mangiamo.

 E’ giunto il tempo di rivendicare il nostro DIRITTO DI CITTADINANZA!

                         

                                                    ANTONIA BRIUGLIA

 

IL 4 OTTOBRE 2008: A VADO LIGURE RIPRENDIAMOCI I DIRITTI NEGATI!!!!!!!!!

 

P.S. Dedicato a Franca