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I PROBLEMI SOCIALI DEL FUTURO

 

TRENTASETTESIMA PUNTATA

 

IL DRAMMA DELLA CRESCENTE URBANIZZAZIONE

 

Aldo Pastore

 

Aldo Pastore Il mondo politico, a livello internazionale, continua a sottovalutare, in modo irresponsabile, il tema della CRESCENTE URBANIZZAZIONE DELLE POPOLAZIONI, che sta verificandosi ed accentuandosi in ogni angolo del nostro Pianeta.

Eppure, molti studiosi ed esperti in Demografia hanno segnalato, da molti anni, la gravità di questo fenomeno; ricordo, a titolo di esempio, la magistrale esposizione di Antonio Golini, comparsa, all' inizio di questo Secolo, sul piccolo volume "La popolazione del Pianeta" (Società Editrice: Il Mulino):

"Dopo i 6 Miliardi di persone sulla Terra, raggiunti nel 1999, siamo in prossimità di un'altra straordinaria pietra miliare nello sviluppo della popolazione: intorno al 2006, la popolazione che vive nelle Aree Urbane del Mondo dovrebbe, prima, eguagliare e, poi, superare il numero di quella che vive nelle zone rurali." 

 Le quasi profetiche affermazioni di questo nostro Docente hanno trovato conferma nei Dati riportati in un ampio ed articolato Saggio, curato da Deyan Sudjic e Richard Burdett, avente per Titolo: " The Endless City"; in estrema sintesi, riporto alcuni Dati, presenti in questa pubblicazione:

 

  • - NEL 1910: la popolazione mondiale residente nelle CITTA' era pari al 10 PER  CENTO DEL TOTALE;

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  • - ATTUALMENTE (APRILE 2008): LA POPOLAZIONE MONDIALE URBANIZZATA HA RAGGIUNTO IL 50 PER CENTO;

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  • - NEL 2050: le stime indicano che il 75 PER CENTO degli abitanti del Pianeta vivrà  in grandi AGGLOMERATI URBANI; LE CAMPAGNE diventeranno SEMIDESERTE

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- Il progressivo accentuarsi del FENOMENO URBANIZZAZIONE sarà destinato, a mio modo di vedere, ad avere importanti e profonde ripercussioni negative su almeno TRE SETTORI DECISIVI per l'avvenire della vita Collettiva Planetaria:

  • - SETTORE ECONOMICO: caduta verticale della Produzione Agricola Tradizionale;

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  • - SETTORE SOCIALE: accentuazione della Povertà o, meglio, accentuazione del dislivello finanziario  tra Ricchi e Poveri;

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  • - SETTORE AMBIENTALE: incuria delle Foreste, dei Boschi, dei Campi con conseguente crollo della Biodiversità Animale e Vegetale.

 

Antonio Golini Qualche attento lettore di questi miei scritti potrà accusarmi di avere una visione riduttiva, se non addirittura pessimistica sull' avvenire del Mondo; potrà sostenere che le future innovazioni tecnico-scientifiche saranno destinate ad attenuare queste ipotetiche diseguaglianze ed, addirittura, a creare situazioni o oasi di benessere in molte parti del Mondo.

Altri lettori potranno obiettare che l'eventuale futuro squilibrio, da me ipotizzato, potrà interessare determinate aree del nostro Pianeta e non certo l' Italia, la quale sarà in condizioni di superare, con la sua innata duttilità, eventuali squilibri nei settori sopra citati.

Ma, io vorrei far riflettere ulteriormente questi amici, incominciando ad osservare attentamente, con loro, anche la SITUAZIONE ITALIANA.

Ed, allora, andiamo a leggere quanto riportato da un recente Rapporto (Agosto 2008), elaborato, congiuntamente, da Conf-Commercio  e Lega Ambiente:

 

  • - In Italia, si trovano in una situazione di grave crisi molti PICCOLI COMUNI, ubicati nelle nostre zone montane e collinari ed, addirittura, nelle nostre pianure.

  • Infatti:

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  • - Questi Paesi si stanno svuotando, perchè abbandonati da Giovani ed ignorati dagli Immigrati; entrambi tendono ad ammassarsi nelle Metropoli (per ragioni di studio e per la ricerca di un potenziale lavoro);

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  • - La popolazione, ivi residente, è costituita, in buona parte, da Anziani sopra i 65 anni, lasciati, dunque a presidiare paesini semivuoti;

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  • - Per quanto riguarda il Settore Economico, parlano eloquentemente i seguenti Dati:

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    •  - gli addetti al  lavoro di questi piccoli Paesi nel SETTORE INDUSTRIALE ED ARTIGINALE rappresentano soltanto il 2,1 PER CENTO del totale nazionale;

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    • -  nelle ATTIVITA' COMMERCIALI è attivo solo l'1,5  PER CENTO degli occupati nel settore in sede nazionale;

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    •  - l' ATTIVITA' AGRICOLA, fatti salvi alcuni settori di nicchia, tende ad essere abbandonata dagli abitanti di questi Paesini, perchè, tradizionalmente, poco remunerativa.


Deyan Sudjic
Va doverosamente osservato, in proposito, che se è pur vero che i generi alimentari tendono, quasi quotidianamente, a salire di prezzo, è altrettanto vero che l'entità di quest'ultimo viene ad essere determinata e decisa dalla lunga ed articolata filiera commerciale che sovraintende al settore; dal dettagliato esame di questa filiera emerge che gli autentici beneficiari dell'alto prezzo al dettaglio sono i grossisti dei mercati ed i commercianti e non già i contadini produttori;
  • -  il TURISMO porta poche risorse, perchè la promozione dei luoghi e delle bellezze locali è carente; inoltre, le strutture turistiche sono insufficienti per quantità e qualità;

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  • - IL SETTORE SANITARIO è estremamente carente, perchè, da tempo, sono spariti i Medici e le Ostetriche Condotte ed, attualmente, stanno dissolvendosi anche i Medici di Base. 

  • Nella Scuola, da almeno un decennio, è scomparso il Medico Scolastico (abolito con provvedimenti legislativi ad hoc); i Consultori Familiari si sono rarefatti.

  • Di fatto, oggi, la Sanità Italiana Ospedalo-Centrica non entra più nella Società, nelle Famiglie, nella Scuola.

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  • - A sua volta, il SETTORE SCOLASTICO si avvia verso l'estinzione; parliamo delle Primarie (Asili Nido e Scuole Materne), delle Elementari, quelle più vicine alle Famiglie, quelle radicate e diffuse nel territorio.


Richard Burdett
Le norme legislative previste nella Finanziaria 2008 ed il recente Decreto - Gelmini comporteranno la scomparsa del Tempo Pieno, il ritorno del Maestro Unico (con la cancellazione degli Insegnanti di Sostegno), e, con essi, l'eliminazione di 104.000 Classi funzionanti a Modulo e di 33.000 Classi a Tempo Pieno; in buona (o cattiva) sostanza, ci troviamo di fronte ad un attacco spietato al diritto dei bambini ad avere una scuola più umana e più efficiente.

Il conclusione: allorquando un Paese di modeste dimensioni perde progressivamente gli abitanti, si infoltisce soltanto di persone anziane, perde la possibilità di avere una scuola degna di questo nome, non concede ai giovani possibilità concrete di lavoro, non è più dotato di Servizi Sanitari di Base, è DESTINATO ALL' ESTINZIONE ed, ancora, una volta, le cifre parlano chiaro nella nostra Italia:

 

  • - NEL 1996: i Comuni disagiati erano 2.830 (vale a dire: il 35 PER CENTO DEL TOTALE);

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  • - NEL 2006: sono diventati 3.556 (il 43,9 PER CENTO DEL TOTALE);

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  • - NEL 2016: saranno 4.395 (il 54,3 PER CENTO DEL TOTALE)

 

Tra otto anni, quindi, il DISAGIO ABITATIVO ED IL CONSEGUENTE RICORSO ALL' URBANIZZAZIONE (che, oggi, interessa: 8,7 Milioni di Italiani) potrebbe essere una realtà per 14, 1 Milioni di Cittadini, vale a dire il 24,1 della Popolazione.

- Ma, il fenomeno diventa notevolmente più grave, se noi facciamo riferimento alla nostra piccola ed amata LIGURIA, la quale presenta, in negativo, il più alto numero di Paesi a rischio estinzione; infatti, su 133 Paesi collinari e montani della nostra Regione, la Densità Demografica è molto inferiore a quella Nazionale ( - 8 PER CENTO), l'incidenza degli Under 14 sulla popolazione totale è del 10 PER CENTO (la media nazionale è del 15 PER CENTO), mentre la media di Anziani è del 29 PER CENTO (quella nazionale è del 18 PER CENTO); questi piccoli Paesi, inoltre, sono minacciati dalla Crisi Economica (vivendo, unicamente, su di una produzione agricola puramente settoriale: vedi olivicoltura, floricoltura, viticoltura, etc.) sono totalmente sprovvisti di Assistenza Sanitaria di Base e, per di più, corrono il rischio di perdere un consistente numero di Scuole Elementari (una ventina circa per la sola Provincia di Savona: da Urbe a Stellanello).

 

- Ecco: carissimi amici; vi invito a riflettere su tutto questo e, soprattutto, a pensare alle conseguenze future: verso quale società ci stiamo incamminando?

 

Possiamo abbandonare le campagne e concentrare l' attività umana soltanto sulle città?

 

Personalmente ritengo che questo non sia possibile e, quindi, la mia risposta a quest'ultimo quesito è negativa e al ragione di questo mio dissenso risiede nel fatto che la nostra Italia (e, soprattutto, nella nostra Liguria) l'ambiente che ci circonda non è soltanto un dono spontaneo della Natura, ma è anche frutto della cura e del lavoro dell' uomo, protrattisi per secoli e secoli; quindi, l' abbandono delle campagne e la crescente urbanizzazione non  sono soltanto fattori negativi per il nostro ecosistema, per la nostra economia e per la nostra convivenza civile, ma sono, soprattutto, un'offesa etica alla nostra storia ed alla nostra tradizione, perchè sono destinati ad incidere sulla nostra identità civile e culturale.

 

9 Settembre 2008                                                                   Aldo Pastore

 

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