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LETTERA AL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI SAVONA

 ARRIVA LA PRESCRIZIONE

MA NON SALVA ONORE E VERITA’

 quella sera alla presentazione del libro “Il Partito del cemento”…con la cronaca- commento (da sottoscrivere) di una giornalista de Il Secolo XIX…

     di CARLO GAMBETTA



SAVONA - Sala  rossa gremita  alla presentazione del libro " IL PARTITO DEL CEMENTO" di Marco Preve e Ferruccio Sansa

Non mi ha sorpreso più di tanto ricevere un “Letimbro”, quello del mese di agosto, che ti presenta in prima pagina, centrale, il titolo Il ballo del mattone a firma di Marco Dell’Amico.

Gli appassionati “navigatori” di Trucioli Savonesi non possono lasciarsi sfuggire la lettura de il Letimbro dove si descrivono e si denunciano sempre attuali, possibili, speculazioni edilizie, a Savona e dintorni.

Nel mese (agosto) la voce critica del popolo la trovi, oltre che sul cemento, anche sulla piattaforma portuale di Vado Ligure e i fumi dell’Enel.

Attendo con ansia il numero di settembre de il Letimbro per leggere, spero, qualcosa che controbatta le tesi descritte nei vari articoli. Politici di sinistra, se ci siete ed esistete ancora, dite qualcosa di “sinistra”. O sbaglio?

Sarebbe interessante, tra l’altro, conoscere come il Procuratore della Repubblica di Savona, dottor Vincenzo Scolastico, presente sin dall’inizio alla presentazione  del libro “Il partito del cemento” di Marco Preve e Ferruccio Sansa, avvenuta il 17 luglio 2008, abbia considerato alcune pesanti affermazioni fatte da uno degli autori (Sansa). Ovvero sulla criminalità organizzata in provincia di Savona.

Il quotidiano La Stampa, il giorno dopo, ha riportato, tra virgolette, il pensiero di Scolastico, sintetizzando “Battere il cemento si può”.

A questo proposito ricordo l’invito, attraverso i giornali, che in un’altra occasione fece il presidente della Regione, Claudio Burlando, a proposito di operazioni edilizie a Savona: <….se il tale dei tali ( aggiungo io, ma lui aveva fatto nome e cognome) sa qualcosa si rechi dal procuratore della Repubblica….altrimenti….>.

Non ho più letto nulla sui giornali  liguri e neppure sui blog.

Così va (gioiosa e volentieri) la nostra Italia. Si sparano titoli e notizie, poi silenzio e memoria cortissima. Chissà se qualcuno potrà spiegare, informare su cosa sia successo dopo quel pubblico richiamo del presidentissimo della Regione Liguria!

Per tornare al tema di questo mio scritto, la conclusione del Procuratore della Repubblica, <una sorta di esortazione ad essere cittadini più consapevoli>, l’ho voluta mettere subito in pratica, quella sera stessa, parlando brevemente con il dottor Scolastico.

Gli ho ricordato che nel 2004 avevo firmato e presentato esposto-denuncia per un presunto (in quanto da accertare dalla legge) falso ideologico, chiamando in causa l’ex sindaco di Noli.

L’oggetto era il porto turistico di Spotorno-Noli con il progetto di costruire 84 mila metri cubi di cemento, poi bloccato dal “Via” (Valutazione impatto ambientale).

L’alto magistrato in modo veloce mi ha risposto: <Arriva la prescrizione>.

Grazie signor procuratore. Quell’ex sindaco, nella prossima tornata elettorale, ha diritto di essere rieletto, senza la pur minima macchia, ammesso che le mie accuse siano fondate.

Io, peraltro, mi ero reso disponibile in caso di necessità, inoltre di essere informato in caso di archiviazione per far valere tutti i diritti previsti dal codice.

Conclusione: <tutto è perduto, tranne l’onore e la vita>. Frase che tutti ben conosciamo e che mi permetto di rivalutarla in attesa di riscossa.

Carlo Gambetta

 

E LA CRONACA -COMMENTO DI UNA GIORNALISTA

 


Il Secolo XIX del 18 luglio ha titolato: <Scolastico: Basta porti e non servono case>. Occhiello: <Presentato il libro “Il partito del cemento”>.

L’esordio dell’articolo: <Il colpo a sorpresa lo ha riservato ancora una volta il procuratore capo Vincenzo Scolastico. Come era accaduto qualche mese fa alla presentazione del libro “Il fallimento perfetto” di Bruno Lugaro, il magistrato responsabile della Procura (e quindi dell’esercizio o meno dell’azione penale e delle indagini) ha scelto di nuovo di intervenire alla presentazione del libro di Ferruccio Sansa e Marco Preve. Nonostante le polemiche che l’altra volta avevano seguito il suo (leggi Scolastico ndr) intervento>.

Altro passo ancora dedicato al procuratore capo della Repubblica di Savona che dovrà presto lasciare l’incarico per rispettare i limiti  imposti ai dirigenti dalla riforma della giustizia che fissa in otto anni il periodo di permanenza e dirigenza nella stessa sede. Per Scolastico, come per altri 150 titolari di incarichi direttivi in tutta Italia, è scaduto il 27 gennaio scorso ed è rimasto come “reggente”.

Scrive Il Secolo XIX: <Ma torniamo a Scolastico. Il procuratore ha preso la parola quasi al termine della serata. Non ha detto se in quello che accade in città e in provincia ci sia materia penale. Perché nel libro si parla non solo di una “cupola” politica, ma anche di infiltrazioni mafiose nella gestione del cemento. Allarme, tra l’altro, rilanciato da Carlo Vasconi (consigliere regionale dei Verdi ndr), che ha aggiunto “Anch’io ho informazioni dall’Antimafia di riciclaggio di denaro sporco nell’attività edilizia in Liguria”. Nulla di tutto ciò nelle parole di Scolastico, ma il no a nuove case e anche ai nuovi porti>.

Altro passaggio attribuito dal Secolo XIX a Scolastico: <A Savona non c’è bisogno di costruire ancora. Bisogna lasciare spazi verdi, spazi perché le mamme con le carrozzine possano passeggiare senza respirare gas di scarico delle auto>. Inoltre Scolastico, ricorda il giornale, ha chiesto piani di edilizia sociale: <Quelli si, ma non con il sistema delle costruzioni in cooperative, che poi alla fine gli alloggi costano di più che sul libero mercato. Il Comune dovrebbe farsi parte attiva, mettere a disposizione terreni, fare collette per mettere poi a disposizione di chi non è ricco case a prezzi davvero accessibili>.

Infine dal Secolo XIX: <Il procuratore ha attaccato anche la realizzazione di nuovi porti, un altro tema caldo per la Liguria e Savona, con la Margonara>. Secondo Scolastico, conclude il quotidiano genovese <I porti cambiano le linee di costa, inquinano. E poi a pagare i costi ambientali tocca alla collettività>.

L’articolo è siglato A.G., cioè Antonella Granero, vice capo servizio della redazione di Savona, che si occupa solitamente delle tematiche politico-amministrative del capoluogo e della provincia.

Nessuna reazione ufficiale o ufficiosa all’eloquente ed impeccabile articolo. Eppure  per chi sa leggere, il “quadretto” che emerge dal Secolo XIX avrebbe dovuto provocare qualche risposta, almeno tra i più tenaci “ bla bla” della classe politica savonese, ligure. Zitti i parlamentari che in altri tempi ed in altre circostanze (con altri nomi) avevano fatto il “diavolo a quattro”. C’era persino una parlamentare della estrema sinistra ligure che si era specializzata in interrogazioni su vicende giudiziarie savonesi.

Oggi di fronte ad una cronaca-schiaffo (da sottoscrivere) non si muove foglia Imbarazzato silenzio. Servilismo? Meglio tacere, dirà qualcuno! Meglio far finta di niente, non aver ascoltato, né letto. Silenzio omertoso? Silenzio doveroso? Forse è semplicemente vergognoso.

Trucioli Savonesi ha spesso scritto che <sarebbe sufficiente chiedersi a chi sono andati e quanto hanno giovato alle imposte, gli ingenti profitti della vendita di migliaia di monolocali e bilocali che hanno raggiunto in certi casi i 15-16 mila euro il metro quadro, con una media, nelle zone rivierasche, di 5- 7 mila euro. Una maxi evasione garantita, impunita. Sarebbe sufficiente prendere nei comuni l’elenco di chi ha ottenuto la concessione edilizia, delle società srl soprattutto, di chi ha sostenuto i costi di costruzioni, chi ha venduto e comprato, intermediari>.

Dove è finito l’ingente bottino? Ha creato nuovi posti di lavoro, infrastrutture, piccole e medie imprese? Che linee di credito sono state utilizzate e quali banche spadroneggiano? Chi hanno ai loro vertici?

Tra le curiosità  descritte da “Trucioli” anche una lettera aperta inviata, lo scorso anno, ad un giornalista de La Stampa, Massimo Numa, già in servizio alla redazione di Savona, autore sfortunato di un vero libro “giallo” sul traffico di rifiuti nel savonese, per ricordargli che mentre a Torino, in Piemonte, poteva seguire ordinarie vicende di corruzione & tangenti, di imprenditori che stanchi di pagare vuotavano il sacco,  come documentavano alcuni fatti di cronaca, nel savonese sarebbe un disoccupato, in quanto quel reato era sparito dal dizionario e dalla cronaca giudiziaria più recente. Quel libro in bozze, vale la pena ricordarlo, gli fu “rubato” dalla sua scrivania e finì, misteriosamente, a palazzo di Giustizia. Altri tempi, altri attori. Sempre ingiustizia rimane.

L. Cor.