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LA FONDAZIONE Ferrero saluta e vorrebbe andarsene, ma la
strada che porta verso l'uscita non è agevole. La Ferrero ha
comunicato ufficialmente la propria intenzione di rescindere
il contratto di locazione per l'uso della struttura di Vado,
inaugurata solo pochi mesi fa, e di rinunciare a portare
avanti il progetto per un centro socioassistenziale e
riabilitativo a causa dei costi fissi troppo elevati in una
struttura occupata solo al 50%. Ieri mattina, nel corso di
una riunione tra i vertici della Fondazione, il sindaco di
Vado, la direzione dell'Asl, l'immobiliare proprietaria
dell'edificio e il Prefetto, è arrivata la notizia che da
qualche settimana era nell'aria. Il presidente Paolo
Sacchetto ha avuto dal consiglio di amministrazione il
mandato per far uscire la Ferrero dal progetto interrompendo
i servizi e rescindendo il contratto di locazione
dell'immobile.
Una strada che però non si potrà esaurire con un semplice
"Arrivederci e grazie". Sul tavolo restano le convenzioni
stipulate con l'Asl, valida fino al 2011, e con il Comune di
Vado per la gestione della casa di riposo comunale, che
aveva durata decennale. Inoltre restano in sospeso anche le
questioni relative ai contributi che erano stati erogati
alla Ferrero dalla Regione e dall'Unione europea per la
realizzazione del complesso vadese. Il contratto di
locazione era tra l'altro stato rimodulato solo a luglio.
E tutto ciò senza contare i due problemi più gravi: quello
degli ospiti della struttura e della casa di riposo comunale
che è al suo interno, quello dei dipendenti e delle
cooperative che operano nel centro, che vantano forti
crediti nei confronti della Ferrero e sul cui futuro grava
ora una pesante incognita. Inoltre la Ferrero dovrà anche
sanare la situazione debitoria con le cooperative e i
fornitori del centro, che vantano crediti complessivi per
circa due milioni di euro. Comune e Asl hanno confermato la
necessità che il complesso continui a operare ed hanno
sottolineato che non dovranno verificarsi interruzioni del
servizio.
Il prefetto, Nicoletta Frediani, ha chiesto espressamente
alla Fondazione di proseguire l'attività fino almeno al 15
settembre. Nel frattempo con il sindaco Carlo Giacobbe e il
direttore generale dell'Asl, Flavio Neirotti, si cercherà
una soluzione che consenta l'ingresso di nuovi
interlocutori. «Ora che abbiamo saputo ufficialmente le
reali intenzioni della Ferrero - spiega Giacobbe -, al di là
dei provvedimenti che potranno essere presi per la mancata
osservanza degli accordi e delle convenzioni, studieremo una
soluzione-ponte. L'importante è che il servizio non sia
interrotto e che si aprano le porte a nuovi interlocutori.
Con la proprietà avremo ulteriori incontri: pur essendo una
società privata che deve rispondere alle sue esigenze di
bilancio, ha dimostrato di rendersi conto della situazione».
Giovanni Vaccaro
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