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Terza Puntata/ Storia dell’Arci savonese negli anni 1995-1996-1997

Dal centro della gioventù di Mostar

al centro di ascolto Aids, al Cesavo

Tanti protagonisti savonesi, in un racconto esclusivo per “Trucioli”                                                      

  di  Giovanni Durante *

 


Giovanni Durante*

1995, non ci si annoia…

Con l’associazione per gli aiuti umanitari alla Bosnia del dottor Pera si collabora per portare aiuti a Mostar, bombardata dall’esercito serbo e sotto il tiro dei cecchini croati. “Mario” parte ogni due mesi caricando di tutto e rischiando ogni volta la vita per portare un po’ di speranza alle genti della città sotto assedio. Raccogliamo anche noi generi alimentari attraverso le SMS e i circoli. Ci aiutano molto i compagni di Stop al razzismo di Cairo, Adalberto Ricci e Silvia Repetto, che con furgoni e mezzi improvvisati battono la Valbormida in cerca di alimentari e coperte, scarpe e giocattoli.

Con il gruppo di obiettori progettiamo il CD Tribù to Mostar (gioco di parole che si può leggere anche tributo Mostar), che viene finanziato dalla Provincia di Savona grazie all’assessore Riccardo Aicardi. Il disco raccoglie i brani dei gruppi musicali savonesi più celebri del periodo: i Klasse Kriminale, MGZ, i Vanexa, i Birkin tree, Mistic Zippa, Deca, gli SPK6, i Novagrande di Guglielmi, i Dr Gin di Fulvio Ma setti.

Con la vendita dei cd raccogliamo fondi per comprare un impianto audio per creare una sala prova per il  “centro della gioventù di Mostar”. Forse non sarà stato il bisogno primario, ma l’idea di usare la musica e il supporto ai giovani come metafora della ricostruzione della capitale bosniaca ci piaceva sinceramente.

Il coordinamento del progetto è a cura di Luca Delbene, Carlo Tomatis, Massimo Amicarelli, Davide Pesce, Anna Camposeragna. Lo producemmo presso la Sony in Austria, chi c’era ricorderà le bizzarre conversazioni telefoniche in un misto di inglese e tedesco di Luca Delbene e mie (che però parlo solo francese…) con una certa impiegata della Sony viennese. Il CD andò molto bene e fu sponsorizzato da Rockerilla, tantè che delle 1000 copie prodotte ne rimangono solo tre in Arci, che costudisco praticamente in cassaforte. Rimane uno dei pochi esempi di compilation musicali dei gruppi savonesi dell’epoca, forse l’unico…

Con Ugo Goich lanciamo invece il telefono viola, primo esempio di counselling telefonico per l’AIDS, sarà di fatto l’avvio di Arcisolidarietà che nascerà proprio da un gruppo di obiettori Arci l’anno successivo. La formazione ai volontari ci verrà fornita dalla Lila di Genova ( e anche un bello scatolone di gondoni da  dare in giro!).

Nella prima metà degli anni novanta era molto attiva la nostra attività di scambi internazionali giovanili attraverso il programma gioventù per l’Europa, se ne occupano per anni Mimmo Turchi e Davide Pesce (un sodalizio filiale che dura tutt’oggi). Nel luglio del ‘95 ospitiamo una banda di giovani berlinesi, dopo che un gruppo di giovani musicisti savonesi (gli SPK6) ha partecipato la settimana precedente a “rock contro il razzismo”, ad Altenhof, vicino a Berlino. Organizziamo due concerti savonesi con due gruppi di rock e punk del Land Brandeburg.

Sempre durante l’estate, per tutto agosto e settembre Gabriele Santoleri, Gianluca Torza, Guido Carieri, Alberto Odello e Paolo Rossi organizzano la prima ospitalità per i bambini bielorussi in cura dal dopo Chernobyl, troviamo ospitalità nelle scuole di Verzi a Loano. Altri volontari (mogli e fidanzate..)e obiettori si aggiungono strada facendo, ma è il paese di Verzi che risponde in modo fantastico. Le famiglie ci portano da mangiare per tutti, vengono a fare le pulizie, accompagnano i bambini alla spiaggia. Da lì nasceranno le associazioni delle famiglie che ospiteranno a casa i bambini negli anni a venire.

La notte del 21 settembre mi telefona Gabriele Santoleri informandomi che la guida bielorussa, un duro presuntuoso di nome Alex, aveva perso un gruppo di 13 bambini sulle montagne sopra Verzi. Sul momento rischio l’ictus!  Rimaniamo in contatto e all’alba m’informano che i bambini sono rientrati. Ovviamente titoloni sui quotidiani, ma tutto finisce bene.

Nello stesso periodo si rinnova il censimento dei gruppi musicali ad opera di Rollf e Alfio Badano, davvero un ottimo lavoro, peccato che continuino a mancare gli spazi dove suonare.

In autunno riparte alla grande il mercatino del libro usato in collaborazione con la Sinistra giovanile in via Sormano, Davide Pesce coordina un gran gruppo di obiettori e volontari, sarà la migliore edizione di sempre.

In dicembre arriva la lettera della SMS Paolo Boselli di Albisola Superiore nella quale ci viene detto che non intendono più aderire all’ARCI, per motivi che non riusciamo a capire ancora oggi, è l’inizio della diaspora di una parte delle Società di Mutuo Soccorso, che continuerà anche negli anni successivi. Rispondiamo con una lunga e argomentata missiva che rimane “lettera morta”, nell’immediato e per un lungo periodo il colpo sarà duro, dopo finiremo con il convenire che forse si è trattato della scelta migliore per tutti. 

gli autori del murales


quel che rimane del murales

1996, un anno di difficile transizione

Nei primi giorni di settembre del 2007 sono stati abbattuti i muri dei giardini ”bunker” di via Pietro Giuria a Savona, quei muri di brutto cemento a vista hanno ospitato per 11 anni uno dei “murales” più belli che come Arci abbiamo realizzato in tutta la Liguria nel giugno del 1996, durante un’importante manifestazione (di cui esiste un catalogo) ideata a livello regionale da Alberto De Simone, presidente “meteora” dell’Arci di Genova di quel periodo.

Il murale savonese fu realizzato da una squadra di giovani artisti e non, coordinati dal circolo il Brandale di Gigi Capra, ma soprattutto dal grande muralista nicaraguese Daniel Pulido, che ospitammo in quei giorni a Savona.

 Con Daniel fummo ricevuti con cortesia dal Sindaco Gervasio e dal vice sindaco Amoretti, l’amministrazione comunale contribuì alla copertura delle spese materiali e ne venne fuori un bel lavoro, un coloratissimo murale lungo una quindicina di metri che ha rallegrato una struttura da cortina di ferro per oltre un decennio; ultimamente il murale si era piuttosto sbiadito, chissà se un po’ mancherà ai frequentatori delle popolari pescherie del mercato civico…Ah, un quadro di Pulido è appeso sui muri del ristorante da Nicola, che ci offrì la cena in cambio del “lavoro” di Daniel seduta stante.

Mentre con l’amministrazione comunale si facevano prove di dialogo l’assessore al commercio di allora  lanciava dalla pagine del Secolo XIX una crociata contro i circoli dando la stura ad un caro amico vigile già citato di darsi anima e corpo alla lotta contro il “male” rappresentato dai circoli Arci giovanili.

Nel frattempo continuano le iniziative di solidarietà nei circoli per portare sostegno a Mostar, sempre più sotto assedio sia da parte dell’esercito Serbo che di quello Croato.

Durante l’estate organizziamo la seconda ospitalità per i bambini bielorussi, questa volta nelle scuole di Calice Ligure del sindaco Richeri. Paolo Rossi e Gabriele Santoleri coordinano un gruppo di volontari, che diventeranno il nucleo della famiglie ospitanti degli anni a venire, e obiettori davvero valido, i bambini ospitati sono ventiquattro, e anche questa volta è tutto il paese ad aiutArci, frutta  e verdura non mancheranno mai come la carne del macellaio di Calice e l’affetto di tutta la comunità per questo gruppo di bambine e bambini che vivono il resto dell’anno in un orfanatrafio da libri di Dickens. Un piccolo aneddoto: Paolo Rossi strappa un accordo a Raffaello Orsero (mancato nel 2006), ogni settimana può riempire(gratis!) l’automobile di frutta in arrivo al terminal di Porto Vado per la dieta dei bambini ospiti a Calice, ebbene, al secondo carico trova solo banane e “stiva” l’auto…in pochi giorni bambini e accompagnatori ne faranno fuori quasi un quintale, ci vorranno diversi giorni di lassativi per riportare la situazione alla normalità…

In autunno, insieme alla Caritas, diamo vita allo sportello comune su servizio civile, obiezione di coscienza e l’impegno quotidiano della non violenza, è un periodo di grande partecipazione degli obiettori negli enti, nella sede di via Montenotte sono almeno una decina, oltre quelli destinati a centri operativi esterni come la CGIL.

Il gruppo di obiettori dell’Arci di quell’anno è davvero di quelli indimenticabili, alcuni di loro lasceranno il segno fondando ArciSolidarietà Savona, l’associazione di volontariato dell’Arci savonese. Di quel gruppo segnalo ovviamente Luca Buffa, oggi importante consulente del CESAVO, Massimo Freccero, a lungo responsabile del settore convenzioni dell’Arci, Massimo Amicarelli che impaginerà con i nostri Apple InformArci e altre pubblicazioni, Alberto Odello, impegnato con ArciRagazzi, Carlo Tomatis, Mauro Barbieri, Paolo Revello, Paolo Tilli che proverà a metter ordine nell’archivio e nello “sgabuzzo” dell’ANPI, e ancora Mario Marengo, Luca Tessore, Roberto Pensiero, il mastro-liutista Roberto Masini che praticamente da solo ristrutturerà nella primavera del ’97 la nuova sede di via Giacchero, Emiliano Sgarlata, Stefano Aschieri, Marco Lugani.

Davide Pesce lancia invece il censimento degli edifici abbandonati a Savona che potrebbero essere riutilizzati per scopi culturali, tra questi proponiamo che Palazzo Gavotti diventi la sede permanente della Pinacoteca e di musei d’arte contemporanea, cosa che avverrà di lì a qualche anno (non è mai merito nostro, però molte delle nostre proposte prima o poi si realizzano..).

Nell’autunno si segnalano i circoli giovanili che organizzano “Circolando, viaggio nelle esperienze Arci del ponente savonese”. E’ una stagione di vivacità per quella zona, dove collaborano il circolo punto d’incontro Italo Calvino di Loano, il Brixton di Alassio, Arciragazzi 2000 di Borghetto, la Cattiva strada di Erli, il circolo Mauro di Ceriale e il Macaja di Cisano.

Sempre a novembre organizziamo la rassegna regionale a.na.gru.m.ba (associazione nazionale dei gruppi musicali di base) al circolo I.Calvino, vincono “Le anime amare” di Daniele Rubertelli, che suonano un etno folk davvero innovativo per il panorama musicale del tempo.


Tom Benetollo

1997 un anno pieno, bello e difficile

L’anno comincia nei migliori dei modi: una mattina di gennaio vengo informato che all’alba un nostro obiettore non richiesto di Torino è stato arrestato nella abitazione per il servizio civile dalla Polizia!

Corro in Questura e attraverso canali “amici” vengo a sapere che il nostro abbronzatissimo ultras bianconero è accusato di traffico di stupefacenti…

Rischio subito un’ischemia, dopo passo al piano per ridurre i danni…

Corro nelle redazioni dei quotidiani locali e mi prostituisco: l’Arci non c’entra nulla, quindi chiedo che negli articoli che ovviamente usciranno con tanto di locandine gialle non venga menzionato l’ente dove il “detenuto” prestava servizio civile sostitutivo. Secolo e Stampa capiscono ed escono con grande correttezza e pietas. A distanza di 10 anni chi voleva sapere adesso sa…il ragazzo (che per 11 mesi mi aveva fatto ammattire) in questione venne condannato penalmente e dovette rifarsi per intero il servizio militare.

Il ’97 è l’anno delle maternità di Maristella e Luciana. Le nostre “ragazze” sono cresciute, e come donne è giunto giustamente il momento di fare figli. Da amiche decidono di farlo praticamente insieme. Tutto molto bello…Massimiliano e Alice sono oggi due ragazzini davvero in gamba, ma per l’Arci si apre una fase di grandissimo casino.

Il comitato non ha ovviamente i soldi per assumere del personale in sostituzione, e comunque le professionalità delle nostre impiegate sono difficilmente sostituibili.

Maristella col pancione forma quindi un obiettore (Davide Ferrando, oggi notaro in Savona) per tenere la contabilità interna e gestire il tesseramento, da casa con il biberon in mano farà da consulente..

Marinella Guardiani si carica sulle spalle tutta la contabilità delle Società di mutuo soccorso e passa a tempo pieno, riuscirà a sopravvivere, ma la concomitanza del trasferimento della sede renderà tutto più difficile, a fine anno perderemo alcune contabilità delle SMS, che non ci perdoneranno il periodo di difficoltà.

E già, perchè a fine ’96 con Mimmo Turchi troviamo sulle persiane di un appartamento di via Giacchero 22 il cartello affittasi. Lo andiamo a vedere e ci rendiamo conto che è davvero la nostra casa futura.

Si tratta di un bell’appartamento di cento metri quadri, con i soffitti alti a volta, i pavimenti alla veneziana, i  finestroni sul parco del prolungamento, a cento metri dal mare, a piano terra.

Il nostro Roberto Ghione scrive il contratto di locazione e lo firmiamo con i proprietari. A febbraio partono i lavori, come già detto ci lavoreranno gratuitamente Roberto Masini e Massimo Freccero che ringrazio ancora dopo dieci anni.

Ad aprile organizziamo il trasloco e lasciamo la sede di via Montenotte a Rifondazione Comunista che subentra al contratto d’affitto.

La nuova sede ha per noi anche un alto valore simbolico trattandosi dell’appartamento che fu sventrato il 20 novembre del 1974 da un ordigno del periodo delle bombe nere di Savona, l’attentato di quel periodo della strategia della tensione costò la vita ad una anziana signora.

Il trenta ottobre di quell’anno nasce ufficialmente il primo circolo ArciGay della provincia di Savona, la festa di presentazione viene organizzata al circolo Arci StudioOne di via Chiodo.

Per Savona si tratta di una novità assoluta, i quotidiani escono con articoli davvero buoni, anche se ancora oggi mi capita di sentire battute idiote, come se dovessimo distinguere l’Arci dalle attività in favore dei diritti civili delle persone omosessuali.

Il circolo ArciGay si chiamerà “unpostopernoi” e durerà fino al 2002, quando si scioglierà per stanchezza. Il circolo conta subito più di 100 soci, e si segnala per una duplice funzione, una è quella di aiutare soprattutto i più giovani a vivere meglio la propria condizione di persone omosessuali, attraverso counselling telefonico e il supporto psicologico (scopriremo che alle soglie del 2000 ci sono ragazzi e ragazze che non solo non vengono accettati in famiglia, ma addirittura offesi e talvolta picchiati dagli stessi genitori), l’altra attività del circolo sarà quello di organizzare feste e iniziative per “scoprire” l’orgoglio omosessuale savonese. Gli animatori del circolo sono Bruno, Rosa ed Emanuela con i quali stabiliremo un rapporto di stima ed amicizia. Le attività d’incontro si svolgeranno in comitato, dove almeno due sere la settimana s’incontreranno decine di persone, adulti affermati che non hanno paura di “dichiararsi” e giovani spaventati che troveranno appunto un “postopernoi”..

Sempre nel 1997 vengo eletto portavoce della Consulta savonese del terzo settore, succedendo a Mauro Sabatelli, mi sarà di supporto un giovane obiettore di coscienza di sicuro avvenire, Giovanni Lunardon. Riceviamo diverse richieste di incontro da Guido Memo, un esperto di terzo settore a livello nazionale che ci spiegherà per primo i “misteriosi” centri di servizio per il volontariato.

Come direttivo della Consulta del terzo settore cominciamo subito a pensare e  progettare il centro di Savona, in attesa che la regione istituisca il bando. La partecipazione alle riunioni è molto viva, i consigli di Emma Gallo, la cautela di Enzo Vaglini, le intuizioni di MariaLuisa Madini, le idee di Marco Russo saranno di vitale importanza per sviluppare il progetto costitutivo, che verrà sottoscritto nell’estate presso la sede della II circoscrizione. Il nome del centro che propongo sarà CESAVO (centro savonese di servizi al volontariato), e il progetto vedrà la collaborazione attiva di Laura Giusto, che mi aiuterà moltissimo nei mesi successivi e che ringrazio ancora.

Nel 1997 diventa Presidente nazionale Antonio “Tom” Benetollo, Tom era già presidente di ArciNova, eletto alla conferenza nazionale di Pesaro, dove i giovani gruppi dirigenti dell’associazione decisero di “cacciare fuori” i dirigenti precedenti, un gruppo di “pseudomanager” maneggioni da prima repubblica. Decidiamo allora di sciogliere ArciNova e di fondare Arci-nuova associazione. Per l’Arci tutta è l’avvio di una nuova e importante fase, dove la tradizione dei circoli viene affiancata da una visione nuova del mondo, dove il bisogno di pace, libertà, giustizia e solidarietà diventerà la pietra angolare di tutte le azioni associative, Tom darà vita ad un processo di cambiamento e rinnovamento profondo dell’Arci, che troverà anche parecchie resistenze, ma che alla fine trasformeranno in modo profondo non solo l’Arci, ma l’intero mondo del terzo settore italiano.

  

Biografia di Tom Benetollo

Tom Benetollo nasce a Vigonza (PD) il 22 febbraio del 1951. Dopo il diploma di maturità Magistrale, si iscrive all’università di Padova. Studente – lavoratore, collabora come critico musicale ad una rivista del settore. Diviene corrispondente dal Veneto del quotidiano "L'Unità" e collaboratore di "Veneto Sette" negli anni '70. Collabora con varie aziende per la promozione dei prodotti agricoli. Nel 1973 si iscrive alla Fgci e con la Fgci di Padova dà vita ad un giornale che si chiamava “Collettivo”. Tra il ’77 e il ’78 decide di fare della sua passione politica una scelta di vita. E’ prima funzionario della segreteria regionale della Fgci del Veneto, poi segretario regionale. Nell’81 si trasferisce a Roma come responsabile esteri della Fgci nazionale.

Padova negli anni '70 era il crocevia della strategia della tensione, dei Freda e Ventura, e dell'autonomia. Lì più che altrove prese corpo la teoria, già allora assai discutibile, "degli opposti estremismi". Cominciò da lì il percorso verso la non violenza ed il pacifismo di Tom, che cercava sempre di comprendere le ragioni profonde di quanto accadeva e non dare mai, di fronte ai problemi nuovi, risposte scontate.

Ed a Roma, dal 1981, occupandosi di politica estera, Tom comincerà a lavorare su questioni che non smetterà mai più di frequentare. A partire dal movimento europeo contro l'installazione del SS 20 e dei pershing e cruise, che ebbe in Italia - a Comiso - un suo momento cruciale agli inizi degli anni '80 e che consentì la nascita di un nuovo movimento pacifista che reclamava la denuclearizzazione dell'Europa, dall'atlantico agli urali, molti anni prima della caduta del muro di Berlino.

Nel 1983 diventa responsabile pace per l’Ufficio esteri del PCI. Dall’82 al ’92 è componente del segretariato delle convenzioni END (European nuclear disarmament) e componente della Segreteria della Helsinki Citizens' Assembly per la democrazia e i diritti umani all'Est, per lo sviluppo delle relazoini tra le società civili dell'Europa.

Quando arriva all'ARCI nel 1987, ha maturato con il suo partito incomprensioni e discussioni sul movimento della pace, sulla sua natura, sulla sua funzione, sulla sua potenzialità. All'ARCI, che si trovava in un momento non facile, si impegnò per ridare slancio e fiducia, e nuovo smalto ad una storia gloriosa, lunga e forse anche per questo un po' segnata dalla stanchezza.

Quella di quegli anni fu innanzi tutto l'occasione di un grande rinnovamento e di una grande apertura, a persone e temi nuovi. Ne citiamo solo alcuni:

Salaam ragazzi dell'Ulivo, la prima grande campagna di adozione a distanza, Time for Peace a Gerusalemme e poi a Sarajevo, le grandi mobilitazioni contro il razzismo e per avere una legge civile sull'immigrazione, ma anche i campi di prima accoglienza di Villa Literno, l'impegno per la libertà dell'informazione e quello per una robusta vita democratica basata su un associazionismo diffuso e protagonista nel territorio. E ancora la battaglia per la verità su Ustica, l’impegno in Libera - l'associazione contro le mafie, il Forum del Terzo Settore, l'ICS.

Per la sua attività di solidarietà in Bosnia ha ricevuto nel 1993 il premio del Centro Internazionale per la pace di Sarajevo.

Dal 1993 al 1995 è presidente di Arcinova, la principale associazione della Confederazione ARCI. Dal 1995 è presidente della federazione ARCI. Mantiene la carica, mentre dal 1997 viene eletto presidente nazionale di ARCI Nuova associazione, carica che gli viene rinnovata nel 2002.

E’ presidente anche di Arcs (la Ong dell’Arci) e di Ucca (l’Unione circoli cinematografici dell’Arci).

Con la sua presidenza l’Arci vive un periodo di grande sviluppo e rinnovamento, sociale e politico. Da una parte l’associazione mantiene salde le proprie radici in quel movimento diffuso di Case del Popolo, circoli e Società di Mutuo Soccorso che le diedero vita nel 1957 ed al contempo sa rinnovarsi profondamente, divenendo luogo permanente di sperimentazioni, incontri, partecipazione.

Le pratiche si solidarietà internazionale si accompagnano alla scelta radicalmente pacifista, che vede l’Arci schierata contro la guerra in Kossovo, e poi contro la guerra “preventiva”, in Afghanistan e in Iraq. Centrale tra le attività internazionali resta la solidarietà attiva con quanti, in Israele e Palestina, si battono per una soluzione equa del conflitto.

L’Arci contribuisce in maniera determinante allo sviluppo del grande movimento per la pace di questi ultimi anni.

Partecipa sin dall’inizio al movimento contro il liberismo o altromondista. E’ a Genova nei giorni del G8 del 2001, a Firenze e a Parigi per il Forum Sociale Europeo, a Porto Alegre e a Mumbay per il Forum sociale mondiale.

Fa della difesa dei diritti una delle sue bandiere, di tutti i diritti, da quelli del mondo del lavoro a quelli dei gay e di tutte le minoranze. E’ a fianco degli immigrati, per la chiusura dei Cpt, la cittadinanza di residenza, il diritto d’asilo. Sono anche gli anni di uno straordinario sviluppo dell’associazionismo, che vedono l’Arci impegnata nella richiesta di una nuova legislazione di settore.

Di tutto questo, negli ultimi venti anni, Tom è stato il protagonista principale.

 

 

Giovanni Durante

(Prosegue sul prossimo numero)

A fine estate L' ARCI presenterà il libro "50+1, storia dell'arci savonese", a cura di Marisa Ghersi

* Giovanni Durante  Ha 42 anni, sposato con Monica, il figlio Luca ha 15 anni.

Dal 1990 dirigente dell’ARCI, confermato attraverso 5 congressi.

E’ stato per un breve periodo(dal 1992 al 1994) consigliere comunale e assessore alle politiche sociali e giovanili a Celle Ligure, comune di residenza al quale è molto legato.

Negli anni è diventato dirigente regionale e nazionale dell’ARCI, dove ha svolto diversi incarichi.

Da sempre impegnato nel mondo del terzo settore e del volontariato ha ricoperto per due volte il mandato di portavoce del Forum provinciale del terzo settore; dal 1999 è presidente del CESAVO, inoltre è portavoce del collegamento regionale dei centri di servizio al volontariato, componente del direttivo nazionale dei centri di servizio e membro dell’ufficio di presidenza nazionale.

Inoltre è presidente dell’associazione di volontariato ArciSolidarietà, di Arci Servizio Civile e della cooperativa sociale ArciMedia.