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Seconda puntata/ Chi ha aderito al Comitato civico indipendente e apartitico

Alla scoperta di 271 nominativi

AltraSAVONA alla “prova del fuoco”

Primi errori di strategia. Cappelli deve fare un passo indietro?

Un autogol escludere le donne dal direttivo. Cosa insegnano le scelte e i governi a palazzo Sisto IV. Troppi “nanetti”, premiati solo per l’appartenenza. Chi si avvantaggerà del generale scollamento a sinistra, ma anche nel Pd?   Di un malcontento e disaffezione sempre più estesi. Qual sarà l’asso vincente del “Popolo della Libertà” berlusconiano-scajolano

            di Luciano Corrado


Sergio Cappelli

Savona   AltraSavona, la maggiore novità politico-amministrativo del 2008. Con quali prospettive di successo o insuccesso?  Al 12 giugno gli iscritti erano 271, 88  di essi donne.

La categoria sociale più numerosa? Gli studenti universitari (27), seguiti dagli imprenditori (19), dai pensionati maschi (16), dai farmacisti, titolari o dipendenti (15), dagli insegnanti (15),  dai commercianti (13), da pensionate donne (12), dagli avvocati (11), dai medici (10), dalle casalinghe (10), dai liberi professionisti (9), dagli impiegati maschi (8), altrettante le donne; dalle imprenditrici (7).

Sono quattro gli agenti d’assicurazione, tre gli artigiani. Sono rappresentati architetti, ingegneri, geometri, agenti immobiliari (2), ragionieri, agenti di commercio. 

C’è il presidente della Banda Forzano, un’ostetrica, un capitano marittimo, un capostazione, un orafo, un sindacalista, due consulenti del lavoro, rappresentanti di commercio (due), il presidente dell’Ordine provinciale dei farmacisti, un direttore didattico in pensione, il presidente di Villa Cambiaso.

E persino il precario, il disoccupato, il caodiuvatore famigliare, l’infermiera professionale, l’ormeggiatore, il promotore finanziario.

Due dirigenti d’azienda, il vice presidente delle Opere sociali. Due funzionari Carisa, un commercialista.

Una squadra che sulla carta, potrebbe sostituire con successo e con il consenso elettorale, la mediocre squadriglia che da molti anni amministra Palazzo Sisto IV. AltraSavona potrebbe avere le potenzialità di spazzare via quei gruppi, gruppuscoli, più o meno lobby partitiche, funzionari di partiti e sindacali (unico lavoro), del mondo delle cooperative (anche benemerite) che non avranno portato allo sfascio e al macero la città capoluogo, ma si sono distinti per “occupazione sistematica” del potere e sottopotere. Mestiere? Politicante a tempo pieno.

Con conseguenze fin troppo evidenti in campo economico, del tipo  opportunità di lavoro per giovani, diplomati e laureati in particolare, costretti all’emigrazione forzata, per bene che vada, verso Genova e verso il Nord.

Hanno perseguito un modello di sviluppo lontano anni luce dalle socialdemocrazie del Nord Europa.

Quella classe che ha contribuito e assistito alla “distruzione ” delle fabbriche. Acceso semaforo sempre verde all’edilizia (economico-popolare rigorosamente esclusa negli ultimi anni, dopo gli agglomerati-ghetto popolari).

Si sono lasciati menare al guinzaglio da un nocciolo duro di interessi speculativi e parassitari. Con le immancabili eccezioni, naturalmente.

Anziché risanare l’esistente, si è fatto notare in numerosi dibatti pubblici, hanno continuato a sconvolgere l’area costiera, fino a lambire l’inestimabile il tesoro del Priamar. Hanno costruito palazzi che tutti sostengono siano un “deserto” (leggi Boffil).

Un gruppo abbastanza traversale che ha saputo dire molti “signor sì”, anziché preoccuparsi (ma il virus è  diffuso in Liguria e non solo) del superiore interesse della collettività.

Gli imprenditori, pare un’ovvietà, non hanno sempre torto, come la parte che dissente. Fanno i loro interessi. Portano acqua al loro mulino. Il problema è forse quello che è stato, per anni, il partito egemone della città e di gran parte della provincia, ovvero Pci-Pds-Ds, Pd.

Hanno privilegiato nelle loro “gerarchie” i migliori, la meritocrazia? O hanno fatto far carriera, con poltrone superpagate, “nanetti”, “nanette”, a volte persino ad amiche ed amanti, a prescindere da meriti e capacità dimostrate nella vita?

Hanno premiato, ad esempio, un sindacalista che aveva contribuito a (s)vendere l’Omsav, affidandogli le future sorti urbanistiche ed infrastrutturali della città.


Giorgio Calabria vice presidente delle Opere sociali


Cosa che nessuna azienda privata si sarebbe mai sognata di fare. Non per motivi preconcetti, ma per quella “legge del mercato” sulle competenze e credenziali professionali, in un settore vitale.

Pochi metterebbero in discussioni la statura del sindaco Berruti, ma è la sua “orchestra” che continua a non rivelarsi all’altezza.

Si dirà, ma sono le volontà popolari. Intanto, per la scelta della squadra di governo non è cosi. Troppi compromessi, a volte è meglio gettare la spugna.

Questo discorso, di analisi, ma anche di cronaca, ci porta nel Comitato Civico indipendente ed apartitico AltraSavona. Nel suo immediato futuro. Meglio non azzardare il lungo termine perché sono davvero pochi questi “movimenti spontanei” che resistono nel tempo.

C’è chi sostiene che Altra Savona, alle prossime comunali, potrebbe aspirare a due, tre seggi. Altri parlano di un successo maggiore. Altri dicono che tutto dipenderà dalle sorti del nuovo Pd, dalla spaccature con la Margherita.  Dalla diaspora a sinistra.

Ogni ipotesi appare azzardata. Non c’è finora quell’uomo “forte” che potrebbe coalizzare, assicurare vasti consensi.

AltraSavona può sicuramente contare sulla sua eterogeneità, sull’arco costituzionale (ideologie e categorie sociali) assai vasto, e forse ancora  più, sul diffuso malcontento, sull’onda sempre lunga dell’anticasta, sulla crescente ribellione degli strati meno abbienti, meno fortunati, più penalizzati.

Anche A Sinistra per Savona era sorta confidando in un successo, non è stato così.

Abbiamo ascoltato diverse “voci”, meglio dire opinioni, soprattutto di osservatori neutrali della vita politica savonese degli ultimi 40 anni. Ci hanno chiesto di non voler salire in cattedra, ci hanno però consentito questo affresco.

AltraSavona potrà essere davvero determinante, sfondare, se riuscirà a darsi, al suo massimo vertice, cioè il presidente-figura simbolo e strategica, una personalità davvero indipendente. Non compromessa col passato. Che non abbia neppure piccoli debiti di riconoscenza verso qualcuno. Sia il punto di equilibrio tra le varie anime, per autorevolezza conclamata.

Per essere chiari, Sergio Cappelli, presidente, resta prezioso per la sua esperienza, le sue conoscenze, le sue intuizioni, caratura, ma caratterizzare il Comitato indipendente ed apartitico (lui che ha militato e governato per un preciso schieramento politico) non depone a favore del successo di AltraSavona.

E con lui, un passo indietro sul fronte delle massime cariche e visibilità in un futuro governo cittadino, lo dovrebbero fare coloro che hanno avuto una presenza attiva in questo o quel schieramento, in particolare a livello decisionale. Ripetiamo con responsabilità, non militanza.

Un’AltraSavona, ricca di categorie sociali, ricca di esponenti non compromessi col passato, meritocratici, di giovani leve, pur con le loro idee politiche, potrebbe davvero sperare in un decisivo salto di qualità, in un successo alla conquista del Comune. La Provincia pare assai più velleitaria.

Visto che a fronte di una centrosinistra diviso, travagliato da guerre personalistiche (leggi la posizione assunta da Marco Bertolotto), c’è un centro destra in crescendo, con tanti soldi per le campagne elettorali, e con la micidiale macchina berlusconiana, scajolana.

Siamo solo agli inizi. Che senso ha, se non un autogol, lasciare fuori dal consiglio direttivo di AltraSavona, ai suoi primi passi, almeno una rappresentante delle donne? Che senso ha istituire commissioni e dire che il loro lavoro deve restare riservato, segreto, per non essere copiato dai concorrenti?

Qui non siamo alle presidenziali americane. La battaglia politico-amministrativa si vince presentando uomini davvero nuovi e credibili, non riciclati, facendo esattamente il contrario (nelle scelte elettive) di quanto hanno fatto fino ad oggi i partiti, cosi invisi dall’antipolitica col suo largo seguito.

AltraSavona ha ottime potenzialità e credenziali, deve solo far emergere il “nuovo”. Iniziare a proporlo, farlo conoscere.  Sergio Cappelli può contribuire alla direzione della squadra, ma deve spogliarsi del ruolo di “prima donna” che gli stessi avversari, l’abbiamo ascoltato, sono ben felici  che rivesta. Ad iniziare dalla Lega Nord, in crescita di consensi, allo stesso “Popolo della Libertà”. Lo stesso Pd, nelle sue frange più attive, è convinto che AltraSavona può fare paura solo se mette in campo persone di assoluta autorevolezza, etica-morale e credibilità.

Lanfranco Vaccari, direttore del Secolo XIX, ha recentemente dichiarato in un dibattito alla presentazione del libro “Il partito del cemento” che <non esiste l’immacolato, dal politico, al territorio>. Ha aggiunto che <bisogna diffidare da scelte talebane>. Ha citato il “caso Savona”.

A Savona, basterebbe impegnarsi come accade nelle multinazionali, quelle serie. Privilegiare i migliori, al di là delle etichette. Dare spazio a chi ha dimostrato, nella vita, capacità, risultati, indipendenza, coerenza. AltraSavona può farcela. Altrimenti sarà un teatrino già visto, con finale assicurato, garantito. Si accettano scommesse.

Luciano Corrado      

L'elenco degli iscritti alla data del 12-06-2008.