TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

DALLA RIVISTA AUSERSAVONANOTIZIE

Intervista- Il dottor Aldo Pastore racconta le sue esperienze di parlamentare, assessore ai servizi sociali, scrittore, musicofilo. E lancia un messaggio che è anche una ricetta

 

"INVECCHIARE BENE? HOBBY, MUSICA E LUNGHE PASSEGGIATE"

Servizi per gli anziani: il Comune di Savona poteva fare di più. La battaglia per la tutela della salute all'Acna. La "sua" legge a favore dei diabetici. Deluso dalla politica: mancano valori e ideali
TOMASO MINUTO- DOMINICA PICCARDO
Savonese doc, classe 1930, ha trascorso la non facile l'infanzia a Lavagnola. Si è laureato nel '56 in medicina e chirurgia, per quasi trentanni "medico della mutua",dal 59 al 70 consulente tecnico dell'INCA-CGlL, assessore comunale con delega ai servizi sociali dal 70 al 79, parlamentare per il partito comunista dal 79 al 87, impegnato nel mondo del volontariato presso la Croce Bianca e, come presidente, all'AIAS di Savona. Sin da ragazzo suona, ama la musica, in particolare quella classica e lirica. Scrittore, ha pubblicato diversi saggi ottenendo importanti riconoscimenti: 1° premio nazionale 2005 a Fiuggi nella sezione saggi con "Donne sul pentagramma"; 1° premio a Palermo nel 2006, sempre sezione saggi, con "Scienza e utopia". Attualmente collabora con la rivista on line Trucioli Savonesi.
Aldo Pastore è questo e molto altro ancora.
 Ha accettato di buon grado la nostra intervista e ci ha presentato, in anteprima, il suo ultimo lavoro editoriale: "Trucioli savonesi, Spazio di riflessione per Savona e dintorni" per i tipi di Sabatelli Editore. Il volume, che sarà presentato tra breve alla Campanassa, è un'interessante raccolta dei primi cinquanta articoli apparsi in rete. Imponente nell'aspetto, sorridente e bonario, Aldo, come ama farsi chiamare, parla volentieri e a lungo.

 - Lei che dal 1970 al 1979 è stato assessore comunale ed ha istituito, tra i primi in Italia, il servizio di assistenza domiciliare agli anziani come vede la situazione della terza età a Savona?

La Liguria, e Savona non è da meno, ha avuto negli ultimi anni un aumento esponenziale di anziani. Nella nostra regione circa il 30% della popolazione è ultra sessantacinquenne (di questi, il 25% ha più di 75 anni). Gli anziani sono aumentati quantitativamente ma è cresciuto anche il numero di anni di vita di ogni singolo. Sono frequenti quadri di plurimorbilità e situazioni difficili di solitudine e di difficoltà economiche."


Quali sono le patologie di cui soffrono gli anziani?

"Le malattie più frequenti sono le neoplasie, le cardiopatie, le malattie degenerative cerebrali, le malattie dismetaboliche. Dato il quadro generale per gli anziani non si fa mai abbastanza. Ma non voglio fare polemiche con il Comune perché non tutte le responsabilità si possono trovare da quella parte. Credo che un errore ci sia stato nella legge di riforma sanitaria."

Quali i motivi di maggiore sofferenza della legge?

 
"Si è separato il sociale dal sanitario e privilegiato l'ospedale rispetto al territorio. Quando ero assessore i servizi territoriali erano fortemente integrati. Il territorio è il luogo in cui fare prevenzione, cura e riabilitazione, in ospedale si deve stare il tempo strettamente necessario, tutto il resto si può fare a domicilio. Le dimissioni devono essere precoci e questo mi pare che si cominci a fare; la cura sul territorio e l'integrazione socio sanitaria contribuirebbero anche alla diminuzione della spesa pubblica."

Il problema degli anziani sta diventando esponenziale, pesa, materialmente e moralmente, su milioni di famiglie...

"L'anziano non è solo portatore di bisogni ma è soggetto di diritti, a questi diritti non si deve rispondere in chiave pietistica, vedi assegno-servizi, bensì creando nuovi servizi alla persona. A questa logica lungimirante rispondeva, a Savona, il servizio creato in forma sperimentale nella metà degli anni '70, servizio imitato da molti comuni   italiani   ma,   lasciato,   qui   da   noi, miseramente naufragare. Forse il Comune poteva fare di più per salvare il salvabile. Vorrei citare una frase di Montesquieau, grande filosofo e sociologo illuminista francese vissuto tra il 1689 e il 1755, che trovo straordinariamente attuale.: "Le poche elemosine che si fanno ad un uomo quasi nudo, nel mezzo della strada, non possono fare le veci degli obblighi dello Stato, che deve assicurare a tutti i cittadini una assistenza conveniente, il che significa entrare nella casa dell'operaio per bonificare il suo alloggio,la sua officina, per rendere pura l'aria e meno pericoloso il lavoro, incoraggiare la previdenza, prendersi cura di lui nel periodo della disoccupazione involontaria, curandolo nelle sue malattie e nelle minorazioni e dandogli appoggio nei suoi giorni assai difficili e, spesso, di abbandono della vecchiaia."

Lei ha sempre avuto un occhio di riguardo per il mondo del lavoro. Si è impegnato personalmente per la tutela della salute dei lavoratori come esperto Inca-Cgil, soprattutto con la denuncia sulla dannosità della lavorazione dei fenoli all'Acna di Cengio...

"Nel 1960 facevo il medico della mutua come si diceva allora. Venne da me un giovane operaio lamentando che urinava sangue. Ero persino incredulo, ma prescrissi l'analisi dell'urina. Pochi giorni dopo ne venne un altro con lo stesso sintomo. Allora si parlava con i pazienti e scoprii che entrambi lavoravano all'Acna nel reparto Naftoli. Da quel momento volli approfondire la ricerca. La relazione tra sintomi e lavoro mi parve evidente. L'Acna non mi permetteva di entrare in fabbrica per sottoporre gli operai a visite di controllo, allora io visitavo gli operai che lo volevano, alla domenica, nell'ospedale di Millesimo. Nel 1962 presentai, al cinema Italia di Millesimo, la mia relazione sullo studio effettuato sui lavoratori Acna. Devo dire che nel mio lavoro di ricerca sono stato sostenuto da Andrea Dotta e Renato Saccone(segretario dei chimici poi diventato presidente del San Paolo,ndc) due sindacalisti Cgil a cui va riconosciuto impegno e capacità e anche una certa dose di coraggio. La mia relazione fu oggetto di un vivace dibattito parlamentare sostenuto dall'onorevole piemontese Sulotto. In quella occasione si parlò di me come di un "eminente studioso". La cosa mi fa un po' ridere perché io ero solo un giovane medico pieno di entusiasmo."


Una battaglia lunga e difficile...


"Ci vollero parecchi anni per avere giustizia. Solo nel 1987 ci fu il risarcimento alle vittime. In quella occasione ci furono anche contrasti tra me il sindacato e il partito comunista di allora, lo non avrei ceduto a compromessi con l'Acna. Comunque è passato tanto tempo. Però, nonostante il tempo trascorso, faccio ancora delle consulenze medico legali e continuo ad avere contatti con operai Acna, ma anche con ferrovieri e lavoratori che hanno avuto danni da amianto e, naturalmente, con il loro avvocati."

- Lei è medico e la sua professione non ha mai cessato di essere un importante supporto alle sue attività a tutti i livelli. Può dare qualche consiglio per invecchiare bene?

"Continuare a far lavorare il cervello. Questo è il segreto. Se il cervello lavora tutto il corpo segue. Consiglierei  di  coltivare  un  hobby,  leggere, frequentare circoli culturali, andare a teatro e ascoltare tanta musica.

La musica fa bene. Alcuni la usano come terapia, lo spesso mi occupo di musica con conferenze o ascolti guidati e ho visto che c'è molto interesse di pubblico. Tutta l'arte fa bene. Noi, con l'associazione Rossini, nelle nostre iniziative abbiniamo spesso mostre e concerti, lo ho fatto per un periodo il presidente dell'AIAS, ente che si occupa di disabiltà prevalentemente infantile, e vi racconto un episodio.
Una bambina autistica, che di conseguenza non comunicava con nessuno, veniva seguita da una fisioterapista che ogni giorno, prima del trattamento, prendeva il filo del registratore lo inseriva nella presa e avviava il secondo notturno di Chopin. Un giorno la fisioterapista dimenticò di mettere la musica. La bambina prese il filo e, per la prima volta, cominciò a interagire con l'operatore. Voleva ascoltare la musica. Questo dimostra come la musica abbia grandi poteri. Per invecchiare bene non bisogna trascurare l'attività fisica. Fa bene camminare, anche a lungo, senza però pretendere di fare performance esagerate. Moderazione in tutto. Anche in questo caso bisogna usare il cervello."
- Ci parli del suo amore per la musica, delle sue preferenze e soprattutto com'è nato...

" Amo tutta la musica. Da ragazzo mi hanno mandato, per breve periodo, a lezione di piano;  poi con la guerra, ho  smesso ma ho trasferito le conoscenze musicali sul mandolino. Amo tutta la musica da sempre. Ho avuto diversi contatti col mondo dello spettacolo sia a Torino sia a Genova. Il saggio "Donne sul pentagramma" è la dimostrazione del mio interesse. Renata Scotto, tra le più grandi soprano della nostra lirica, savonese verace che attualmente insegna canto a New York, mi ha lusingato dicendo che lo fa leggere ai suoi discepoli per far conoscere loro i personaggi delle opere. Dice di me che somiglio un po' a Placido Domingo. Peccato che io non sappia cantare."

- Lei è stato parlamentare dal '79 all' '87. Che cosa ricorda di quella esperienza?

"Certamente il mio impegno per far promulgare una legge che riguarda i malati di diabete. Ho sempre avuto un pallino per le malattie dismetaboliche e con Giovanni Berlinguer abbiamo approfondito questo tema facendo inchieste sul territorio nazionale. La più frequente di queste patologie è il diabete, appunto, sia di tipo A (giovanile) che di tipo B (frequente negli adulti e nell'età senile). Abbiamo appurato che la Sardegna detiene il primato per incidenza di bambini diabetici. Allora vigeva ancora, per essere assunti, "la sana e robusta costituzione" e i diabetici venivano spesso esclusi dal mondo del lavoro a causa della loro malattia. Con la legge 115/87 che porta il mio nome abbiamo sancito il diritto alla prevenzione e alla diagnosi precoce ma anche la tutela dei diritti civili di questi cittadini. Successivamente ho avuto molti contatti con avvocati per far reintegrare lavoratori colpiti dalla precedente, assurda norma, che li escludeva."

 - Lei che ha partecipato attivamente, con entusiasmo, alla vita politica e che è stato parlamentare, cosa pensa della politica attuale?

"Anni fa vi era un maggiore rispetto reciproco. Esisteva l'avversario politico non il nemico. Si discuteva su tutto. Ricordo le "liti" con Tina Anselmi sul gelato artigianale e quello commerciale. Lei sosteneva la maggiore garanzia di quello commerciale io invece difendevo quello artigianale. Fa persino sorridere si discuteva animatamente ma si sapeva anche collaborare tra parti diverse. La legge sul diabete, ad esempio, fu pluripartitica. Oggi va di moda l'insulto quotidiano che viene più da destra ma anche la sinistra non è esente da questo malvezzo. Credo che la politica dovrebbe basarsi maggiormente sui valori e sugli ideali. Non a caso nel mio ultimo libro cito dei sacerdoti. Per inciso: sono amico di Don Gallo perché mi sono occupato anche di droga. Adesso il mondo mi pare più astioso. Credo che si debbano recuperare anche in politica i sogni, i valori, gli ideali." Sogni, valori, ideali. Una lezione di saggezza. Ringraziamo Aldo che, per l'occasione e con squisita sensibilità e disponibilità, ha voluto allungare la sua passeggiata mattutina e raggiungere, da Villapiana dove abita, la nostra sede di via Boito. Grazie onorevole.