IL SECOLOXIX |
SONO almeno tre anni che Gianfranco Funari mancava dalla sua
casa di Boissano. Praticamente non molto dopo il suo ultimo
matrimonio, con Morena Zapparoli, celebrato proprio a
Boissano, nel 2004, dall'ex sindaco Francesco Cenere, nel
Palazzo comunale. Eppure il ricordo di Gianfranco, a bordo
della sua Bentley verde, è ben vivo nella mente di tutti.
Anche se ormai anche la sua casa bianca, in stile
mediterraneo, sulla collina sopra il borgo, incorniciata da
una florida bouganville, in via Gandarini, è solo un segno
del bel tempo ormai passato.
Era stata la ex moglie Rossana Seghezzi, originaria di
Loano, ad aver portato Funari nella nostra provincia.
L'acquisto della casa coincise con il suo matrimonio con
Rossana, celebrato a Milano, dopo che era saltata l'ipotesi
di organizzarlo a Boissano, a seguito della morte della
mamma Laura. A Boissano Funari trascorse uno dei periodi in
cui non lavorava, a seguito dei dissidi nati con la Rai e,
proprio in quegli anni, era solito incontrarsi quasi
quotidianamente con l'ex sindaco Cenere.
Ma già venerdì sera la sua casa è stata svuotata di tutti i
beni importanti ed è già pronta per essere venduta. Ad
esserne più di tutti dispiaciuta è Luigina Capurro, fedele
governante per vent'anni ed ottima cuoca, come lo stesso
Funari spiegava nelle trasmissioni televisive. «Era già
alcuni giorni che telefonavo per sapere sue notizie, ancora
ieri sera, quando ho saputo che stava molto male, ho
continuato a telefonare senza avere però alcuna risposta.
Solo dal telegiornale ho saputo della sua morte - dice
Luigina - Mi mancherà anche se ultimamente avevo dovuto
abituarmi alla sua assenza. Non veniva più da almeno tre
anni a causa della malattia. Per me è stato come un
fratello, un uomo gentilissimo. Guai a chi me lo toccava e
guai a chi me lo tocca». Luigina, anche in questi tre anni
d'assenza di Funari, non ha mai abbandonato la casa: «Sono
sempre andata ad aprire le imposte a tenere tutto in
ordine». A far incontrare Luigina con Funari fu l'ex sindaco
Cenere che la contattò proponendole il lavoro. «Sono
contenta di aver accettato - dice Luigina - È stato un bel
periodo». Ed è intanto evidente, anche se cerca di
mascherarlo col sorriso, il suo dolore. Felice Opizzo lo
ricorda come un uomo autoritario ma bonario e simpatico:
«Gli avevamo consegnato per la trasmissione "A bocca
aperta", il premio nazionale di teatro dialettale che
organizzavamo a Boissano negli anni '80 - ha detto Opizzo -
Ed era diventato un amico della Pro Loco con cui collaborava
nell'organizzazione di diverse manifestazioni. Una volta
fece venire anche due ballerini del Teatro alla Scala di
Milano e fu un successone. Sulle sedie del bar della
piazzetta, vicino alla Pro Loco, abbiamo passato molte ore a
parlare ed organizzare nuove iniziative. Ma molte riunioni
le abbiamo fatte anche nella sua casa». Il sindaco Rita
Olivari non l'ha conosciuto direttamente ma lo ha incontrato
molte volte in paese e ha assistito al suo matrimonio nel
2004 a Boissano: «Era un personaggio molto stravagante a cui
dobbiamo l'onestà verso il nostro paese e la nostra Liguria.
Ne ha sempre parlato bene, ogni volta che gli si è
presentato l'occasione. Ma nella mente dei Boissanesi non
potrà mai mancare l'immagine di lui al volante sulla sua
Bentley verde, sempre ammaccata». E per chi ha imboccato
almeno una volta la strada che conduce alla sua casa, è
facile capire il perché. «Una volta - ricorda col sorriso
sulle labbra, Luigina - gli era partita la Bentley sulla
discesa ed era finita sulla ringhiera bianca, rimanendo in
bilico con lui sopra». Anche il parroco Don Giacomo Savio lo
ricorda: «Sono andato per anni dai suoi genitori, ogni
giorno, a trovarli. Erano brave persone a cui ero
affezionato». Entrambi sono sepolti nel cimitero del paese.
Silvia Andreetto
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