08 Luglio 2008

I SINDACATI E’ COME AVER MESSO I SIGILLI ALLA FABBRICA

Ferrania, tutti in cassa integrazione
[FIRMA]MAURO CAMOIRANO  LA STAMPA
CAIRO MONTENOTTE
Ferrania, frmato, ieri, il prolungamento del quarto anno di Cassa integrazione straordinaria che toccherà ben 435 dipendenti sui 470 in organico. Sale la rabbia dei lavoratori, con l'incontro oggi in Regione, con il presidente Burlando e l'assessore Gucinelli che si carica ulteriormente di aspettative.
Il grido di allarme lanciato alcuni giorni fa da Pino Congiu (Uil) che aveva dichiarato «Sperano che i lavoratori attraversino il deserto senza nemmeno un goccio d'acqua» si è rivelato, quindi, quanto mai azzeccato, così come l'autocritica sulle scelte probabilmente sbagliate e sul sempre minore potere contrattuale del sindacato stigmatizzate nell'autocritica di Fulvio Berruti (Cgil).
Amareggiato Giorgio Cepollini, della Cisl: «Non ci aspettavamo numeri così alti. L'incontro di oggi in Regione diventa determinante: adesso i soldi non servono all'azienda, ma ai lavoratori, per sopravvivere. Da un lato occorrono, quindi, misure di integrazione al reddito, sull'esempio dell'Ilva di Cornigliano, anche tramite il ricorso ai lavori socialmente utili; dall'altro, 435 dipendenti in cassa (190 fissi e 245 a rotazione) su 470 significa mettere "i sigilli" alla fabbrica quasi si pensasse di chiudere tutto».
Ancora più duro Pino Congiu: «La proprietà ha finalmente gettato la maschera con la complicità di istituzioni sempre più latitanti. Praticamente per un anno, dal 18 luglio al 17 luglio del prossimo anno, tutto lo stabilimento, con l'esclusione dei dirigenti, è stato messo in cassa integrazione. Di fatto, anche se non giuridicamente, la fabbrica è stata chiusa. Una morte per autaniasia il cui rischio avevamo denunciato da mesi, senza che le istituzioni muovessero un dito. Di fronte, infatti, ora abbiamo il deserto, visto che i tanto sbandierati mega progetti, ad iniziare dal laminatoio, si attiveranno tra 3 anni».