TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

Prima puntata/Siamo alla vera svolta politica? Di “nuovo” c’è poco, molto di “vecchio”, ma la speranza è l’ultima a morire tra contraddizioni e certezze

Metà savonese, un quarto cubano

Cappelli, se son rose fioriranno

Viaggio, andata e ritorno, alla scoperta e nell’anima di AltraSavona

      di Luciano Corrado

 

Savona – Documentare è sempre utile, a volte indispensabile, visto che la smemoria storica, anche a Savona e provincia, la fa da padrona. Va di moda dimenticare, far finta di niente e ci riferiamo solo ai personaggi pubblici.

Un ex assessore (deceduto) di un comune rivierasco, con condanne ed inchieste per “bustarelle” e dintorni, diventa un eroe. Un politico di lungo corso di Savona che ha dato parecchi dispiaceri, nonostante le sue cariche, a conoscenti e amici, ma anche alla Carisa (già ente pubblico) con alcune centinaia di milioni al vento, diventa (da morto)  <esempio di passione civile e politica, di lungimiranza>. E potremmo continuare con altre citazioni. Esempi.

Scegliamo a caso, dall’archivio giornalistico, la tappa d’esordio di questo viaggio-reportage, senza pretese e senza verità assolute, a nove mesi dal parto ufficiale di “AltraSavona”.

Iniziamo dal “testimonial” più noto, conosciuto, più esposto, più attivo, più navigato, più controverso, enigmatico. Sergio Cappelli, l’ingegnere, la maglia rosa o maglia gialla del gruppo che secondo l’ultima versione (lettera pubblica a Tiziana Saccone) è formato da 300 aderenti, il blog di AltraSavona segnava, al 12 giugno 2008, quota 271, sulle edizioni locali di Secolo XIX e Stampa sono stati pubblicati 207 nomi. Un successo, seppure quel detto, sempre attuale, ricorda: <Meglio pochi, ma buoni, di qualità…>

CHI E’ SERGIO CAPPELLI?

18 marzo 1992 – Il Secolo XIX scrive: <Nella sede di piazza Diaz, a Savona, ci credono. Umberto Bossi verrà a mettere la ciliegina sulla torta di una campagna elettorale che i leghisti dicono procedere a gonfie vele. “Al momento abbiamo 50 possibilità su cento di portare Bossi a Savona, domenica pomeriggio, intanto stiamo organizzando tutto. Abbiamo chiesto ed ottenuto dal Comune la disponibilità di piazza Sisto IV, visto che il Chiabrera costava troppo per le nostre tasche. La Lega ha stanziato 45 milioni (250 milioni, ci dice un bancario, ai valori attuali ndr) per la campagna elettorale che copre il territorio da Andora a Varazze>.

Il tempo macina, ma la sorte vuole che su quei soldi siano sorti parecchi dubbi e polemiche. Chi li tirò fuori? Da quali tasche? Come furono spesi? L’allora rigorosissimo consigliere leghista di Loano, dottor Maurizio Strada, scrisse una lettera che raggiunse anche la Procura. La risposta a Strada non arrivò mai.

14 marzo 1992 – La Stampa, in clima di vigilia elettorale, scrive….<Persino la Dc che al senato conta su un candidato forte, Giancarlo Ruffino, sottosegretario agli Interni, vive l’incubo dei seguaci di Bossi che si prepara ad erodere voti tanto all’area cattolica, quanto a quella degli ex comunisti. Alla Lega Nord sono convinti di strappare il 18-20 per cento dei voti e portare in parlamento un paio di candidati. Sergio Cappelli, al Senato e Maria Troisi Astengo, alla Camera. “Abbiamo curato un sondaggio, roba da pochi soldi,  che ci ha fornito queste indicazioni, spiega il segretario provinciale della Lega, Sergio Cappelli. Ci sono i risultati delle ultime amministrative e soprattutto un crescendo di iscrizioni provenienti dalle aree Dc, dell’ex Pci; al Pds so che non dormono sonni tranquilli. Il senatore Umberto Scardaoni ha deciso di ritirarsi dalla corsa al Parlamento, ma appoggia quelli di Rifondazione comunista, mentre la deputata Gina Lagorio, una meteora, a Savona non si è più fatta vedere>.

Ancora su La Stampa, a firma di Ivo Pastorino, si ricorda: <Nelle precedenti elezioni del 1987 il Pci si era confermato primo partito della provincia, con il 31,9 per cento dei voti alla Camera. La Dc, seconda, con il 29,9. Poi nell’ordine il 12,7 del Psi, il 5,2 del Msi, il 4,4 del Pri. Ma non c’era la Lega che alle amministrative regionale del ’90 ha sfiorato il 9 per cento, diventando di colpo di quarto partito…Sergio Cappelli, segretario provinciale, conta di entrare al Senato a fianco del suo leader Bossi>.

25 luglio 1993 – La Stampa, pubblica una lettera di Sergio Cappelli, Lega Nord. Titolo: <Il Comune in ritardo da anni, sbaglia ancora sui parcheggi>.  Si parla di proposte <raffazzonate che di serio non hanno nulla, aggiudicare le piazze senza gradualità, criteri attendibili, adeguati studi preliminari sulla viabilità (in ballo c’era il piano “sistema parcheggi” ndr), indagini geologiche…senza neppure sapere se la roccia in piazza Saffi è a sei metri o a 12, o se a 10 metri passa un fiume, quanti piani, con quale perimetro? C’è da aspettarsi confusione, arbitrio e leggerezza, laddove sono necessari ben altri criteri. Specie in un momento dove un appalto è soggetto a controlli e trasparenza. Indispensabile premessa a qualsiasi ipotesi quando si parla di sottosuolo. Dovrà essere il Comune a provvedere ad un’indagine geologica, su ogni piazza, impegnandosi a fornire i risultati a chi si aggiudicherà l’appalto, impegnandoli a pagare le spese al momento dell’aggiudicazione. E’ l’unico modo che la Lega vede affinché si taglino le unghie delle revisioni prezzi facili e risolvere un problema vitale, per Savona, i parcheggi>. 

Le “ricette Cappelli” sulla Savona del domani, del futuro (allora, anni novanta) furono tante, sempre descritte dall’informazione locale. Quella Savona che alle soglie del terzo millennio si è sviluppata soprattutto con “cemento&affini”, piccole lobby. Lasciando irrisolti il 90 per cento di problemi di cui si dibatte da mezzo secolo. Vecchio San Paolo, carceri, Aurelia-bis o metropolitana leggera, valorizzazione dei gioielli storici (che schiaffo il libro di Aldo Pastore, Trucioli Savonesi, sugli “angoli storici” dimenticati), parcheggi, viabilità urbana.

Parole, insomma. Tante parole ed annunci, titoloni sui giornali, con la benevola benedizione dell’informazione scritta e televisiva. Più o meno ossequiosa.

E con la Savona pasticciona, inconcludente, l’era Cappelli, l’allora astro nascente con “poltrona” governativa, si avviò alla fase calante. Il “nuovo” si sciolse come neve al sole. Il “big leghista” lasciò Savona, lo scettro leghista passò ad altri. Tra débacle e ressurezione. Tra transfughi e voltagabbana. L’unico “risorto” dell’epoca, il fu leghista, Rino Canavese, insuperabile navigatore.<Se non sbaglio – dice una Tiziana Saccone, imprenditrice, che peli sulla lingua ne ha davvero pochi, secondo una consolidata abitudine già ai tempi in cui militava, come dirigente regionale e provinciale, nel Pds-Ds -  il nostro Cappelli per 11 anni ha scelto il regno comunista di Cuba, quello governato dal comunistaccio e dittatore Fidel Castro…io non ho avuto questa (s)fortuna…>.

Già, ma la battagliera, indomabile ed “irriverente” Saccone dovrebbe sapere che in quel “paradiso comunista”, patria del sigaro e delle donne “calienti”, ha scelto di trasferirsi e fare affari anche Andrea Biamonti, dopo le dimissioni da segretario provinciale e cittadino del Pli; imprenditore edile che ad Albenga, stando agli atti giudiziari, aveva fatto piangere decine di risparmiatori. Si erano fidati di un cognome (il papà fu comandante locale della Guardia di Finanza), di una famiglia perbene, con la F maiuscola.

Tra gli habitué delle “spiagge cubane” (solo periodi di vacanza e successi di cuore) uno dei sindaci più vulcanici ed estrosi del Savonese, Marco Melgrati, pure lui leghista della prima ora, oggi in attesa di un meritato ingresso nel futuro Parlamento, dopo una prima delusione, per la mancata valorizzazione da parte di “patron Scajola”. Melgrati, uno dei pochi “big” azzurri locali che non può essere iscritto d’ufficio tra i “professionisti della politica”. Categoria in irrefrenabile espansione.

Parliamo di personaggi pubblici, non della sfera privata di tanti savonesi “amici di Cuba”, girotondini senza ideologie. A volte volti noti, alle cronache.

<A Savona – osserva la Saccone – è notorio che Sergio Cappelli, forse grazie a quell’inferno o paradiso comunista, sia diventato ricco, assai ricco e per quanto mi riguarda non è un reato, né un demerito>. Beato lui!

A proposito, alla Tiziana Saccone, compagna di tante lotte politiche e civili, chiediamo: lei che si è iscritta, con tanto di titolo in apertura di pagina, 4 colonne, ad AltraSavona, conosce l’attività lavorativa del suo leader Cappelli? Da neo uomo pubblico non sarà un mistero!

Saccone: <E lo chiedete a me?>. Se non vuole rispondere è liberissima, prima di iscriversi avrà chiesto notizie di un leader. E come lei tante persone… Saccone: <Dicono che appartenga al mondo dei benestanti, dei milionari, con ambizioni politiche nuove. Dicono che la Lega lo ignori e Forza Italia non l’abbia voluto. Ma questo può capitare, non ci vedo nulla di eccezionale. Ad esempio, la sottoscritta ha lasciato quella sua esperienza a sinistra e non devo niente a nessuno. Vorrei restare neutrale, raccogliere i delusi della destra e della sinistra, lavorare unicamente a precisi obiettivi per la mia città. So di non essere “Sua Santità”, ho capito che in questi anni la politica è cambiata. Ascolto tutti, compreso chi mi contraddice, cambio idea quando mi convincono con le argomentazioni. Negli anni ho lavorato molto alla base; senza sentirmi un essere superiore sono riuscita a prendere il triplo di voti della Ramello, il doppio di Russo, alle primarie mi superò solo Pedrini dell’Udeur…>.

Tiziana Saccone, al di là delle lettere rese note dal blog “Uomini Liberi”, prima  con una pubblica richiesta, poi una altrettanto pubblica risposta, fin troppo prolissa e gentile, in stile politichese di Cappelli, come vede il futuro di AltraSavona dalla sua visuale di donna impegnata nella politica e nel sociale, partita dalla gavetta?

Rispondo con quanto ebbi già a dire al “presidente Cappelli”: <Senti Sergio, penso che un movimento apartitico entusiasmi tanta gente, tanti delusi come la sottoscritta, ma nessuno è disposto a portare il cervello all’ammasso. Poi guardandomi intorno noto che nel consiglio direttivo del movimento non c’è una donna, pur essendo parecchie le iscritte. Vedi che la stragrande maggioranza delle adesioni proviene da destra o dal centro destra. Ho iniziato ad andare in crisi, io che ero felice, sognavo già di realizzare molte mie idee, con l’obiettivo della coerenza, della costanza. Le promesse di Cappelli non mi convincono, mentre si parla di un Castellari perplesso, di un Faroppa, col suo bagaglio e la sua carta d’identità, sull’andante critico. Vedo errori di comunicazione e non si tiri in ballo i “panni sporchi si lavano in casa”. Perché la vera alternativa è un fallimento. Sarò l’unica presuntuosa, che pensa ad alta voce, del movimento?>.

LE TAPPE SALIENTI

22 NOVEMBRE 2007 – La Stampa con Ermanno Branca annuncia  che il <Comitato Civico AltraSavona comincia a prendere forma. Indipendente ed apartitico, come hanno ribadito più volte i suoi promotori. Negli ultimi giorni ha registrato le prime adesioni. Sono nomi molto conosciuti nel mondo imprenditoriale e delle professioni. Il Comitato è costituito ufficialmente l’8 novembre ed ha stabilito la propria sede nello studio  dell’avvocato Roberto Allegri.

Nella stessa data sono stati approvati  atto costitutivo e statuto. Insieme alla nomina di un Consiglio di promotori. Adriano Faroppa, ingegnere ed ex dipendente  della Provincia in pensione, sarà il portavoce fino all’elezione degli organi interni…Tra i primi nomi che hanno dato la disponibilità, Carlo Rebagliati ex dirigente delle Ferrovie, con candidatura a sindaco alle spalle; Elvira Pecci, già presidente Ascom. Poi Franco Pesce, geologo, ex amministratore della ditta Lombardini (negli anni entrambi finirono nelle cronache giudiziarie), Stefano De Lucis, imprenditore, Giampaolo Novella, ingegnere ed imprenditore, Antonio Saettone, assicuratore e promotore finanziario; Marco Vezzoso, ingegnere ed insegnante; Roberto Ratto, artigiano, Marcella De Salvo, consulente del Lavoro, Giancarlo Frumento, ingegnere e docente, Vinicio Borsi, imprenditore, direttore generale di Mediawest, uno dei padri fondatori di Forza Italia a Savona; Luca Iacovacci, patrocinatore legale, Giuseppe Pomarici, avvocato>.

Impeccabile l’analisi-fotografia che La Stampa attribuisce a Faroppa: <C’è molta voglia di mettere il proprio impegno a disposizione dei problemi della propria città, di fronte all’evidente impotenza  espressa dagli attori del processo politico ed amministrativo>.

Sempre La Stampa, a firma di Ermanno Branca, il 7 dicembre, titola: <Il fenomeno AltraSavona fra destra, sinistra e incerti>. Scegliamo le dichiarazioni più significative. Riporta il quotidiano: <Giancarlo Frumento, insegnante e candidato con buoni risultati alle ultime comunali per la Rosa nel pugno (Sdi-radicali). “Non sconfesso certo le mie idee politiche di sinistra, ma sono stanco di vedere come è stata governata  la nostra città negli ultimi 25-50 anni. Di sinistra non ho visto proprio nulla. In compenso sono state realizzate tante operazioni edilizie che fanno comodo agli imprenditori. E’ ora di finirla. …Anche il modo in cui si è costruito a Savona mi pare del tutto sbagliato. Dalle Ammiraglie a Palazzo di Giustizia, dall’asilo delle Piramidi ad altre costruzioni stravaganti che non si capisce a quale concezione urbanistica possano appartenere. Per arrivare ai giorni nostri, è possibile che in tutta la Torre Bofil si vede una sola luce accesa alla sera? Se è cosi vuol dire che non c’era bisogno di questi nuovi edifici, ma si continua a progettare altre torri>.

Breve, lapidario inciso. Alla presentazione del libro di Bruno Lugaro, in sala Rossa, sull’affaire Italsider-aree, l’ex senatore diessino Nanni Russo, avvocato, fece ad alta voce una riflessione tra le tante: <Il Secolo e la Stampa hanno sempre presentato con grande evidenza ed enfasi positiva questi interventi edilizi nell’area portuale, hanno illuso l’opinione pubblica annunciando grandiosi vantaggi collettivi. Questi organi di informazione indipendente hanno sempre assecondato quel modello di sviluppo …è stato un tradimento….una sconfitta per la città. Non una sconfitta definitiva. Non dobbiamo rassegnarci. Non dobbiamo però ripetere l’errore con la Margonara, spero in un aiuto maggiore…>.

Già il problema dell’informazione, quello tanto caro a Beppe Grillo, in campo nazionale, ma con la sordina per paura, autocensura, a livello locale. Forse perché, come dichiarò in quella stessa occasione il giornalista savonese, Mimmo Lombezzi (gruppo Mediaset): <…la vendetta, spesso strisciante, in quel di Savona non lascia scampo, arriva anche con gli anni…la gente ha paura> .

Quella paura “collettiva” che denunciava sui giornali anche Antonio Ricci, in occasione della presentazione del progetto Arte-gruppo Nucera delle nuove torri di Albenga: <Mi fermano per strada, mi chiedono di intervenire…ma vogliono restare anonimi…>.

Torniamo ad AltraSavona: La Stampa, in quel servizio, racconta cosa pensa Luciano Maiolo, liberale: <Non ho certo voglia di incarichi e poltrone. Chi mi conosce, a destra e a sinistra, sa che queste cose non mi interessano….Credo che siano rimasti senza risposta i quesiti sul futuro di Savona. Non mi pare che negli ultimi anni sia stata  individuata una strategia che possa garantire ai ragazzi di oggi di continuare a vivere in questa città nei prossimi decenni. Il futuro di Savona è ancora tutto da inventare>.

Tocca ad Alberto Bianco, ex democristiano centrista, consigliere comunale dal 1975 al 1985,  a lungo direttore della Confcommercio ed esponente della Comunità Montana. Dichiara al giornale: <Gli amministratori pubblici savonesi? Anziché fare politica, si accontentano dell’ordinaria amministrazione. Si occupano  di aggiustare tombini e pali della luce, anziché compiere scelte importanti per la città, assumendosene piena responsabilità. Anche con scelte impopolari. Mi pare che questa sensibilità manchi e Savona abbia perso grandi occasioni come la metropolitana leggera, il palasport o l’insediamento di nuove attività produttive>.

Il primo articolo del Secolo XIX è del 12 dicembre 2007.  Annuncia che AltraSavona <si propone di scompigliare i tradizionali schemi politici e trova al suo esordio 40 adesioni anche tra savonesi molto noti. Non siamo un partito – spiega al Secolo – Luciano Maiolo, noto farmacista  ed ex assessore. Siamo persone che provengono da esperienze sia di sinistra, sia di destra. Per noi conta entrare sui singoli problemi e valutarli insieme ad esperti, per dare risposte concrete ai problemi della città. Il nostro primo obiettivo è elaborare un programma che parte del degrado della città dal punto di vista delle possibilità di lavoro. Siamo stupiti dalla quantità di adesioni, raccogliamo un malcontento diffuso per come sono stati affrontati i problemi della città, con una maggioranza non incisiva ed un’opposizione non costruttiva>.

GLI ANNUNCI DI FAROPPA

7 gennaio 2008 – Il Secolo XIX, a firma di Gigi Cancelli, esordisce: <In soli due mesi è stato in grado di mettere insieme oltre un centinaio di iscritti e circa 500 simpatizzanti. Ma ora Adriano Faroppa, 59 anni, nato a Ceva il 12 gennaio 1949, laureato in ingegneria civile, dirigente della Provincia andato in pensione il primo luglio 2007, fondatore e leader indiscusso del Comitato civico AltraSavona, comincia a guardare molto in alto. Mettendo nel proprio mirino le amministrative del 2011, alla cui guida di una lista civica potrebbe esserci proprio lui.>

Sarà lui il candidato sindaco di AltraSavona? Risposta al Secolo XIX di Faroppa: <Sarei molto cauto sul nome. Per il momento il mio ruolo ufficiale è solo quello di portavoce del Comitato….di fronte a nomi…non esiterò a fare non solo uno, ma due passi indietro. Il mio obiettivo è….tornare a far vivere questa città che non sta attraversando uno dei periodi più floridi….Faroppa simpatizzante della Margherita dalla quale si è allontanato dopo la decisione di far parte del Partito democratico…In questo momento AltraSavona non ha alcuna collocazione politica. Abbiamo finora cercato di raggruppare un certo numero di persone perbene. Hanno esperienze di carattere politico, ma soprattutto  cittadini savonesi  che con il mondo della politica non hanno mai avuto nulla a che spartire. Questa città sta lentamente morendo….Con gli amici dobbiamo decidere il nostro futuro>.

PRIMA FOTO DELL’EX SENATORE

31 gennaio 2008- Titola La Stampa: <AltraSavona, ieri sera cento persone per la prima assemblea al Riviera Suisse>. C’è la “testina” di Sergio Cappelli. E l’annuncio che il movimento si sta estendendo con AltraAlbenga,  AltraCairo, AltraMillesimo, AltraCengio. Presto avremo AltraProvincia. Semi-bufale?

Dalle colonne del giornale si racconta che <l’ex senatore Cappelli è intervenuto per spiegare che non siamo né una lista civica, né un partito, ma un esperimento politico in cui sono confluiti centinaia di savonesi stufi di come viene governata questa città. Savona è crollata nella classifica di reddito, produttività e vivibilità. ..Non possiamo permetterci che i giovani continuino a fuggire perché non trovano lavoro, che la viabilità sia lasciata nel caos e che manchino parcheggi, aree verdi e spazi pedonali…Le aree Metalmetron erano state blindate dalla giunta Gervasio per attività produttive, mentre il sindaco Ruggeri le ha aperte al commercio….Ditemi voi se la scelta giusta non fosse quella di utilizzarle per insediamenti produttivi, visto che in città non ci sono spazi per l’industria>.

Un passo indietro e una foto “giovanile”.

Dieci giorni prima, il 20 gennaio, Sergio Cappelli è intervistato, questa volta con domande e risposte. La “fotina” lo ritrare come tutti  gli “anta” vorremmo essere. Capelli castani, senza rughe, sguardo accattivamente, smagliante.

Scegliamo due domande tra quelle pubblicate. Le piacerebbe fare il sindaco? Risposta, prendendola, si suol dire, alla larga: <Ho già declinato tante offerte per la Regione, sia per il Comune>. Ma evita di rivelare da parte di chi. Prosegue: <Per ora non ci penso proprio…per la leadership del movimento ci vorranno le primarie. Lo proporrò all’assemblea del 30>.

Quella, aggiungiamo del Riviera Suisse.

Altra domanda: come mai ha deciso di tornare?

Risposta: <Savona 30 anni fa era all’ottavo posto tra i capoluoghi di Provincia (sempre a maggioranza rossa ndr), oggi è in caduta libera. (Da tre legislature governa in provincia il centro sinistra ndr). Chi doveva fare delle scelte ha penosamente fallito. AltraSavona pensa che si possa  invertire queste tendenza, cambiando ovviamente la classe dirigente…il nostro è un movimento apartitico e apolitico…con persone che professano tutte le ideologie dell’arco costituzionale, si impegnano a dare il proprio contributo di professionalità e buon senso senza ideologie…Savona ha perso peso e valore nella Regione e nella Provincia. Pensiamo forse che non sia stata colpa di nessuno?>

E’ in quel contesto, a fianco dell’intervista, che La Stampa rende nota l’adesione di Cappelli che fu anche sottosegretario ai Trasporti e, scriveva Branca <fa scattare un’immediata analogia con l’operazione politica che l’allora esponente della Lega Nord orchestrò nel 1994 portando all’elezione del sindaco Francesco Gervasio>. Seguono altre notizie nello stesso articolo. L’adesione di Renato Ferraris, ex segretario generale della Cisl Trasporti, Franco Dupanloup, capitano marittimo, Pier Giorgio Castellari, eminenza grigia del centro sinistra, Pio Vintera, presidente dell’Associazione culturale Villa Cambiaso.

ENTRANO MORAS-PISTONE -SACCONE

4 maggio 2008-  La Stampa annuncia che ci sono altri cento nuovi nomi per AltraSavona, tra essi spiccano  Tiziana Saccone. Virgolettato: <Le mie idee restano di sinistra, ma sono stata conquistata dal progetto di AltraSavona>. Cosi Tiziana Saccone <per undici anni nel Pds-Ds e soprattutto responsabile dell’autonomia tematica ambientale. Poi la clamorosa uscita dal partito al momento della nascita del Pd. >. Dichiarava la Saccone ad Ermanno Branca: <Vedo una città che non mi piace, sporca, insicura, senza parcheggi. …Il movimento civico che si è costituito opera in modo che i partiti hanno dimenticato. Anziché occuparsi dei problemi si curano solo di sistemare quelli che non hanno lavoro in giunta o negli enti di secondo grado. Una logica che quasi mai porta le persone giuste  al posto giusto e finisce per danneggiare  tutta la comunità. E’ ora di cambiare, di ricominciare dalle esigenze che arrivano dal basso>.

Infine la notizia che nell’ultimo elenco <spiccano altri esponenti della sinistra savonese come l’architetto Gianfranco Moras (già amministratore di Palazzo Sisto IV, progettista affermato, esperto di urbanistica come firmatario di piani regolatori in Liguria e fuori Regione ndr). Con lui il socialista Mario Pistone>. Branca ipotizzava  che questi nomi <si affiancavano a imprenditori, farmacisti, liberi professionisti che rappresentano l’ossatura che potrebbe già misurarsi alla prossime provinciali del 2009>.

CONCLUSIONI: TEATRINO GIA’ VISTO?

Nelle prossime puntate scaveremo oltre, con l’archivio e con dichiarazioni. Intanto possiamo anticipare che un gruppo politico “solitamente ricco” ha  disposto a metà giugno una sorte di indagine conoscitiva sul “fenomeno AltraSavona” che, pur non conoscendo i dettagli della ricerca,  avrebbe fatto cessare l’allarme. Troppe facce della “vecchia politica”, nessuna donna alla ribalta, neppure nel consiglio direttivo.  Probabilmente  inizieranno le prime defezioni. Gli scontri tra anime, dopo gli entusiasmi iniziali.

Il vertice di AltraSavona, leggi Cappelli, aveva davanti a se due scelte. Far tesoro dell’esperienza, dei capelli grigi, per dare vita ad un gruppo-pensiero che metta in pratica il rinnovamento totale. Cioè persone nuove, di provata capacità professionale e manageriale, di assoluto rigore e in assenza di conflitti di interesse, a cui affidare il destino, la rinascita (morale, etica ed economica) di Savona. Senza guerre preconcette, ma senza sudditanza, riverenze, debiti di riconoscenza.

Senza massimalisti, ma con estrema determinazione. Ad iniziare dai posti di lavoro per i giovani, alle esigenze dei nuovi poveri. I ricchi non vanno demonizzati, ma hanno più facilità a cavarsela, a rendere meno dura e traumatica la sorte dei loro figli, dei nipoti.

Ecco Cappelli e gli altri di “rango ed esperienza” capaci di formare una squadra con giovani donne e giovani talenti, meritocratici, per dire loro siamo al vostro fianco: consigliarvi, stimolarvi, aiutarvi a non ripetere gli errori, disastrosi, del passato. Facendo tesoro di quel che di positivo è stato fatto, perché difficile sostenere: è tutto da gettare. Soltanto noi saremo i salvatori della patria.

Cappelli e soci sono al bivio. Oppure restare loro al timone e annunciare cambiamenti in realtà solo di facciata, di cosmesi. Il “già visto”.

E con loro quei “fratelli massoni” che da troppo tempo tollerano una fratellanza dove gli ingressi spesso sono frutto di convenienze personali, di casta, anziché  del bene collettivo. Insomma, seguaci di quel “Hic manebimus optime”.

Luciano Corrado