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DOBBIAMO SI’ RIPARLARE DI CINISMO BORGHESE!

“La povera figliola della via
sul marciapiede il corpo trascinò:
la vile, sensuale borghesia
per un pezzo di pane la comprò.
” “Canto di protesta del primo Novecento: sull’aria di “Cara piccina”

Sergio Giuliani

 
Marcegaglia e Montezemolo

Hanno voglia Marcegaglia e Montezemolo di mostrarsi come i signori della ragione produttiva, quella che non ce n’è altra per star tutti bene e primi in classifica. Hanno voglia di affascinare con le loro sirene dialettiche e mediatiche chi li dovrebbe contestare perché tiene l’altro capo della corda del tiro alla fune e rischia di smarrirsi come nell’Ottocento, quando si restava estasiati dal panciotto con catena d’oro dell’orologio e dal sigaro Avana del “padrone”.

Per carità: vecchia parola. Diciamo meglio e più modernamente “imprenditore”. Poi magari finiremo col dirli  “filantropi” come scritto sulla lapide della via savonese dedicata a Viglienzoni, di cui si ricorda la costruzione dell’alveare abitativo (per avere i lavoranti sempre in vetreria) e non certo i morti per silicosi.

Gratta la vernice, e viene fuori, come il lupo dalla nonna di Cappuccetto, almeno quello Rosso, l’amorale, il cinico, il profittatore che strozzava chi aveva bisogno di lavorare, ben sapendo che lo mandava a rischio di morte, si infischiava dei controlli di sicurezza; profittava e basta, sulla povera, dolente pelle ustionata degli ingannati a bella posta.

Certo! la Thyssen-Krupp di Torino era stata pressochè smantellata per trasferire le lavorazioni dell’acciaio non di colata a Terni. Ma ritardi nella “nuova” (si fa per dire, perché anche lì ci sono stati i soliti, mortali incidenti!) fabbrica e commesse allettanti avevano “consigliato” di continuare la produzione in un impianto non più curato, quando non addirittura smantellato.

C’è voluto poco tempo al Procuratore Guariniello per stabilire questa assurda, criminale, colpevole verità che è costato il prezzo di sette uomini. Gli avvocati-manichini (a proposito: perché un “qualcuno” che ha a suo servizio, nel suo partito ed al suo soldo i migliori avvocati italiani, starnazza tanto quando sente di dover finire sotto processo? Che paura dovrebbero avere i nullatenenti che finiscono nei guai con la Giustizia?) hanno capito subito che non c’era difesa, che l’omertà dei profittatori che si vantano di creare e reggere “imprese” (una delle “i” tanto care al personaggio di cui sopra!) non sarebbe bastata ad evitare una sacrosanta condanna e che chi avrebbe “pagato” avrebbe detto a chiare lettere di aver agito perché così gli era stato ordinato.

Allora, con raddoppiato cinismo, si è usato spregiudicatamente l’istituto giuridico del “patteggiamento” (cattiva parola davvero, e prassi criminale) e si è pensato di espiare la colpa…..pagando soldoni in cambio di carcere evitato.

C’è di che  inorridire, come e, se possibile, più di quando avemmo notizia del delitto.

Le vittime, vite contro euro, sono state rese merce, come nella tradizione del peggior capitalismo così ad occhi aperti studiato da Marx (ma, ci spiegano Montezemolo e Marcegaglia, oggi il capitalismo non è più quello: è riguardoso, gentile, educato e persino profumato e Marx è un vecchio barbone da riporre sotto naftalina).

E le famiglie (vi ricordate la corona floreale della Thissen-Krupp ai funerali? Vi ricordate le facce compunte e vuote di senso dei responsabili dire “E’ un caso….Succede….?) sono state cinicamente poste, col beneplacito della giustizia, davanti ad un ricatto bello e buono; gravissimo.

Bene hanno fatto le  famiglie ad accettare l’indennità. Per due motivi: quegli operai lavoravano a rischio per dar pane ai loro cari ed ai figli ed il vile risarcimento almeno va nel senso di quanto avrebbero fatto le loro volenterose braccia e le loro esperte intelligenze; inoltre è tanto, tanto difficile aver fiducia in una giustizia affaticata, travagliata (messa alla gogna dal “nuovo” potere politico), disarmata dal coacervo di leggine di procedura contraddittorie, plurime, spesso fatte ad hominem e che avvocati interessati si impegnano a ricordare ed a non far transigere. Il “common sense” sa di questi bastoni tra le ruote e perde la speranza più bella, addirittura evangelica:”Beati qui sitiunt….”,sicura bandiera laica di ogni stato di diritto degno di questo nome.

Un’altra canzone dei primi anni del secolo scorso diceva che i commendatori escono dalle galere fra gli scappellamenti delle corti ed al loro posto vi entrano…i socialisti! Basta capire chi siano oggi quei “socialisti” ed il conto, tremendamente, torna.

Ricordo una persona come Licia Rognini, la vedova di Pino Pinelli, morto di “malore attivo” (!!!) precipitando da una finestra della Questura di Milano mentre veniva interrogato a seguito dell’inchiesta sulle bombe di Piazza Fontana. Rimasta sola con due bambine, non ebbe “patteggiamenti” di sorta dallo stato assassino, almeno “in vigilando” e le crebbe battendo a macchina tesi di laurea (allora non c’era computer!).

Ho pensato tanto e tanto alle sue spalle affaticate, alla solidarietà dei laureandi che le si rivolgevano ed anche a quella, di spero tanti altri e mia, allorchè l’Anpi l’aiutò con una sottoscrizione che avrà dato i frutti che poteva!

Ce l’ho, eccome, con la “borghesia” ipocrita, quando non crudele come nel caso delle vittime torinesi, coscienza nera comprata a forza, come il bracciantato negli anni cinquanta e, purtroppo, nel 2008.

Soldi contro condanna

Mi vergogno! Io per loro!

 Sergio Giuliani