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Pensiamo all’estate

Margherita Pira

Sfogliando i giornali anche soltanto nelle pagine provinciali – non parliamo della cronaca nazionale perché è più pietoso tacere – si ha la sensazione della catastrofe.

Delitti, incidenti spesso provocati da guidatori ubriachi o drogati, liti per futili motivi, truffe a persone anziane e non solo hanno titoloni in prima pagina.

C’è poi il problema degli immigrati e degli zingari che dovrebbero essere accolti e controllati, ma che resteranno incontrollati dalle forze dell’ordine per mancanza di personale che, se ho capito bene,non verrà aumentato per l’estate perché necessariamente, con il tipo di politica demagogica del Governo, i fondi agli Enti Locali sono e saranno sempre più ristretti.

Gli unici vigili urbani che vedo costantemente in azione sono quelli delle polizie municipali dei paesi della costa i quali si rifanno le finanze multando i poveri turisti che invitiamo a trascorrere le vacanze da noi, ma poi non gli offriamo neppure un posticino in cui lasciare la propria vettura.

Io se fossi una turista non credo che verrei in Liguria.

Abbiamo prezzi alle stelle, strade che nei giorni da bollino rosso sono regolarmente impraticabili, spiagge sovraffollate e costose….

Il panorama però è mozzafiato.

In questo periodo meteorologico favorevole, il mare accarezza la costa con dolcezza e non vorresti smettere di guardalo e di ascoltarlo. La Liguria è bella indipendentemente da tutto.

Certo gli scempi edilizi, già di vecchia data e non solo recenti, hanno deturpato la costa in modo assai pesante. C’è qualcosa da fare? Certo: non costruire più. E’ così semplice la soluzione da sembrare ovvia. Io però diffido delle cose ovvie.

Siamo nel mondo del consumo (stipendi permettendo) e della globalizzazione e fermarsi vuol dire rimanere fuori dal mercato. E allora? Fermare gli sprechi e la corruzione. E’ possibile?

Certe scelte sono impopolari, ma a volte, a mio parere, necessarie.

Uscendo dalla Liguria, mi viene in mente la TAV.

Probabilmente rischia di deturpare certe zone “del cuore”, ma fatta secondo criteri condivisi con le popolazioni ha un senso per l’ Italia.

Senza  rischiamo di essere tagliati fuori  dalla rete europea.

Siamo già all’ultimo gradino della  scala europea e scendere oltre mi sembra disastroso.

Stessa situazione per il terzo valico di Genova.

Genova da porto leader del Mediterraneo, è già ampiamente scivolata in basso, sorpassata da Marsiglia e Barcellona.


Piattaforma di Vado Ligure

La Spagna ci ha scavalcato in quasi tutti i settori e noi restiamo a guardare.

La Francia è sempre stata più progredita di noi , dalle rivoluzioni in avanti.

Il porto di Savona in realtà mi sembra che tiri, soprattutto nel settore delle crociere che sono tutto ciò che può esistere di non culturale, ma almeno ottengono degli utili.

Altro problema è quello della famosa piattaforma di Vado.

 Mi rendo conto di essere fuori corrente, ma io non capisco la sua negazione totale.

Può essere modificata certamente, ma, a mio parere, non è una cosa così terribile, anche perché il traffico portuale delle merci ora è sui container.

Se mi dicessero di fare una piattaforma nelle Cinque Terre, anche io diventerei un’iena , ma Porto Vado, che io ricordi, non è mai stata una zona turistica.

Anzi io, grazie alla mia non verde età, ricordo la Vado delle fabbriche che avevano, tra l’altro , una loro innegabile bellezza anche se hanno certamente portato dei problemi.

Qui è nata la nuova coscienza di classe tra gli operai e anche questa ha una sua storia da non dimenticare.

La Porto Vado turistica non riesco ad immaginarla. Se arrivi a Porto Vado, allunghi di pochi chilometri e sei a Spotorno con ben altro panorama.

Non so il problema impatto ambientale, ma è stato assicurato che non porterà inquinamento e non diminuirà la consistenza degli arenili.

Su questo piano è giusta una richiesta di assicurazioni e perizie tecniche specifiche, ma non penso che sia il caso di porre una pregiudiziale negativa in assoluto.

Anche qui, senza non rischiamo di uscire fuori mercato?

L’unica obiezione sensata mi è sembrata quella che non porta occupazione per i  Vadesi perché i lavoratori  proverranno dall’esterno.

Questo è giusto, ma con opportune garanzie previste da un contratto specifico penso si potrebbe ovviare.

Obiezione vera è quella del referendum disatteso.

Questo è grave. O non si richiede l’opinione dei cittadini o, una volta espressa, la si rispetta.

Se fossi una cittadina di Vado, sarei arrabbiata anch’io.

Le pregiudiziali turistiche o nostalgiche qui mi sembra non abbiano senso.

A volte però, quando sono sola, mi chiedo se val la pena di arrovellarsi in tante problematiche e mi rispondo: “Ma pensiamo all’estate”!

  Margherita Pira