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A CHE PUNTO SIAMO ARRIVATI!

Sergio Giuliani


Baget Bozzo
“Berlusconi, il Pdl, la Lega Nord [….],queste forze vengono tutte dall’affermazione che il popolo sovrano che si manifesta nel corpo elettorale e nel Parlamento è la prima Costituzione della democrazia e che volerla bloccare con la lettera della Costituzione del ’48,con la Corte Costituzionale,con la Magistratura,è impossibile [….] la Costituzione scritta è diventata un blocco della costituzionalità reale che è la democrazia in crescita,la partecipazione in aumento, la volontà di contare del corpo elettorale. [….] Questa dinamica della Costituzione e della democrazia non si può fermare alla lettera del testo scritto di cui la Corte Costituzionale è divenuta il gendarme. Democrazia contro Costituzione rigida, corpo elettorale contro Corte Costituzionale e magistratura:questa è la crisi dello Stato Italiano.”
G Baget Bozzo “Il giornale”   24 giugno 2008

E menomale che è un prete già noto per sciocchezze a dire di certe cose! Menomale che tra lui e la concezione democratica di Giorgio Napolitano ci corre di più che tra Terra e Marte. E menomale che un prete (ma don Sturzo e don Dossetti erano di ben altra stoffa!), si spera, abbia altro di che fare che straparlar di politica.

Ma la gravità di quanto dice deve allarmare, soprattutto quando si ha il sospetto che le mezzefigure parlino per bocca di chi, più in alto, non può o non vuole parlare così chiaro

E vengono in mente gli attacchi ai sindacati, organismi riconosciuti dalla famigerata Costituzione-che-frenerebbe-i-sacri-istinti-di-un-popolo, la decimazione della scuola pubblica, gli ammicchi alla privatizzazione dei trasporti pubblici, il cheeck to cheeck tra An ed il Cocer: tutta roba di appena due mesi!

Ma soprattutto allarma una risposta netta dalla melassa di sinistra, tutta intenta a creare fondazioni e correnti e che rimanda all’autunno un manifestare di piazza non si sa bene ancora contro o per che cosa.

C’è da non credere, che esista l’ineffabile dongiannipensiero e che gliela si lasci passare così franca. Ci sarebbe di che ricavarne tanti temi di una rinascita istantanea di una ribellione che supera etichette e sinistrismi e investe tutti i cittadini non soltanto elettori, ma dotati di capacità di riflessione.

La Costituzione è viva e vegeta e coi suoi netti principi disciplina benissimo l’attività legislativa, accordando, come un direttore d’orchestra, i suoni delle sezioni degli strumenti alla partitura.

Non è nemmeno pensabile lasciar scontrollata l’attività di un Parlamento che, probabilmente, ha risentito di un elettorato irritato (anche giustamente!) da ritardi ed impotenze e che, come quando ci si stizzisce, forse ha detto parole grosse.

Un Parlamento dove sventolavano cappi, volavano sputi e si divorava mortadella dovrebbe essere poco raccomandabile anche per un prete: altro che sovrano reggente della cosa pubblica, svincolato dalla tutela pesante della più bella Carta che esista al mondo e di quella Corte Costituzionale che, ricordano gli anziani come me, faticò molto a decollare, proprio perché se ne capiva l’importanza e l’altissima funzione. “Gendarme” sì, ad evitare leggi di comodo, ad libitum principis come lo furono le non mai dimenticate,per carica offensiva, Cirami-Cirielli.

“Dormitat aliquando popolus?” Se è così, ma non credo davvero, riprendiamoci, ma subito, la democrazia, perché nelle parole del gianni si nasconde un terremoti, un bouleversement totale della dialettica politica.

E stiamo a discutere di “comunismo”, di Bolognina, di post89, di inciuci, di 11 tesi di Tronti (chi si risente! Il padre del ’68!) di ripartire da…!

Ma questo è il punto: difendere l’ordine delle istituzioni e impedire che si gridi ad una politica plebea (e interessata)

Un cittadino elettore su tre elettori ha, malgrado tutto, rinnovato la fiducia, e non era facile, ad un programma di visione corretta delle funzioni dello stato; un programma persino troppo ligio alle regole democratiche,in tempi di problemi gravissimi ed addensati. Di qui, da questa fiducia ben radicata si deve ripartire per difendere a gran voce, reclamare il corretto iter della formazione delle leggi e le regole, verificate e sicure e che “legano” soltanto le incoerenze,quando non le mascalzonate, scritte a chiarissime lettere nella Costituzione.

Non si mini alla base il rapporto, delicato ed il più possibile indipendente, tra potere legislativo e potere giudiziario che deve trovare il suo nesso di contatto nella figura del Ministro Guardasigilli (sarà un caso che il “popolo” legiferante in proprio ha scelto per quella carica un collaboratore strettissimo del primo ministro?)

I processi si devono sempre e comunque fare: riguardino Gesù o Barabba: l’azione del magistrato sia ineludibile e garantita!

Non si scherzi con sospensioni, come si è purtroppo scherzato con l’indulto!

Solo potenziando la magistratura, fornendole personale e mezzi, se ne garantisce il funzionamento, imprescindibile e libero in uno stato di diritto come l’Italia è, e vuol rimanere.

L’indipendenza del magistrato è un portato anche della chiarezza (e non del caotico sovrapporsi di leggi e leggine elettoralistiche!) del dettato dei Codici e di un iter procedurale chiaro e spedito. Al magistrato più che al Parlamento spetta l’uso responsabile di ogni mezzo per acclarare la verità, ivi comprese le intercettazioni.

A proposito del numero de “L’espresso” (che ho smesso di leggere da vent’anni!) oggi in edicola, due sono gli scandali e non saprei quale più grave: la “fuga” (pagata o interessata!) delle registrazioni dalla loro sede naturale ed inviolabile al pettegolezzo chiassoso o la statura morale degli interessati a un osceno gossip. Particolarmente se uno di loro è,per la terza volta, a furor di quel popolo legislatore di cui dice il prete gianni, loquace presidente del consiglio.

Come è possibile domandarci da dove ricominciare ad esistere politicamente,sotto quale ombrello passato o futuro? C’è solo di che agire, di chiamare a raccolta con obiettivi costituzionali, che sono di per sé quanto di più ideologico esista!

Chiamiamoci a raccolta! Vediamo chi ci sta. E’ tempo!

          Sergio Giuliani