TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

BANCHE, USURA, PERITI

  E CALCOLO DEGLI INTERESSI

Ci scrive un consulente che prima del “caso Savona” aveva già scoperto e denunciato la “truffa” ai danni di cittadini in mezza Italia. Una guida  pratica per “vincere” le cause. I “trucchi” dei Consulenti tecnici dei tribunali

 E’ recente (24 e 25 giugno 2008) la notizia di un’indagine a carico di cinque banche di Savona per la questione dello sconfinamento nell'usura dei tassi applicati sui conti correnti bancari di un imprenditore a causa della “commissione massimo scoperto (cms)” la cui abolizione è stata recentemente chiesta, per la sua palese irregolarità, sia dal Governatore della stessa Banca d'Italia (Draghi) che dal Presidente dell'Antitrust (Catricalà).

 Non si tratta però di una cosa nuova perché ormai da mesi si susseguono le notizie, di pubblico dominio, che procedure simili sono state avviate dalle Procure di mezza Italia (cfr. elenco allegato), tanto che un cittadino normale si chiede come mai nessun Procuratore abbia ancora avviato un’inchiesta per verificare se esiste pure il reato di associazione a delinquere.

 E un’altra domanda che sorge spontanea (sempre sulle procedure) è perchè, negli ormai innumerevoli casi di contestazione in sede civile della usurarietà dei tassi bancari, i giudici ed i consulenti tecnici (che sono anch’essi pubblici ufficiali), pur avendone notizia, non trasmettono mai il fascicolo alla Procura competente, come prevederebbe il quarto comma dell’art. 331 del Codice di procedura penale essendo l’usura un reato perseguibile d’ufficio (e l’omessa denuncia sarebbe sanzionata dall’art. 361 del c.p.).

 Chi scrive è stato consulente tecnico (per la parte offesa) nel procedimento penale per usura contro altre tre banche a Bassano del Grappa (VI), dove siamo già nella fase dell'incidente probatorio e posso testimoniare che, a fronte di una perizia del c.t.u. assolutamente “anomala”, la pm, la quale pure sapeva tutto sull’usura bancaria avendo partecipato al convegno sul tema organizzato, nel marzo di quest'anno, dall'Università di Padova (allegata sintesi), non ha profferito parola quando, in udienza, si è trattato di contestare le assurde risultanze del c.t.u. (nominato dal gip, non dal pm).

 Il "trucco" usato dal c.t.u. del Tribunale di Bassano per “tutelare” gli interessi delle banche (e che i magistrati forse non hanno capito?) è consistito nel calcolare il “tasso effettivo” (TAEG), da confrontare con il “tasso soglia” per vedere se c'è usura, direttamente sugli estratti conto utilizzando i "numeri" (capitale x giorni) calcolati dalla banca e non, come sarebbe corretto, sulle operazioni di credito effettuate tra banca e cliente.

 Il c.t.u. ha proceduto in questo modo “anomalo” (e sicuramente errato, in quanto non esiste un tasso soglia per il conto corrente !) perchè seguendo il metodo corretto avrebbe dovuto ricalcolare anche i saldi trimestrali e con "numeri" diversi, l'usura, perpetrata per oltre un decennio dalle banche ai danni del correntista che fatto la denuncia, sarebbe emersa in modo inconfutabile.

 La scusante ufficiale addotta dal c.t.u per giustificare il suo “anomalo” modus operandi è stata che il quesito del g.i.p. prevedeva espressamente il calcolo del tasso soglia “sui conti correnti”, anche perché questo era il metodo seguito dalle banche per le verifiche interne; a sua volta il g.i.p. ha spiegato, in udienza, che aveva dato quella indicazione perchè il capo d’imputazione del pm parlava di “conti correnti” e non di “operazioni bancarie”.

 La scusante ufficiosa è stata che se seguiva il metodo (corretto) propugnato dal sottoscritto qualsiasi conto corrente passivo sarebbe risultato in usura e che i funzionari di banca (poverini !) non erano consapevoli che i calcoli del tasso soglia si potessero fare in altri modi.

 E’ evidente che la magistratura sembra non voler vedere l’usura praticata impunemente dalle banche e i giudici danno l’impressione di attaccarsi a qualsiasi cavillo pur di evitare che qualcuno dica finalmente come si devono fare legalmente i calcoli degli interessi e delle spese dovute dai correntisti sulle operazioni bancarie, in caso di contestazione dei (falsi) crediti bancari; così in Italia abbiamo degli interessi civilistici diversi da quelli penali e poi ogni consulente tecnico fa i calcoli secondo un proprio metodo; ciò significa in pratica che fin'ora nessuno sembra essere in grado di dire quali sono gli esatti debiti/crediti di un cliente delle banche; alla faccia della certezza del diritto!

 L'atteggiamento del pm di Bassano, il cui dovere sarebbe quello di tutelare l’ordine economico, è significativo dell'ostilità istituzionale affrontata da chi denunciando l’usura impunemente perpetrata sfida il potere bancario che evidentemente riesce ad intimidire anche coloro che dovrebbero fare giustizia dei perturbatori del corretto andamento del mercato (tra l’altro puniti in modo più grave, se agiscono come bancari).

 Tornando alla questione della cms, devo dire che, pur essendo importante accertare se la cms deve essere compresa nel tasso globale o conteggiata a parte, questo però non è l’elemento decisivo per il calcolo esatto dell'importo (interessi e spese usurarie) che la banca, a norma dell’art. 1815 del codice civile, dovrebbe restituire, a titolo di penale, al correntista usurato e pertanto fa rimanere ancora nel limbo il grande problema della quantificazione dell’usura bancaria che riguarda praticamente tutti (sottolineo) tutti i conti correnti delle imprese commerciali, industriali ed artigiane e coinvolge logicamente somme enormi (nell’ordine dei miliardi di euro).

 E’ infatti da tener conto che la vera usura bancaria non consiste nel mero superamento del tasso soglia, ma nella somma della  furberie” utilizzate dal sistema bancario italiano illegalmente da oltre cinquant'anni per i calcoli (volutamente) incomprensibili contenuti negli estratti conto delle banche.

 La cms non è “il problema”, ma solo una delle “furberie” (un ulteriore moltiplicatore del diabolico anatocismo); per “furberie” intendo l’applicazione di valute e spese arbitrarie, di interessi ultralegali e soprattutto, dell’anatocismo (interesse composto), cioè della "magica" trasformazione, ogni tre mesi, in capitale a credito degli interessi e delle spese arbitrariamente addebitate sui conti correnti

 Ormai è chiaro che ogni rapporto bancario esistente è viziato da cinquant’anni di “furberie” e pertanto qualsiasi azione giudiziaria delle banche nei confronti dei clienti non dovrebbe proseguire finché non si siano accertati (d’ufficio) i reali rapporti; ad esempio: anche se la banca procede esecutivamente per le rate insolute di un mutuo non è detto che il (vantato) credito della banca sia tale, perché può trattarsi di un mutuo contratto per chiudere un saldo passivo, che in verità non era tale e perciò il mutuo potrebbe essere nullo (per simulazione).

 Gianni Frescura