I LUOGHI DELLA CULTURA SAVONESE LA STORIA DELLA TIPOGRAFIA A SAVONA | |
E' indubbio che l'invenzione gutenberghiana della stampa a caratteri mobili abbia favorito, in una dimensione decisiva, la diffusione della cultura e l'arte tipografica è stata il veicolo concreto, attraverso il quale tante persone hanno conosciuto i capolavori dell'arte letteraria, si sono informate, sono cresciute civilmente. Savona è stata una delle prime città d'Italia ad impiantare una tipografia. Nel 1474, per cura di tale Giacomo Torteirolo, si costituì una Società Tipografica Savona che, nonostante una prima disavventura, riuscì poi a decollare. Torteirolo, infatti, aveva chiamato nella nostra città quattro tedeschi, capitanati da un certo Enrico de Aegere (probabilmente di Anversa), esperti della nuova arte: i tedeschi, installati i macchinari ed intascati seicento fiorini, in una notte buia e tempestosa se la filarono da Savona (avevano ricevuto offerte più allettanti da Roma) portandosi appresso gli arnesi necessari alla stampa. Torteirolo (o Tortaroli, come forse sarebbe più giusto chiamarlo) non si perse d'animo: scrisse a Pier della Rovere, nipote di Sisto IV e Prefetto di Roma, perché recuperasse almeno gli attrezzi: ciò, probabilmente avvenne, perché in quello stesso anno 1474 fu stampato a Savona il “De consolatione philosophie” di Boezio. La sede della tipografia era nel convento di Sant'Agostino (lo stesso trasformato, nel XIX secolo, in magazzino del sale e poi, nel XX secolo, abbattuto per far posto al grattacielo di Piazza Leon Pancaldo). Lo stampatore fu frate Bonus Johannes (Giovanni Del Buono) e correttore di bozze il Priore Venturino, che scrisse anche un epigramma in onore dell'opera e dello stampatore stesso. Di quell'edizione del “De consolatione philosophie” furono tirati tre esemplari.Per il corso di ventinove anni non si hanno, però,notizie di libri stampati a Savona. |
Nel 1503, infatti, il tipografo Maestro Francesco Silva da Milano, stampò su commissione di Bernardino della Chiesa per la somma di venticinque “grossi”, ventisette copie della “Poliantea” di Domenico Nano Mirabellico. Undici anni dopo, nel 1514, abbiamo la seconda edizione della Poliantea con aggiunte ed un epigramma di Guido Faletti, maestro di lettere in Savona, fatta per Simonen Bibilaquam (cioè Simone Bevilacqua). In quel tempo lavorava in Città anche un altro stampatore, tal Giuseppe Berruerio di Mondovì , che nel 1522 stampò un “Missale ordinarium” e nell'anno successivo il testo del naturalista Alberto Grozio, “De natura animalium”. L'arte della stampa era così definitivamente lanciata nella nostra Città. L'800 fu il secolo d'oro della Tipografia Savonese, che nel 1863 presentò con successo all'Esposizione Universale di Vienna il “Saggio di lavori tipografici in colori con fregi assortiti” e nel 1878 all'Esposizione Universale di Parigi il “Saggio di lavori tipografici”. La tradizione tipografica è stata portata avanti, nel corso del '900 da diversi laboratori (Palagi, Vacca, Noberasco, Coop.Tipograf, ecc.) ma la punta di diamante dell'attività tipografica, a Savona, come il Liguria, fu rappresentato dallo stabilimento di Silvio Sabatelli, grande organizzatore e propugnatore della cultura della nostra terra: una tradizione portata avanti dai figli, Norberto (con lo stabilimento d'arte sito in Via De Mari) e Marco (grande editore, trasferitosi recentemente presso gli ex-Docks di Via Servettaz, dopo una lunga permanenza nella sede “storica” di Piazza del Vescovado. La presenza, oggi, dei figli di Norberto e Marco assicura alla tipografia savonese di affacciarsi all'alba del XXI secolo con tutte le carte in regola, per proseguire in un attività di alto livello e di grande prestigio per vita culturale di Savona. |