![]() versione stampabile CHIEDIAMO CON FORZA CHE USINO LA TESTA ! |
![]() Vado Ligure come potrebbe diventare |
Questo
“espediente”, ormai abusato anche da chi l’eco compatibilità sa di
doverla sfruttare solo a termini di legge, deve poter rendere digeribile
anche il progetto più aberrante e dannoso al territorio stesso.(vedi: la
Piattaforma) Insomma un disastro ma certificato.
Non esiste progresso in una Nazione che rinuncia al
diritto alla salute, che maschera e nasconde dati e veri pericoli per
avvallare future scelte progettuali. Che maschera o nasconde dati ambientali, per giustificare
la mancanza di decisioni coraggiose, necessarie a dare un primo segnale
sulla presa di coscienza di situazioni preoccupanti che oncoematologi ed
epidemiologi continuano a denunciare pubblicamente con decisione. A SAVONA Questo sta accadendo proprio a Savona dove, come ribadito
venerdì al Teatro Nuovo di Valleggia, il territorio è tra i più colpiti
dall’inquinamento atmosferico a causa delle emissioni della Centrale
Termoelettrica a Carbone di Vado Ligure, i cui effetti sulla popolazione
sono dati ufficiali e conosciuti dal 1988. Dati terrificanti sulla situazione epidemiologica del
savonese, documentati in correlazione all’esistenza sul territorio della
Centrale che inquina tutta una Provincia, ma che si pensa paradossalmente di
potenziare. Potenziare, senza che gli Enti locali, la Provincia e la
Regione, abbiano elaborato e confrontato i loro dati, rilevati dalle loro
centraline poste, in modo poco efficace, sul territorio. Le polveri sottili, come le PM10, misurate inutilmente
dalla Provincia solo dal 2006 e mai elaborate; le polveri ancor più sottili
come le PM2,5, le più insidiose e pericolose, mai prese in considerazione e
mai monitorate. Intanto si lascia che la ”
Tirreno Power” progetti, indisturbata, un’ulteriore potenziamento, tradendo
un atteggiamento di collusione a dir poco
criminale. |
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DIARIO DI UNA PANDEMIA Non sono “parolone” usate
per impressionare, ma chi partecipa ad incontri come quelli promossi da
“Uniti per la salute” , dove la dott.ssa Gentilini, oncoematologa, ci
illustra i dati relativi non solo ai tumori, ma anche a gravi patologie e
malformazioni su feti e bambini, ne esce con
una sensazione di rabbia e di impotenza. |
Una rabbia che non può certo placarsi, con un
sacrosanto esposto alla Procura della Repubblica per l’evidente mancanza di
tutele sanitarie da parte degli Enti preposti a farlo; una rabbia che
aumenta quando si percepisce la sudditanza delle Amministrazioni che
avrebbero il diritto-dovere di ribellarsi e di impedire questa “PANDEMIA
SILENZIOSA”. Le morti per cause ambientali sono lente e le
generazioni future non ci ringrazieranno certo per le scelte dissennate che
stiamo compiendo. Eppure si prosegue senza pietà, si pensa a un
eventuale incenerimento di rifiuti, senza tener conto che i dati sulle
diossine si legano sempre più chiaramente a patologie già presenti sulla
popolazione adulta, ma ancor peggio infantile. Scorie, ceneri, polveri agiscono in maniera
esponenziale sul feto che riceve ancor prima di nascere, un terribile
“bagaglio”. |
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Per questa emergenza sociale nel Savonese,
dobbiamo tutti fare qualcosa! L’allarme lanciato dalle associazioni, non di
“beceri ambientalisti” e supportate da medici di alto valore, come il dott.
Franceschi, ci deve indurre a fare ognuno la propria parte. |
Non si conosce, infatti, una Ricerca Ufficiale
sull’incidenza tumorale nei diversi territori della Provincia che potrebbe
dare chiari elementi di riflessione. Non si conoscono, ancor di più, i dati relativi a
malformazioni congenite, a diverse patologie presenti sulla
popolazione infantile savonese. E’ chiaro, ormai da qualche tempo, che la medicina sta
lavorando perché tutto possa diventare cronico e, quindi, opportunamente
trattato, ci si possa convivere tutta la vita: il cancro, il diabete,
l’endometriosi, le patologie neurologiche e tiroidee e molte altre affezioni
che ci siamo rassegnati ad affrontare, sono diventate male comune. Un’inevitabile maledizione che abbiamo messo in conto, in
cambio di cosa? A beneficio di chi? Non può e non deve, invece,
diventare cronica la “deficienza”, termine utilizzato in modo appropriato
dall’oncoematologa, di chi
sbaglia e continua a sbagliare. Di chi impoverisce una popolazione, non solo sotto
l’aspetto economico, ma soprattutto in termini di qualità della vita umana. SPERANZE E UTOPIE - Sarebbe un’utopia sperare
che i medici della nostra ASL si facessero contagiare dall’operato dei
loro colleghi, che si battono da tempo perché la
conoscenza sia alla
portata di tutti? - Sarebbe forse un’utopia sperare che tutti i medici
eletti nelle varie liste elettorali e sparsi nelle Amministrazioni, tra cui
alcuni Sindaci, si ricordassero di essere prima medici e poi politici, e si
adoperassero per invertire il corso delle “cose”, cogliendo l’occasione per
nobilitare, in modo concreto, l’aspetto deontologico della loro professione? - Sarebbe un’utopia chiedere che le convinzioni politiche
dell’individuo possano diventare una ricchezza per altri, anche quando
questo è chiamato a governare e che non siano barattate con opportunismi di
carriera politica? Se lo Zingarelli ci indica
con il termine UTOPIA ” un modello
immaginario di governo o di società ideale”,
spesso irrealizzabile, è pur vero che su diverse
utopie è cresciuta la società
ed è migliorata:
la storia insegna.
ANTONIA BRIUGLIA
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