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Gomorra

Margherita Pira

Roberto Saviano

Ho visto in successione i film “Il divo” e “Gomorra” e ho deciso che la prossima volta andrò a vedere “L a vispa Teresa”

Scherzo, naturalmente, ma due film così visti in successione lasciano per lo meno attoniti.

Io non sono tra coloro i quali affermano che i panni sporchi si lavano in casa. Anzi trovo molto importante che registi giovani e prima ancora scrittori giovani abbiano il coraggio di denunciare ciò che avviene anche se l’immagine idilliaca dell’Italia ne rimane gravemente offuscata.

Il libro di Saviano ha avuto un record di incassi, ma l’autore è costretto a muoversi sotto scorta.

Magari anche per il regista succederà la stessa cosa dato che il film ottiene consensi ampi di

critica, ma anche di pubblico.

Le prime impressioni? Direi che la mia reazione immediata è stata di incredulità.

Possibile che l’Italia sia questo?

Premetto che io non amo i film polizieschi, ho un rifiuto per gli spettacoli violenti e non sopporto i gialli.

Sia “Il divo” che “Gomorra” erano anche questo e, perciò, non sarei andata a vederli, ma mi hanno incuriosito i giudizi dei critici e l’enorme successo.

A parte la resa cinematografica che, pur se condotta in stili diversi, era veramente efficace in entrambi i casi, la cosa terribile è che queste cose trovano riscontro nella realtà.

Siamo quasi abituati al nostro omicidio quotidiano e non fa ormai quasi effetto.

Si dice: “Non è roba nostra. E’ laggiù che queste cose succedono e sono sempre successe”.

Forse è vero e anzi all’inizio la mafia aveva una sua funzione e si sostituiva allo Stato troppo spesso assente. Sarà una deformazione professionale, ma mi viene spontaneo pensare al brigantaggio.

E’ stato vinto attraverso l’intervento del neonato Governo Italiano che ha estirpato il fenomeno con la forza.

Non credo che sia stata la soluzione migliore, come non credo che la militarizzazione prevista ora lo sia .

Al tempo del fascismo col pugno di ferro in gran parte la mafia era stata debellata, ma, magari, sono usciti fuori altri e non più semplici problemi.

Sciascia aveva denunciato nei suoi libri i collegamenti mafia – politica, ma anche allora non era cambiato molto.

Ora però mafia, camorra e similari hanno fatto un salto di qualità e appare , vedendo “Il divo”, difficilissimo uscire dal cerchio.

 Sono problemi che lasciano un senso di impotenza, come quello della spazzatura.

Tra l’altro è difficilissimo riuscire a farsi un’idea chiara della situazione perché si sente dire tutto e il contrario di tutto nello spazio di pochi minuti.

Del resto non so quanto anche da noi i problemi siano assenti.

Soltanto gli incendi dolosi negli stabilimenti balneari fanno intuire presenze strane anche qui, nel civilissimo nord.

Come non so per quanto tempo il problema dello smaltimento della spazzatura sia ancora lontano.

Tornando tuttavia al filone più importante del discorso , cioè i film, sono fatti bene. Non uso la parola belli perché normalmente abbiamo un’ idea del bello assai diversa. Sono incisive e ,temo, veritieri.

La giuria del festival cinematografico più importante del mondo gli ha attribuito due premi prestigiosi che in effetti confermano il successo della cinematografia italiana e contemporaneamente il fallimento dell‘ Italia come nazione.

Vi è però una realtà che colpisce l’attenzione: ho letto che il successo dei due film (per  “Il divo” del tutto inaspettato perché si pensava soprattutto a un circuito tra le sale tipo il Filmstudio ) è dovuto in gran parte a spettatori giovani. Molti ragazzi per una sera rinunciano alle pellicole di puro intrattenimento per impegnarsi in due spettacoli ostici da seguire.

In “Gomorra” non è la violenza che attrae, ma ciò che muove la violenza che sconvolge.

Se i giovani prendono coscienza della realtà, magari qualche cosa può cambiare.

 Margherita Pira