UN ASSESSORE che faceva parte della giunta presieduta da
Carlo Ruggeri e il cui nome non compare più nell'esecutivo
guidato da Federico Berruti. Un amico di Claudio Fedrazzoni,
che avrebbe potuto esser utile per "aiutare" l'imprenditore
vercellese Roberto Alessio ad aggiudicarsi una gara
d'appalto per il servizio di ristorazione, molto
probabilmente quello relativo alle mense scolastiche
cittadine.
Il suo nome non compare in nessuna delle intercettazioni
effettuate dalla guardia di finanza nell'ambito della
clamorosa inchiesta su "mensopoli", ma a lui fa riferimento
esplicito lo stesso Claudio Fedrazzoni nel corso di una
telefonata effettuata l'11 settembre dello scorso anno
all'imprenditore vercellese. Un semplice riferimento, che
comunque basta e avanza per far scattare l'interesse della
gente che già a partire da oggi comincerà a cercare di
individuare chi possa essere. Anche se è doveroso aggiungere
che per il momento non è possibile sapere se questo legame
di amicizia con Fedrazzoni esistesse veramente o se invece
sia stato da quest'ultimo soltanto millantato. In ogni caso
di tratta di una persona che viene toccata marginalmente
nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla procura della
Repubblica di Genova e che comunque non ha alcuna
responsabilità.
Sempre per quanto concerne il filone savonese
dell'inchiesta, vi è da registrare la presa di posizione di
Paolo Petralia, medico, presidente regionale di Anspi
(associazione nazionale sport per tutti), ma soprattutto
direttore sanitario della struttura socio-sanitaria che la
Fondazione Ferrero ha inaugurato da pochi mesi a Vado. Il
suo nome viene fatto più volte da alcuni dei protagonisti di
"mensopoli" mentre parlano tra di loro. «Credo che la
situazione sia già stata ampiamente chiarita - spiega il
dottor Petralia - purtroppo il mio nome è stato citato solo
perché sono una persona che collabora in molte iniziative in
tutta la regione. Sinceramente non so perché qualcuno abbia
fatto il mio nome, ma è anche stato appurato che si tratta
di vicende che non mi riguardano. Spero solo che questi
fatti non si ripetano».
È bene ricordare che per quanto riguarda il savonese l'unica
persona che al momento è stata indagata, per presunta
turbativa d'asta, è il direttore amministrativo dell'Asl2,
Alfonso Di Donato. La cui posizione, comunque, con il
trascorrere del tempo sembra si stia alleggerendo. Tanto che
sino a ieri il dottor Di Donato non era ancora stato
ascoltato dal magistrato che sta conducendo l'inchiesta. «Un
particolare questo - sottolinea il suo avvocato Romano
Raimondo - che conferma come la posizione del mio cliente
sia di scarsa rilevanza. Ancora questa mattina ho chiesto al
giudice per quando aveva intenzione di fissare
l'interrogatorio del dottor Di Donato, ma mi ha risposto che
non c'è nessuna fretta».
gianluigi cancelli
«Cado
dalle nuvole, non conosco nessuna delle persone
coinvolte in questa vicenda» |
l'assessore |
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«NELLE INTERCETTAZIONI vi è un
riferimento alla mia persona? Cado dalle
nuvole, anche perchè non ho mai avuto
modo di conoscere nessuna delle persone
che sono coinvolte nell'inchiesta. Mi
sembra che questa gente sia pazza da
rinchiudere».
Lucia Bacciu, assessore alle politiche
sociali a palazzo Sisto ma anche
segretario comunale e direttore generale
del Comune di Vado, esclude di aver mai
avuto contatti con queste persone.
«Quella di "mensopoli"è una vicenda che
non mi riguarda - spiega la Bacciu - nel
senso che riguarda persone che non ho
mai conosciuto. I loro nomi li ho letti
sui giornali in questi ultimi giorni.
Sinceramente non sono neppure certa che
nell'intercettazione che mi ha fatto
leggere si riferissero alla mia persona,
anche se alcuni particolari combaciano.
Comunque, ripeto, è una vicenda alla
quale sono completamente estranea. Tra
l'altro è vero che sono dei Ds, ma
appartengo all'ala più di sinistra e non
ho mai preso parte ad alcuna attività
politica del partito. E poi sostengono
che guiderei il Comune, una cosa assurda
anche perchè sono un assessore esterno
scelto dal sindaco Berruti».
«strano si siano accorti solo
dopo 2 anniche il loro amico non
era più in giunta» |
l'ex sindaco |
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«MALE NON FARE paura
non avere». L'ex
sindaco di Savona
Carlo Ruggeri,
attualmente
assessore regionale,
parte da questo modo
di dire molto
popolare per
esprimere la sua
assoluta
tranquillità in
merito alle notizie
emerse dalle
intercettazioni
effettuate per "mensopoli"
e dalle quali
risulterebbe un
interessamento di
Roberto Alessio per
aggiudicarsi qualche
appalto a palazzo
Sisto. Palazzo nel
quale, secondo
quanto detto l'11
settembre 2007
all'imprenditore
vercellese da
Claudio Fedrazzoni,
avrebbero potuto
contare
sull'amicizia di un
fantomatico
assessore che però
non faceva più parte
della giunta
Berruti. «La prima
cosa che voglio
sottolineare -
afferma Carlo
Ruggeri - è che mi
sembra piuttosto
strano che solo a
settembre 2007
queste persone si
accorgano che in
giunta non vi è più
un assessore loro
presunto amico, che
invece faceva parte
di quella
precedente. anche
perchè sono
trascorsi più di due
anni. l'altra cosa
che tengo a chiarire
senza mezzi termini
è che non ho mai
avuto a che fare con
nessuno dei
personaggi coinvolti
in questa inchiesta.
Addirittura non sono
in grado neppure di
capire di cosa
parlino».
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